Prestampa

Come sta cambiando il mondo delle immagini

Ed è sempre più microstock: dove è meglio comperare o vendere contenuti?

Il mondo delle immagini sta cambiando sempre più rapidamente. E l’agente più importante di trasformazione è rappresentato dai microstock, i siti sui quali si possono comperare milioni di foto, video e illustrazioni spendendo poco. L’ultima novità e che Adobe si è comperato Fotolia, uno dei più importanti archivi di contenuti royalty free.

In un quarto di secolo è cambiato tutto nel mondo delle arti grafiche: tecnologie, applicazioni, modelli di business, paradigmi, abitudini dei consumatori. Un’evoluzione che è sotto gli occhi di tutti e che quasi non notiamo più se non quando ci accorgiamo che le risme di carta in ufficio durano di più, che possiamo scrivere un libro e farcene stampare anche solo una copia, che qualche libro lo compriamo di carta e altri preferiamo scaricarli in formato elettronico.

Una evoluzione/rivoluzione che coinvolge anche il mondo delle immagini. Fino a vent’anni fa, o poco più, per ogni editore di libri o riviste o studio grafico alla prese con la realizzazione di una brochure aziendale, di un catalogo di viaggi o di un depliant pubblicitario, la voce di spesa per l’acquisto delle immagini era importante. Bisognava commissionarle a un fotografo o ricorrere alle agenzie fotografiche per acquistarle con una licenza RM (Right-managed). È una formula che consente di usare una risorsa una sola volta (fotografia, illustrazione, video…) e con una serie di limitazioni che riguardano soprattutto il tempo, il luogo e lo spazio. Così una foto da inserire in un quarto di pagina interna di una rivista a tiratura nazionale avrà un certo prezzo, che cresce se viene impiegata in copertina o per una campagna di affissioni per cui è richiesta l’esclusiva per qualche mese. Con prezzi dai 30-40 euro a immagine in sù.

Poi sono arrivati i CD con le foto di stock, che contenevano le prime immagini royalty free. Un importante passo avanti, perché questo genere di fotografie si acquistano una volta e poi si possono usare più volte senza limitazioni particolari. iStock ha poi avuto l’idea di cominciare a venderle online le foto royalty free a prezzi contenuti. Correva l’anno 2000 ed era nato il microstock. Un fenomeno che è esploso negli ultimi quattro/cinque anni, con un grande fiorire di siti di questo genere e che culmina oggi con l’acquisizione da parte di Adobe di Fotolia, uno dei principali microstock. Su questi siti le foto si possono pagare anche meno di un euro. Cerchiamo quindi di fotografare, è proprio il caso di dirlo, questo fenomeno. E di vedere quali sono i microstock sui quali conviene comperare contenuti. E anche su quali si può iniziare a vendere, dal momento che sono aperti ai contributi di qualsiasi persona abbia buone foto, illustrazioni e video da proporre.

A gennaio Adobe ha completato l’acquisizione di Fotolia annunciata lo scorso dicembre: integrerà Fotolia in Creative Cloud e all’interno delle applicazioni CC Adobe per desktop, affinché gli abbonati a Creative Cloud possano accedere e acquistare i contenuti, ma continuerà a gestire Fotolia come banca immagini indipendente accessibile a tutti.

Ne abbiamo parlato con Michael Chaize, Wordwide Creative Cloud Evangelist di Adobe: leggi l’intervista su Italia Grafica di marzo!

Per capire meglio le dinamiche dei microstock, sia dal lato di chi compera le foto sia da quello di chi le vende, prendiamo una foto qualsiasi di medio successo (sotto). Si tratta di un primo piano di un libro che sta passando dalla fase di stampa a quella di rilegatura scattata nel 2012 presso una grande industria tipografica italiana e in vendita da tre anni nei principali microstock.

Dal punto di vista dell’autore si tratta di un’immagine che, pur essendo di media qualità scattata con una Nikon D300 (ma che potrebbe essere stata scattata anche con un buon telefonino), ha avuto una buona performance. Il guadagno complessivo è stato di circa 300 dollari, con 306 vendite su Shutterstock, 64 su Fotolia, 13 su Dreamstime, 7 su Depositphotos e una volta sola su iStock. Stessa foto, stesse parole chiave e vendite estremamente diverse da un microstock all’altro: come mai questi livelli di vendita estremamente differenziati? Semplicemente perché una foto viene comperata quando appare nei primi quaranta, cinquanta risultati di ricerca. Oltre le possibilità di vendita scemano. I vari algoritmi di ricerca dei microstock seguono regole misteriose e differenti: in alcuni casi spingono le foto nuove, in altri mandano in profondità quelle che hanno un pessimo rapporto tra visualizzazioni e acquisti, in altri ancora vale il punteggio che il selezionatore ha attribuito a un’immagine o il livello dell’autore. In linea generale, se una foto è stata venduta qualche volta appena caricata è probabile che venderà sempre di più. In caso contrario è probabile che cada nel dimenticatoio.

Passiamo dal lato di chi deve comperare questa foto. Anche in questo caso la situazione varia considerevolmente da un microstock all’altro. I prezzi delle immagini variano su siti come Fotolia o Depositphotos dal livello dell’autore (basato a sua volta sul numero di foto che ha venduto) o sul numero di volte che una singola foto è stata venduta, come su Dreamstime. E poi ci sono siti più o meno cari. Lasciando perdere gli acquisti in abbonamento, questa foto nella risoluzione massima costa circa 12 euro su Fotolia, 21 su Dreamstime, 10 dollari su Depositphotos (però bisogna comperare crediti per almeno 50 dollari), 8 euro su Shutterstock (bisogna però spendere 39 euro per acquistare un pacchetto di cinque foto scaricabili in un anno) e la stessa cifra euro su iStock (anche in questo caso bisogna comperare un pacchetto da 24 euro che consente di scaricare tre immagini). Nel caso servisse questa stessa foto in bassa risoluzione, adatta per siti Web, su quasi tutti i microstock costa un credito, ma in genere bisogna comperare un pacchetto di crediti che costa almeno una dozzina di euro.

La soluzione migliore per gli acquirenti è quella di fare un abbonamento con un singolo microstock, che di solito permette di scaricare un certo numero di immagini al giorno per il periodo dell’abbonamento. Nel caso di contratti annuali si arriva a un prezzo, sfruttando l’intero pacchetto, inferiore ai venti centesimi per immagine.

Una carrellata sulle maggiori banche dati di immagini “microstock”: leggi l’articolo!

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