Industria 4.0

Ingranare la quarta: come due grandi stampatori affrontano la sfida

Le tecnologie e le metodologie operative 4.0 si fanno strada con decisione presso gli stampatori garantendo loro un surplus di efficienza e qualità che si riflette positivamente anche sui servizi alla clientela, come dimostra l’esperienza di alcune protagoniste del settore.

Roberto Carminati

Nel panorama degli stampatori le aziende più oculate e attrezzate non hanno atteso che i temi della digitalizzazione, dell’automazione e dell’interconnessione di macchine e sistemi intelligenti diventassero argomento di dibattito comune presso le imprese e gli osservatori. Pertanto, il loro percorso verso la realizzazione di ambienti di lavoro interamente orientati alle logiche dell’Industria 4.0 ha preso il via molto prima che il modello inizialmente promosso dalle istituzioni tedesche potesse assurgere al rango di un’autentica tendenza. Adesso che quello dell’Industrie vier punkt null è un paradigma tecnologico e organizzativo perseguito da una gran parte della manifattura italiana – il volume d’affari legato alla sola automazione industriale è cresciuto del 4% nel 2016 – iniziano a raccogliere frutti importanti. Che le strategie di innovazione adottate si siano rivelate un successo lo testimonia la soddisfazione con cui le stamperie descrivono i cambiamenti introdotti nei rispettivi reparti e sui flussi di lavoro, che hanno portato con sé i benefici di una maggiore efficienza e qualità. Dai loro racconti emerge anche l’evidenza, forse persino più rilevante, che i miglioramenti sono stati immediatamente percepiti e salutati con favore dalla clientela, che ha potuto contare su una gamma di servizi vasta e sempre più rispondente alle sue effettive esigenze. Segno, questo, che tecnologie e policy allineate ai dettami della quarta rivoluzione industriale erano in realtà da tempo ben consolidate e accessibili, a disposizione però delle aziende fornite di una visione a 360 gradi sulle richieste dei mercati di riferimento. E naturalmente consapevoli delle azioni che era necessario mettere in moto per poter seguitare a competere.

Mediagraf: l’integrazione, innanzitutto

«Per quel che ci riguarda essere 4.0 significa in primo luogo godere di una organizzazione più efficace dei processi che è alla base della realizzazione di prodotti migliori e questo è dovuto in primo luogo all’uso più razionale delle informazioni, rilevate ed elaborate in tempo reale». Questo è per esempio quanto hanno riferito in materia Diego Carbonara e Fabio Fogarin, rispettivamente responsabile commerciale e direttore degli acquisti di Mediagraf, in una intervista concessa a Italia Grafica. Come si avrà modo di vedere fra breve, il rinnovato scenario è da considerarsi il culmine di un cammino che almeno per alcuni aspetti è stato intrapreso addirittura al principio dello scorso decennio. «Nell’ambito dei processi si è proceduto a una rigorosa distinzione di quelli di stampa da quelli di pre-stampa o inerenti la logistica. È stata quindi implementata una piattaforma Mes (Manufacturing execution system) per ottenere una puntuale e coerente acquisizione dei dati di macchina. Oggi Mediagraf è in grado di programmare, allineandosi alle richieste dei suoi clienti, sia l’attività delle macchine sia quella del personale; i tempi-ciclo delle lavorazioni; e infine i progetti di formazione». L’opera di raccolta dei dati e l’interfacciamento di questi ultimi con le intelligenze informatiche centrali sono stati studiati con il duplice obiettivo di incrementare il livello qualitativo delle produzioni e di gestire in maniera più flessibile i grandi come i piccoli lotti. Ma, appunto, la metamorfosi viene da molto lontano. «Già nel 2012», hanno ricordato Carbonara e Fogarin, «la transizione massiccia alla stampa digitale ha imposto la trasformazione della nostra dotazione di macchinari. Abbiamo puntato su tecnologie adatte alla stampa editoriale installando due linee di produzione a bobina per bianco e nero e colore e quattro di stampa a foglio digitali a toner. Il risultato è stato un netto perfezionamento delle finiture, che chiaramente si è tradotto in un vantaggio per i nostri tradizionali interlocutori».

Passato e futuro

Gli stampatori non sono alieni a quelle problematiche di integrazione delle architetture nuove con quelle preesistenti che caratterizzano il passaggio agli ecosistemi digitalizzati tipici dell’Industria 4.0. Nel dettaglio, per Mediagraf la sfida era rappresentata dall’attivazione di un dialogo fra i gestionali precedentemente utilizzati e le risorse di più recente acquisizione. «La soluzione Erp (Enterprise resource planning: pianificazione delle risorse aziendali) in dotazione a Mediagraf è Sap», hanno detto Carbonara e Fogarin, «ed essa sovrintende anche all’organizzazione delle commesse. Abbiamo tuttavia aggiunto un sistema parallelo connesso al software tedesco, cui abbiamo demandato una parte più ampia delle operazioni di stock. Senza dubbio», hanno proseguito, «l’interfacciamento fra i diversi sistemi è fra gli aspetti più interessanti di questa evoluzione. A partire dal 2002 siamo riusciti a inserire funzionalità sempre diverse, fra business object e applicazioni Crm per le relazioni con la clientela; in seguito sono arrivati i Mes dipartimentali per la preventivazione e il commercio elettronico». L’essenziale non sono però le dotazioni tecnologiche in sé, bensì l’utilizzo che un’azienda ne fa. Anche da questo punto di vista il caso di Mediagraf è illuminante. «Di volta in volta abbiamo cercato di integrare le informazioni in arrivo da ciascun dipartimento», hanno detto Diego Carbonara e Fabio Fogarin, «ragionando su come rispondere alle esigenze del momento. Guardare alle grandi moli di dati e metterle a frutto seguendo una visione di insieme, mirando a un costante miglioramento, è a nostro avviso l’autentico valore del 4.0». Entrare a pieno titolo nei meccanismi della quarta rivoluzione industriale significa altresì apprendere continuamente dagli eventuali errori commessi, correggendoli, e in casa Mediagraf questo approccio è stato sposato in toto. È sfociato col tempo in una riduzione degli scarti e in un tangibile progresso della gestione dei rapporti coi clienti, dei servizi e della logistica. «Quest’ultimo è un nodo cruciale», è l’opinione degli intervistati, «per chi come noi produce grandi volumi, poi spediti a destinazioni sempre differenti. Ora possiamo contare su dati di consegna – si pensi solo al totale dei pallet – dettagliatissimi e affidabili».

All’interno e all’esterno

L’Industria 4.0 non fa leva però sulla pura ridefinizione dei processi interni a un fornitore bensì pure se non soprattutto sulla visibilità totale del ciclo di vita dei prodotti. Per questo, le anticipazioni di Carbonara e Fogarin circa i possibili sviluppi a venire del restyling in corso assumono ulteriore importanza. «Le informazioni di natura logistica», hanno ipotizzato, «risiedono su un portale che in futuro potrebbe essere reso accessibile agli stessi clienti, non solamente per tenere traccia dello status delle consegne ma per verificare le occasionali contestazioni di non-conformità mettendoci al riparo da qualsiasi obiezione. Al contempo però il confronto fra gli ambienti reali e quelli virtuali è una garanzia a vantaggio della clientela, pure ai fini del mero calcolo delle copie inviate. È un’arma commerciale preziosa». Tornando ai processi, i due responsabili di Mediagraf hanno evidenziato come l’innovazione snellisca le tempistiche relative allo scambio d’informazioni fra reparti perché l’accesso ai dati critici è trasversale a tutte le funzioni aziendali. «Il fattore umano resta la chiave di volta», hanno commentato Fogarin e Carbonara, «ma perché i nostri addetti potessero beneficiare delle inedite metodologie di scambio dei dati la formazione è stata decisiva. E ha riguardato tutti gli addetti, dagli stampatori ai commerciali. I sistemi si sono rivelati semplici e intuitivi per tutti, con qualche complicazione in più per le vendite, poiché gestire i vari formati e grammature non è sempre un procedimento immediato. Analogamente, non è facile interfacciare i nostri sistemi con quelli dei fornitori, data l’eterogeneità dei linguaggi. Infine, per quanto possa sembrare strano, il rilevamento-dati è più agevole quando i sensori sono applicati alle macchine tradizionali piuttosto che a quelle digitali. L’obiettivo è però quello di investire ancora per far sì che anche queste ultime possano comunicare in modo efficace».

Grafica Veneta: Aumenta l’efficienza, cresce la soddisfazione dei clienti

Anche per un altro stampatore di spicco quale Grafica Veneta è il crescente peso del dato, se interpretato in maniera corretta, a determinare il valore aggiunto delle metodologie 4.0, che si diffonde a cascata dai fornitori ai clienti in un’ottica win-win per entrambe le controparti. L’obiettivo finale, cioè la soddisfazione degli acquirenti, giustifica quindi di per sé gli inevitabili sforzi tesi a superare le difficoltà dell’integrazione e dell’innovazione. «Dal nostro punto di vista», ha detto a Italia Grafica il consigliere delegato e responsabile dell’area commerciale di Grafica Veneta Mauro Fontanari, «l’Industria 4.0 implica la ricerca di una migliore modalità di comunicazione e un flusso ininterrotto di dati che viaggia per il tramite degli automatismi tipici dell’informatica anziché attraverso meccanismi di tipo più tradizionale. Un approccio che interessa l’organizzazione interna delle stamperie e la loro relazione esterna coi clienti». Nel caso di Grafica Veneta quest’ultimo elemento è stato necessariamente oggetto di attenzioni particolari, perché particolare è la natura medesima del business societario. «Il nostro portfolio è molto vasto», ha riferito Fontanari, «ma pressoché ogni cliente utilizza piattaforme proprie che non sempre sono facili da interfacciare coi sistemi di Grafica Veneta. È utile allora impegnarsi per integrarli quando il quantitativo medio degli ordini è molto consistente, meno quando è esiguo. A questo punto, è inevitabile compiere scelte precise». Fontanari si è riferito qui alla possibilità che il fornitore si faccia carico delle operazioni di integrazione tra i diversi sistemi informativi per evitare il doppio data-entry: questa prospettiva può esser considerata accettabile laddove esistano le prospettive per edificare un rapporto solido e di lungo periodo. Nel frattempo, l’accento va sull’impegno dedicato all’aggiornamento dei sistemi, tanto sul versante dell’amministrazione quanto su quello degli ordinativi, compiuto dal marchio. «Per chi come noi non opera in una logica mono-prodotto», ha detto Fontanari, «le difficoltà si accrescono. Certo è che soprattutto negli ultimi anni il salto di qualità che abbiamo effettuato, specie in termini di aumento della capacità produttiva, qualità e servizio, è facilmente percepibile, a maggior ragione se si guarda alle metodologie di pianificazione, gestione e di rilevamento delle informazioni».

A volte ritornano. Anzi, quasi sempre

I processi dell’azienda sono monitorati e pianificati in tempo reale e per una società che lavora di fatto a ciclo continuo su tre turni questo offre la possibilità di «rispondere molto più puntualmente alle richieste di un mercato dalle tempistiche sempre più strette». I risultati sono inequivocabilmente descritti dalle cifre. «Credo che l’adozione delle tecnologie digitali e soprattutto di una nuova filosofia del lavoro», ha calcolato Fontanari, «ci abbiano consentito di aumentare la complessiva efficienza del 10-15% almeno. Ancor più importante però è che l’indice di soddisfazione della clientela sia aumentato di ben 40 punti percentuali». Ancora: «Il volume d’affari di Grafica Veneta è cresciuto a sua volta», ha sottolineato il responsabile commerciale, «del 10% circa. E questo è in primo luogo riconducibile, a mio avviso, al fatto che la clientela si è fidelizzata e ha voluto allocare un maggior numero di commesse presso di noi».

L’impressione, in casa Grafica Veneta, è quella di avere conquistato ulteriori quote di mercato e ancor più di avere risparmiato grazie all’ottimizzazione dei processi e all’acquisita visibilità gestione e controllo della totalità delle operazioni. Se da più parti però si paventa un’affermazione dell’automazione a scapito dello human factor, nel contesto delle logiche 4.0, l’esperienza dell’azienda sembra costruita allo scopo di fugare i timori. «L’accento sulle tecnologie hardware e software è stato chiaramente molto marcato», ha commentato Fontanari, «ma gli strumenti non sarebbero di per sé sufficientemente incisivi se a guidarli non fosse un personale preparato e disposto in parte ad agire in base a una mentalità rinnovata. Si pensi solo alle procedure di inserimento dati: sono più complesse oggi di quanto non lo fossero in passato, ma generano esiti migliori. E così, per i capicommessa le moli d’informazioni da gestire sono aumentate, ma arrivano davvero a tutti i dipartimenti e viaggiano più velocemente oltre a essere più complete. La fortuna è stata anche quella di poter contare su una forza lavoro tutto sommato giovane e aperta al cambiamento. La parte più difficile del lavoro», ha concluso Fontanari, «è stata forse rappresentata dall’integrazione dei vecchi coi nuovi sistemi e dalla gestione del rapporto fra meccanica, elettronica e information technology. In autunno verranno installate due nuove rotative ink jet digitali a bobina, dopo che a fine anno scorso avevamo fatto il primo investimento su una macchina a foglio ink jet ad alta qualità formato 54×74».  

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