Wide Format

Il successo passa dal supporto giusto

La stampa wide format e ultra wide format è in continua crescita e di pari passo stanno crescendo i materiali a disposizione. Un mondo vasto con molte ramificazioni dove orientarsi è un scelta di mercato e capire le novità richiede una buona conoscenza dei materiali di base.

Sono passati circa tre anni da quando scrissi un articolo proprio su questa rivista parlando di inchiostri per la stampa digitale di grande formato affermando che al netto degli sviluppi tecnologici il vero driver di crescita per gli stampatori passava dal mix con i substrati di stampa. La stampa digitale di grande formato ha superato il mondo della grafica per diventare il complemento di molti settori produttivi grazie a una maggiore flessibilità dei processi di stampa nell’utilizzo di materiali e alla richiesta di «bello, funzionale e sostenibile» che ha spinto la ricerca di nuovi materiali plastici, tele sintetiche, fibre organiche, adesivi e trattamenti di finissaggio.
La stampa digitale di grande formato è la realtà di mercato più in fermento e in crescita nel grande settore delle arti grafiche. Il campo di analisi è molto vasto e lo sono allo stesso modo i materiali tanto che fare il check del mercato equivale a scrivere un’enciclopedia: quando hai finito è già ora di aggiornare. Per questo ho deciso di partire dalle richieste dei clienti finali e delle loro attese.
Il report fatto da Sgia sulle scelte di acquisto degli stampatori del settore Graphics & Sign nella prima parte dell’anno, dà una lettura interessante del mercato. Aggiornamento e acquisizione di nuove macchine digitali con un prevalenza per Latex nel roll to roll e UV nel flatbed, implementazioni di sistemi di taglio e finissaggio e un interesse mirato per tutto ciò che è prestampa; questi investimenti sono fatti per poter lavorare al meglio su cinque aree di mercato principali: food services, Corporate Branding, no profit association and organization, Retail store, Eductional institution. E per queste cinque aree in ordine di importanza i prodotti più richiesti sono: Trade show display, Banner, Decalcomanie – sticker – etichette, indoor wall graphic, Windows display.
Se analizziamo questi dati intrecciando prodotti e tipo di cliente ecco che le tematica «bello, funzionale e sostenibile» diventa il punto di confronto nella scelta dei materiali su cui stampare e il focus di attenzione dei produttori di substrati.
Durante l’ultimo Fespa ci sono state molte presentazioni di materiali che nella maggior parte dei casi sono degli ampliamenti di gamma o nuove formulazioni ma tutti frutto dell’attenta osservazione delle richieste del mercato finale.
Il PVC (clicca qui per maggiori dettagli) che per anni è stato il leader indiscusso del settore nelle sue varie formulazioni sta piano piano lasciando il passo a nuovi tipi di materiali plastici, naturali e grezzi con ottimi risultati.
La comunicazione legata al commercio è un forte traino e porta a nuove richieste, come la componente sostenibile che spinge l’utilizzo del cartone nido d’ape, e non solo, nel campo degli allestimenti temporanei; mentre la necessità di allestire un punto vendita per attività di breve periodo vuole materiali brillanti e semplici da applicare e togliere, dato che sono le stesse persone che ci lavorano a doverlo fare e poi smaltire nel ciclo urbano dei rifiuti.
Il settore del grande formato è giunto a un piena maturazione tecnologica e adesso è iniziata la fase di crescita che passa dal possedere solide basi sui materiali che si vogliono utilizzare (vedi anche il box glossario) affinché sia la stampa sia il finissaggio siano svolti in efficienza.

Si sdrai sul… flatbed

Grazie a una maggiore efficienza e sostenibilità di investimento sia nella stampa che nel taglio i materiali rigidi hanno preso grosse fette della produzione e hanno aumentato le richieste dei clienti finali.
Per esempio Brett Martin azienda attiva nella produzione di lastre in PVC, ha presentato la sua linea «Marpet-a FS aPET» un materiale alternativo, ma con flessibilità di utilizzo ed elevata sostenibilità. Generalmente le lastre in PET hanno un trasparenza ottica molto levata, una buona resistenza agli urti e un peso notevolmente inferiore rispetto al PVC che le rende preferibili nella realizzazione di display retroilluminati e di insegne interne.
marpetQuesto tipo di lastre sono ideali per realizzare sia oggetti tridimensionali a incastro e solidi, display illuminati e retroilluminati, componentistica e complementi di arredo.
Interessanti per la versatilità e l’immediatezza d’uso sono le lastre in polipropilene coestruso con aria come quelle della Imballaggi protettivi; di basso spessore e di elevata flessibilità ottimo per realizzare prodotti che devono avere vita breve e poco inchiostro. Questo tipo di lastre ha il vantaggio di essere più resistente rispetto al polionda agli urti e alle possibili piegature e lo rende ottimo anche per realizzare oggetti di cartoleria come cartellette e similari.
Nel settore semipermanente gli Alluminium Composite Panel sono la soluzione ideale per insegne ed elementi architettonici di lunga vita sia in interno che in esterno.
Le novità in questo settore son poche, come nel caso del prodotto Alupanel Ultrawhite Digital e riguardano la formulazioni di un nuovo cast che aumenta l’aggrappo dell’inchiostro alla superficie e ne aumenta la resa visiva. La struttura di questi pannelli è sempre un sandwich al cui esterno sono posizionate le lastre in alluminio ricoperte e all’interno sono normalmente riempite di LDPE per mantenere rigidità e leggerezza.
Sul fronte massima sostenibilità i cartoni sono il miglior compromesso tra resistenza e riciclabilità, e la personalizzazione dei prodotti deve passare dalla stampa diretta. È quindi importante capire come sono stati coatizzati i kraft per essere certi del risultato dello stampato e sia Nidoboard sia Allison hanno un finissaggio superficiale che gli permette di ottenere una accettabile qualità di stampa anche con grafiche complesse.

L’irresistibile riscossa del tessuto… e non tessuto

I materiali tessili sintetici e organici stanno vivendo una nuova stagione proprio grazie alla stampa digitale: abbigliamento sportivo e da lavoro, tende arredo interni ad alto livello di personalizzazione, wall coverage, rivestimento sedie, temporanery restourant, grembiuli ecc: sono innumerevoli le applicazioni per cui si utilizzano tessuti. La gran parte dei materiali è formata da poliestere e in secondo luogo da cotone, tessuti con diverse ampiezze di maglia e diverse coatizzazioni per ottenere, soprattutto, rese cromatiche sature. Le criticità di questo tipo di prodotti è dato proprio dalla caratteristica del tessuto che tende a essere trasparente ai bassi spessori, quest’ultimo necessario in caso di grosse pezzature di stampa.
JM Textile ha recentemente presentato un prodotto con gray back che consente di mantenere l’uniformità dell’immagine stampata anche in presenza di piccole imperfezioni o di trasparenze nel caso di stampe per copertura muri di grande dimensioni, pur mantenendo un elevato grado di bianco per consentire una buona saturazione dei colori.
Berger ha presentato due inlay blockout per bandiere e similari così da poter unire due prodotti e avere immagini differenti sui due lati. Spesso i prodotti tessili sono utilizzati anche per realizzare display retro illuminati in quanto riescono a dare una diffusione della luce molto morbida che illumina la stampa anche in presenza di luce naturale e conferisce una forte attrazione visiva al prodotto. Un consiglio importante nella scelta di questi materiali e del loro campo di utilizzo è verificare la classe di resistenza alla fiamma e il controllo dello sbriciolamento o sfilacciamento al taglio, elementi che possono compromettere seriamente la riuscita del prodotto finale dopo aver già stampato.

Ambiente e semplicità per i nuovi adesivi

Come abbiamo già detto elencare tutti le tipologie di materiali disponibili sarebbe già di per sé un’impresa, e proprio nella disponibilità di materiali adesivi avremmo un lunga lista di materiali a disposizione.
Un adesivo interessante anche se non nuovo è il Glass Movie di MacTac, una pellicola che si applica al vetro e consente di fare delle retroproiezioni animate. La stessa casa ha recentemente lanciato il brand OLF Active che, come suggerisce il nome, agisce in modo attivo sugli odori per eliminarli; il prodotto è una pellicola adesiva stampabile e applicabile ovunque ma può essere acquistata come impregnante a se stante.

Tipi di adesivi della MacTac.
Tipi di adesivi della MacTac.

Ritrama ha presentato Ri-Pellent, un film adesivo versatile e altamente deformabile da utilizzare per la laminazione di stampe digitali o la copertura di oggetti, che ha una elevata resistenza ai raggi UV ed é «repellente» a diversi agenti, quali solventi, vernici, oli, grassi e graffiti in genere.

Prodotto Ri-Pellent.
Prodotto Ri-Pellent.

Guandong ha presentato la sua Nano-Tack technology in PP e PE per l’ambito del Window Spot Déco, applicabile in modo rapido, è lavabile, riposizionabile e aderisce a molte superfici in quanto dotata di una prima pellicola costituita da circa 8.000 ventose per cm².

La Nano-Tack technology sulle vetrine.
La Nano-Tack technology sulle vetrine.

Neschen ha annunciato il nuovo prodotto «UV dot print’n’walk» le cui caratteristiche principali dovrebbero essere la immediatezza di utilizzo subito dopo la stampa senza ulteriori trattamenti per la protezione, un buona resistenza allo sfregamento e una estrema facilità di rimozione una volta usato. Quattro case produttrici, quattro nuovi prodotti, un unico filo comune: «bello, funzionale e sostenibile».

Questa rapida carrellata tra alcuni dei prodotti più nuovi o interessanti dimostra come il mercato abbia intrapreso la strada della evoluzione di scelte mirate di prodotto per varie aree di mercato. Di fatto con la stampa digitale di grande formato è possibile, con le giuste attenzioni e conoscenze, stampare su un elevato e diversificato numero di materiali poi da trasformare; che vuol dire avere molti sbocchi di crescita del proprio mercato.


I materiali plastici in stampa – glossario

Quando Greenpeace affermò che PE e PP potevano essere utilizzati per sostituire la maggior parte dei prodotti in PVC, quasi in simultanea iniziò l’era del «green printing». Una forzatura che ha il solo scopo di introdurre un piccolo glossario tecnico commerciale per aiutare i neofiti a orientarsi tra le varie sigle di materiali. Perché commerciale? Perché sempre di più tematiche come sosteniblità e carbon foot print sono una dei punti di attenzione dei buyer dei prodotti di largo formato.

  • PP – Polipropilene: è un polimero termoplastico che può mostrare diversa tatticità. Il prodotto più interessante dal punto di vista commerciale è quello isotattico. È un polimero semicristallino caratterizzato da un elevato carico di rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all’abrasione. In funzione del processo di stampa può essere grezzo o trattato.
  • OPP – Oriented PolyPropolyene: è un film di polipropilene con cui si realizzano di solito shopping bag, flexible packaging, roll film per laminazione, etichette ecc.
  • BOPP – Biaxially Oriented Polypropylene: è un film di poliproplene che viene tirato in entrambe le direzioni (biaxially oriented) per realizzare un film flessibile e resistente. È il materiale che si utilizza per realizzare il packaging degli snack e gli sleeve
  • Coroplast: nome commerciale registrato è diventato talemente diffuso da diventare nome del prodotto. Sono fogli di polipropilene a struttura cava, di vario colore e stampabili. Data la facilità di lavorazione e leggerezza del prodotto è utilizzato per realizzare per cartelli, scatole, cartellette, copertine di quaderni ecc.
  • PE – Polietilene: è una resina termoplastica, con ottime proprietà isolanti e di stabilità chimica, è un materiale molto versatile e una delle materie plastiche più economiche. Per gli usi in stampa si utilizza Hdpe (polietilene ad alta densità che può essere un film sottile ad alta resistenza e opaco) e Ldpe (polietilene a bassa densità più morbido e trasparente con uno spessore maggiore).
  • PET – Polyethylene Terephthalate: il polietilene tereftalato o polietilentereftalato, rintracciabile sotto molti nomi commerciali, è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare, che, malgrado il nome, non contien ftalati. La fibra tessile ottenuta è disponibile come fiocco, filo liscio o voluminizzato, microfibra. Utilizzato principalmente per realizzare bottiglie di plastica in forma di estruso, film o fibra tessile ha una elevata riciclabilità che lo ha reso la prima alternativa al PVC.
  • PET-G – Copolimero di polietilene di tereftalato: è un materiale di recente introduzione nel settore stampa e prodotto in lastre trasparenti. Ha una alta resistenza agli urti, si può piegare a freddo fino a 2 mm di spessore utilizzabile anche in ambito alimentare. Ha una bassa resistenza alle alte temperature e ai raggi UV (è possibile effettuare un trattamento UV).
  • Pmma – Polimetilmetacrilato: Il suo nome commerciale più famoso è Plexiglass. È molto trasparente con caratteristiche di comportamento assimilabili lungo la fibra ottica per qualità di trasparenza e con la proprietà di essere infrangibile a seconda della sua «mescola». È usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento o architettonica in genere.
  • PS – polistirene: è il polistirolo ed è usato usato in molti settori applicativi per le sue proprietà meccaniche ed elettriche ed è chimicamente inerte rispetto a molti agenti corrosivi. Può essere nella forma Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS) che sono fogli tagliati, Polistirene espanso estruso (XPS) che prende la forma per imballaggi sagomati e prodotti.
  • PVC – cloruro di polivinile: è il vinile ed è il migliore prodotto che si può stampare con gli inchiostri a base solvente. Tuttavia appena scaldato il PVC comincia a emettere VOC nocivi che si disperdono nell’aria e che durante il processo di stampa rendono necessario un ambiente chiuso a cappa aspirata. Inoltre ha un costo di ricilabilità molto elevato che lo ha reso poco eco friendly.
  • Poliestere: sono una classe di polimeri da cui si ottengono i filati utilizzati nell’abbigliamento (in particolare sportivo), nell’arredamento (tende, pavimentazioni, rivestimenti mobili imbottiti). È un materiale che non assorbe umidità ed è facilmente pulibile. Ha una elevata reistenza all’usura, all’abrasione, ha una buona elasticità e un’ottima stabilità dimensionale. È facilmente stampabile con vari processi.

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