Il convegno Giflex

La società liquida protagonista al convegno d’autunno di Giflex

Con lo sguardo rivolto al futuro che ci aspetta si è svolto il convegno d’autunno di Giflex dove i temi protagonisti dei vari interventi hanno riguardato l’imballaggio flessibile rispetto alla sostenibilità, alla funzionalità e al design.

Più che positivi i numeri che descrivono il settore dei produttori italiani di imballaggi flessibili stampati in rotocalco e in flessografia, destinati al confezionamento di prodotti alimentari, farmaceutici, chimici e ad altre applicazioni industriali. Come mostrato dal presidente Giflex Michele Guala, il fatturato di gruppo dei produttori italiani di packaging flessibile dal 2006 ad oggi è cresciuto del 25% come pure il consumo europeo di imballaggio flessibile.

In un panorama così dinamico, Giflex ha deciso di utilizzare il convegno per dare voce a relatori di grande spessore che hanno illustrato ai partecipanti le tendenze della grande distribuzione, le evoluzioni della tecnologia applicata al packaging e le trasformazioni della società che inevitabilmente inducono cambiamenti nei comportamenti dei consumatori.

Tecnologia applicata allo smaltimento

Così è stato l’intervento di Carlo Ratti, architetto e direttore del MIT Senseable City Lab e ideatore del supermercato del futuro presentato a Expo 2015, che ha dedicato una parte del suo discorso alla gestione del fine vita dell’imballo e più in generale del rifiuto. «È fuori dubbio che le imprese fino ad oggi si siano focalizzate più sulla gestione della catena di distribuzione (supply chain management) piuttosto che sulla gestione del fine vita prodotto – ha detto Carlo Ratti. – Noi al MIT abbiamo ideato e sviluppato un progetto per tracciare il percorso dei rifiuti. Il primo test del progetto si è svolto in una città americana e ha utilizzato la tecnologia delle etichette elettroniche poste sul rifiuto che ha reso possibile tracciare il percorso di smaltimento. Dal progetto abbiamo imparato tante cose molto utili; tra queste la più importante riguarda la catena di smaltimento che allo stato attuale non funziona in modo corretto, ma, grazie alla tecnologia applicata ad esempio all’imballo dei prodotti, potrebbe consentire l’ottenimento di tanti dati che permetteranno di trovare metodologie utili a migliorare la situazione. Abbiamo anche rilevato grande sensibilità da parte dei consumatori, che sono stati parte integrante del progetto, e per questo riteniamo che il tema vada tenuto in considerazione da tutte le aziende che producono e commercializzano beni di qualunque natura».

Nuove abitudini

Il richiamo alla società civile e ai comportamenti dei consumatori è stato ripreso da Ivan Capranica direttore logistica PAM Panorama che ha descritto come la tipologia di acquisto del cliente sia notevolmente mutata nel tempo. «La formula del “grande pacco risparmio” è stata abbandonata – ha detto Capranica – le grosse spese del fine settimana dove la famiglia acquistava prodotti per il fabbisogno dell’intera settimana si sono notevolmente ridotte; per questo motivo la formula dell’ipermercato ha fortemente ridotto il suo appeal. La spesa del cliente sta mutando sensibilmente, portando a un aumento di attenzione alla qualità dei prodotti e a un incremento di consumo di prodotti bio, vegani e vegetariani. Tutte queste condizioni hanno portato la GDO a mutare le proprie offerte e a rivedere la propria presenza sul mercato privilegiando nuovi format come i punti vendita di prossimità, più piccoli e molto più vicini alle esigenze espresse dai consumatori che vivono e si approvvigionano in quello store».

Sostenibilità al centro

All’interno di Giflex il Comitato Tecnico ha il compito di sviluppare metodi, protocolli e linee guida ad uso degli associati, elabora capitolati e valuta temi di attualità per poi costituire gruppi di lavoro ad hoc. «Posso affermare che il nostro comitato tecnico si occupa “della cultura scientifica del packaging” – ha detto Andrea Cassinari responsabile del comitato che cerchiamo di promuovere partecipando e organizzando eventi di altro profilo tecnico. Abbiamo diversi progetti inerenti la sicurezza alimentare e la gestione del rischio, tra cui quello riguardante le sostanze non aggiunte intenzionalmente dal produttore, ma presenti nel materiale come impurità delle sostanze utilizzate, formatesi durante il processo produttivo. Collaboriamo con università, laboratori e associazioni nazionali e internazionali e abbiamo messo a punto un modello ad hoc per le Dichiarazioni di Conformità dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari interpretando un’esigenza quanto mai urgente espressa dalla filiera agroalimentare».

Il Convegno, come ben fa risaltare il titolo L’imballaggio flessibile nella società liquida ha costituito un’interessante fonte di informazioni sulle tendenze del packaging e ha mostrato quanto Giflex sia attiva nel seguire i mutamenti e a porsi come punto di riferimento per le aziende del comparto dal punto di vista tecnico, legislativo e di comunicazione.

All’interno di Giflex, il Comitato Sostenibilità è nato per approfondire il tema della sostenibilità. Come spiegato dalla responsabile Nena Rossini, il tema della sostenibilità è nato nel 1987 ed è un principio etico che sancisce la nostra responsabilità verso le generazioni future. Con esso si afferma il concetto di economia circolare in contrapposizione a quello dell’economia lineare, dove le materie prime sono consumate e poi eliminate. L’economia circolare è un’economia pensata per rigenerarsi da sola, è un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. Nel suo primo anno di vita il comitato ha pubblicato: un glossario che contiene una raccolta dei termini più comunemente usati quando si parla di sostenibilità e mira a fare chiarezza sulle definizioni in questo settore; un booklet «L’imballaggio flessibile e la sostenibilità ambientale» che costituisce il primo libro di comunicazione della sostenibilità dell’imballaggio flessibile e contiene alcuni spunti di riflessione sulla valutazione dell’impatto ambientale del flessibile e sul suo fine vita.

Alberto Palaveri, vicepresidente Giflex, nel corso del suo intervento ha affermato che il pack deve avere tre caratteristiche: contenere il prodotto, comunicare al consumatore il valore del brand e del prodotto stesso, essere riciclabile. A conferma di quanto sia importante il packaging nella fase dell’acquisto e nell’immaginario del consumatore, ha mostrato i dati di una ricerca della Nielsen da cui si evince che il 65% degli acquisti è fortemente influenzato da esso.

Giflex, in collaborazione con Enipg e Miur, già da tre anni organizza il concorso per istituti tecnici a indirizzo grafico dal titolo «YouPack: l’imballaggio del futuro? Non chiederlo a noi, inventalo tu». Per l’edizione 2017 del premio agli studenti è stato richiesto di produrre un filmato che esprimesse la loro idea del valore dell’imballaggio soprattutto come strumento di lotta allo spreco alimentare e che valorizzasse la sostenibilità dell’imballaggio. I vincitori del concorso 2017, cinque studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore D.Azuni di Cagliari, sono stati premiati nel corso del convegno. Il video, vincitore del premio, è visibile sul sito del Giflex www.giflex.it/xxxii-congresso-dautunno-giflex.

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