Packaging

Packaging: uno sguardo al mercato

Economic Packaging Conference è un appuntamento importante per il mercato del packaging. Durante l’evento si sono susseguiti vari interventi che hanno delineato i trend evolutivi del mercato, regalando un’anticipazione circa i prossimi aggiornamenti legislativi dell’Unione Europea, sono stati anche mostrati i dati economici del settore e le previsioni di mercato per il 2019.

L’importanza del tema del riciclo, che ha fatto da filo conduttore per la parte iniziale della conferenza, è stata analizzata da Giorgio Quagliuolo presidente Conai sotto più punti di vista. Partendo dal concetto di economia circolare che ha cambiato il paradigma di riferimento per quanto riguarda l’utilizzo e il recupero delle risorse impiegate nei processi produttivi, Quagliolo ha illustrato le principali novità introdotte dall’UE, con il pacchetto sull’economia circolare che stabiliscono, con scadenze prestabilite, nuovi obiettivi giuridicamente vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti e la riduzione dello smaltimento in discarica . Il pacchetto, tra le altre cose, fissa il riciclo dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 al 65% (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale, come illustrato nella tabella di fig.1. Con soddisfazione è stato notato che l’Italia ha già raggiunto con anticipo la quota prestabilita dall’UE per il 2025 grazie a politiche corrette e allo sforzo che aziende e Conai hanno profuso in campagne di sensibilizzazione. Da notare poi che le nuove regole riguardano anche le discariche e prevedono un obiettivo vincolante di riduzione dello smaltimento in discarica. Infatti, entro il 2035 solo il 10% del totale dei rifiuti urbani potrà essere smaltito in discarica. Per continuare sulla strada già intrapresa e raggiungere gli obiettivi del 2030 Conai ha intenzione di rafforzare gli interventi lungo tutta la filiera con particolare attenzione a temi nuovi e attuali come l’eco-design del packaging e la R&D nel campo delle tecnologie innovative per il recupero e riciclo degli imballi.

Il mercato italiano: analisi e considerazioni

La consueta fotografia del settore del packaging in Italia, analizzato in tutte le sue componenti, è stata fatta da Barbara Iascone dell’Istituto Italiano Imballaggio.Ne è uscito un quadro che, come sempre accade, evidenzia per il 2017 una stretta correlazione tra l’andamento del settore manifatturiero (+ 2,8% di fatturato) e quello dell’imballaggio (+2,7% di fatturato); questa correlazione deriva principalmente dal fatto che i prodotti che “escono” dalle aziende manifatturiere richiedono di essere confezionati e quindi generano un indotto considerevole. I numeri di produzione ed esportazione rispetto al 2016 sono tutti positivi (+2,7 produzione, +4,0 esportazione), cresce leggermente anche la quota di importazione (+1,5%). Interessante il raffronto tra il 2007, anno di pre-crisi, e il 2017. Qui la crescita in termini di fatturato è stata del 28%,3 mentre la produzione, misurata in tonnellate di prodotto, segna -3,8%, ma, ha fatto notare la relatrice, hanno giocato un ruolo importante le politiche volte a ridurre del peso dell’imballaggio che ha caratterizzato gli ultimi anni.

L’analisi del settore in termini economici fissa in 32.567 miliardi il fatturato, con una quota di esportazione pari a 3966 miliardi (+211 miliardi su 2016) e di importazione pari a 1807 miliardi (+119 miliardi su 2016).

Dopo tanti anni i trend di produzione per i materiali che compongono il settore del packaging sono positivi e in crescita a eccezione dei contenitori rigidi poliaccoppiati che restano stabili sia in termini di produzione sia di fatturato.

La crescita è trainata dal comparto legno, dove la produzione di pallettes segna un +5%, dagli imballaggi industriali con +2 mentre è in riduzione la quota attribuibile alle cassette per l’ortofrutta sempre più spesso sostituite dalle cassette in cartone ondulato. Anche il vetro segna un +3 grazie alle bottiglie, l’imballo più rappresentativo della categoria, che da solo copre l’88% di tutta la produzione. Nel settore della plastica negli ultimi tempi hanno assunto una quota rilevante le vaschette termoformate (+12) usate molto per la gastronomia. Va rilevato che in Italia il consumo è ancora ridotto, essenzialmente avviene per i cibi consumati durante la pausa pranzo, mentre all’estero è ampiamente utilizzato per la vendita di cibi pronti da scaldare nel forno a microonde. Il settore delle bottiglie in plastica segna un +6. La categoria dei cellulosici, trascinata dalla crescita dell’e-commerce che ha generato la domanda di imballaggio secondario, mette a segno un +2. La crescita positiva in termini di produzione si replica anche in termini di fatturato.

Analizzando la correlazione che esiste tra l’andamento dell’industria manifatturiera e il settore del packagingè stata presentata l’ipotesi evolutiva della produzione di imballaggi. A partire quindi dalle ipotesi di crescita del comparto manifatturiero è stato ipotizzato per il settore dell’imballaggio un tasso di crescita medio annuo del 2,5%che potrebbe portare nel 2021 a produrre 17.775 migliaia di tonnellate di imballaggi per un corrispettivo in termini di fatturato pari a 35 miliardi. Prospettive buone anche se l’Italia sta impiegando tanto tempo a recuperare le quote produttive pre-crisi ma, a detta di Iascone, siamo sulla buona strada per riprendere a crescere con tassi costanti.

Lo scenario internazionale e le previsioni

Ad Alessandra Benedini di Prometeia, è toccato l’onere di presentare le previsioni per l’industria italiana formulate all’interno dello scenario internazionale caratterizzato da una marcata incertezza imputabile a diversi fattori.

A livello mondiale il 2018 si è aperto positivamente; la produzione industriale ha confermato buoni ritmi di crescita grazie alle performance dei Paesi emergenti che hanno compensato il rallentamento delle economie avanzate, che pur beneficiano ancora degli incrementi del 2017. Sono confermate le attese di crescita dell’economia mondiale nel 2019, ma per le principali economie avanzate (Stati Uniti in primis) si attende una decelerazione generalizza  a causa di minore sostegno delle politiche economiche (Fig.6). È stato più volte evidenziato che in questo scenario sono cresciuti i rischi che potrebbero comportare un ribasso alle previsioni. Tra questi sono state citate le tensioni geopolitiche nell’area Medio Orientale che potrebbero portare a un aumento del costo del petrolio, le evoluzioni del commercio mondiale dovute alle politiche protezionistiche statunitensi che sono ancora un’incognita, le possibile turbolenze nei mercati finanziari dovute a una politica monetaria americana più restrittiva che potrebbe portare a un rialzo dei tassi di interesse.

Le previsioni per l’Italia si basano sulle buone performance del settore manifatturiero che ha ritrovato competitività sui mercati internazionali grazie anche agli investimenti che le aziende hanno fatto. Per Prometia l’attività industriale crescerà del +2.4 nel 2018 e segnerà un +2.1 nel 2019 portando il fatturato ai livelli del 2007. Il traino della crescita è la meccanica, ma buone performance sono attese anche dai settori dell’elettrotecnica e autoveicoli.

Sul fronte delle materie prime Prometia prevede, nel 2018, aumenti per i comparti principali con in testa il legno (+16) e la cellulosa (+11) mentre nel 2019 questa tendenza si attenuerà con una diminuzione del 5% per legname, cellulosa e acciai.

E proprio sul tema del costo delle materie primee sulle tecniche oggi a disposizione per eseguire delle previsioni sulla variazione dei prezzisi è concentrato l’intervento di Emanuale Della Valle di fluxedo. Per spiegare il metodo alla base dello studio, è stato scelto l’alluminio come materia prima su cui eseguire l’analisi predittiva. Mediante l‘impiego dell’analisi statistica, del data mining e del machine learning i dati storici e le variabili inerenti le quotazioni dell’alluminio sono state elaborate con la tecnica del deep learningche, a detta del relatore, garantisce previsioni più veritiere rispetto alla media mobile (altra tecnica usata in statistica). Questa metodologia offre risultati più veritieri soprattutto in presenza di eventi anomali nello scenario mondiale. Sicuramente è una tecnica da osservare con interesse poiché la disciplina della statistica grazie all’affermazione dei Big Data potrà dare un aiuto anche al settore del packaging.

I lavori si sono conclusi con relazioni sul tema della blockchaine delle agevolazioni fiscali legate all’Industria 4.0, già ampiamente trattata su Italia Grafica. Per quanto riguarda la blockchain, è nostra intenzione dedicare uno spazio adeguato nei prossimi numeri. In effetti l’interesse su questa tematica è notevole, si basa sugli smart contract e si pone come metodologia di gestione di dati condivisi, in primis i contratti, fornendo garanzie di immutabilità e disponibilità per tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva. Nel settore del packaging, a detta di Edoardo Tedeschi della Osborne Clarke, la blockchain si pone come tecnologia in grado di monitorare e gestire i contratti e il controllo della provenienza dei materiali impiegati per la produzione di imballi.

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