Etichette

Stampa diretta su contenitore o etichette tradizionali?

Il futuro dell’etichettatura e l’emergenza del Direct-to-Package Printing.

Come le tendenze dei consumatori guidano oggi il branding e il marketing? Come le nuove opzioni decorative accrescono le possibilità creative dei designer d’imballi? Quali sono i progressi in corso nella produzione di etichette autoadesive, come la crescita del packaging flessibile e i problemi di sostenibilità guidano le decisioni dei creativi?

Secondo i risultati di un sondaggio relativo al settore cibo e bevande si registra uno spostamento delle tecnologie di decorazione degli imballi verso la stampa diretta a detrimento dei sistemi di etichettatura, pur rilevando che le etichette termoretraibili siano in crescita rispetto a quelle autoadesive e a colla. Ciò è dovuto all’attuale tendenza verso la personalizzazione del packaging nonché alla proliferazione dei prodotti e alle tirature sempre più brevi. Un’ulteriore analisi dei risultati del sondaggio mostra un possibile vantaggio in futuro per il direct-package printing online e on-demand rispetto agli imballi prestampati. Un’alta percentuale degli intervistati (41%) ha confermato la validità dell’etichettatura a colla per applicazioni correnti specialmente negli impianti di confezionamento dotati di etichettatrici veloci a bobina per contenitori di forma cilindrica come bottiglie di vetro o plastica e barattoli metallici per alimenti. Le etichette autoadesive mantengono ancora la maggioranza del mercato, ma le previsioni per i prossimi due anni da parte dei brand owner delle aziende alimentari sono in favore della stampa diretta dell’imballo.

Questo provocatorio argomento coinvolge gli operatori di stampa e converting, i print buyer, i brand owner e – non ultimi – i consumatori in un mercato in fase di cambiamento. Tra questi, Timothy Bohlke, marketing innovation manager di Avery Dennison e Jim Warner, creative and strategic leader di JW3D LLC. Entrambi hanno esplorato gli aspetti salienti del confronto durante il convegno a margine dell’esposizione EastPack 2016 di New York lo scorso giugno.

È chiaro – secondo Warner – che le autoadesive o le shrink sleeve non sono affatto etichette obsolete da scartare; si tratta solo di considerare che può esserci spazio, in certe condizioni, per altri tipi di decorazione/identificazione degli imballi.

I sistemi di stampa

Certamente le etichette «in-mould» (a inclusione) costituiscono già oggi un sistema di identificazione innovativo in forte crescita per particolari tipi di contenitori come vassoi, scatole, vaschette, in quanto includono l’etichetta in fase di formatura (termica, o a iniezione) del contenitore stesso. L’azienda inglese Discovery Flexibles ha presentato un sistema in attesa di brevetto che supera la tecnologia in-mould in quanto esegue direttamente la stampa interna o esterna del contenitore in fase di formatura. Denominato Print & Form, il sistema permette di ottenere una decorazione a colori molto brillante durante il processo di termoformatura con eccellenti risultati estetici. Intervistato in merito a questa novità, Jimmy Urquhart, general manager di Discovery Flexibles, non ha dato molte spiegazioni sul processo, che è ancora patent-pending, tuttavia ha dichiarato che, dopo circa un anno di impiego sperimentale, sono state attuate alcuna modifiche e che si tratta esclusivamente di stampa rotocalco di alta qualità basata sull’esperienza della sua azienda in oltre 60 anni nella stampa industriale di imballaggi flessibili. La gamma dei materiali utilizzabili è molto ampia: Apet, Rpet, PVC, PP e Cpet in spessori da 400 micron a 1 mm ed è possibile stampare fino a nove colori.

Un altro sistema emergente di stampa diretta dei contenitori si basa sulla tecnologia 3D che, fino a ora, utilizzava l’etichettatura tradizionale per decorare gli elementi d’imballo creati con il sistema tridimensionale. Oggi è possibile creare componenti o imballi completi stampati a più colori in un unico passaggio contestualmente alla formazione 3D. 3D Systems è un’impresa che fornisce progettazione digitale e soluzioni produttive, tra cui stampanti 3D, materiali di stampa, componenti personalizzati e il sistema 3D ColorJet Printing (CJP). Questa tecnologia utilizza una testina di stampa inkjet che aggiunge colore liquido sullo strato di materiale in polvere in sezioni trasversali per creare imballaggi colorati o elementi d’imballo decorati. Combinando quattro testine di stampa CJP per i colori Cyan, Magenta, Giallo e Nero (Cmyk) è possibile disporre dell’intera gamma colori per riprodurre quasi ogni imballaggio stampato in un unico passaggio risparmiando tempo, sforzi e costi eliminando la fase secondaria di decorazione.

Serigrafia, tampografia, stampa a sublimazione

Prendendo spunto da quanto emerso nel convegno a EastPack 2016, ritengo utile ricordare che la stampa diretta sui contenitori è già in uso da molto tempo mediante la serigrafia, la tampografia e – più recentemente – la stampa transfer a sublimazione. In particolare la serigrafia viene usata per la decorazione/personalizzazione di oggetti di piccole dimensioni e contenitori per cosmetici e profumi, ma anche di bottiglie di detergenti, bibite e liquori (figure sotto).

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La tampografia è utilizzata principalmente nel caso di forme e superfici irregolari di flaconi e tubetti (figura sotto), ma è oggi in parte sostituita dalla stampa a sublimazione tridimensionale.

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Si tratta di una stampa a trasferimento che consente di decorare un gran numero di oggetti dalle geometrie irregolari e complesse con immagini in quadricromia ad alta definizione combinando in perfetto equilibrio pressione, calore e tempo. I pigmenti sublimatici passano allo stato gassoso quando la temperatura supera i 130° C. e migrano verso la superficie dell’oggetto da decorare; la pressione esercitata sull’oggetto mediante il vuoto pneumatico mentre è riscaldato nel forno imprigiona la stampa sulla superficie del materiale. Il tempo di applicazione è determinato dalla tipologia del materiale da stampare e dalle dimensioni dell’oggetto da decorare. Questa tecnica innovativa può essere usata su svariati materiali, a condizione che gli stessi possano resistere all’alta temperatura e alla forte pressione: plastica termoresistente, metallo, vetro, ceramica, legno, marmo, cuoio, madreperla.

Grazie ai pigmenti usati, particolarmente sottili, la stampa risulta limpida e trasparente e l’immagine su metallo sembra metallizzata, quella su madreperla diventa iridescente, mentre sul vetro lascia intravedere con eleganza il contenuto. I campi di applicazione sono molteplici: oltre agli imballaggi, oggetti casalinghi e di arredamento, come coperchi, maniglie, tappi, posate, bigiotteria, bottoni, gadget ecc. per i settori della profumeria, della cosmesi, della moda e della pubblicità (figura sotto).

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Oggetti decorati con stampa transfer a sublimazione.
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La sequenza operativa del trasferimento immagine con il film PoliJetGold 3D, in figura.

Il sistema utilizza il film PoliJetGold 3D studiato e prodotto dalla società italiana Policrom Screens per trasferire immagini policrome su svariati tipi di oggetti. Il film viene stampato con la tecnologia inkjet piezo utilizzando inchiostri sublimatici a base acquosa. Mentre la carta sublimatica può adattarsi solo a forme piane o cilindriche, il film PolijetGold 3D aderisce perfettamente a oggetti di qualsiasi forma, sulla cui superficie trasferisce, per sublimazione, ogni tipo d’immagine a 360 gradi.

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