Scenari

Indagine congiunturale OSI, risultati 2020 e tendenze 1° trimestre 2021

Grafica e cartotecnica-trasformazione chiudono in perdita il 2020 sul fatturato. Anche se con intensità ben diverse. Eppure già sul finire dell’anno del Covid-19, si segnalano i primi tentativi di ripresa in termini di produzione e fatturato, soprattutto nella cartotecnica-trasformazione.

In un contesto macroeconomico stravolto dalla pandemia da Covid-19, il settore grafico e cartotecnico trasformatorechiudono il 2020 con un inevitabile calo del giro d’affari. È questo il dato che emerge con maggior evidenza dalla nuova indagine del Centro Studi Assografici sul Panel Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio), riferita appunto all’ultima tranche del 2020 e alle previsioni sul primo trimestre 2021. Diminuzione del fatturato, dicevamo, ma con differenze significative tra l’uno e l’altro comparto: se le aziende grafiche registrano un tonfo del 16% rispetto al 2019, quelle cartotecniche trasformatrici limitano i danni a un -3% complessivo. Anche i giudizi espressi sui conti dei primi mesi del 2021 differiscono in egual misura: le imprese grafiche del Panel si mostrano moderatamente pessimiste su quasi tutti gli indicatori tranne che sugli ordini interni, mentre le imprese cartotecniche trasformatrici si attendono crescita su produzione, fatturato e ordini esteri, stabilità su quelli interni.

Settore grafico: nel 2020 crollano ricavi e produzione

Nel quarto trimestre 2020 il fatturato del Panel Osi delle aziende grafiche evidenzia un calo del 9,6% rispetto al quarto trimestre 2019, più moderato di quello dei trimestri precedenti. Il 2020 si chiude con una flessione a due cifre per il giro d’affari, pari al 16% sul 2019. I dati di produzione dell’industria grafica nel quarto trimestre 2020 mostrano una diminuzione ancora significativa sul quarto trimestre 2019, ma inferiore a quella dei due trimestri precedenti, per la flessione più intensa della grafica editoriale (-20,1%) e quella meno forte della grafica pubblicitaria e commerciale (-13,9%). La produzione del settore grafico nel 2020 diminuisce complessivamente del 21,3% rispetto al 2019, per la diminuzione meno intensa della grafica editoriale (-18,7%) e quella più forte della grafica pubblicitaria e commerciale (-25,4%). Nell’area grafica editoriale, nel 2020 il risultato produttivo più negativo è da imputare alle riviste, in flessione del 27,1%, mentre i libri chiudono il 2020 con un -15% di produzione. Nel comparto della grafica pubblicitaria e commerciale la produzione di stampati pubblicitari e commerciali nel 2020 ha una forte diminuzione del 25,7% sul 2019, mentre è inferiore quella della modulistica (-14,9%) con i livelli produttivi assoluti di questo prodotto che sono ormai molto bassi.

Ko la pubblicità su stampa, bassa la spesa in cultura, ma resiste il libro

Dal lato della domanda, resta sotto l’1% dei consumi nazionali la soglia dedicata dalle famiglie alle spese culturali, come libri e giornali. Sul fronte della grafica editoriale, va detto però che il mercato dei libri, secondo l’Aie, dopo la forte crisi del secondo trimestre 2020, ha dato segnali di ripresa nei trimestri successivi. Le vendite di libri sono cresciute nel 2020 del 2,4% sul 2019, di cui +0,3% per i libri cartacei e +37% per gli e-book. Ancora più significativa la crescita in termini di copie (+2,9%), di cui però -0,8% per i libri cartacei e +36,6% per gli e-book. Le librerie e in genere in canali fisici cedono rilevanti quote di mercato all’online, che dal 27% del 2019 cresce fino al 43% del 2020, con la concentrazione delle vendite nelle mani di Amazon. Il lockdown e le limitazioni negli spostamenti della popolazione hanno poi determinato la particolare difficoltà delle librerie di catena, soprattutto di quelle che si trovano nei centri turistici, nelle città d’arte, all’interno dei centri commerciali, delle stazioni ferroviarie e gli aeroporti. Inoltre l’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, ha avuto un anno condizionato dal rinnovo delle adozioni dei testi. Giù la domanda relativa alle riviste che hanno subito un forte calo produttivo nel 2020, il più intenso fra i prodotti stampati delle aziende grafiche. Il mercato pubblicitario italiano, chiudendo il 2020 a 7,83 miliardi di euro, mostra un -11% sul 2019. L’adv su stampa ha avuto nel 2020 un trend particolarmente sfavorevole rispetto agli altri media: un -24,1%, derivante da un -16,2% per i quotidiani e un -36,6% per i periodici; la pubblicità su stampa, scende in valore nel 2020 a 664 milioni di euro, dagli 874 milioni dell’anno prima. In termini settoriali, tiene però l’advertising nella Grande Distribuzione Organizzata (+6,1% nel 2020), che è uno dei principali investitori per il segmento della pubblicità stampata, a seguito della ripresa estiva della stampa di volantini della Gdo, bloccatasi nella prima fase della pandemia Covid-19. Sul fronte dell’advertising, diminuisce invece la pubblicità sul direct mail (-29,5% sul 2019) e quasi si dimezza, risentendo con forza degli effetti della ridotta mobilità della popolazione, anche l’advertising in affissioni (-45,7%), influenzando negativamente la produzione di stampa pubblicitaria e commerciale.

Il commercio estero riduce il (forte) calo sul finire del 2020

Le esportazioni in valore del settore grafico confermano il trend meno negativo nel quarto trimestre 2020 (-10,1%), che ha caratterizzato il fatturato. L’anno è stato certamente negativo, ma con i peggioramenti più forti concentrati fra il secondo e il terzo trimestre. Nel complesso l’anno 2020 si chiude con un calo dell’export in valore del comparto grafico del 18,3% sul 2019: si osserva un forte calo tendenziale delle riviste (-25,2%) e degli stampati pubblicitari e commerciali (-25,9%); meno negativa invece la performance dei libri (-9,3%). Le importazioni in valore del settore grafico hanno una diminuzione nel quarto trimestre 2020 del 21,1% sul quarto trimestre 2019. L’anno 2020 si chiude all’insegna di una simile flessione dell’import in valore rispetto al 2019 (-22,7%): molto forte la riduzione dell’import delle riviste (-34,3%) e degli stampati pubblicitari e commerciali (-24,9%), significativa anche quella dei libri (-18,5%).

Settore cartotecnico trasformatore: recupero di fatturato nel quarto trimestre

Nel quarto trimestre 2020 il fatturato delle aziende cartotecniche trasformatrici, dopo i cali del 2o e 3o trimestre, ha una moderata crescita dell’1,3% rispetto al quarto trimestre 2019. Il trend complessivo del giro d’affari dell’intero 2020 si conferma però negativo (-3% sul 2019).

Considerando i comparti di maggiore interesse per l’imballaggio in carta, cartone e flessibile, si osserva che proprio i settori con le diminuzioni produttive più moderate siano quelli fondamentali ovvero alimentari-bevande (-2,5%) e farmaceutica (-5,4%). Sulla base delle indicazioni di Cosmetica Italia, ha accusato maggiormente gli effetti della pandemia Covid-19 il settore della cosmetica-profumeria, che perde nel 2020 il 12,8% del fatturato. La pandemia colpisce pesantemente anche altri settori utilizzatori di imballaggio, come sistema moda, mobili-arredo, elettrodomestici, prodotti in metallo, materiali per costruzioni. Sul fronte dei consumi, la pandemia ha determinato un’incertezza persistente nelle famiglie italiane, spingendole a risparmiare. Di contro, è stato notevole lo sviluppo dell’e-commerce, che ha favorito in generale il consumo di imballaggi da trasporto e in particolare quello in cartone ondulato.

La produzione cresce leggermente

Le rilevazioni sul 2020 evidenziano per il settore cartotecnico trasformatore una moderata crescita tendenziale della produzione dello 0,7% sul 2019. Aumenta dell’1,3% la produzione di imballaggio in carta, cartone e flessibile, a fronte di un calo significativo (-4,6%) della produzione cartotecnica. I produttori di imballaggi di cartone ondulato, rappresentati in ambito Assografici dal Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato), segnalano una crescita complessiva tendenziale delle quantità prodotte intorno all’1,7%, per la tenuta del settore alimentare-bevande. Gli astucci e scatole pieghevoli, rappresentati dal Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), contengono le perdite sulle quantità prodotte 2020 al -0,3% rispetto al 2019. La produzione di sacchi di carta, sulla base delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta), ha nel 2020 una moderata diminuzione dell’1,7% rispetto al 2019. La produzione degli imballaggi flessibili, secondo il Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), nel 2020 è in leggero aumento dell’1% circa rispetto al 2019, nonostante le forti difficoltà riscontrate nel canale Horeca (Hotel, ristoranti, caffè). Nel 2020 prosegue, secondo Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive), il ciclo produttivo favorevole delle etichette autoadesive (+4%), su ritmi produttivi più alti dell’anno precedente. Modesto calo della produzione 2020 per gli articoli igienici e sanitari (-1,1%), mentre è maggiore la diminuzione della produzione delle carte trattate per uso industriale (-5,5%), collegata alle forti difficoltà produttive della manifattura. In diminuzione nel 2020 la produzione di tubi di cartone, stimata dal Gitac (Gruppo Italiano Tubi e Anime in Cartone) al -3% circa. Intenso arretramento produttivo 2020 per le buste da corrispondenza (-15,5% per l’Istat) e per gli articoli per scuola, ufficio e cartoleria. Flessione sui mercati esteri per la produzione di carte da parati, rappresentata dal Gruppo Assoparati, che cala intorno al 25% nel 2020 per l’Istat.

Il commercio estero si riduce sensibilmente

I dati dell’export in valore del settore cartotecnico trasformatore mostrano un calo più moderato nel quarto trimestre 2020 del 6,5% sul quarto trimestre 2019, rispetto a quello che aveva caratterizzato i due trimestri precedenti. Nel 2020 si assiste a una significativa riduzione delle esportazioni in valore dell’8% rispetto al 2019: diminuisce l’export in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (-7,1%), mentre è stabile quello di articoli igienici e sanitari. In calo anche le esportazioni di etichette (-4%) e tubi di cartone (-8,1%); flessione a due cifre invece per l’export di carte da parati (-23,5%), prodotti cartotecnici per corrispondenza (-23,8%) e articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-37,6%). Analizzando le importazioni in valore, si evidenzia nel quarto trimestre 2020, in linea coi trimestri precedenti, una forte flessione a due cifre del 24% sul quarto trimestre 2019. L’anno 2020 si chiude con una caduta del 25,4% dell’import in valore del comparto sul 2019: flette l’import in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (-39,6%). Appare più moderata la diminuzione delle importazioni di articoli igienici e sanitari (-1,9%). In calo a due cifre l’import 2020 di etichette (-10,9%), articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-23,7%) e prodotti cartotecnici per corrispondenza (-49%). Cresce l’import 2020 solo nel caso dei tubi di cartone (+7%) e delle carte da parati (+3,1%).

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