Dal packaging alla sostenibilità: l’etichetta protagonista

Le etichette rappresentano un elemento strategico per sicurezza, durata, facilità d’uso e sostenibilità. Tra materiali innovativi, inchiostri a basso impatto e tecnologie di stampa all’avanguardia, il settore del labelling si evolve per rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori e alle normative europee, trasformando l’etichetta in un presidio ambientale e funzionale del packaging.

Sebbene le discussioni sul packaging si concentrino spesso sui materiali strutturali come vetro, film plastici o cartone, anche l’etichetta è protagonista di una delle sfide più importanti su cui le aspettative del consumatore moderno convergono. L’etichetta non è più come un tempo un semplice elemento decorativo, ma un componente tecnologico e funzionale cruciale. Analizzando le priorità dei consumatori, come evidenziato da uno studio di McKinsey & Company, emerge chiaramente il ruolo strategico che il labelling è chiamato a svolgere.

Sicurezza e igiene. Per il 75% dei consumatori il ruolo critico dell’etichetta si traduce, per il settore del labelling, in requisiti tecnici stringenti. La sicurezza non è data solo dal contenitore, ma anche dall’etichetta stessa. Ciò impone l’uso di inchiostri a bassa migrazione e adesivi certificati per il contatto alimentare diretto o indiretto, che garantiscano l’assenza di contaminazione. L’integrità dell’etichetta nel tempo assicura inoltre la leggibilità di informazioni vitali come scadenze e allergeni, rendendola un presidio di sicurezza attiva.

Shelf-Life e Durabilità. Il 67% dei consumatori identifica l’etichetta come garanzia di informazione. La capacità di un prodotto di durare a lungo sullo scaffale è inutile se le sue informazioni diventano illeggibili. L’industria del labelling risponde a questa esigenza con soluzioni ad alta performance: frontali resistenti all’umidità, al grasso e all’abrasione, e vernici protettive che prevengono il degrado di colori e del testo. Un’etichetta durevole è garanzia che le istruzioni di conservazione e la data di scadenza rimangano chiare per l’intero ciclo di vita del prodotto.

Facilità d’Uso. Il 57% dei consumatori attribuisce all’etichetta il ruolo di principale interfaccia tra il consumatore e il prodotto. La facilità d’uso si esprime attraverso una grafica chiara e una gerarchia visiva delle informazioni, ma anche attraverso innovazioni funzionali. Le etichette “apri e chiudi” per le confezioni flessibili o l’integrazione di QR Code che rimandano a istruzioni, ricette o informazioni aggiuntive, trasformano l’etichetta in uno strumento interattivo che migliora l’esperienza del consumatore.

Impatto Ambientale. Per il 51% dei consumatori l’etichetta gioca un ruolo al centro della Sostenibilità. È in quest’area che il labelling gioca la sua partita più importante. La crescente domanda di sostenibilità impone un’innovazione a 360 gradi:

Materiali: Uso di carte certificate provenienti da foreste tutelate, oppure di materiali riciclati (rPET, rPE) o compostabili.

Adesivi: Sviluppo di adesivi “wash-off” che si separano facilmente dal contenitore (specialmente PET e vetro) durante il processo di riciclo, evitando la contaminazione del flusso.

Processo: Diffusione di soluzioni “linerless” (senza supporto siliconato), che azzerano uno dei principali rifiuti del processo di etichettatura.

Comunicazione: L’etichetta diventa il veicolo principale per comunicare le credenziali di sostenibilità dell’intero imballaggio, guidando il consumatore verso un corretto smaltimento.

In un contesto di mercato dove i consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale dei loro acquisti e le normative europee, come il recente Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR), impone obiettivi stringenti di riciclabilità e di componenti riciclate. L’intera filiera della stampa è così chiamata a un profondo ripensamento dei propri processi e sulla scelta dei materiali.

L’anima sostenibile dell’etichetta

La scelta del materiale è il primo, fondamentale passo verso un’etichetta sostenibile. Fortunatamente, l’innovazione tecnologica offre oggi un’ampia gamma di alternative ecocompatibili ai materiali tradizionali, in grado di soddisfare elevate esigenze estetiche e prestazionali.

Carte riciclate e certificate: un classico intramontabile

Le carte riciclate rappresentano una delle soluzioni più immediate ed efficaci per ridurre l’impatto ambientale. Realizzate con percentuali variabili di materiale post-consumo, riducono la necessità di cellulosa vergine, con un conseguente risparmio di risorse idriche ed energetiche. Le certificazioni FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification) garantiscono inoltre che la materia prima vergine provenga da foreste gestite in modo responsabile. Lungi dall’essere un compromesso qualitativo, le moderne carte riciclate offrono eccellenti punti di bianco, un’ottima stampabilità e finiture pregiate, adatte anche a prodotti di alta gamma.

Materiali alternativi: dalla natura, nuove opportunità

La ricerca di alternative alla cellulosa da albero ha portato allo sviluppo di materiali sorprendenti e altamente sostenibili:

•               Carta d’erba: composta in parte da fibre d’erba essiccata, questa carta richiede un consumo di acqua ed energia notevolmente inferiore rispetto alla produzione tradizionale. Il suo aspetto distintivo e la sua texture unica la rendono ideale per i brand che vogliono comunicare un forte legame con la natura.

•               Carta da scarti agro-industriali: residui di lavorazione di uva, agrumi, mais e altre colture agricole possono essere trasformati in preziose carte per etichette. Questo approccio di economia circolare non solo valorizza materiali altrimenti destinati allo smaltimento, ma conferisce all’etichetta una storia e un’identità uniche.

•               Stone paper: realizzata con polvere di carbonato di calcio, un derivato degli scarti di lavorazione del marmo, e una piccola percentuale di resine atossiche, la “carta di pietra” è un materiale estremamente resistente, idrorepellente e riciclabile. Il suo processo produttivo non richiede acqua né alberi. È un progetto già datato che al momento non ha avuto grande applicazione pratica anche se le prerogative sono decisamente favorevoli soprattutto sul piano dell’impatto ambientale. A questo link è possibile leggere un interessante resoconto di studio condotto a metà del 2024 dal Dipartimento di Printing Technologies di due Università turche.

Bioplastiche e film compostabili: il futuro è bio

Per le applicazioni che richiedono la trasparenza e la resistenza dei film plastici, le bioplastiche offrono un’alternativa promettente. Materiali come il PLA (Acido Polilattico), derivato da risorse rinnovabili come l’amido di mais, sono biodegradabili e compostabili in condizioni industriali. Questi film sono ideali per l’etichettatura di imballaggi compostabili, garantendo che l’intero packaging possa essere smaltito nell’organico a fine vita. Esistono anche film in PE (Polietilene) e PP (Polipropilene) derivati da fonti rinnovabili (bio-based), che pur non essendo biodegradabili, contribuiscono a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Tecnologie di stampa e inchiostri: l’impronta leggera dell’innovazione

Oltre al supporto, anche il processo di stampa gioca un ruolo cruciale nella definizione della sostenibilità di un’etichetta. Le tecnologie moderne offrono soluzioni per ridurre gli sprechi, il consumo energetico e l’utilizzo di sostanze chimiche nocive.

Stampa digitale: precisione e riduzione degli sprechi

La stampa digitale, sia essa a toner o a getto d’inchiostro, rappresenta una delle tecnologie a più basso impatto ambientale. Eliminando la necessità di lastre e avviamenti macchina complessi, riduce drasticamente gli scarti di materiale e il consumo di energia, soprattutto per le piccole e medie tirature. La possibilità di stampare “on demand” consente inoltre di produrre solo la quantità di etichette effettivamente necessaria, minimizzando il rischio di obsolescenza e spreco.

Tecnologie a basso consumo energetico

L’efficienza energetica è un altro pilastro della stampa sostenibile. Le moderne macchine da stampa sono progettate per ottimizzare i consumi in ogni fase del processo. Un esempio significativo è rappresentato dalla tecnologia di polimerizzazione UV LED, che ha in gran parte soppiantato le tradizionali lampade UV al mercurio. I sistemi UV LED consumano fino al 70-80% di energia in meno, hanno una durata notevolmente superiore e non producono ozono, eliminando la necessità di impianti di aspirazione. Anche la stampa offset waterless (senza acqua) contribuisce alla sostenibilità, eliminando l’uso di soluzioni di bagnatura e riducendo il consumo idrico e la produzione di composti organici volatili (VOC).

Inchiostri a basso impatto

La composizione degli inchiostri è fondamentale. Le opzioni più sostenibili includono:

•               Inchiostri a base acqua: privi di solventi, riducono drasticamente le emissioni di VOC, migliorando la salubrità dell’ambiente di lavoro e riducendo in linea teorica l’impatto ambientale. In linea teorica perché, un accurato confronto delle tecnologie deve tenere conto del fatto che per rendere stampabili questi inchiostri è necessario aggiungere additivi all’acqua, primo fra tutti i biocidi, che mantengano sotto controllo la carica batterica e fungina dell’acqua.

•               Inchiostri UV e UV LED: Come menzionato, la polimerizzazione istantanea elimina l’emissione di solventi e garantisce un processo efficiente.

Inchiostri privi di oli minerali (MOAH/MOSH): Particolarmente importanti per il settore alimentare, questi inchiostri evitano il rischio di migrazione di idrocarburi sull’imballaggio e sul prodotto.

Nei prossimi anni la sfida sarà quella di identificare le migliori formulazioni e processi produttivi degli inchiostri per la stampa, che garantiscano il minore impatto ambientale nella gestione del fine vita del prodotto stampato. Le linee guida del PPWR, che progressivamente verranno adottate dai Paesi che vi aderiscono, imporranno scelte drastiche sui componenti da impiegare nella fabbricazione ai fini del riciclo finale del prodotto di imballaggio, con obiettivo del 100% degli imballaggi entro il 2030. Il tema del riciclo è ancora non chiaro perché la Commissione non ha ancora definito alcun criterio per la riciclabilità, verranno definiti come “Atti Allegati”. Ci sono quindi diversi temi “aperti”, come la possibilità di fare “deinking” sul materiale da riciclare, che elimina la componente inchiostro dal processo di riciclaggio del film; il mantenimento di Nitrocellulose nella formulazione; o alternativamente, indirizzando il prodotto da riciclare al processo senza separazione inchiostro-film, accettandone però le conseguenze negative sul prodotto riciclato, in termini di trasparenza, resistenza alle alte temperature, impatto sulle proprietà organolettiche e meccaniche.

Un impegno certificato per un futuro sostenibile

Per comunicare in modo credibile e trasparente il proprio impegno, le aziende del settore della stampa possono avvalersi di numerose certificazioni ambientali. Oltre alle già citate FSC e PEFC per le materie prime cartacee, standard come la ISO 14001 attestano l’adozione di un sistema di gestione ambientale efficace.

La transizione verso la sostenibilità nel mondo delle etichette non è un percorso privo di sfide, ma è un’opportunità irrinunciabile. Richiede investimenti in nuove tecnologie, una profonda conoscenza dei materiali e una stretta collaborazione lungo tutta la filiera, dal produttore di materie prime al brand owner. Le aziende di stampa che sapranno interpretare questa trasformazione, proponendosi come partner competenti e affidabili nella fornitura di soluzioni di etichettatura ecocompatibili, non solo contribuiranno a un futuro più verde, ma si garantiranno un vantaggio competitivo decisivo in un mercato sempre più attento ai valori della sostenibilità.

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