La Generazione Z non cerca solo un impiego, ma un’esperienza che valorizzi la persona. Flessibilità, benessere e senso di appartenenza sono ormai priorità fondamentali. Secondo un report Checkr, il 52% dei giovani lavoratori sarebbe disposto a rinunciare a parte dello stipendio pur di lavorare in un’azienda allineata ai propri valori. Entro il 2030 questa fascia rappresenterà il 30% della forza lavoro globale, rendendo evidente l’urgenza di un cambiamento culturale nelle imprese.
Il welfare aziendale, da semplice pacchetto di benefit, diventa oggi una leva strategica per attrarre e fidelizzare i talenti. Le aziende devono costruire relazioni basate sulla fiducia, mettendo al centro l’individuo. Lo sottolinea Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, società italiana protagonista nel welfare e parte del Gruppo Epassi: “Non si tratta più di semplici servizi, ma di una nuova cultura del lavoro che valorizza il benessere reale delle persone, non solo come professionisti ma come esseri umani.”
Dalla trasparenza nella comunicazione interna alla necessità di un welfare su misura, la Gen Z chiede un ambiente che offra supporto concreto: dai programmi per l’equilibrio psico-fisico alle app di budgeting, fino ai consulenti aziendali dedicati. L’8° Rapporto Eudaimon-Censis conferma che il 42,5% dei lavoratori vorrebbe avere un esperto di fiducia in materia di welfare.
Questa generazione sta ridefinendo i parametri della qualità lavorativa: non più solo stipendio e contratto, ma senso, crescita personale e coerenza valoriale. Le aziende capaci di rispondere a questa nuova visione costruiranno una forza lavoro più motivata, consapevole e orientata al futuro.



