Imballaggi troppo grandi, volume non utilizzato e packaging inefficiente alimentano il fenomeno dell’overpackaging, con conseguenze rilevanti per l’ambiente e per la logistica.
Paolo Marini, Managing Director South East EMEA di DS Smith, spiega come soluzioni come imballaggi su misura e metriche di design circolare possano ridurre l’impatto ambientale, ottimizzare le risorse e contenere le spese.
«Quando facciamo un acquisto online gran parte di quello che ci arriva a casa, ben confezionato e imballato, è aria. Imballaggi troppo grandi, volume non utilizzato e packaging inefficiente contribuiscono ad alimentare il fenomeno dell’overpackaging, che porta con sé una serie notevole di conseguenze. Infatti, un imballo sovradimensionato non comporta soltanto un maggior numero di rifiuti da smaltire. Ogni centimetro cubo di spazio vuoto trasportato implica container meno efficienti, un maggior numero di viaggi e quindi più carburante consumato. Il risultato è un aumento significativo delle emissioni di CO₂, oltre a costi extra lungo tutta la supply chain.
Già nel 2018 uno studio di DS Smith e Forbes Insights aveva evidenziato il problema a livello internazionale. I dati raccolti mostravano che, in media, i pacchi spediti dagli operatori di e-commerce erano vuoti per il 45% del loro volume e molti rivenditori ammisero di spedire confezioni, grandi anche il doppio rispetto all’oggetto contenuto. Questa inefficienza aveva un prezzo altissimo: circa 122 milioni di tonnellate di CO₂ emesse ogni anno solo per trasportare imballaggi e aria, un valore paragonabile alle emissioni di un Paese di medie dimensioni. Dal punto di vista economico, il costo globale dello spreco si aggirava sui 46 miliardi di euro all’anno.
Nel frattempo, dal 2018 al 2025 il commercio online è più che raddoppiato, passando da circa 87 miliardi di pacchi spediti ogni anno a una proiezione di 200 miliardi e il problema è diventato urgente. Secondo la Ellen MacArthur Foundation, oggi l’e-commerce genera circa 165 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio all’anno, tra cartone, plastica e materiali di riempimento. Le emissioni legate al trasporto inefficiente superano i 200 milioni di tonnellate di CO₂, un valore quasi doppio rispetto al 2018. Anche i costi economici sono esplosi: considerando che ogni pacco sovradimensionato comporta in media un euro di spesa extra tra imballaggio e trasporto, lo spreco complessivo si aggira intorno ai 100-150 miliardi di euro l’anno.
Un dato ulteriore rafforza la dimensione del problema: uno studio dell’Università della California ha stimato che un acquisto online produce in media il 30% di emissioni in più rispetto allo stesso acquisto fatto in negozio, principalmente a causa del maggiore imballaggio e delle consegne frammentate.
A tutto ciò si aggiunge la complicazione nella gestione dei rifiuti: ogni elemento di packaging in più genera un rifiuto in più, che dovrà essere smaltito o riciclato, aumentando la pressione sui sistemi di raccolta e trattamento dei materiali. Secondo Eurostat, nel 2023 l’UE ha prodotto 79,7 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, pari a 177,8 kg pro capite. Di questi rifiuti, più del 70% sono stati riciclati in Belgio, Paesi Bassi, Italia, Cechia, Slovenia, Slovacchia e Spagna – superando l’obiettivo del 2030 – mentre altri sei Paesi sono in linea con la tabella di marcia con un tasso di riciclo di oltre il 65%. Sono risultati incoraggianti, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Un passo avanti in questo senso è rappresentato dalla nuova normativa PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation) della Commissione Europea, entrata in vigore a febbraio 2025, che impone tra l’altro riduzioni degli spazi vuoti negli imballaggi e-commerce.
Per superare questa situazione è necessario cambiare prospettiva: non si tratta solo di “usare meno”, ma di “usare meglio”. In DS Smith abbiamo abbracciato la visione dell’economia circolare, sviluppando strumenti innovativi come le Circular Design Metrics che ci aiutano a valutare oggettivamente quanto un imballaggio sia efficiente e sostenibile lungo tutto il suo ciclo di vita.
Grazie alle Circular Design Metrics, siamo in grado di analizzare e migliorare diversi aspetti chiave del packaging. Innanzitutto, riduciamo l’uso di risorse vergini, privilegiando materiali riciclati e facilmente riciclabili, in modo da diminuire l’impatto ambientale legato all’estrazione e alla produzione delle materie prime. In secondo luogo, minimizziamo gli sprechi, progettando imballaggi che usano solo la quantità di materiale realmente necessaria e che possono essere riutilizzati o riciclati facilmente. Inoltre, puntiamo a ottimizzare i costi logistici e produttivi, scegliendo soluzioni che permettano di trasportare più prodotti con meno spazio occupato e meno viaggi. Infine, aiutiamo le aziende a migliorare la propria reputazione agli occhi di clienti, partner e istituzioni, che oggi più che mai valutano la sostenibilità come un elemento distintivo e competitivo.
Un esempio concreto di questa filosofia è rappresentato da Fanfold, una soluzione di imballaggio innovativa e flessibile che consente la realizzazione di imballaggi su misura per ogni esigenza. Fanfold consiste in fogli continui di cartone che possono essere tagliati e piegati al momento, adattandosi perfettamente alle dimensioni del prodotto da spedire. Questo permette di eliminare gli spazi vuoti all’interno delle confezioni, di evitare l’uso di riempitivi superflui e di ridurre drasticamente il volume e il peso degli imballaggi. La soluzione offre diversi vantaggi:
- Sostenibilità – Gli imballaggi personalizzati ottimizzano l’uso delle materie prime, con conseguente utilizzo più efficiente delle risorse e riduzione dei costi di stoccaggio e trasporto. Inoltre, la precisione nella produzione degli imballaggi con questo cartone ondulato riduce la necessità di materiali di riempimento aggiuntivi. Infine, i fogli sono realizzati con fibre riciclate e l’imballaggio può essere smaltito nei normali contenitori per la raccolta differenziata.
- Imballaggi personalizzabili – La produzione di imballaggi on-demand consente di avere l’esatta quantità di imballaggio necessaria per soddisfare l’esigenza del client.
- L’imballaggio che serve, al momento giusto – A seconda dell’utilizzo o dell’attività dell’azienda, il cartone ondulato a modulo continuo può essere formato manualmente, tipicamente per proteggere prodotti o componenti, o automaticamente, installando macchine “Box on Demand”, che consentono il taglio e la cordonatura in base al design inserito.
- Varietà di opzioni – Il cartone ondulato a modulo continuo è disponibile in diverse tipologie di onda per soddisfare diverse esigenze di resistenza e protezione e in diversi tipi di carta.
Un approccio sostenibile all’overpackaging parte dall’essere consapevoli della portata del problema in tutti i suoi aspetti, dallo smaltimento dei rifiuti all’impatto ambientale del trasporto, fino ai costi di trasporto e stoccaggio. Adottando una logica di circolarità, è possibile arrivare a soluzioni avanzate e creative che consentono non solo di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di contenere i costi».



