Home Blog Pagina 5

Assocarta e Federbeton unite per un futuro circolare e a basse emissioni

Carta e cemento fanno squadra per l’ambiente. È stato firmato il 30 ottobre il Memorandum d’Intesa tra Assocarta e Federbeton, che segna l’avvio di una collaborazione strategica tra due filiere chiave del manifatturiero italiano con un obiettivo comune: trasformare gli scarti industriali in risorse utili per la transizione ecologica.

L’accordo punta a valorizzare i rifiuti dell’industria cartaria, come scarti del riciclo e fanghi, impiegandoli nella produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS), una delle principali leve per la decarbonizzazione del settore cementiero. Una sinergia che unisce economia circolare e riduzione delle emissioni, favorendo al tempo stesso una maggiore indipendenza energetica per il Paese.

Oggi, mentre in Europa la sostituzione dei combustibili fossili con CSS ha raggiunto in media il 56,4%, in Italia il tasso si ferma al 25,6%. Una differenza che, secondo Federbeton, può essere colmata solo attraverso una collaborazione più stretta tra le filiere e un quadro normativo più omogeneo.

«La decarbonizzazione è una sfida di sistema – ha dichiarato Stefano Gallini, Presidente di Federbeton – e per vincerla serve cooperazione. L’intesa con Assocarta è uno strumento concreto per accelerare verso la carbon neutrality. Il CSS rappresenta un’opportunità immediata per l’ambiente, la collettività e la competitività dell’industria italiana».

Dello stesso avviso Lorenzo Poli, Presidente di Assocarta: «Questa collaborazione è un passo concreto verso l’economia circolare, perché consente di recuperare e valorizzare i rifiuti cartari come combustibili alternativi nel cemento. Lavoreremo insieme per ridurre le emissioni di CO₂, innovare i processi e migliorare la gestione dei rifiuti industriali, in linea con il recente DDL Semplificazioni».

Il Memorandum prevede anche attività congiunte per l’accesso a finanziamenti nazionali ed europei, il confronto tecnico sulle migliori soluzioni di recupero e il dialogo con le istituzioni per facilitare l’evoluzione normativa del settore.

Con questa intesa, Assocarta e Federbeton aprono la strada a un modello di collaborazione industriale che coniuga innovazione, sostenibilità e competitività, trasformando un potenziale problema ambientale in una risorsa strategica per l’industria italiana.

Giflex: 40 anni di innovazione e dialogo

Un anno di intensa attività, quello raccontato da Giflex ai rappresentanti della stampa di settore nel corso del recente incontro milanese. Dall’importante traguardo dei 40 anni di vita associativa al rafforzamento del dialogo con le istituzioni, fino ai prossimi appuntamenti chiave per il comparto: il Congresso d’autunno (Roma, 6-7 novembre) e l’evento al Senato “Filiera a confronto: l’Italia dell’imballaggio verso la nuova normativa europea” (13 novembre).

Un settore solido e strategico

A dare il benvenuto, Alessandra Fazio, presidentessa dell’Istituto Italiano Imballaggio e della Fondazione Carta Etica del Packaging, che ha evidenziato la straordinaria capacità di resilienza del packaging italiano anche in un contesto economico sfidante.

“L’aumento della produzione testimonia la solidità della domanda interna e la centralità strategica della filiera per il manifatturiero nazionale. Tuttavia, occorre investire in innovazione, sostenibilità e competitività internazionale per consolidare la leadership italiana nel mercato globale”, ha sottolineato Fazio.

Flessibile: stabilità e competitività

Alberto Palaveri, presidente Giflex, ha ricordato come il settore del packaging flessibile rappresenti un’eccellenza industriale che continua a mostrare risultati solidi: nel 2024 il fatturato supera i 4,3 miliardi di euro, con oltre 12.000 addetti e una patrimonializzazione superiore al 43% del capitale investito.

“Dopo il biennio eccezionale 2021-2022, il 2024 è un anno di consolidamento – ha dichiarato Palaveri –. I volumi restano stabili e la redditività cresce grazie alla produttività e al valore delle competenze”.

“Minimalista per natura”: il flessibile e la sostenibilità

Tema centrale della stagione autunnale Giflex è la transizione ambientale. “Il packaging flessibile è minimalista per natura – spiega Palaveri –: pesa poco, utilizza poche materie prime, ha un rapporto ottimale tra imballaggio e contenuto e produce basse emissioni di CO₂”.
L’Associazione sta inoltre sviluppando linee guida LCA dedicate e una banca dati primaria per migliorare l’accuratezza delle analisi di ciclo di vita, fornendo dati specifici e verificati sulle materie prime impiegate.

Advocacy e politiche industriali

Palaveri ha richiamato l’attenzione anche sull’attuale quadro normativo europeo, sottolineando la necessità di maggiore armonizzazione nell’attuazione del Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR):

“Tra Stop the Clock e metodi non validati dalla comunità scientifica, portare sul mercato imballaggi innovativi è un percorso a ostacoli. Per questo stiamo intensificando le attività di advocacy e public affairs, chiedendo politiche industriali realmente efficaci e incentivi per l’innovazione sostenibile”.

Formazione e inclusione: “Ripartiamo dal Packaging”

A conclusione dell’incontro, Fazio e Palaveri hanno presentato “Ripartiamo dal Packaging”, progetto di formazione e reinserimento lavorativo rivolto ai detenuti, promosso dalla Fondazione Carta Etica del Packaging in collaborazione con il Ministero della Giustizia e ENIP-GCT. Giflex partecipa come Ambasciatore del progetto, che ha preso il via presso la Casa Circondariale di Lodi e punta a espandersi ad altri istituti.

Giflex, 40 anni di rappresentanza e crescita

Fondata nel 1985 come gruppo di specializzazione di Assografici, Giflex rappresenta oggi 44 aziende produttrici e 64 soci simpatizzanti, coprendo circa l’80% del mercato nazionale in volume e valore. Un settore che, con oltre 450.000 tonnellate di produzione, continua a essere una colonna portante della filiera carta, grafica e imballaggio italiana.

Erre.Gi.Elle., appuntamento con le tecnologie avanzate per la nobilitazione delle etichette

Appuntamento con gli open days firmati Erre.Gi.Elle.: Etiprint apre le porte della propria sede produttiva di Consandolo (FE) il 6 e 7 novembre 2025 per due giornate dedicate alla scoperta delle potenzialità della macchina Mida MA350+, progettata per la finitura di etichette a bobina.

Durante l’evento sarà possibile assistere a dimostrazioni pratiche delle principali tecnologie di nobilitazione offerte dall’azienda, tra cui stampa flexo, serigrafica, stampa a caldo ed embossing, serigrafia digitale inkjet e foiling/oro colato digitale.

Durante gli open days, organizzati da Erre.Gi.Elle. distributore in Italia di Lemu Group, Etiprint offrirà la possibilità di effettuare demo personalizzate: i partecipanti potranno testare direttamente le applicazioni con i propri file grafici e valutare le soluzioni più adatte alle specifiche esigenze produttive.

Un’occasione concreta per vedere come valorizzare le etichette con finiture di pregio e soluzioni innovative, combinando qualità di stampa e tecnologie avanzate di nobilitazione.

Heidelberg, automazione in prestampa con Compact Pallet Loader e Compact Bender

Heidelberg rafforza il proprio impegno verso l’automazione puntando a rendere il processo di stampa sempre più autonomo. E lo fa con il Compact Pallet Loader (CPL) e il Compact Bender, due soluzioni integrate che ottimizzano l’automazione del flusso computer-to-plate (CtP) fino alla produzione di lastre pronte per la stampa.

Il CPL, in combinazione con i modelli Suprasetter 106/A106, consente il caricamento automatico delle lastre da stampa con un ingombro ridotto, supportando tutti i livelli di performance del Suprasetter fino a 55 lastre all’ora. Integrato nel workflow Prinect, il sistema fornisce le lastre in piena autonomia, seguendo la struttura dei job programmati. La fase finale del processo è affidata al Compact Bender, che completa automaticamente la piegatura delle lastre, con possibilità di ordinamento tramite funzione barcode per fornire lastre già presortate per pressa, lavoro e set di lastre senza intervento manuale.

“Spingendo verso l’automazione end-to-end nel prepress, Heidelberg conferma il ruolo di fornitore completo per la produzione di packaging, commerciale e label. Il Compact Pallet Loader e il Compact Bender aiutano le tipografie a ridurre costi operativi e personale e a contrastare la carenza di competenze specializzate”, commenta David Schmedding, Chief Technology & Sales Officer di Heidelberg.

Automazione completa e gestione senza contatto

Il Compact Pallet Loader, integrato nel CtP, può gestire fino a 1.200 lastre in formati da 650 x 750 mm fino a 1.050 x 1.200 mm in modalità non-stop, pallet dopo pallet. Abbinato al Compact Bender, il processo di produzione delle lastre diventa in gran parte autonomo. I modelli Suprasetter 106/A106 dal 2017 in poi possono essere retrofit con il CPL, colmando un gap tra le soluzioni di base – come il Dual Cassette Loader da 100 lastre per cassetta – e le configurazioni ad alta capacità come l’Auto Pallet Loader da 1.500 lastre. Tutti i sistemi garantiscono gestione delle lastre senza contatto e flessibilità nei formati e nei volumi di produzione.

Caso pilota: Druckstudio incrementa l’efficienza

Tra i primi utilizzatori del CPL figura Druckstudio GmbH di Düsseldorf, realtà specializzata in prodotti commerciali e packaging per clienti dei settori automotive, moda, cosmetica, energia, pubblicità e beni di lusso. La tipografia ha recentemente installato un CPL insieme a un Suprasetter 106 e una Speedmaster XL 106-8-P, ottimizzando il flusso di lavoro e riducendo significativamente il tempo impiegato per il caricamento manuale e la piegatura delle lastre.

“Il Compact Pallet Loader di Heidelberg, insieme alla nuova linea di piegatura e smistamento, garantisce che la produzione scorra senza intoppi. Grazie all’automazione, possiamo rendere questi processi molto più efficienti e aumentare notevolmente la produttività”, commenta Werner Drechsler, fondatore e Managing Partner di Druckstudio GmbH.

PTE 2026: CustomX tra tecnologia e personalizzazione di oggetti e tessuti

La personalizzazione come leva strategica e driver tecnologico per il mercato della comunicazione visiva, della moda e dell’oggettistica torna protagonista a Fiera Milano con CustomX, l’area tematica di PTE – Promotion Trade Exhibition dedicata alle applicazioni e alle tecnologie per il custom made. L’appuntamento è fissato dal 21 al 23 gennaio 2026, quando la manifestazione – riferimento per oggettistica promozionale, tessile pubblicitario e tecnologie per la personalizzazione – offrirà a operatori e brand un panorama completo delle soluzioni più avanzate per la creazione di prodotti unici.

Negli ultimi anni la personalizzazione è diventata un elemento distintivo per aziende e consumatori. Non si tratta più soltanto di rendere visibile un logo, ma di creare connessioni autentiche tra i valori del marchio e l’identità di chi riceve o acquista l’oggetto. Tecnologie come stampa DTG, UV printing, ricamo computerizzato, taglio laser e stampa 3Dhanno reso questo approccio scalabile e sostenibile, consentendo produzioni anche su singola unità senza aumentare costi e sprechi.

Un mercato in espansione tra moda, sport, casa e azienda

Il fenomeno del bespoke attraversa tutti i comparti.
Nel fashion, l’unicità è sinonimo di identità: capi su misura, monogrammi e accessori configurabili online rappresentano un’alternativa consapevole alla fast fashion, soprattutto per le nuove generazioni.
Nel mondo sportivo, la customizzazione consolida il senso di appartenenza, dalle maglie personalizzate dei club professionistici ai gadget delle società dilettantistiche.
Nel design e nell’arredo, le tecnologie additive permettono di creare oggetti funzionali e decorativi su misura, interpretando la crescente domanda di personalità negli spazi domestici.
Nel settore aziendale e promozionale, infine, il gadget personalizzato si trasforma in veicolo di valori: articoli utili, sostenibili o tecnologici, coerenti con l’identità del brand, rafforzano la relazione con clienti e collaboratori.

CustomX: tecnologie, applicazioni e networking

Dopo l’ottimo riscontro delle precedenti edizioni, CustomX conferma la propria formula vincente: un’area espositiva con focus su tecnologie e applicazioni per la personalizzazione di oggetti e tessuti, dalla stampa digitale alla sublimazione, dal ricamo automatizzato alla marcatura laser.
Gli espositori, posizionati in un’area con flussi dedicati, potranno dialogare non solo con stampatori e personalizzatori, ma anche con retailer, distributori e professionisti del mondo lifestyle, sempre più interessati alle soluzioni su misura.

Sinergie fieristiche e nuove opportunità

Il valore aggiunto dell’edizione 2026 sarà la concomitanza con MILANO HOME, il salone del retail indipendente dedicato a decorazione e tessile per la casa, con BRAND POWER @ MILANO HOME, evento che connette brand e marketing industriale, e con QUICK&MORE, manifestazione per la distribuzione di articoli decorativi e stagionali.
Una sinergia che moltiplica le occasioni di business e di networking, confermando Fiera Milano come piattaforma privilegiata per la filiera della personalizzazione e del regalo.

L’appuntamento con CustomX, all’interno di PTE – Promotion Trade Exhibition, è quindi dal 21 al 23 gennaio 2026a Fiera Milano: tre giorni per scoprire tecnologie, tendenze e strategie che stanno ridefinendo il futuro della personalizzazione.

Guandong a Big Buyer 2025: la stampa digitale incontra i supporti sintetici innovativi

Guandong sarà presente a Big Buyer 2025 con una proposta all’insegna dell’innovazione nei supporti sintetici per la stampa digitale. L’azienda intende mostrare come la combinazione tra materiali avanzati e tecnologie di stampa laser possa generare nuove opportunità di business per cartolerie e piccoli centri stampa, ampliando i servizi offerti con soluzioni creative e professionali.

Da oltre dieci anni Guandong sviluppa materiali compatibili con tutte le principali tecnologie di stampa – laser, UV flatbed e inkjet – e con ogni tipo di inchiostro o toner. In fiera sarà possibile scoprire supporti sintetici in fogli e bobine, adatti a realizzare applicazioni creative, funzionali e sostenibili, sia per stampanti a formato sia per plotter.

Mr. Magnus: una linea completa per applicazioni creative

Al centro dello stand Guandong ci sarà la linea Mr. Magnus, composta da fogli A4, A3 e A3 Plus, inclusi materiali magnetici e in ferrite, film retro-illuminabili, fogli adesivi senza colla con tecnologia Scarico d’Aria®, tessuti adesivi e supporti full-PET. Questi materiali trovano impiego in etichette, inviti, decorazioni removibili, annunci retroilluminati, gadget personalizzati e articoli promozionali.

Per i centri stampa dotati di plotter inkjet, Guandong propone inoltre bobine in altezza da 107 e 137 cm. Tra le soluzioni, pellicole bianche con retro-grigio per roll-up, banner per impianti sportivi, pellicole con ancoraggio a ventosa per vetri e autoadesivi bianchi o trasparenti per etichette e decorazioni. Tutti i materiali sono riciclabili al 100% e conformi alle normative ambientali vigenti.

Dimostrazioni live e applicazioni pratiche
Lo stand sarà allestito come un percorso interattivo tra cartoleria e centro stampa, mostrando i prodotti personalizzati ottenibili con la combinazione stampante-supporti. I visitatori potranno assistere a demo live con stampanti laser a colori e prove pratiche dei supporti Mr. Magnus, inclusa la laminazione riscrivibile LAR, che consente di realizzare superfici scrivibili e cancellabili.

Bravo: i supporti attacca-stacca originali
Accanto alla linea Mr. Magnus, uno spazio sarà dedicato ai supporti Bravo, con gli attacca-stacca Guandong “Originali”, apprezzati per la semplicità d’uso e la versatilità, ideali per decorazioni, segnaletiche e vetrofanie personalizzate.

Papkot lancia coadiuvanti di processo che riducono del 20% il costo della fibra, testati con Fedrigoni

Papkot presenta Papkot PA (Processing Aids), una nuova linea di coadiuvanti di processo a base minerale per carta e cellulosa termoformata. I test industriali con Fedrigoni, presso gli stabilimenti di Cordenons e Fabriano, confermano che l’aggiunta dell’1% di Papkot PA al mix di fibre permette di ridurre fino al 20% l’uso del materiale, mantenendo le prestazioni dei tradizionali contenitori. Per una cartiera da 280.000 tonnellate, il risparmio lordo stimato raggiunge 12,6 milioni di dollari all’anno.

Prestazioni e vantaggi economici

Le nanostrutture inorganiche di Papkot PA aumentano rigidità e resistenza delle fibre, consentendo:

  • Riduzione del costo della fibra tramite minore uso di legno duro e aumento delle cariche.

  • Risparmio energetico grazie a disidratazione più rapida e minore raffinazione.

  • Prodotti più leggeri, ottimizzando la logistica e riducendo i costi di trasporto.

  • Miglior ritenzione delle fines e rigidità superiore.

Innovazione nella circolarità

Con solo l’1% di Papkot PA, Fedrigoni ha realizzato contenitori termoformati ad alte prestazioni utilizzando fino al 100% di scarti di glassine siliconata, ridando valore a materiali fino ad oggi considerati rifiuti. Il prodotto è validato a TRL 7, confermando l’efficacia in ambiente industriale operativo.

Espansione e sostenibilità

Papkot amplia la sua piattaforma con Papkot Adhesives (sistemi a base d’acqua, privi di plastica) e Papkot PA. Tutte le tecnologie sono biodegradabili, riciclabili e idonee al contatto alimentare.

Micaela Di Trana, VP Group Innovation & Sustainability di Fedrigoni, afferma: “La sostenibilità diventa un motore di redditività. Chi adotterà Papkot PA otterrà un vantaggio competitivo significativo.”

Guardando al futuro

Papkot sta sviluppando nuovi gradi di PA con maggiore allungamento e flessibilità, capaci di rendere competitive fibre corte e riciclate rispetto alle fibre lunghe premium, riducendo quasi della metà il costo delle materie prime. La capacità produttiva prevista è di 20.000 tonnellate l’anno, con focus sulle partnership con i leader del settore.

Papkot, fondata nel 2020 da Manuel Milliery, sviluppa tecnologie per eliminare la plastica dagli imballaggi, trasformando silicio e cellulosa in materiali nanostrutturati ad alte prestazioni.

Quando il software diventa il cuore della produzione grafica

Edigit, punto di riferimento per i software gestionali del settore grafico e oggi parte dell’ecosistema Tikappapi, sta accompagnando le aziende della stampa verso un futuro più digitale, integrato e sostenibile grazie a soluzioni che uniscono tecnologia, visione strategica e capacità di adattamento ai nuovi scenari.

Negli ultimi anni la stampa industriale ha visto crescere rapidamente l’interesse per soluzioni software integrate, capaci di dare risposte concrete a esigenze di efficienza, controllo e agilità. Gabriele Montanari, direttore operativo di Edigit in TiKappaPi group, osserva come questo trend stia ridisegnando l’intero comparto: «La richiesta di soluzioni software integrate è in forte crescita. Le aziende della stampa industriale cercano efficienza, controllo dei costi e agilità nei processi, puntando su piattaforme capaci di gestire tutte le fasi operative: preventivi, commesse, produzione, magazzino, fatturazione, controllo e analisi dati. La digitalizzazione, l’automazione e l’adozione di software Erp/Mis stanno favorendo questa transizione. Piattaforme come Edigit .Net offrono un approccio modulare e scalabile che copre l’intero flusso aziendale, integrando anche strumenti per l’interconnessione 4.0 e l’evoluzione verso l’Industria 5.0. Le principali richieste del mercato oggi sono: automazione e integrazione dei processi, maggiore personalizzazione degli stampati, efficienza e sostenibilità, uso di tecnologie avanzate come AI e Industry 4.0/5.0)».

In questo scenario diventa decisivo il collegamento tra flussi amministrativi e produttivi, un aspetto che Montanari considera ormai imprescindibile: «Le soluzioni Edigit integrano in modo nativo i flussi amministrativi e produttivi, centralizzando i dati e riducendo errori e ridondanze. Ogni fase — dal preventivo alla produzione fino alla contabilità — è interconnessa. La commessa attinge automaticamente i dati dal preventivo confermato; le schede prodotto sono collegate a distinte, materiali e risorse. Il sistema gestisce gli ordini d’acquisto per le materie prime, aggiornando in tempo reale le giacenze e garantendo tracciabilità dei lotti, utile per certificazioni come Fsc. La produzione è schedulata in base a priorità e risorse, con monitoraggio live dell’avanzamento. I dati raccolti (tempi, costi) vengono confrontati con le previsioni per evidenziare scostamenti e ottimizzare le performance. Il tutto è integrato con la contabilità, compresa la fatturazione elettronica e il controllo del credito. Grazie alla Business Intelligence, i dati sono sempre disponibili per analisi e decisioni strategiche».

La personalizzazione dei workflow e la sfida delle pmi

Con la crescente complessità delle richieste dei clienti, anche la personalizzazione dei workflow è diventata un fattore competitivo cruciale. «È fondamentale. Le richieste di prodotti sempre più complessi impongono workflow configurabili e adattabili. Edigit consente di gestire kit di prodotti, sfridi, materiali e processi in modo preciso. Lo schedulatore Gantt è altamente personalizzabile e permette anche modifiche in corso d’opera. Questa flessibilità aumenta l’efficienza, migliora l’uso delle risorse e incrementa i margini. Inoltre, la personalizzazione permette un controllo qualità più puntuale, la gestione delle Non Conformità e la tracciabilità completa delle commesse, elementi essenziali per soddisfare le esigenze dei clienti e mantenere alti standard produttivi».

Ma le aziende grafiche sono pronte a questo salto digitale? Secondo Montanari il processo è ormai avviato anche tra le realtà di dimensioni ridotte: «Nonostante risorse IT spesso limitate, l’urgenza di digitalizzazione e gli incentivi fiscali stanno spingendo molte pmiI verso l’adozione di gestionali evoluti. Edigit è stato progettato proprio per rispondere a questa esigenza, con soluzioni flessibili, intuitive e supportate da un’infrastruttura IT seguita da esperti. La nostra Business Intelligence è accessibile anche a piccole realtà e consente di monitorare costi, ricavi e processi in modo immediato. Sempre più giovani imprenditori, protagonisti del passaggio generazionale, stanno scegliendo soluzioni complete come Edigit per modernizzare le aziende di famiglia e affrontare il mercato con strumenti avanzati».

Le tecnologie abilitanti e la visione futura

La trasformazione digitale si fonda su strumenti tecnologici sempre più sofisticati, che permettono di ottimizzare i workflow e migliorare le performance. Montanari elenca i principali driver: «I cambiamenti sono abilitati da diversi fattori: Erp/Mis integrati semplificano gestione e controllo delle commesse; interconnessione 4.0/5.0 per il monitoraggio e la raccolta dati da tutta la produzione; schedulazione avanzata (Gantt) per ottimizzare in base a priorità e vincoli; Business Intelligence e 4D Total Factory Control, per analisi di produttività, consumi e impatto ambientale; Digital Manufacturing per automazione, manutenzione predittiva e ottimizzazione dei processi. Queste tecnologie consentono di avere visibilità completa su stabilimenti e attività, facilitando l’identificazione di inefficienze e l’adozione di azioni correttive».

In ogni caso, l’interoperabilità resta un fattore chiave, soprattutto in contesti dove convivono sistemi e macchinari diversi: «L’interoperabilità è un valore fondamentale. Edigit integra in modo nativo un sistema Mes proprietario e offre piena compatibilità con macchinari e software di prestampa e stampa digitale presenti sul mercato. Inoltre, include un kit per il monitoraggio dei consumi energetici, utile per accedere alle agevolazioni Industria 4.0. L’integrazione consente una pianificazione precisa anche per lavorazioni rapide tipiche della stampa digitale. Le soluzioni verticali Edigit per offset, packaging, etichette e stampa digitale lavorano in sinergia, adattandosi anche a contesti tecnologicamente eterogenei. La piattaforma è multi-produzione e multi-linea, ideale per le esigenze delle aziende moderne».

Fondamentali diventano anche gli strumenti di analisi predittiva e i controlli adattivi, che consentono di ottimizzare decisioni e processi: «La piattaforma 4D Total Factory Control, integrata con Edigit, permette il monitoraggio in tempo reale e abilita strumenti di controllo adattivo. Non è solo un modulo di analisi: gestisce la sicurezza del personale, i consumi energetici, le manutenzioni predittive, la tracciabilità dei materiali, e persino la gestione ESG e la cyber security. Integra anche il controllo di pannelli solari, domotica aziendale e navigazione temporale, offrendo una visione dettagliata dell’intera attività produttiva. Questo livello di controllo supporta decisioni più rapide e precise, orientate all’efficienza e alla sostenibilità».

Lo sguardo si rivolge infine alle prospettive future, che disegnano un comparto in rapida trasformazione: «Il domani della stampa industriale si muove verso l’Industria 5.0, con focus su automazione responsabile, sostenibilità e centralità dell’uomo; l’AI e i Big Data, per l’ottimizzazione energetica, manutenzione predittiva e qualità; le smart factory estese, ambienti produttivi flessibili e interconnessi; i workflow altamente personalizzati, adattabili a cliente e tipologia di produzione; l’automazione della progettazione, grazie ad algoritmi intelligenti e robotica».

Il settore grafico italiano, insomma, sta vivendo una stagione di profondo cambiamento. Le tecnologie gestionali, sempre più integrate e intelligenti, stanno diventando l’ossatura portante delle aziende, grandi e piccole, che vogliono restare competitive. Con il supporto di soluzioni avanzate come quelle sviluppate da Edigit, la stampa industriale può abbracciare un modello produttivo più efficiente, sostenibile e innovativo, pronto a raccogliere le sfide dell’Industria 5.0.

Manutenzione predittiva e controllo qualità in tempo reale

L’automazione e l’intelligenza artificiale non sono più elementi di frontiera, ma strumenti centrali per aumentare efficienza, ridurre sprechi e migliorare la qualità di stampa.

Il settore delle arti grafiche — dalla stampa offset al digitale, dal packaging al grande formato — sta attraversando una profonda trasformazione tecnologica grazie a digitalizzazione, connettività, sensoristica, big data e AI.

Due aree chiave di applicazione stanno emergendo come pilastri della nuova produttività:

  • manutenzione predittiva, per garantire continuità e ridurre fermi imprevisti;

  • controllo qualità in tempo reale, per intercettare difetti e deviazioni cromatiche durante la produzione.

A queste si aggiunge il workflow software integrato, il vero “collante” digitale che coordina l’intero processo produttivo.

Manutenzione predittiva: come prevenire i guasti e ridurre i fermi macchina

La manutenzione predittiva (Predictive Maintenance, PdM) sfrutta i dati provenienti da sensori, log e registri macchina per anticipare i guasti e pianificare gli interventi solo quando realmente necessari.

Grazie ad algoritmi di machine learning e regole statistiche, vengono monitorati elementi come sistemi di lubrificazione, azionamenti, rulli e dispositivi di cambio lastra, per prevedere anomalie prima che diventino guasti reali.

I vantaggi principali:

  • Riduzione dei fermi non pianificati

  • Maggiore disponibilità delle macchine

  • Manutenzione ottimizzata nelle fasce non produttive

  • Minori costi operativi e migliori prestazioni complessive

I dati raccolti vengono analizzati in cloud per il monitoraggio attivo e il confronto delle prestazioni tra impianti. Tuttavia, serve personale formato e macchine dotate di sensori adeguati: la trasformazione è tecnologica, ma anche culturale.

Controllo qualità in tempo reale: garanzia di precisione e stabilità cromatica

Il controllo qualità in tempo reale (inline o online) permette di eseguire verifiche durante la produzione, senza interrompere la stampa.
Telecamere ad alta risoluzione, spettrofotometri inline e sistemi di visione automatica monitorano:

  • registro di stampa e finitura;

  • stabilità del colore;

  • testi e codici variabili;

  • difetti fisici del substrato.

Molte macchine digitali integrano già questi sistemi, assicurando qualità costante e riduzione degli scarti, con un feedback immediato che migliora il controllo del processo produttivo.

Workflow integrato: l’intelligenza organizzativa della stampa

Il workflow management è ciò che collega prestampa, stampa, finitura e logistica.
Un sistema automatizzato consente di:

  • gestire approvazioni e revisioni;

  • coordinare risorse e pianificazione macchine;

  • monitorare ordini, qualità e performance;

  • applicare regole automatiche con Rules Based Automation (RBA);

  • integrare dati da sistemi MES / MIS / ERP.

L’obiettivo è un flusso di lavoro end-to-end completamente digitale, con riduzione di errori, tempi morti e duplicazioni.

Le nuove tendenze: digital twin, edge computing e automazione adattiva

Il futuro delle arti grafiche è già tracciato da tecnologie che rendono i processi sempre più intelligenti e sostenibili:

  • Edge computing: elaborazione dei dati direttamente in macchina, per ridurre la latenza e proteggere la privacy.

  • Digital twin: gemelli digitali delle macchine per simulazioni e test di scenario in tempo reale.

  • Automazione adattiva: regolazione automatica di registro, flusso inchiostro e tensione dei substrati durante la stampa.

  • Visione artificiale e deep learning: rilevamento di difetti non standard e ottimizzazione continua della qualità.

Queste innovazioni contribuiscono a una maggiore sostenibilità, con minori sprechi di materiali, energia e ricambi.

Conclusione: un’industria grafica più efficiente e intelligente

Automazione e AI stanno già ridefinendo la stampa e la produzione grafica.
Dalla manutenzione predittiva al controllo qualità in linea, fino al workflow integrato, le aziende che investono in queste tecnologie ottengono vantaggi concreti in termini di produttività, competitività e sostenibilità.

L’obiettivo è chiaro: unire il know-how umano all’intelligenza digitale per creare valore, innovazione e qualità reale in ogni fase della produzione.

Processi intelligenti, impatto minimo

La sostenibilità economica e ambientale come parametro tecnico nel controllo di processo: tracciabilità dei consumi e ottimizzazione nella stampa e nel packaging.

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità è passato da elemento di marketing a parametro tecnico fondamentale nella gestione industriale. Nel settore della stampa e del packaging, tradizionalmente caratterizzato da consumi elevati di energia, materiali e inchiostri, la sfida è duplice: da un lato ridurre l’impatto ambientale, dall’altro garantire la sostenibilità economica, in un mercato sempre più competitivo e regolamentato.

Le esperienze più recenti mostrano che trattare la sostenibilità come variabile di controllo di processo, anziché come KPI (Key Performance Indicators) di reporting a posteriori, consente di ottenere risultati concreti: riduzione degli scarti, risparmio energetico, ottimizzazione dei lotti e maggiore trasparenza lungo la catena di fornitura. In altre parole, le metriche ambientali ed economiche devono diventare parte integrante degli algoritmi di scheduling, delle logiche di set-up e delle procedure operative quotidiane.

Sostenibilità come parametro tecnico

Quando un tipografo o un converter di packaging valuta il consumo di inchiostro per metro quadrato, o i kWh necessari per un lotto di stampa, quei dati diventano variabili di processo. Integrare anche l’impatto ambientale — espresso, ad esempio, in kg di CO₂ equivalente per unità prodotta — significa portare dentro il perimetro del controllo industriale indicatori che fino a pochi anni fa restavano confinati ai report di sostenibilità.

Questa trasformazione ha due conseguenze principali, a livello decisionale, la scelta in tempo reale di avviare un lotto, di unire ordini simili o di adottare una ricetta di inchiostro meno impattante può essere guidata da vincoli ambientali oltre che economici, mentre sul piano dell’ottimizzazione i sistemi di controllo (anche di tipo Model Predictive Control) possono minimizzare simultaneamente il costo e l’impatto ambientale, mantenendo i vincoli di qualità e di tempo di consegna.

Portare all’interno del perimetro del controllo di processo gli indicatori relativi alla sostenibilità significa dotarsi di metriche integrate: ambientali ed economiche

Le metriche più utili per il settore stampa/packaging possono essere:

•               Energia per unità prodotta (kWh/unità o kWh/kg), fondamentale per l’efficienza e per ridurre la bolletta energetica.

•               Emissioni di CO₂ e per SKU (per tipologia di prodotto), calcolate attraverso LCA (Life-Cycle  Assessments) semplificate e aggiornate con dati reali di consumo.

•               Scarto di produzione (kg di rifiuto/kg prodotto), spesso connesso a set-up lunghi o a prove multiple.

•               VOC e solventi emessi per tonnellata stampata, con impatti sia ambientali sia sulla salute dei lavoratori.

•               Cost-to-produce per unità, che include costo energia, materiali e costo dello scarto.

Queste grandezze, se monitorate in tempo reale, diventano parametri di ottimizzazione: un sistema MES (Manufacturing Execution System) può decidere ad esempio di accorpare due ordini per ridurre il numero di cambi colore, oppure di anticipare la manutenzione preventiva di una macchina quando l’efficienza energetica scende sotto soglia.

Tracciabilità dei consumi

La tracciabilità dei consumi è il prerequisito per qualsiasi approccio strutturato. Oggi le tecnologie digitali (sensori IoT, energy meters, sistemi di dosaggio connessi) permettono di misurare con granularità molto elevata energia, acqua, aria compressa, inchiostro e solventi.

Un aspetto decisivo è l’integrazione con il gestionale: associare i consumi a un lotto specifico, a un cliente o a un’unità di prodotto (SKU). Questo consente non solo di identificare inefficienze puntuali, ma anche di costruire una base dati per calcolare analisi del ciclo di vita (LCA) dinamiche e Environmental Product Declarations (EPD) affidabili.

Nei progetti più avanzati, la tracciabilità non si limita ai consumi energetici interni, ma si estende a materiali e fornitori delle materie prime, carte, cartoni supporti plastici ecc. “Passaporto digitale del prodotto” e blockchain vengono sperimentati per certificare il contenuto riciclato o l’origine sostenibile delle fibre cellulosiche e dei polimeri. In particolare il Passaporto digitale dei prodotti (DPP) è uno strumento che nei prossimi anni probabilmente interesserà decisamente il settore del packaging: è stato introdotto dalla Commissione Europea all’interno del Regolamento Ecodesign, noto anche come ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation). Entrato in vigore il 18 luglio 2024, il regolamento definisce nuovi criteri di progettazione per quasi tutte le categorie di beni fisici immessi sul mercato dell’UE.

Come si evince, l’approccio sistemico alla sostenibilità dei processi produttivi necessita di un requisito fondamentale, il controllo e la gestione integrata dei dati aziendali che provengono da tutti i processi interni e esterni connessi alla produzione.

Come integrare la sostenibilità

Una volta disponibili i dati, il passo successivo è integrare la sostenibilità nelle logiche di controllo.

Alcuni esempi applicativi nel settore:

Scheduling green: pianificazione degli ordini per minimizzare cambi colore e set-up, riducendo scarti e consumo di inchiostro. Certo questo principio si scontra spesso con la logica della produzione “just in time”, che vincola la programmazione delle messe in macchina a una logica focalizzata più sui tempi che sulla complementarità delle commesse, ma come sempre la mediazione produce la maggior efficacia.

Controllo predittivo: algoritmi MPC (Model Predictive Control) che tengono conto non solo della velocità e della qualità, ma anche dei consumi energetici. Il processo di stampa è, come noto, intriso di molte variabili che concorrono a determinare il risultato finale. Sebbene la stampa rotocalco e il digitale siano i processi più stabili, nessuno è esente da derive e deterioramenti delle prestazioni dovuti all’interazione delle variabili in gioco. Diventa quindi importante e strategico modellizzare un processo e calcolarne in tempo reale lo scostamento dai target fissati, applicando di conseguenza i correttivi necessari. Se la rilevazione dei dati dai sensori viene estesa anche alle variabili energetiche e di efficienza, il beneficio finale si estende coprendo anche la sfera della sostenibilità oltre che all’efficacia.

Feedback LCA → produzione: se l’analisi del ciclo di vita mostra che un certo coating peggiora la riciclabilità e l’impatto, questa informazione può essere tradotta in regola tecnica: ad esempio, rivalutarne l’uso su determinate tipologie di prodotto o limitarlo a segmenti specifici.

La logica è spostare la sostenibilità dal “report” alla “ricetta di macchina”.

L’adozione di tecniche analitiche e strumenti digitali rappresenta il catalizzatore principale:

Data analytics e machine learning: rilevano anomalie (es. picchi anomali di consumo inchiostro), prevedono trend e suggeriscono interventi correttivi.

Nell’era della trasformazione digitale, i digital twin stanno rivoluzionando il settore industriale, offrendo una rappresentazione virtuale dinamica e costantemente aggiornata degli asset produttivi. Non si tratta di semplici copie statiche, ma di modelli intelligenti capaci di simulare in tempo reale il comportamento di macchinari, impianti e processi, consentendo di prevedere guasti, ottimizzare prestazioni e migliorare l’utilizzo delle risorse.

Il concetto, introdotto nei primi anni Duemila da Michael Grieves nell’ambito del Product Lifecycle Management, ha trovato oggi la sua piena realizzazione grazie alle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. Sensori e sistemi IoT permettono la raccolta continua dei dati, mentre l’integrazione di big data e cloud computing garantisce la gestione e l’elaborazione di enormi volumi di informazioni. L’intelligenza artificiale e il machine learning analizzano questi flussi per ottimizzare i processi e prevenire malfunzionamenti, mentre la simulazione tridimensionale consente di testare scenari e soluzioni prima di applicarli sul campo.

Per le imprese, il digital twin rappresenta un vantaggio competitivo concreto. La possibilità di monitorare e simulare in tempo reale le performance produttive riduce i costi di manutenzione e i tempi di fermo, migliora l’efficienza operativa e favorisce una gestione più razionale delle risorse. Allo stesso tempo, la capacità di sperimentare nuove configurazioni senza rischi accelera i processi di innovazione e permette di prendere decisioni strategiche fondate su dati oggettivi.

Il gemello digitale si configura dunque come uno strumento chiave per rendere la produzione industriale più intelligente, predittiva e sostenibile. Integrando le principali tecnologie digitali, trasforma la digitalizzazione in un processo di reale creazione di valore, capace di rendere le aziende più resilienti e competitive nei mercati globali.

Anche in ambito di Analisi del ciclo di vita (LCA) sta prendendo piede un approccio più olistico a questa metodica che estende il campo di azione dell’analisi anche a sfere non direttamente legate al ciclo di produzione ma che impattano sugli aspetti sociali e economici indotti dalla produzione stessa. L’LCSA (Life Cycle Sustainability Assessment) è quindi un’estensione della LCA che incorpora anche costi economici e aspetti sociali, utile per decisioni strategiche di investimento.

Questi strumenti permettono di valutare trade-off complessi, come riduzione del peso dell’imballaggio vs. maggiore danno al prodotto trasportato.

A braccetto con l’automazione

Questi aspetti sono confermati anche dalle indicazioni che una manifestazione come Labelexpo Europe 2025 ha messo in evidenza come assi strategici che guideranno il settore nei prossimi anni: automazione e sostenibilità. Temi sempre più intrecciati, sia per la pressione normativa (PPWR e legislazioni globali su riciclo e riuso), sia per l’esigenza di rendere le aziende più efficienti e competitive.

PPWR e l’economia circolare

Il nuovo regolamento europeo Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) mette la sostenibilità al centro dell’industria. Nello specifico del settore delle etichette questi driver diventano un elemento critico per:

•               garantire riciclabilità e upcycling, attraverso adesivi e inchiostri che si separino facilmente dai supporti;

•               fornire informazioni sulla riciclabilità dei componenti e sulla compostabilità in base alle infrastrutture locali;

•               attivare sistemi automatici di sorting post-consumo grazie a codici leggibili da macchine;

•               supportare il Digital Product Passport (DPP), che richiederà QR code o RFID per tracciare materiali, filiere e modalità di smaltimento.

Anche per i futuri packaging multi-trip ricaricabili, le etichette dovranno garantire sia la removibilità al lavaggio, sia la presenza di identificatori permanenti per la tracciabilità dei cicli.

Nell’ambito dei materiali l’innovazione come già diverse volte trattato sulle pagine di Italia Grafica, il passaggio a mono-materiali con coating barriera al posto di laminazioni complesse sarà una sfida che interesserà il mondo delle etichette come quello del packaging in generale alla ricerca di nuove soluzioni che ottimizzino la shelf-life del prodotto senza compromettere la circolarità.

L’automazione rappresenta ormai una leva imprescindibile per le aziende che vogliono coniugare efficienza operativa e sostenibilità ambientale. La capacità di raccogliere in modo automatico i dati relativi ai consumi e alle emissioni costituisce il primo passo di questo percorso: sensori installati su motori, lampade UV e altri impianti ad alto consumo energetico permettono di monitorare costantemente le prestazioni, inviando le informazioni a piattaforme cloud integrate con sistemi blockchain per garantirne l’affidabilità e la tracciabilità. Questo flusso di dati non rimane confinato all’interno dell’azienda, ma viene condiviso lungo l’intera supply chain, aspetto oggi fondamentale per rispondere alle richieste sempre più stringenti dei brand owner in termini di trasparenza e conformità ambientale. Parallelamente, l’automazione contribuisce ad affrontare un’altra sfida cruciale per il settore: la carenza di manodopera qualificata. Sistemi intelligenti che gestiscono il set-up delle macchine e il controllo qualità riducono la necessità di intervento umano, liberando risorse e competenze da dedicare ad attività di maggior valore.

La stampa flexo, ad esempio, si avvale oggi di soluzioni che monitorano e correggono automaticamente pressione, registro e colore, rendendo possibile l’adozione dell’Extended Color Gamut per ridurre i cambi di inchiostro e, di conseguenza, gli sprechi di materiale. L’offset, a sua volta, integra modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale per bilanciare in modo ottimale il rapporto inchiostro-acqua, con l’obiettivo di ridurre i tempi di avviamento e limitare gli scarti. Anche le fasi di converting stanno vivendo una profonda trasformazione: il taglio, l’applicazione di vernici, il controllo ottico e il riavvolgimento su torrette vengono oggi automatizzati, mentre robot dedicati alla gestione di bobine e rotoli migliorano la continuità e la sicurezza delle operazioni.

L’impiego di teste inkjet UV consente di realizzare verniciature, applicazioni foil e finiture tattili senza la necessità di impianti fisici, riducendo tempi e costi di set-up e aprendo la strada a una maggiore personalizzazione delle etichette e degli imballaggi. La qualità diventa sempre più una responsabilità delle macchine: sistemi di visione artificiale e algoritmi di intelligenza artificiale presidiano il controllo qualità, gestiscono la produzione a livello di fabbrica e ottimizzano il workflow in modo automatico attraverso standard come JDF e JMF, indirizzando i job in base a tiratura, materiali impiegati e disponibilità delle risorse.

La robotica si sta affermando progressivamente anche nel converting, con applicazioni che spaziano dal confezionamento delle bobine al montaggio automatico di sleeve e utensili. Questo sviluppo accompagna l’evoluzione verso la smart factory, dove la convergenza tra intelligenza artificiale e automazione permette di immaginare flussi produttivi completamente digitali. In questo scenario, gli impianti vengono gestiti da remoto e le risorse allocate in maniera dinamica in funzione delle esigenze produttive, riducendo al minimo tempi morti e inefficienze.

Il punto di arrivo di questo percorso è la vera convergenza tra AI e automazione, che trasforma radicalmente il modello di business delle aziende del settore stampa e packaging. Riducendo la dipendenza da operatori altamente specializzati, le imprese hanno la possibilità di concentrare il capitale umano su attività di maggiore valore aggiunto, come l’analisi dei dati e l’innovazione di processo. Le conseguenze sono duplici: da un lato un miglioramento tangibile dell’efficienza operativa e ambientale, grazie alla riduzione degli sprechi, al minor consumo di energia e alla diminuzione dei fermi macchina; dall’altro una maggiore sostenibilità economica, poiché aziende più snelle, resilienti e profittevoli possono affrontare con maggiore sicurezza le sfide di un mercato globale in continua evoluzione.

In definitiva, l’automazione non è soltanto uno strumento per semplificare e velocizzare i processi, ma si afferma come una vera e propria strategia per costruire un futuro industriale più sostenibile, competitivo e capace di rispondere alle esigenze di innovazione e responsabilità ambientale che la società contemporanea richiede.