Il settore europeo della carta e della cellulosa dimostra una volta di più la propria capacità di resistere alle crisi, mantenendo salda la rotta su sostenibilità e decarbonizzazione. A confermarlo sono i dati contenuti nel nuovo rapporto statistico 2024 di Cepi, la Confederazione europea dell’industria cartaria.
Dopo gli anni difficili tra il 2021 e il 2023, il comparto ha registrato una netta ripresa. Il consumo di carta e cartone è aumentato del 7,0%, mentre la produzione complessiva ha superato le attese con un +5,9% rispetto all’anno precedente. Tutti i segmenti produttivi hanno mostrato segni positivi: in testa la carta da imballaggio, con un +6,7%, seguita dalla carta tissue (+5,6%). Persino la carta grafica, tradizionalmente in calo, ha segnato un’inversione di tendenza, crescendo del 3,8%.
Nonostante questi risultati, il settore resta sotto pressione. La produzione nelle industrie ad alta intensità energetica – tra cui quella cartaria – è ancora inferiore del 10-15% rispetto al 2021, complice un contesto economico europeo fragilee costi di produzione e regolamentazione in crescita.
Anche l’export ha registrato un incremento del 4,6% nel 2024, pur restando inferiore del 19% rispetto al 2020. La carta europea si conferma comunque un prodotto competitivo a livello globale, con una forte esposizione ai mercati internazionali. Gli Stati Uniti, in particolare, rappresentano il secondo mercato sia per l’import che per l’export di prodotti cartari europei. Tuttavia, le tensioni commerciali e la sovracapacità produttiva in alcune regioni del mondo stanno acuendo la concorrenza.
In mezzo a queste sfide, la sostenibilità continua a essere il tratto distintivo del settore. Le emissioni di CO₂ sono calate del 50% rispetto al 2005, con un’ulteriore riduzione del 6,3% nel solo 2024, raggiungendo 0,24 tonnellate per tonnellata di prodotto. Questo grazie a investimenti continui in tecnologie più pulite, combustibili alternativi e maggiore efficienza energetica.
Un altro punto di forza è l’autonomia strategica: il 91% delle fibre naturali utilizzate proviene da fonti interne all’UE, da foreste gestite in modo sostenibile e da un mercato del riciclo solido e ben funzionante.
“Abbiamo dimostrato che l’industria è più resiliente quando investe nel lungo periodo nella sostenibilità”, afferma Jori Ringman, direttore generale di Cepi. “Ora attendiamo la proposta della Commissione Europea per una nuova Strategia della Bioeconomia, come segnale che l’Europa intende introdurre incentivi per creare parità di condizioni tra materiali fossili e bio-based”.
 
             
		