Il settore della stampa commerciale promozionale sta attraversando una fase di profonda trasformazione, spinta dall’evoluzione tecnologica, dai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e dalle nuove esigenze del mercato.
Gli stampatori italiani ormai da tempo si trovano di fronte a opportunità che richiedono un ripensamento delle strategie e un adattamento ai nuovi trend. Il tessuto produttivo italiano è caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del settore della stampa che servono altrettante PMI manifatturiere e di servizi molto più diffuse altrettanto centrali. Se le prime possono vantare un know-how consolidato e una storicità che garantisce solidità, le seconde sono ancora lontane dallo strutturarsi per cogliere appieno le opportunità che la comunicazione stampata può offrire e sono poco propense a fare investimenti in tal senso, anche se ne sentono la necessità. Sono ancora le agenzie e i grandi clienti a fare da traino e da guida per questo tipo di iniziative a cui poi spesso si mettono in scia mano a mano tutti i player. E in un momento storico dove i dati indicano che l’appeal della comunicazione stampata sta crescendo sia per scarto generazionale e sia per una riscoperta della touch&fell, diventa fondamentale capire come muoversi.
Quali scenari per il settore della stampa commerciale
Le aziende di stampa italiane hanno da sempre il riconoscimento di saper coniugare qualità e creatività. Queste caratteristiche che hanno sempre accompagnato la produzione stampata nostrana oggi è necessario disegnarla sulle esigenze dei clienti. In prima istanza, e non smetteremo mai di ripeterlo, bisogna fissare i processi e i numeri che definiscono la qualità perché è solo in questo modo che è possibile dare libero sfogo alla creatività, alla flessibilità alla adattabilità che uno stampatore può dare per supportare la crescita e le richieste di un cliente. La qualità è fatta da numeri e indicatori oggettivi che consentono a tutte le figure professionali di muoversi con sicurezza e indipendenza nei processi produttivi e per questo garantire sempre un ottimo risultato. La ricerca di soluzioni creative su materiali, inchiostri, finiture, abbellimenti, allestimenti parte da questa certezza che permette in ogni momento di avere un punto di partenza solido.
Questo dovrebbe permettere anche di lavorare in modo sistematico e programmato sulla riduzione di alcune distanze che stanno rendendo difficile e piatta l’offerta e la domanda. La digitalizzazione e automazione dei processi produttivi è una strada necessaria sia per aumentare l’efficienza (e la flessibilità) sia per poter lavorare con una gestione dei tempi controllata, a cui deve essere affiancato un mix di tecnologie di produzione o di partnership forti per gestire in modo unitario richieste differenti di tirature, formati, prodotti. Perché il mercato del retail, della comunicazione in punto vendita e anche quello della comunicazione B2B richiedono di poter fare una personalizzazione continua localizzata e temporizzata della comunicazione e dei materiali collegati, che passi dal mondo digitale dei social media al mondo fisico del contatto umano in una integrazione e interscambi continuo.
Una delle aree di sviluppo che, ad esempio, hanno ancora una bassa offerta in termini proposta organica è la tematica della sostenibilità che è diventa un “must” di ogni tipo di comunicazione e che giunge distorta sulle nuove generazioni. Da una recente indagine fatta tra studenti di scuole superiori e ITS risulta che molti percepiscono la stampa come non “sostenibile” in generale perché associano il consumo di carta all’abbattimento di alberi. Questa percezione da parte dei futuri fruitori e committenti dimostra che c’è ancora un grosso lavoro da fare da parte delle associazioni di categoria ma al tempo stesso fa capire che la proposta di sostenibilità non si può limitare a FSC o PFEC bensì a una vera proposta di filiera che diventi strumento di comunicazione per il cliente. Tutti sono ingaggiati in questo ambito e quindi si tratta di raccogliere le informazioni e fare delle proposte creative in tal senso.
Quali strategie adottare?
Sfide e opportunità si colgono con il tempismo nelle decisioni e con una programmazione di crescita che permette di cogliere e metterle in campo. Lungi dall’avere una bacchetta magica abbiamo sicuramente delle linee di tendenza da esplorare che possono costruire la base di un piano strategico.
• Investire nella digitalizzazione: investire in nuove tecnologie digitali vuol dire sia in termini di macchinari sia in termini di processo. La scelta va compiuta considerando l’obbiettivo che ci si è dato di crescita, ascoltando quello che chiedono i clienti attuali e quelli potenziali. L’offerta è ampia sia per valore sia per tipologia.
• Puntare sulla specializzazione: la specializzazione in nicchie di mercato ad alto valore aggiunto può consentire di differenziarsi dalla concorrenza e di offrire servizi a valore aggiunto. Percorrere questa scelta richiede un investimento in crescita del know-how e scambio continuo con fornitori e clienti per cogliere le esigenze più specifiche e trovare per tempo soluzioni innovative.
• Sviluppare partnership strategiche: la collaborazione strategica è qualcosa di innato nell’evoluzione della specie e quindi potrebbe essere la scelta più immediata da compiere. Possono essere di due tipi e in ogni caso richiedono, per essere davvero efficaci, di una costante attività di scambio di informazioni e di condivisione degli obbiettivi. La partnership di filiera consente di poter proporre prodotti ai clienti completi, con referenti unici per la commessa e con una certezza di tempi e costi che fa comprendere al cliente la forza della proposta. La partnership cliente – fornitore richiede un ascolto attivo e costante, una capacità di ricerca del miglioramento dei processi per un reciproco profitto ed un rafforzamento continuo del patto produttivo.
• Investire nella formazione: le tecnologie continuano ad evolversi, i processi si automatizzano, ma servono continuamente figure ad alta professionalità che sappiano come istruire i processi e come valutare le scelte tecnologiche e produttive. Solide basi, cultura della qualità e dell’ottimizzazione, capacita di riportare e di condividere sono le capacità trasversali necessarie oltre a quelle propriamente specialisti che su cui investire.
• Adottare pratiche sostenibili: l’adozione di pratiche di produzione sostenibili e l’utilizzo di materiali ecocompatibili possono consentire di costruire una proposta alternativa e forte per le esigenze dei brand e dei clienti che devono confrontarsi quotidianamente su questo territorio.
Concludendo, la stampa commerciale continua a essere un motore essenziale della comunicazione commerciale confortandosi continuamente con una evoluzione tecnologica continua, una crescente attenzione alla sostenibilità e alla personalizzazione che richiedono uno sforzo di comprensione delle esigenze. È arrivato il momento per gli stampatori di considerare l’inserimento di nuove figure professionali, magari lontane dalla produzione di stampa ma più vicine alle esigenze dei clienti e quindi in grado di tradurle nel mondo della stampa. Serve ancora una volta un patto associativo tra stampatori, scuole e associazioni per guidare queste scelte e formare queste figure. Sono situazioni cicliche, come quando arrivò l’informatica, la stampa digitale, l’online, e come allora è sarà capacità di adattarsi che continuerà a far prosperare.