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Assocarta: il 26 giugno a Roma l’Assemblea Pubblica “Paper Industrial Deal”

Si terrà il prossimo 26 giugno alle ore 14.30, presso l’Associazione Civita a Roma, l’Assemblea Pubblica di Assocarta dal titolo “Paper Industrial Deal”, un momento di confronto tra industria, istituzioni e stakeholder sull’evoluzione del settore cartario nel contesto della transizione ecologica ed energetica.

Ad aprire i lavori sarà il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, con una relazione dedicata alla congiuntura economica ed energetica e ai risultati di un nuovo studio curato da Ambiente Italia, che analizza i benefici economici, ambientali e sociali della carta da riciclare in Italia.

Seguirà l’intervento di Marco Eikelenboom, Presidente della CEPI – Confederazione europea dell’industria cartaria, che illustrerà la proposta di Industrial Deal europeo per il settore: un progetto che punta a valorizzare la carta come materiale strategico nella transizione verde dell’Unione Europea.

Cuore dell’evento sarà la tavola rotonda dedicata alla visione italiana dell’Industrial Deal, che vedrà la partecipazione di figure chiave delle istituzioni ambientali ed energetiche:

  • Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Transizione Ecologica e Investimenti Verdi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)

  • Paolo Arrigoni, Presidente del GSE – Gestore dei Servizi Energetici

  • Stefano Besseghini, Presidente di ARERA – Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente

  • Federico Boschi, Capo Dipartimento Energia del MASE

A moderare il dibattito sarà la giornalista del TG1 Valentina Bisti.

Alle ore 16.30 è previsto un intervento speciale dell’Aeronautica Militare dal titolo “Il ruolo della carta nella divulgazione scientifica”, con una riflessione sull’importanza del supporto cartaceo nella trasmissione della conoscenza, ispirata ai volumi “Atlante del Clima e della Meteorologia” e “Andrea Baroni, il cavaliere delle rose e delle nuvole”.

L’Assemblea Pubblica Assocarta si conferma così un punto di riferimento per il dialogo tra industria e istituzioni, in un momento cruciale per la definizione delle politiche ambientali e industriali del Paese.

Colorcopy, super promo sulla nuova Roland MO-180

Un’opportunità per i professionisti della personalizzazione industriale: Colorcopy annuncia una promozione esclusiva sulla nuova Roland VersaOBJECT MO-180, la stampante UV che ridefinisce gli standard di precisione, velocità e versatilità. Acquistandola con la permuta di una vecchia stampante UV flatbed, è possibile ottenere fino a 5.000 € di sconto.

La MO-180 segna un netto salto di qualità rispetto al modello precedente LEF2-200:

  • +101% di velocità in modalità Standard CMYK + Bianco

  • Altezza stampabile aumentata a 204 mm (+104 mm), ideale per oggetti tridimensionali

  • +20% di gamma cromatica grazie all’aggiunta degli inchiostri arancione e rosso

Queste caratteristiche rendono la MO-180 lo strumento ideale per chi opera nella stampa su gadget, packaging, articoli promozionali e accessori industriali, offrendo una qualità visiva superiore e massima flessibilità sui supporti.

Ma non è solo una questione di tecnologia: Colorcopy, con oltre 30 anni di esperienza nella stampa digitale di grande formato, affianca ogni cliente in ogni fase del cambiamento — dalla valutazione dell’usato all’assistenza post-vendita — per ottimizzare il flusso produttivo e aumentare i margini. La promozione è valida fino al 27 giugno 2025 (o fino a esaurimento scorte) per chi rottama una stampante UV flatbed (≥76 cm) di qualsiasi marca e modello.

Assografici, la nuova guida tra continuità e innovazione

Intervista esclusiva al neo presidente di Assografici, Carlo Montedoro, che racconta le sfide e le opportunità del settore grafico e cartotecnico per il quadriennio 2025-2029.

Carlo Montedoro è stato nominato presidente di Assografici per il quadriennio 2025-2029 dall’Assemblea dei Soci, raccogliendo il testimone da Emilio Albertini. Una nomina che arriva in un momento cruciale per l’industria grafica e cartotecnica, tra sfide normative, innovazione tecnologica e sostenibilità. Montedoro, ingegnere civile con una lunga esperienza nel settore, si prepara a guidare l’associazione con un mix di continuità e rinnovamento.

Un nuovo inizio tra eredità e rinnovamento

Con una visione chiara, Montedoro intende proseguire il percorso intrapreso dal suo predecessore, senza però rinunciare al cambiamento. «Sento la forte esigenza di garantire continuità, ma sarò molto attento al rinnovamento. Emilio Albertini lascia la nostra Associazione in salute e con un clima molto collaborativo: sarà ovviamente una delle mie priorità conservare questi aspetti. Chiaramente, continuità non deve intendersi come immobilità. Innanzitutto, la mia prima preoccupazione è stata quella di formare una squadra di vicepresidenti con deleghe ben precise: sono infatti chiamato a rappresentare e a guidare un’Associazione che al suo interno aggrega comparti e attività molto diverse. C’è la grande divisione tra grafici e cartotecnici/trasformatori, ovvero tra chi stampa prodotti editoriali o commerciali e chi produce imballaggi; ma anche all’interno di questi comparti, poi, le diversità di prodotti, di processi tecnici e di ambiti competitivi sono notevoli. Essendo io principalmente espressione del mondo grafico/editoriale, devo avvicinarmi e farmi guidare all’interno dei vari gruppi di specializzazione da chi ne fa parte da tempo, garantendo loro coordinamento, ma anche una certa autonomia operativa».

Il punto sulle sfide del settore

Montedoro si dice consapevole delle difficoltà che le aziende del settore stanno affrontando, tra rincari energetici e digitalizzazione sempre più pervasiva. «Sempre di più abbiamo l’esigenza di vigilare sulle continue normative europee che tendono ad aggravare e aggiungere oneri alle nostre imprese. Il costo dell’energia in Italia resta un fattore di grande sperequazione, che ci penalizza rispetto ai nostri competitor europei. La grave crisi del nostro settore grafico editoriale deriva sicuramente dall’inevitabile progressiva digitalizzazione della società, ma dobbiamo continuare la battaglia sull’importanza della lettura e della scrittura su carta. Valorizzare e rendere sempre più evidente a tutti i vantaggi legati alla diffusione di concetti e messaggi attraverso la carta stampata potrebbe ridare energia al nostro comparto».

Competitività internazionale e pmi

Oltretutto, l’industria grafica italiana si trova a competere in un contesto globale sempre più instabile, ma Montedoro vede ancora spazio per la crescita. «Oggi più che mai parlare di internazionalizzazione è un argomento di grande attualità, ma purtroppo pieno di criticità. L’adozione di dazi, paventata o resa realtà, da parte degli Stati Uniti a protezione dei loro commerci interni sta destabilizzando fortemente l’economia mondiale. Anche la complessa situazione geopolitica attorno al Mediterraneo getta un’ombra lunga sul futuro prossimo degli scambi commerciali che alimentano la nostra economia. Primi effetti di questa situazione sono stati la maggiore difficoltà di approvvigionamenti e un rialzo dei costi di trasporto. Tutto questo, però, non deve assolutamente farci rinunciare alla ricerca di quegli sbocchi commerciali necessari per lo sviluppo e la crescita delle nostre aziende, attraverso il commercio e l’esportazione estera. Una particolare attenzione la vorrò riversare proprio alle nostre innumerevoli pmi, che difficilmente riescono ad atterrare nel difficile mondo dell’internazionalizzazione, frenate se non bloccate da regole e adempimenti spesso non semplici ed onerosi da espletare. Vorrei dedicare proprio a questo tema degli incontri con le agenzie preposte ad affiancare le aziende ed in particolare le pmi ad espandere i propri orizzonti commerciali attraverso il percorso di internazionalizzazione».

AI e carta stampata: mix vincente

L’innovazione sarà un tema centrale per il mandato di Montedoro, forte di una chiara visione sul futuro della stampa e della comunicazione visiva nell’era digitale. «Sempre più si parla di quarta rivoluzione industriale. Il nostro settore è sempre stato attento e all’avanguardia nel cogliere i cambiamenti derivanti dalla digitalizzazione: siamo passati con una rapidità sorprendente dalle linotype a piombo ai CTP e alle macchine digitali, con formati stampa e velocità produttive identici alle nostre migliori macchine offset; il dato variabile e la nobilitazione dei nostri stampati ormai avvengono assolutamente attraverso flussi di lavoro controllati e gestiti dalla digitalizzazione presente nelle nostre aziende. La nuova sfida, ora, è ovviamente quella di capire come applicare e utilizzare in maniera responsabile l’AI, il cui avvento apre nuove frontiere produttive, in termini di processi sempre più efficaci, sicuri e sostenibili. A questo aspetto dobbiamo prestare grande attenzione. Le nuove frontiere del digitale non devono però farci dimenticare la valenza della comunicazione, commerciale ed editoriale, attraverso la carta stampata. Penso, per esempio, all’azione in corso, a livello europeo, per difendere il diritto dei cittadini di ricevere comunicazioni cartacee da parte di aziende, banche e pubbliche amministrazioni senza costi aggiuntivi o discriminazioni: è un tema di libertà di scelta dei consumatori e di non discriminazione delle fasce della popolazione meno digitalizzate, ma è anche un tema di affidabilità e sicurezza delle comunicazioni cartacee. Se oggi è dimostrato che l’apprendimento è molto più efficace se passa dalla lettura su carta, tanto che in Europa c’è un generale dietro front sull’uso del digitale a scuola, allora anche la comunicazione commerciale ed editoriale è sicuramente più efficace se passa dallo stampato».

Come approcciare l’Industria 5.0

Se è vero che l’innovazione sarà un tema centrale per il mandato di Montedoro, il neo presidente di Assografici mostra di guardare con interesse all’Industria 5.0, ma con un approccio realistico. «Innovazione e automazione, anche al fine di una maggiore sostenibilità, è un tema fondamentale sul quale lavoreremo, per aiutare i nostri associati a rendere le loro aziende maggiormente green. In termini di strumenti legislativi e di incentivazione agli investimenti, Industry 5.0 rischia però di essere parzialmente efficace: ottima la volontà della riduzione dei consumi, ma il rischio è che non si abbiano gli effetti sperati, un po’ come avvenuto nell’applicazione pratica del piano 4.0, che non ha fatto aumentare la produttività come ci si sarebbe aspettato. Gli strumenti messi a disposizione delle aziende dalla 5.0 non sono di semplice attuazione, anzi sono molto complicati e c’è da aspettarsi poca adesione e la probabile non corretta sua applicazione».

Sostenibilità e transizione ecologica

Uno degli aspetti chiave per il futuro del settore è sicuramente la sostenibilità ambientale. In che modo Assografici supporterà le aziende nell’adozione di pratiche più sostenibili? «Intanto è bene ricordare che la nostra filiera è da sempre attenta ai temi ambientali, all’uso sostenibile e certificato – FSC, PEFC – della nostra principale materia prima, ai principi dell’economia circolare, dei quali il nostro settore è uno dei principali motori. Presto tutte le aziende, comprese le nostre, avranno la necessità di comunicare e certificare la loro sostenibilità, redigendo una qualche forma di rendicontazione, se non proprio un “Bilancio di Sostenibilità”. Come Federazione Carta e Grafica abbiamo lavorato su questo fondamentale tema mettendo a disposizione degli associati uno strumento, FpS-TOOL, che li guida, con diversi livelli di complessità e tenendo conto delle specificità dei nostri settori, verso una rendicontazione di sostenibilità ESG. L’idea è di raccogliere presto anche i dati delle nostre aziende, per produrre delle analisi settoriali e di filiera».

Formazione e nuove competenze

Uno dei temi chiave per il futuro sarà quello della formazione e del ricambio generazionale, un aspetto che preoccupa non solo il settore grafico, ma l’intero comparto manifatturiero. «Recentemente Confindustria ha documentato che in Italia mancheranno 1,3 milioni di lavoratori nei prossimi 5 anni, con effetti considerevoli sul PIL. Già oggi due imprese su tre non trovano addetti formati. Dobbiamo quindi come manifattura rendere il mondo che rappresentiamo più attraente per i giovani. Sul nostro settore abbiamo diverse iniziative in campo, anche grazie all’attività dell’Enip-gct, il nostro ente bilaterale che si occupa da 70 anni della promozione dell’istruzione grafica e cartotecnica. Negli ultimi anni, sotto la guida del presidente Marco Spada e del direttore generale Tommaso Savio Martinico, l’Ente ha notevolmente intensificato la sua attività, collaborando con le scuole grafiche sul territorio e promuovendo la nascita di corsi ITS e IFTS. Negli ultimi due anni, con il bando formazione, che solo nel 2025 ha allocato ben 200mila euro, si sta dando uno straordinario impulso anche a tutte le attività di formazione e aggiornamento professionale delle maestranze».

Dialogo con le istituzioni e futuro di Assografici

Il rapporto con le istituzioni nazionali ed europee sarà un altro punto focale del mandato di Montedoro. «Lavoriamo a diretto contatto con governo e Unione Europea sui temi che impattano più direttamente i nostri settori. Lo facciamo sempre anche collaborando in UE con le nostre associazioni europee di riferimento (Integraf e Citpa), alle quali partecipiamo e che finanziamo, e in Italia all’interno del sistema Confindustria. Con la convinzione che difendendo, in modo apartitico ed equilibrato, gli interessi dell’industria, si difende e promuove il benessere del Paese. Grazie alla Federazione Carta e Grafica oggi la nostra azione, sia nell’interlocuzione con la politica, sia nella dialettica interna al sistema, è molto più forte ed efficace».

Guardando al 2029, Montedoro si augura di lasciare un’Assografici ancora più forte. «Vorrei contribuire a rendere l’associazione sempre più dinamica e capace di supportare, con flessibilità ed efficacia, le nostre aziende, che devono affrontare, in particolare nel mondo della comunicazione, sfide sempre più imprevedibili. Sarei comunque già felice se chi proseguirà il mio mandato si trovasse un’Assografici così ben funzionante come la sto ereditando io oggi. Il presidente Emilio Albertini ha rispettato tutti gli impegni presi con il suo mandato e completato tutto il suo programma operativo, nonostante il Covid e la successiva crisi economica. Ci tengo a fargli i miei complimenti e a ringraziarlo pubblicamente (grazie Emilio!). Non so se sarò alla sua altezza, ma garantisco il mio massimo impegno».

Osservatorio ARGI, analisi e tendenze del mercato della stampa in Italia

Come ogni anno ormai da diverso tempo, dal consueto rapporto ARGI, presentato durante il recente Print4All, emergono dati interessanti e indicativi sul mondo dell’industria grafica. Riferimenti importanti, ancora di più in un periodo contrassegnato da cambiamenti ormai continui e spesso imprevedibili.

Non c’è quindi da meravigliarsi se tra le prime considerazioni, dal report 2024 emerge un settore in trasformazione, con dinamiche varianti da comparto a comparto. Nel complesso però, convergenti nell’indicare una fase di riassestamento, considerato simbolo di maturità, dopo i picchi del biennio post-Industria 4.0.

«L’Osservatorio è molto più di una raccolta di dati, è uno strumento strategico per leggere e interpretare l’evoluzione del nostro settore – afferma Antonio Maiorano, presidente di ARGI -. I numeri ci raccontano un comparto che, pur tra trasformazioni e nuove sfide, continua a dare segnali di vitalità. L’industria grafica sta dimostrando di saper reagire con visione, innovazione e responsabilità».

Prima ancora di addentrarsi nell’analisi dei singoli comparti, una considerazione questa fondamentale. Se a prima vista tutti i grafici presentano cali vistosi all’interno dell’ultimo triennio, è fondamentale considerare gli effetti degli incentivi per la digitalizzazione e gli ultimi effetti a lungo termine della pandemia.

Anche per questo, nel corso dell’ultimo anno, ARGI ha ampliato il panel di analisi e rivisto in profondità la struttura dei dati, adottando metodologie più accurate e allineate agli standard europei. Il risultato è una fotografia del mercato considerata più fedele e dettagliata, utile a restituire con chiarezza l’evoluzione in corso.

«Grazie all’alta rappresentatività dei vari panel, i risultati dei settori monitorati rispecchiano meglio i reali andamenti del mercato – osserva Mauro Tironi, dell’Osservatorio di mercato ARGI – Seppure per motivi differenti, il 2024 può essere interpretato come un anno dove la curva di discesa cambierà la tendenza».

È tempo di smaltire la sbornia Industria 4.0

Primi segnali evidenti, il mercato offset, a partire dal segmento lastre. La discesa iniziata nel 2023 è decisamente rallentata, attestandosi su una riduzione totale dei volumi del 3%. Come tutti gli altri settori tradizionali, risente anche del calo nelle tirature. È un comparto dominato dalle lastre digitali che rappresentano ormai oltre l’86% del venduto.

«Da quest’anno la precisione dei dati è aumentata grazie all’ingresso nel panel dei principali importatori e produttori dal mercato asiatico – sottolinea Tironi -. Aggiunti ai tradizionali marchi presenti, hanno consentito una maggiore capacità di analisi».

Il settore del Pre Press è caratterizzato da una stabilità tecnologica che ne determina anche la bassa rotazione. Non è raro, infatti, trovare CTP con una discreta età che, se correttamente manutenuti, svolgono ancora egregiamente il proprio lavoro. Il 2024 ha registrato un fatturato di 14,9 milioni di euro, quasi seimila meno rispetto all’anno precedente, ma anche rispetto al 2021, pre incentivi.

Parlando invece di unità, nel 2024 si registrano 39 nuovi motori, 26 dei quali digitali, con un andamento proporzionato al fatturato, anche se più accentuato rispetto all’immediato post pandemia.

A riprova della stabilità tecnologica e della bassa rotazione delle vendite, il dato del service, ormai da molti anni più preponderante rispetto alla vendita dell’hardware. All’interno di questa cifra sono compresi anche i sistemi di workflow, uno degli argomenti di innovazione più importanti del comparto.

Sul fronte delle macchine da stampa offset, dato il peso nel mercato, vale la considerazione iniziale ovvero che il 2024 possa essere archiviato come  l’anno dove la curva di discesa terminerà.

Dal confronto del fatturato per gruppi stampa e verniciatori con quello dei service, emerge un dato interessante. La prima voce pesa sempre di più, 71,5 milioni di euro contro 27, 4 milioni di euro, ma mentre una è in netto calo da due anni, la seconda è praticamente stabile, con una lieve crescita.

«Il 2022 rimane l’anno di maggiori ricavi, una sorta di grande abbuffata dove si è venduto di tutto a tutti. Soprattutto, gruppi stampa in formato 50×70, dove comunque anche nel 2024 si registrano oltre ottanta impianti nuovi. I bruschi cali degli ultimi due anni non hanno comunque intaccato la prestazione triennale».

Un triennio comunque positivo

Allungando infatti la lente di analisi al triennio 2022-2024 rispetto al precedente, la crescita è importante e vale per tutte le voci considerate. «Essendo questo un mercato maturo, dove assistiamo ad accorpamenti aziendali e partnership fra stampatori, questi risultati restano soddisfacenti». Interessante infine notare come il formato di stampa dominante resti il medio (70×100), anche nel 2024 con risultati di vendita importanti.

Sempre in ambito offset, guardando alle due tecnologie del comparto, la stampa convenzionale ha ottenuto risultati migliori di quella UV-UV Led che, per le proprie qualità intrinseche, vede la propria applicazione soprattutto in settori specifici.

Il rinnovato metodo di classificazione delle stampanti, in linea con un modello europeo, ha portato a una revisione totale dei numeri del triennio e una conseguente riscrittura. Nel complesso, il bilancio resta comunque positivo, con un fatturato composto da 266 milioni di euro nell’offset convenzionale, al quale si aggiungano 118 milioni di euro dal mondo UV e UV-LED e altri 81 milioni di euro al Service.

Tra i numeri più significativi, la scomparsa delle vendite di macchine a bobina per il settore monocromatico, ora terreno delle apparecchiature a foglio. Persiste tuttavia una buona base di installato, segno di una validità tecnologica che consente alle bobine di restare tuttora attuali.

Per le categorie di macchine A3+ vendute nel mercato grafico, un approfondimento sulle vendite indirette ha favorito l’emergere dell’importanza del Canale. In particolare, per i modelli A3+ Light, dove l’84% è gestito dalla distribuzione.

Passando al segmento Macchine Colore a foglio 50×70 e superiori, nel 2024 si conferma un decremento delle vendite da dieci a sette, con un passaggio da 72 a 70 del parco installato. Dato questo motivato dall’evoluzione tecnologica che ha portato ad avere sistemi più produttivi in questa categoria.

Andamento simile sul fronte delle stampanti a colori su bobina, dove si è passati da 14 unità vendute nel 2023 a 9 lo scorso anno. In questo caso però, l’installato è cresciuto, da 136 a 148.

Per quanto riguarda il fatturato complessivo, pur restando stabile, il segmento Cut Sheet colore resta il  maggior contribuente con 39,4 milioni di euro, contro i 18,6 milioni di euro della bobina a colori, in crescita del 10%, e il restante 4,8 milioni di euro dal monocromatico.

A livello di fatturato però, la quota più sostanziosa arriva dai servizi, consumabili compresi. Si parla di 105 milioni di euro nel 2024, il leggero calo rispetto ai 110,4 del 2023. Una discesa del 5%, ma comunque due volte superiore rispetto a quanto generato dalla vendita dei macchinari. «Un decremento riconducibile in parte al calo nei volumi di stampa e in parte alle nuove contrattualizzazioni sui parchi macchine installati nel corso dell’anno».

Nel complesso, si arriva a un fatturato totale per la stampa digitale nel 2024 di 168 milioni di euro. Poco più di un milione di euro in meno, ma comunque oltre 4 milioni di euro in più rispetto al 2022. «Si ricava uno scenario sostanzialmente stabile – conclude Mauro Tironi -. Un mercato consolidato è un mercato che lavora; guardando alla produttività, negli ultimi anni emerge infatti un livello costante».

Packaging alimentare, Qwarzo accelera l’espansione in Europa con Starbucks e Lavazza

Qwarzo, realtà italiana all’avanguardia nei materiali innovativi per il packaging alimentare, amplia la propria presenza sul mercato europeo grazie all’adozione della sua tecnologia da parte di marchi internazionali come Starbucks e Lavazza.

La tecnologia brevettata Qwarzo si basa su un rivestimento minerale a base di silice che sostituisce i tradizionali rivestimenti plastici nei prodotti monouso. Il risultato è una barriera ad alte prestazioni contro acqua, grassi, ossigeno e calore, senza impiego di plastica, microplastiche o PFAS aggiunti.

«Crediamo che l’innovazione debba essere al tempo stesso invisibile e di grande impatto» afferma Luca Panzeri, Fondatore e CTO di Qwarzo. Con oltre un miliardo di articoli già venduti, tra cui cucchiaini, palette, bicchieri e posate, la tecnologia Qwarzo dimostra di essere una soluzione scalabile e sostenibile.

Tra le applicazioni più recenti spicca il nuovo bicchiere da asporto lanciato da Starbucks nel maggio 2025, distribuito in otto Paesi europei e in fase di estensione nel Regno Unito e Irlanda. Sviluppato con Transcend Packaging, Metsä Board e Qwarzo, il contenitore è compostabile a livello domestico, riciclabile con la carta e progettato per l’integrazione nelle infrastrutture di smaltimento esistenti.

Anche Lavazza ha adottato Qwarzo® nei suoi distributori automatici in Spagna, in collaborazione con il Gruppo Flo, che sta estendendo l’innovazione anche al mercato tedesco. La flessibilità della tecnologia ha conquistato anche brand come Grom e Venchi, che la utilizzano rispettivamente per cucchiaini e posate monouso.

Certificato da DIN CERTCO e conforme alla Direttiva SUP dell’UE, Qwarzo rappresenta una soluzione concreta nella riduzione dei rifiuti plastici, senza compromettere gusto, sicurezza o riciclabilità. Il prodotto ha già ricevuto riconoscimenti prestigiosi come il Semi Innovation Award, il Tocco Future Materials Award e il titolo di “Zero Waste Product of the Year”.

Giovani e lavoro, due lati di una stessa medaglia

Parlare di formazione è sempre un bene soprattutto se il focus è sui giovani, le nuove leve per il mondo del lavoro e più in generale per la società. In un mondo del lavoro in costante evoluzione, la formazione diventa l’anello di congiunzione tra le aspirazioni degli studenti e le esigenze delle imprese. Questo articolo prova a leggere entrambe le prospettive — quella di chi apprende e quella di chi assume — per capire dove si incontrano (e dove ancora no).

Per iniziare partiamo da una riflessione: un individuo che svolge un lavoro di soddisfazione, con prospettive di miglioramento e se possibile anche giustamente retribuito è un individuo che ha gli strumenti per aspirare a una vita piena di opportunità.

E proprio da questa riflessione ci sembra naturale arrivare al tema dell’articolo: la formazione. Certo pensare alla formazione solo in funzione del lavoro può sembrare riduttivo ma noi questo argomento lo tratteremo proprio sotto questo aspetto perché ci crediamo profondamente grazie anche alla frequentazione privilegiata di un istituto che eroga formazione terziaria professionalizzante post-diploma e di associazioni culturali e tecniche (ACSG e TAGA) che ogni anno organizzano, proprio per i giovani, attività a scopo formativo.

Quindi chi scrive, senza avere la pretesa di sapere tutto, può presentare uno spaccato di quello che oggi attira i giovani, li ingaggia e li porta a seguire corsi, seminari e convegni per arrivare più pronti al mondo del lavoro e, più in generale, alla vita.

Partiremo quindi dai giovani per poi arrivare al mondo del lavoro, alle aziende che accolgono gli studenti al termine del loro percorso di studi e vedremo insieme se e dove le aspettative di entrambe le parti si incontrano.

A costo di sembrare banali per il nostro ragionamento dobbiamo partire dalla GenZ, categoria in cui ricadono i nati da metà degli anni ‘90 fino al 2010 e che sono spesso argomento di studi, convegni, analisi e dibattiti. Qui in particolare ci focalizzeremo sui giovani che stanno ultimando, o hanno appena ultimato, gli studi secondari superiori con una data di nascita tra il 2003 e il 2005; sono quindi studenti che hanno subito in pieno la tragedia del Covid-19 con mesi di formazione a distanza che, indubbiamente, ha lasciato un segno soprattutto in chi nel 2020 e 2021 stava iniziando un nuovo percorso scolastico.

Formazione e strumenti digitali

Ci sono diversi elementi che caratterizzano i giovani studenti di oggi e che sono decisamente differenti rispetto a solo 5-10 anni fa. Primo fra tutti la familiarità con gli strumenti digitali, un grande passo avanti poiché il computer e i software non sono più percepiti come oggetti esterni ma parte integrante della propria vita, sia sociale sia di formazione. Trovare informazioni su qualsiasi argomento, fare approfondimenti, esplorare nuovi ambiti sono tutte modalità fondamentali nel processo di crescita per i giovani che vogliono proseguire negli studi e l’accoppiata computer-web è la risposta a tutto questo.

Certo da qualche tempo c’è un nuovo protagonista che sta complicando il rapporto tra studio e apprendimento: l’intelligenza artificiale. La possibilità di generare automaticamente dei contenuti, come pure trovare risposte a quesiti può essere un aiuto come una minaccia a seconda dell’utilizzo che se ne fa. Siamo solo agli inizi e probabilmente il mondo andrà incontro a grandi cambiamenti nel modo di fare formazione; ma d’altronde solo venti anni fa chi poteva immaginare che l’apprendimento potesse basarsi su un mix di testi, video, questionari interattivi e altri strumenti digitali?

Eppure adesso è la normalità e gli studenti ne hanno tratto beneficio poiché oggi la formazione è più coinvolgente e personalizzabile. Ed è proprio questo che gli studenti cercano e desiderano; una formazione dove sia possibile affiancare alla parte teorica un apprendimento esperienziale e pratico, svolto in laboratori e finalizzato allo sviluppo di progetti in cui le conoscenze acquisite possano venire immediatamente applicate. Questo approccio risulta vincente soprattutto per quelle materie dove sperimentare e provare, spesso sbagliando, guida gli studenti verso l’individuazione di soluzioni alternative e creative, alimentando una consapevolezza delle proprie capacità una volta raggiunto l’obiettivo.

Lavorare in team

Una formazione che veda tra gli obiettivi un inserimento di soddisfazione nel mondo del lavoro non può prescindere dallo sperimentare e applicare il lavoro in team che aiuta gli studenti a sviluppare varie competenze tra cui spiccano comunicazione, collaborazione e gestione del tempo.

Certo i problemi non mancano perché in un contesto formativo è più complesso gestire le dinamiche comportamentali rispetto al mondo del lavoro poiché manca la leva economica e la figura del team leader ha meno potere; nonostante ciò è possibile affermare che imparare a lavorare in team è un tassello fondamentale nel percorso di crescita dello studente.

Gli step fondamentali che caratterizzano un lavoro di gruppo in ambito formativo ricalcano quelli del mondo del lavoro: individuazione del progetto, analisi e pianificazione delle attività, assegnazione delle attività ai membri del team, monitoraggio, presentazione dei risultati. Un percorso sfidante che sollecita lo studente sotto più aspetti: relazionale (i colleghi non si scelgono!), comunicazione (se non chiara può portare a malintesi ed errori), impegno (tutti devono dare il massimo), leadership (che assume il ruolo di responsabile deve sapersi imporre). Una vera palestra che in genere richiede un po’ di allenamento prima di trovare la giusta dimensione, ecco perché è importante inserire questa prassi in tutti i percorsi formativi, iterando questa esperienza su più progetti, cambiando i team e i ruoli che gli studenti devono assumere. Il ritorno da parte degli studenti è molto incoraggiante; è una pratica molto apprezzata e sfidante perché costringe a confrontarsi con problemi che simulano realtà produttive e richiede una capacità di sintesi e di restituzione.

Le soft skill

Si sente un gran parlare di soft skill, tra cui le più note sono comunicazione interpersonale, il team working, il problem solving, il design thinking e la gestione del tempo perché ritenute fondamentali nel contesto lavorativo come pure in quello personale.

C’è da sottolineare che, inizialmente, le ore dedicate a queste discipline sono poco apprezzate dagli studenti che preferiscono le materie più tecniche ma, una volta iniziato il percorso nel mondo del lavoro e sperimentato quanto sono utili, vengono immediatamente rivalutate.

La vera sfida per chi insegna è renderle interessanti e coinvolgenti, inserendo parti pratiche e progetti da svolgere in gruppo e cercando di far percepire il reale valore.

Il ruolo del genitori

Sembra strano parlare di genitori quando si sta analizzando una fascia di età di giovani adulti ma così non è. Negli ultimi anni il ruolo dei genitori nella scelta della carriera di studio post-diploma ha preso una rilevanza non trascurabile. Chi ha figli nell’età compresa tra i 16 anni e in 21 anni avrà, molto probabilmente, assistito ad almeno un evento di orientamento; questo è una situazione che avviene da 6/7 anni ed è in continuo aumento. Non è la sede per dare giudizi su questa situazione, il mondo del lavoro nei Paesi industrializzati è più complesso e indubbiamente il contesto sociale, così come le professioni, è cambiato ma va trovato un equilibrio tra l’aiuto offerto dai genitori e la necessità di permettere ai figli di sviluppare un’autonomia decisionale. Certamente un dialogo aperto e un sostegno emotivo possono aiutare i giovani a prendere decisioni consapevoli ma non ne deve soffocare le aspirazioni e i desideri né tantomeno deve costringere a soddisfare le aspettative dei genitori.

L’altra faccia della medaglia

Veniamo al mondo delle aziende e proviamo a guardare da un’altra visuale la questione formazione.

Iniziamo da alcune verità inconfutabili:

1.              In ambito tecnologico in due/tre anni molte conoscenze diventano obsolete. La tecnologia continua ad accelerare e le evoluzioni sono continue. Non ci si può fossilizzare su una competenza tecnica; averla oggi non significa essere “al sicuro”. Probabilmente tra qualche anno ne servirà un’altra. Un collaboratore che sa imparare non solo ad imparare ma soprattutto a disimparare è fondamentale. Sembra un gioco di parole ma se ci soffermiamo a ragionare, l’affermazione è quanto mai vera. La tecnologia e i software stanno trasformando alcune prassi lavorative per cui “disimparare” significa aggiornarsi per cogliere tutti i vantaggi a disposizione.

2.              L’impatto dell’AI è sempre più pervasivo; sarà importante saperla usare ma in modo critico. Saper sfruttare l’AI senza diventarne succube è la chiave di volta. Quindi la conoscenza e l’utilizzo degli strumenti dell’AI non deve portare a una perdita di autonomia decisionale e a una diminuzione dell’aspetto creativo.

3.              Poter contare su un collaboratore che unisce alle competenze tecniche (hard skills) competenze relazionali e personali (soft skills) è un valore per le aziende. L’ibridazione dei profili significa avere collaboratori capaci di operare in modo più versatile e flessibile.

Se questo è lo scenario per le aziende, gli obiettivi da perseguire sono chiari e possiamo affermare che sono in linea con quello che oggi i giovani cercano nei percorsi formativi. Purtroppo non sempre e non tutte le offerte formative sono in grado di soddisfare i requisiti che abbiamo analizzato prima ma l’innovazione in ambito formativo sta facendo passi significativi. È non può che essere questo il percorso, innovare-soddisfare le aspirazioni degli studenti e preparare per il mondo del lavoro, per riuscire ad attrarre i giovani verso professioni che già oggi fanno fatica a trovare risorse a causa dei noti problemi demografici.

Epson e Umango per migliorare l’acquisizione dei dati e l’automazione dei flussi

Epson ha annunciato una nuova collaborazione con Umango, finalizzata a offrire funzionalità avanzate di acquisizione dei dati e automazione dei flussi documentali sui propri scanner e dispositivi multifunzione.

Grazie all’integrazione delle soluzioni Umango, basate su browser, gli utenti possono ora accedere direttamente dal dispositivo a potenti strumenti di Intelligent Document Processing, tra cui riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), riconoscimento di marcature (OMR), riconoscimento della scrittura a mano e strumenti di estrazione dati basati su intelligenza artificiale.

Questa collaborazione semplifica la gestione dei documenti e dei dati, riducendo il tempo necessario per amministrare i flussi di lavoro e migliorando la precisione nel trattamento delle informazioni in diversi settori:

Sanità e laboratori

  • Digitalizzazione sicura di cartelle cliniche, moduli di consenso, referti e ricette.
  • Riconoscimento automatico di dati scritti a mano e informazioni da moduli prestampati.
  • Riduzione degli errori umani e maggiore tracciabilità delle informazioni dei pazienti.

Istruzione e pubblica amministrazione

  • Acquisizione e indicizzazione automatica di registri, fascicoli studenti, atti amministrativi.
  • Miglior gestione degli archivi e facilità di reperimento dei documenti.
  • Conformità normativa nella conservazione e nella privacy dei dati.

Settore legale e notarile

  • Digitalizzazione rapida di contratti, atti, procure e fascicoli legali.
  • Ricerca full-text e classificazione automatica tramite OCR avanzato.
  • Sicurezza e integrità dei documenti in ambienti sensibili.

Finanza, assicurazioni e contabilità

  • Estrazione automatica di dati da moduli bancari, documenti di identità, bilanci e polizze.
  • Automazione dei flussi di lavoro contabili e fiscali.
  • Riduzione del carico amministrativo e dei tempi di elaborazione.

Logistica e supply chain

  • Archiviazione digitale di bolle di consegna, fatture di trasporto e report di magazzino.
  • Tracciabilità documentale per spedizioni, ricezione merci e gestione resi.
  • Miglioramento della precisione nelle operazioni di inventario.

Retail e franchising

  • Digitalizzazione di ordini, contratti di fornitura, report vendite e documentazione HR.
  • Unificazione dei processi documentali tra sedi e punti vendita.
  • Automazione della gestione documentale senza impatto sull’operatività.

“La piattaforma Umango – ha dichiarato Patrick Perrot, Epson Europe – è nota per la facilità di implementazione, la flessibilità nelle opzioni di integrazione e i minimi requisiti di configurazione, risultando così perfettamente compatibile con i dispositivi Epson. Questa partnership consente agli utenti di accedere a un software avanzato per l’elaborazione documentale direttamente nel punto di acquisizione dei dati, ovvero sul dispositivo.”

“La collaborazione con Epson – ha commentato Andrew Wade, Global Channel Manager di Umango – rappresenta un’opportunità straordinaria per Umango. L’affidabilità e l’innovazione dell’hardware Epson, unite all’intelligenza del nostro software, creano una soluzione integrata e performante per la cattura documentale, l’automazione e l’integrazione dei dati. Siamo entusiasti di poter supportare i rivenditori e i clienti Epson in tutto il mondo con la nostra tecnologia.”

 

Guandong, nuova gamma di supporti industriali per il wide format

Guandong Italia ha conquistato i riflettori di Fespa 2025 con la presentazione ufficiale della nuova linea di supporti industriali per il wide format printing. Una proposta altamente innovativa che rafforza il posizionamento dell’azienda come punto di riferimento per soluzioni sostenibili ad alte prestazioni, pensate per i professionisti del large format e della visual communication.

Strategia green e materiali PVC-Free: la visione sostenibile di Guandong

All’interno dello stand Guandong, visitatori e operatori del settore hanno potuto percorrere la celebre Green Promenade, un itinerario esperienziale che racconta l’impegno ambientale dell’azienda. Dal 2011, Guandong promuove una filosofia produttiva orientata alla sostenibilità, concretizzata attraverso il marchio registrato GreenLife®, simbolo di una gamma di materiali PVC-Free, 100% riciclabili e conformi ai più alti standard europei.

Wide Format Printing: nuova gamma industriale per prestazioni elevate

Protagonista a FESPA è stata la nuova gamma di supporti industriali per il large format, progettata dal team R&D Guandong per rispondere alle esigenze in continua evoluzione del mercato. I materiali offrono versatilità, resistenza e facilità di stampa, supportati da un servizio tecnico e logistico affidabile, elemento distintivo del marchio sul mercato europeo.

Focus prodotto: Poly-banner e Poly-rafia/black-back

Tra le novità più apprezzate spiccano il nuovo Poly-banner e il rivoluzionario Poly-rafia/black-back, un materiale ecologico ultraresistente studiato per l’utilizzo in affissioni pubblicitarie outdoor. Leggero e robusto, si distingue per l’eccellente tenuta anche in condizioni climatiche estreme, risultando ideale per applicazioni come barriere protettive per impianti sciistici o spazi espositivi all’aperto.

Decorazione su vetro: anticipazioni esclusive in vista di Vitrum 2025

Guandong ha inoltre svelato in anteprima la nuova collezione di supporti per la decorazione su vetro, che verrà presentata ufficialmente a Vitrum 2025 (Milano, 16-19 settembre). La linea include il rinnovato One Way Vision 50/50 e una versione con 70% di superficie stampabile, oltre a film decorativi con effetti speciali: trame effetto pizzo, texture a rilievo, motivi ricamati e vere e proprie riproduzioni artistiche su vetro, pensate per applicazioni in ambito interior design, retail, architettura e comunicazione visiva.

Fedrigoni Top Award, i vincitori dell’edizione 2025

Arte, ingegno ed espressività. Sono gli elementi che caratterizzano le opere presentate al Fedrigoni Top Award 2025, il contest ideato per valorizzare il design e il lavoro di chi utilizza carte e materiali autoadesivi Fedrigoni, creando dei gioielli unici. I vincitori di questa edizione sono stati proclamati il 5 giugno, nel corso di una cerimonia al Pavillon Gabriel di Parigi. Cinque le categorie in gara: Packaging, Publishing, Label, Creative Communication e Graphics Applications. In questa edizione anche studenti e giovani ricercatori hanno partecipato inviando progetti per la sezione Young Talents.​

Cinque le categorie in concorso: Packaging, Publishing, Label, Creative Communication e Graphics Applications, ognuna delle quali ha messo in luce progetti dallo straordinario valore artistico e tecnico, capaci di trasformare materiali cartacei in autentiche opere d’arte.

Una novità di questa edizione è stata la sezione Young Talents, aperta a studenti e giovani ricercatori, che hanno potuto presentare le proprie visioni e sperimentazioni nel campo della grafica e del design. Un’opportunità per valorizzare le nuove generazioni e promuovere l’innovazione all’interno del settore.

Il Fedrigoni Top Award si conferma così non solo un concorso, ma un punto di riferimento internazionale per la community creativa, capace di ispirare e raccontare il potenziale illimitato della carta.

I progetti di designer, stampatori, editori, brand e giovani creativi provenienti da tutto il mondo sono stati valutati da una giuria di esperti: Simon Esterson (publication designer), Silvana Amato (graphic designer e docente), Paul Boudens (graphic designer), Marianne Givone (Head of global content factory di Diptique), Gustavo Greco (founder e creative director di GRECO, società brasiliana indipendente di design), Kate Marlow (co-fondatirce di Here, compagnia di scrittori e designer), Melanie Mues (fondatrice dello studio Mues Design di Londra), Sebastián Yañez (tra i fondatori di YG Branding & Design Experts Agency, da poco ribattezzata Thingular Creative Partners).

“Voglio complimentarmi con i vincitori, e con tutti i partecipanti del Top Award, per l’impegno nella selezione, valutazione e realizzazione di questa incredibile collezione di progetti. Alla base dell’esistenza di Fedrigoni, infatti, c’è la volontà di realizzare prodotti che siano d’ispirazione ai brand di tutto il mondo – dichiara Marco Nespolo, Amministratore Delegato del Gruppo Fedrigoni -. La bellezza e la qualità dei progetti presentati ci rendono ancora più motivati, e rappresentano uno stimolo per migliorarci costantemente, alla ricerca della perfetta combinazione tra sostenibilità, estetica e prestazioni”.

 

Giflex, quarant’anni in tre parole chiave

Creatività, leggerezza e orizzonti. Questi i tre temi centrali attorno a cui si è sviluppata la storia del Gruppo Imballaggio Flessibile di Assografici, giunta quest’anno al suo 40esimo anniversario. Per celebrare questo importante traguardo, un grande evento con ospiti speciali, intitolato “Uniti per dare forma al futuro”.

Giflex – Gruppo Imballaggio Flessibile di Assografici – ha festeggiato il 40esimo anniversario della fondazione, al motto di “Uniti per dare forma al futuro”.

La celebrazione – alla quale ha partecipato anche “Italia grafica” – si è tenuta il 29 maggio 2025 a Fiera Milano Rho, in occasione di Ipack-Ima 2025, ed è stata scandita da tre parole chiave che racchiudono l’essenza del gruppo in questi primi 40 anni e lo proiettano nel futuro: creatività, leggerezza e orizzonti.

«Per la nostra festa» ha spiegato il presidente di Giflex, Alberto Palaveri, «abbiamo scelto queste tre parole chiave perché suggeriscono la capacità di creare qualcosa di nuovo, di affrontare le cose con un atteggiamento leggero e positivo, e di guardare oltre i limiti del presente verso nuove opportunità e obiettivi. Così come da sempre sa fare l’industria dell’imballaggio flessibile».

Essere creativi

Il viaggio attraverso i quattro lunghi decenni di storia del gruppo si è articolato in tre distinti momenti. All’attore e regista Corrado D’Elia è stata affidata l’interpretazione della prima parola chiave: creatività.

E D’Elia l’ha saputo fare egregiamente, emozionando con il monologo “Io, Steve Jobs”, il racconto della vita professionale di una delle menti più geniali dei nostri tempi. Uno spettacolo coinvolgente che parla di coraggio, passione, perseveranza, anche dopo i fallimenti, e persino della necessità di un po’ di quella follia visionaria indispensabile per creare qualcosa di unico.

L’importanza della leggerezza

Dopo lo spettacolo teatrale di D’Elia, il testimone è passato a Palaveri, per dare forma alla seconda parola chiave: leggerezza.

Al presidente è spettato il compito di fare una sintesi dei primi 40 anni di Giflex e di tracciare il profilo dell’associazione del futuro.

«Capacità di rappresentanza, di influenza e legami» sono gli ingredienti principali della “ricetta” che Palaveri indica per una lunga e proficua attività associativa.

Il presidente ha sottolineato come le associazioni debbano imparare ad avere una visione comune, a interpretare le evoluzioni del presente per farne parte e a coltivare i legami e l’unione all’interno delle proprie organizzazioni, sia per fare fronte comune nelle difficoltà sia per essere davvero gruppo. «Nel business, come nella vita, contano le emozioni, le relazioni, le strette di mano, i sorrisi, le pacche sulle spalle, le battute e i ricordi, l’umanità, le parole dette e scritte» ha concluso Palaveri.

I quattro decenni di vita associativa sono poi stati scanditi dai ricordi dei past president: Luigi Goglio – fondatore di Giflex –, Ruggero Gerosa, Pietro Lironi e Michele Guala.

In un docufilm hanno ripercorso il loro periodo alla guida del gruppo, testimoniando quanto Giflex sia riuscito a crescere e articolarsi negli anni.

Nelle loro parole, la storia dell’associazione, tra eventi epocali, cambiamenti socioculturali, sfide e successi. La capacità di portare avanti progetti comuni e presentare le proprie istanze, dialogando con istituzioni e politica, sono stati i suoi punti di forza, anche negli anni più difficili.

Un percorso che ha portato Giflex a diventare ciò che è oggi, una rappresentanza di 46 aziende produttrici di imballaggi flessibili e 64 soci simpatizzanti.

Avere sempre nuovi orizzonti

L’ultima parola chiave dell’evento non poteva che essere affidata a un esperto di orizzonti: l’astronauta Paolo Nespoli, ingegnere e veterano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Nella sua lunga carriera, l’astronauta ha trascorso oltre 300 giorni di permanenza nello spazio affrontando condizioni estreme e imparando a vedere il mondo da un’altra prospettiva.

Nel suo affascinante racconto, Nespoli ha dimostrato anche come proprio l’uso dell’imballaggio flessibile rappresenti, in determinate condizioni, un indispensabile compagno di avventura.

La serata si è conclusa con una grande festa, tra intrattenimento e occasioni di networking, e un arrivederci ai prossimi traguardi.