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Adobe Max: tutti insieme, adesso

Poco meno di un anno fa pubblicavamo un articolo sulle novità della nuova release Adobe, scoprendo come Adobe Sensei, l’intelligenza artificiale di Adobe, stesse rivoluzionando i workflow e le abitudini dei professionisti. In poco meno di dodici mesi abbiamo imparato che l’innovazione e lo sviluppo software non conosce crisi ne fermi, a conferma di un settore che ha bisogno di automazione ed efficienza per contenere i costi e competere in un mercato sempre più veloce e reattivo.

Per chi ha seguito Adobe Max, l’evento annuale organizzato da Adobe per promuovere le ultime uscite dei propri applicativi, questo può sembrare scontato e, magari, avrà trovato molte risposte alle esigenze moderne della progettazione visiva. Ma in questo articolo abbiamo voluto proporre un punto di vista diverso, di chi ci lavora ogni giorno e che conosce la programmazione e lo sviluppo della Creative Cloud.

Abbiamo intervistato Rufus Deuchler, principal manager of creative cloud evangelism per Adobe, che è andato oltre agli aspetti tecnici, raccontandoci un Adobe Max che, seppur in una modalità inusuale, ha già tracciato il percorso del prossimo futuro.

Iniziamo parlando dell’evento: com’è andato l’Adobe Max?

Quest’anno ha visto un MAX un po’ particolare con il quale siamo riusciti a creare un evento gratuito per la comunità creativa a livello globale. Ci sono stati oltre 600’000 iscrizioni per l’evento, di cui 160’000 provenienti dall’Europa, il ché testimonia la grande richiesta per eventi che promuovono la creatività in tutte le sue forme. I giorni della conferenza abbiamo avuto oltre 2.5 milioni di visualizzazioni sul sito MAX e 16.4 milioni di visualizzazioni della keynote live su Twitter. Il nostro slogan è stato “Tutti insieme adesso!” e ringraziamo la comunità creativa che ci ha seguito in questa avventura.

L’integrazione con AI sta procedendo a passi da gigante. Cosa si nasconde sotto Adobe Sensei?

L’intelligenza artificiale sarà sempre più presente nei flussi di lavoro creativi che proponiamo. In questi anni ne viviamo solo l’inizio. Anche se sembra “intelligente”, la tecnologia è basata su algoritmi sempre più sofisticati, quindi si basa prevalentemente sulla bravura dei nostri programmatori. Quando penso a AI, penso che ogni azione ripetitiva non solo può, ma deve essere automatizzata. Usando quindi algoritmi siamo in grado di anticipare decisioni o azioni che i creativi eseguono quotidianamente e aiutare a velocizzare il lavoro.

Nell’era di FaceApp e dei filtri da social media, come poter utilizzare in maniera differente i filtri neurali introdotti in Photoshop?

Giusto. Il primo istinto è quello di spostare tutti i cursori al massimo per vedere risultati a volte anche grotteschi. Ma dopo aver fatto questo, gli utenti possono usare tali filtri per affinare le loro immagini in modi molto innovativi e inaspettati. Ricordiamoci anche che molti di questi nuovi Neural Filters sono in beta, il ché significa che ci stiamo ancora lavorando e chiediamo agli utenti di aiutarci a migliorarli.

Possiamo dire addio allo scontorno manuale dopo l’ultimo aggiornamento dello strumento “Selezione Soggetto”?

Come dicevo prima, tutti questi “automatismi” sono l’inizio di un lavoro più approfondito da parte degli operatori grafici. La selezione automatica del soggetto o lo scontorno di cappelli per esempio funzionano molto bene, a volte sono perfetti, ma a volte bisogna metterci un po’ di lavoro. Il tempo guadagnato non è una cosa indifferente in ogni caso. Inoltre, sono bellissimi esempi di cosa ci può portare l’intelligenza artificiale e Adobe Sensei.

Parliamo di vettoriale: Illustrator muove ulteriori passi in chiave mobile…

Sì, Illustrator è stato interamente ripensato per le tavolette e il tocco. Non si tratta di Illustrator su iPad, bensì di Illustrator per iPad. La nostra prima release offre le funzionalità di base di Illustrator, come le sfumature e gli strumenti Penna e Crea forme, oltre a nuovi modi per creare grafiche vettoriali scalabili utilizzando Apple Pencil e funzionalità touch. E con i documenti salvati nella Creative Cloud consente l’accesso immediato in Illustrator se sono necessarie funzionalità più avanzate. Credo anche che sia un ottimo strumento di apprendimento per la grafica vettoriale.

Le integrazioni con Sensei sono il vero effetto wow. Ma cos’altro puoi raccontarci della nuova release della CC? Qualche strumento passato inosservato?

È vero, il tempo a disposizione durante MAX era poco, ma si trovano sessioni specifiche tutt’ora disponibili online su https://www.adobe.com/max.html. Invito inoltre tutti a consultare il menu aiuto nei loro programmi preferiti per scoprire le ultime novità. Cerchiamo di elencarne alcune. In Photoshop, lo strumento per visualizzare motivi ripetuti è davvero utile per creare pattern e il nuovo pannello in-app Scopri consente di ricercare e scoprire nuovi strumenti, esercitazioni pratiche, articoli e azioni rapide per ottimizzare il lavoro. In InDesign la funzione Rilevamento intelligente del soggetto e adattamento del testo (con AI Sensei) e la funzione di rilevazione di documenti danneggiati e l’opzione di poterli riparare sui server Adobe sono molto interessanti. Parliamo anche di Illustrator nel quale adoro la funzione di ricolorazione che è stata migliorata per consentire di scoprire diverse varianti di colore per la grafica. Insomma, ci sono tantissime novità utilissime. Da non sottovalutare tutte le migliorie per i documenti salvati nella Creative Cloud.

Quali prospettive e che direzione sta prendendo lo sviluppo software Adobe?

Il nostro scopo è quello di consentire a tutti di sviluppare il loro potenziale creativo sia quelli che iniziano che i professionisti della comunicazione. Partendo da applicazioni di semplice utilizzo ma di grande potenziale come Spark e Rush fino a quelle più complesse e professioni come Photoshop, InDesign, Illustrator o AfterEffects, per esempio. Da quando abbiamo lanciato Adobe Creative Cloud, abbiamo lavorato senza sosta per sviluppare nuovi modi per fare esattamente questo. Credo che in futuro, oltre ad aggiornare ed ampliare applicazioni nuove o esistenti, ci sarà molto lavoro sulla collaborazione tra creativi, i loro clienti e fornitori. Insomma, un sistema creativo ad ampio raggio.

In questo mercato globale altamente competitivo, vince chi riesce a formarsi e a aggiornare il proprio modo di lavorare e percepire il lavoro stesso. Adobe è “la prima della classe” perché, a ogni release, conferma la sua capacità di ascoltare il mercato e fornire risposte concrete e accessibili. E questi sono aspetti da non sottovalutare se non si vuole fare la fine dei “professionisti dinosauri” che utilizzano l’ultima versione come se fossimo ancora negli anni novanta.


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