Analizziamo una risorsa per l’arte generativa di grande semplicità che negli ultimi tempi ha incuriosito: Krea.ai. Ecco qualche spunto di riflessione.
Data la sua notevole semplicità d’uso non sprecherò righe preziose riportando un tutorial passo passo su come trascinare uno o più cursori, vi presenterò piuttosto alcuni spunti di riflessione o di lavoro così da stuzzicare la vostra curiosità, magari come all’inizio si è stuzzicata la mia.
In questo modo potrete affacciarvi anche ad altre risorse analoghe (sì, ce ne sono molte altre che possono operare in modo simile) senza sentirvi troppo vincolati da uno specifico workflow.
L’antefatto
Come spesso capita nella storia le scoperte più sorprendenti vengono fatte per caso (d’altronde se uno se l’aspetta, che sorpresa è?), e anche per me l’applicazione di cui vi parlerò tra poco è stata un incontro quasi casuale scaturito da un interesse iniziale per le tematiche percettive dell’immagine qui sotto.
Si tratta di un tipico esempio di immagine ibrida, un’illusione ottica legata alla diversa percezione sulle frequenze spaziali: l’immagine grande (quindi come se fosse vista da vicino) catturerà la nostra attenzione sui dettagli sottili, dette anche alte frequenze, mentre l’immagine piccola (come vista da lontano), ci porterà a raccogliere spontaneamente le informazioni sulle basse frequenze, ossia le aree chiaroscurali più “grossolane”. Non ho trovato informazioni certe sugli strumenti utilizzati per questo “Subliminal CocaCola ADV”, ma sulle immagini facilmente reperibili in rete sono presenti i credits dell’autore: tale “argentinox”. Dal mio punto di vista il fascino di questa immagine, eccellente prodotto di immagine generativa, risiede nella tanto ovvia quanto inevitabile percezione dell’insalata in tutti i suoi dettagli se viene vista a grandi dimensioni, mentre guardandola in miniatura risulta altrettanto inevitabile la visione del logo Coca Cola. L’aspetto molto interessante e, al tempo stesso, per me duro da digerire, è che risulta praticamente impossibile rileggere Coca Cola quando l’immagine torna a grandi dimensioni: in sostanza il nostro cervello codifica le informazioni visive in modo mutualmente esclusivo nonostante la nostra doppia consapevolezza da esperienza passata (la prima è la conoscenza acquisita del logo Coca Cola, la seconda è l’averlo visto ben chiaro guardando l’immagine piccola).
Un po’ di storia…
Il meraviglioso (e spesso apparentemente contraddittorio) mondo della nostra percezione visiva è noto da tempo, anche se i primi tentativi di una codifica pragmatica sono iniziati con la Gestalt solo a inizio ‘900. Per vederlo affrontare poi con una connotazione più strettamente neuroscientifica dobbiamo addirittura aspettare altri 50 anni, e le Neuroscienze sono al giorno d’oggi una delle “moderne” discipline più affascinanti e trasversali. Esperimenti artistici nel campo delle illusioni ottiche e delle immagini ibride si possono trovare in diverse epoche (il Mantegna, Holbein, Escher, Dalì, Vasarely… giusto per citare i principali) ma per l’approccio scientifico si deve aspettare il 1994, con gli psicologi Aude Oliva e Philippe Schyns.
È importante questa brevissima premessa storica? Secondo me sì, dal momento che nello scorso numero ho proprio parlato della potenziale vacuità dell’intelligenza artificiale nell’arte generativa, se questa non viene adeguatamente istruita dall’operatore umano.
L’AI ha a disposizioni velocità di elaborazione e produzione inimmaginabili, così come svariati Zettabyte(s) di informazioni a cui attingere, l’unico aspetto in cui l’uomo può fare davvero la differenza sta nel saper dare un filo logico ed una direzione a tutto questo, senza diventarne vittima passiva.
…e un po’ di presente
È arrivato il momento dell’applicazione nominata in apertura: Krea.AI. Il suo punto di forza è la grande semplicità d’uso, e come tale sarà plausibilmente il suo tallone d’Achille per gli utenti già esperti ed esigenti, che probabilmente migreranno su Stable Diffusion.
Ma per tutti gli altri costituisce un aggregato di più strumenti che non mancheranno di intrattenere per diverso tempo, qualora si decidesse di ficcarci dentro il naso.
La formula d’uso gratuita lascia libertà sufficiente per molti test, e si può tranquillamente passare alla versione a pagamento solo dopo aver consolidato le proprie basi operative e aver raggiunto i limiti del tool gratuito.
Logo Illusions
… e siamo arrivato al dunque: quello che il team di Krea.AI ha chiamato Logo Illusions.
Il pacchetto di soluzioni che ad oggi propone non si ferma a questo generatore di immagini “illusorie”, troverete anche:
- un Canvas di disegno che tradurrà in tempo reale le vostre forme stilizzate in qualcosa di figurativo (da provare, anche se a tratti caotico e imprevedibile);
- un tool di ingrandimento e miglioramento immagine
- un generatore di pattern (che pattern non sono, ma somigliano di più ad una variante del Logo Illusions, ma più concreto)
Altre parti sono in fase di rilascio o richiedono account a pagamento.
È oltremodo ovvio che la funzione Logo Illusions sia strettamente legata all’immagine in apertura di articolo, e anche se non credo sia possibile raggiungere risultati di quella qualità semplicemente usando il solo riquadro di prompt proposto, ce n’è di che divertirsi più che abbastanza.
Con l’account gratuito si possono generare fino a 50 immagini al giorno, scrivendo nel prompt il proprio desiderata e impostando il valore di presenza del logo con l’apposito slider.
A titolo dimostrativo ci sono già una serie di loghi famosi con cui provare, ma se ne possono caricare altri a piacimento, giocando sia sul logo in positivo che sulla sua controforma (da provare, i risultati cambiano).
Anche per le descrizioni nel prompt sono presenti degli esempi già pronti, giusto per prenderci la mano, e usando la stessa descrizione modulando l’intensità del logo si ottiene una serie di proposte anche molto distanti l’una dall’altra.
Conclusioni
Possiamo concludere qualcosa? Onestamente no, le porte aperte dall’arte generativa si moltiplicano esponenzialmente settimana dopo settimana, parlare di “conclusioni” adesso a me sembra parecchio antifrastico.
Possiamo parlare di opportunità, di sperimentazioni, di tentativi, ma di certo niente di conclusivo.
Questo viaggio è appena cominciato, e non finirà tanto presto, ma a differenza di questa semicitazione dal film 300, a noi credo piacerà parecchio.