Competitività e valore: intervista a Benny Landa

Benny Landa mostra la stampa su diversi materiali nei laboratori di Landa Digital Printing.
Benny Landa mostra la stampa su diversi materiali nei laboratori di Landa Digital Printing.

 

A poche settimane dall’apertura di drupa, Benny landa ha invitato i giornalisti a visitare il suo “impero”. Noi di Italia Grafica c’eravamo, ed ecco un estratto, il più interessante, delle parole di mr Landa.

Benny Landa mostra la stampa su diversi materiali nei laboratori di Landa Digital Printing.
Benny Landa mostra la stampa su diversi materiali nei laboratori di Landa Digital Printing.

All’ormai imminente edizione 2016 di drupa, l’israeliana Landa è pronta a partecipare mettendo in mostra nel contesto di appositi show una serie di inedite soluzioni. L’azienda fondata da Benny Landa, creatore del marchio Indigo che nel 2002 è stato acquisito da Hewlett-Packard, intende in particolare puntare i riflettori su tre nuovi prodotti. Si tratta di Landa S10, stampatrice nano-grafica per cartone pieghevole dalla velocità di 13mila fogli l’ora; di S10P, che alla stampa commerciale offre velocità da 6.500 fogli al minuto su doppia facciata; e della W10. Quest’ultima, una digitale indirizzata agli imballaggi flessibili e al cartone, promette di raggiungere sui grandi formati i 200 metri al minuto. A corollario di questo già di per sé ricco portfolio c’è la tecnologia di metallizzazione Nano-Metallography, adatta ai processi digitali come a quelli tradizionali che a paragone con il foil assicura una riduzione dei costi da ben 50 punti percentuali. Oltre agli assi nella manica forte dei quali il produttore, che ha lanciato il concetto di nano-grafia nel corso di drupa 2012, si prepara a presenziare all’esposizione tedesca, la conversazione che Italia Grafica ha avuto modo di condurre con il fondatore offre spunti di riflessione molteplici. E lascia anche il tempo e lo spazio per una moderata dose di autocritica: «Mi chiedete come immagini il volto dell’industria della stampa nel prossimo futuro», ha detto Benny Landa, polacco emigrato in Canada e poi in Israele, classe 1946, detentore di circa 800 brevetti mondiali, «e rispondere a questa domanda è per me quanto mai rischioso. Perché circa 25 anni fa avevo ipotizzato una diffusione del digitale molto più rapida di quanto essa si sia successivamente rivelata; e la sua conquista di una posizione di assoluto predominio nel mercato. Naturalmente, mi sbagliavo. Credo però che si sia alle soglie di una nuova epoca del digitale, che può vantare attualmente qualità e prestazioni uguali se non superiori a quelle dell’offset ma a fronte di costi in continua riduzione. Adesso l’alternativa è essere digitali o estinguersi e questo vale sia per i costruttori e sia per i fornitori di servizi. Se per decenni l’offset ha quasi monopolizzato il comparto, ora è il momento di un nuovo protagonista».

La stampante S10P per la stampa commerciale.
La stampante S10P per la stampa commerciale.

Qual è, mister Landa, l’identikit del cliente ideale delle soluzioni che presenterete a drupa?

«In prevalenza ritengo che a ottenere i maggiori benefici saranno i clienti le cui tirature di stampa restano inferiori alle 10mila operazioni, oppure ancora quegli utilizzatori che normalmente gestiscono formati di ampiezza uguale o superiore al metro. Per tutti, credo sia interessante la possibilità di passare senza difficoltà da una stampante di tipo tradizionale a una Landa, e questo vale a maggior ragione per gli sviluppatori di packaging in cartone flessibile. La mia opinione è poi che i modelli destinati a essere esposti a Düsseldorf siano invece meno convenienti per chi ha una tiratura da oltre 10mila pezzi, posti i vantaggi garantiti per esempio in termini di gamma dei colori. La scelta di passare alla stampa digitale è oggi anche di natura squisitamente economica: alcuni lavori possono ancora essere portati a termine efficacemente con le macchine tradizionali; per altri le Landa, che possono sostituirsi ai dispositivi di tipo offset, sono decisamente più concorrenziali.»

Un quadro del tutto diverso da quello che aveva ospitato l’esordio della tecnologia Indigo…

«Allora i benefici della transizione al digitale non erano di tipo economico, visti i più onerosi costi di queste tecnologie che avevano un ruolo trainante soprattutto sotto l’aspetto della personalizzazione. Al contrario in questo momento il digitale, una tecnologia radicalmente differente che assicura opportunità impensate, è estremamente competitiva anche in termini di costo per pagina. E gli utenti finali possono scegliere quali funzioni aggiuntive implementare in base ai clienti a cui si rivolgono.»

Nei vostri programmi rientra anche la fornitura di servizi di supporto a favore della clientela?

«Senza alcun dubbio. La nostra intenzione è quella di offrire loro supporto e informazioni, veicolando quel patrimonio di valore aggiunto che è tipico delle tecnologie digitali e che gli stessi utilizzatori delle stampanti Landa possono poi trasmettere a cascata anche alla loro clientela. Veri e propri programmi dedicati sono ancora in corso di definizione ma fanno già parte della nostra roadmap. Il valore aggiunto è la chiave di volta: quello dell’offset è chiaramente più basso rispetto a quello del digitale e questo vale naturalmente sia per le tecnologie in sé e sia pure per le stampanti.»

Vuole parlarci del modello di fruizione pay per use e delle strategie di erogazione dei servizi?

«Quel che intendiamo con la formula del pay per use è che a seguito dell’acquisto di una macchina, Landa si impegna a fornire tutte le dotazioni aggiuntive senza costi addizionali e che l’utilizzo della stampante è soggetto al pagamento di un fee basato fra l’altro su tipologia e dimensioni del lavoro e sulle superfici totali di stampa. Più piccola è la total area coverage e minori sono le tirature, più consistente è il risparmio, senza dimenticare il numero-limite complessivo delle operazioni di stampa, al quale abbiamo già accennato in apertura e che rende una Landa più o meno conveniente. Quanto ai servizi, prevediamo che in una fase iniziale essi siano erogati in forma diretta da parte dell’azienda, ma anche che in un secondo momento debbano entrare in scena delle terze parti. Il paradigma non è dissimile da quello che ha caratterizzato gli esordi di Indigo e che ci è stato di indubbia utilità anche per mettere a punto le nostre politiche commerciali presenti. Se si vuole dare l’idea di una autentica vicinanza ai clienti l’azione diretta è fondamentale, almeno inizialmente.»

Fa parte della gamma d’offerta di Landa anche l’organizzazione di corsi di formazione?

«Certamente. E la nostra intenzione non è solamente quella di fare training presso gli utenti, ma di prepararli adeguatamente perché essi stessi possano fornire dei servizi alla loro clientela finale.»

Il mondo degli imballaggi è fra quelli che denotano i tassi di evoluzione più importanti e il packaging è oggi uno strumento di comunicazione e interazione con il mercato. Quali nuovi valori e soluzioni possono assicurare le nanotecnologie al segmento della stampa funzionale?

«L’aggiunta di parti attive e passive, circuiteria, tag in radiofrequenza (Rfid) e inchiostri speciali è sicuramente qualcosa più che una semplice ipotesi all’interno dei nostri piani di sviluppo. Le tecnologie di stampa funzionale stanno crescendo e vedremo quali di esse sarà possibile integrare.»

Nel packaging una proprietà essenziale è poter godere di processi ripetibili: come la garantite?

«Possiamo contare su un sistema di controllo completo della qualità a circuito chiuso, nel quale ogni singolo pixel viene sottoposto immediatamente a verifica e che assicura la correzione istantanea degli eventuali difetti e il giusto bilanciamento dei colori. Già allo stato attuale, per esempio, la gestione dei colori è estremamente stabile. Grazie ad architetture computerizzate puntiamo sull’automazione delle operazioni e a rendere il più possibile superflui gli interventi umani. Un solo operatore potrà sovrintendere alla gestione di più stampanti e di più lavori, con il contributo di grandi schermi e touchpad. Nell’era dei controlli elettronici, facendo leva sulle nostre eccezionali interfacce-utente il singolo operatore è sufficiente per il monitoraggio di più mansioni specifiche. Digitale e nano-grafica rendono possibili scenari inimmaginabili ai tempi dell’offset: il nostro modello prevede che non si debbano cambiare i cliché di volta in volta e che lavori e processi molteplici possano essere organizzati con una flessibilità che le tecniche tradizionali non offrono, limitando gli interventi da parte del personale alla sola alimentazione della carta. Quest’ultima non richiede ulteriori aggiustamenti e le impostazioni usate possono esser salvate e richiamate in futuro.»

Come giudica il livello di resistenza a luce e graffi della stampa basata sui nano-inchiostri?

«Il mio parere è che risultati eccezionali siano già stati ottenuti per quel che concerne la resistenza alla luce mentre vadano ancora fatti dei passi in avanti nell’ambito della resistenza ai graffi. Uno fra i nostri punti di forza è poi quello di poter raggiungere esiti importanti su qualunque superficie.»

Quali ritiene che siano, allo stato attuale, i maggiori limiti delle tecnologie di nano-grafica?

«Le limitazioni principali sono rappresentate dalla velocità di iniezione degli inchiostri dalle testine, che naturalmente incide sulla velocità di stampa. Sono in corso ricerche del valore di svariati milioni in questo segmento e confidiamo in un loro positivo sviluppo. Con una incrementata rapidità di iniezione potremmo raggiungere con le nostre tecnologie prestazioni analoghe a quelle del web offset. Quel che senz’altro non rientra nei nostri intenti è avviare in proprio una produzione di testine dedicate, patrimonio di altri produttori esperti che vi dedicano ingenti investimenti.»

Campioni a confronto.
Campioni a confronto.

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