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Costi del gas: fermare volatilità e subito interventi compensativi per mettere al sicuro la filiera della carta

“I rincari del gas sono insostenibili e troppo volatili e con questa situazione si rischia di fermare gli impianti. Anzi alcuni si sono già fermati. Il giorno 7 marzo il costo del gas ha segnato il massimo di 227,2 Euro MWh” dichiara Massimo Medugno direttore di Assocarta e della Federazione Carta Grafica a margine dell’audizione sull’AC 3495, il disegno legge di conversione del Decreto Legge n. 17/2022 sul contenimento dei costi energetici di fronte alle Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive “In Borsa quando c’è un eccesso di rialzo il titolo viene sospeso. Questo non avviene per le quotazioni del costo del gas (e neanche CO2) e tutto questo rende impossibile gestire le imprese”.

La filiera della carta – di fronte all’esplodere dei costi dell’energia, alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e alle strozzature nei sistemi di trasporto – sta subendo i colpi della congiuntura. Essi sono resi ancora più pesanti dalla crisi Russia-Ucraina, che speriamo si risolva al più presto per ragioni umanitarie e non economiche.

“Va fermata la corsa del costo del gas con iniziative a livello europeo e a livello nazionale. Occorrono misure compensative immediate: attuare al più presto la gas release per estrarre più gas Made in Italy con un meccanismo di anticipazione finanziaria, e rendere applicabile il credito d’imposta in una prospettiva biennale o almeno annuale” spiega Massimo Medugno.

“Vanno introdotte delle misure ex novo per promuovere l’autoproduzione di energia elettrica rinnovabile nei settori energivori – a rischio delocalizzazione – attraverso la cessione dell’energia rinnovabile ritirata dal GSE a prezzi equi ai clienti finali energivori” continua Medugno. “Intervenire sui costi energetici alla produzione significa rendere più efficiente l’impiego delle risorse nel contrastare meglio l’inflazione ed evitare ulteriori interventi per contenere il carovita” conclude Medugno.

La filiera della carta ha un ruolo strategico e imprescindibile per il Paese con un fatturato di oltre 21 miliardi di euro, pari a circa l’1,3% PIL, generato da quasi 165mila addetti attivi in oltre 17mila aziende. Gli imballaggi a base di fibre riciclate sono un materiale essenziale e prioritario per la conservazione e il trasporto di ogni bene di consumo e nell’industria alimentare e farmaceutica. L’utilizzo delle carte igienico-sanitarie rappresenta un fondamentale presidio per l’igiene. La carta e la stampa sono indispensabili nel campo dell’informazione e dei consumi culturali. Oltre alla crisi delle industrie, il rincaro del gas rappresenta un pericolo per l’economia circolare, in quanto è il vettore energetico usato per riciclare la carta.

Sono sempre più numerose le cartiere italiane costrette a sospendere la produzione. Il peso della bolletta del gas sul fatturato è aumentato del 400% solo nel 2021 rispetto 2020. E dall’inizio del 2022 il dato è molto peggiorato fino ad essere decuplicato, in alcuni giorno addirittura quindici volte in più. Secondo una veloce indagine campionaria messa a punto da Assocarta il 30% della capacità produttiva cartaria in Italia è ferma o ha rallentato la produzione ad oggi 11 marzo.

Durante il lockdown del 2020 l’importanza della filiera della carta e della grafica era stata confermata dalla scelta delle autorità di riconoscerne il carattere di essenzialità di pressoché tutte le attività produttive della filiera, che di fatto non si sono mai interrotte. La filiera durante il lockdown ha fatto relativamente poco ricorso alla cassa integrazione. In questa situazione è costretta, invece, ad interrompere le attività.

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