Sono decisamente interessanti i dati emersi dalla ricerca Nielsen presentata recentemente al Salone internazionale del libro di Torino. L’indagine commissionata da Aie, l’Associazione Italiana Editori, ha mostrato quanto il mercato del libro tenga ancora piuttosto bene nonostante le ristrettezze economiche che inducono le famiglie a limitare i consumi culturali.
Il canale trade, ossia la grande distribuzione, le librerie fisiche e le librerie online (esclusa però Amazon), ha fatto segnare -2,6% a valore e -4% a volume nei primi tre mesi e mezzo del 2015, facendo retrocedere a metà i valori negativi del medesimo periodo del 2014. Crollano le vendite nella Gdo e perdono molto le librerie di catena, ma crescono le librerie indipendenti e quelle online. In particolare le librerie indipendenti registrano in questo inizio anno una sorprendente crescita del +2,3% a volume e dell’1,9% a valore. Un dato molto interessante se si guarda alla pesante defaillance della grande distribuzione (-14,8% a volume, -12,2% a valore) e al calo imprevisto delle catene (-3,9% a volume, –3,7% a valore).
E sono ancora i libri per bambini a sostenere il mercato del libro. Ma questa volta con un sostegno in più, quello delle librerie indipendenti, che contribuiscono per il 75% alla crescita dell’editoria per ragazzi e riescono anche ad attenuare, con le loro performance, le basse performance della fiction.
I generi più venduti del 2015 sono quindi quelli destinati ai ragazzi, che registrano un incremento pari al 6,4% a volume. Ciò significa che oltre due copie delle dieci vendute complessivamente nei canali trade (il 22% del totale) sono libri per bambini e ragazzi. Per quanto riguarda la saggistica, il suo peso cala del 4,1%, il genere lifestyle (guide, libri di cucina ecc.) si riduce del 5,6% mentre la manualistica diminuisce del 5,4%.
La fiction ne esce invece piuttosto bene, grazie soprattutto all’influenza benefica delle librerie indipendenti, che ne attenuano la dinamica negativa.
Tra gli altri indicatori importanti si segnala la diminuzione dei titoli dei libri di carta (-3,4% rispetto allo stesso periodo del 2014) e un calo più contenuto per gli hardcover rispetto ai paperback. Per quanto concerne gli e-book, aumenta in modo verticale il settore dell’editoria digitale (+66,6%) con un totale di 12.375 titoli, spinto anche da un’Iva molto favorevole, ridotta al 4% dal primo gennaio.
In Italia il mercato dell’e-book vale 60 milioni di euro e la sua crescita è vista ancora con sospetto e senso di rivalità dal mondo della carta stampata. Ma è ancora difficile generalizzare sui bacini dei lettori di entrambe le categorie. Soprattutto guardando a una delle ultime rilevazione targate Nielsen, dove si evidenziava che gli adolescenti, cioè la generazione dei «nativi digitali», leggono più libri che e-book.
«I segnali cominciano a essere incoraggianti per il settore del libro», commenta a caldo il presidente di Aie Marco Polillo. «È vero, facciamo i conti ancora con un segno meno. Il paesaggio dopo la tempesta però non è più lo stesso: sono cambiati i comportamenti dei clienti e dei nostri lettori ed è su questi elementi di innovazione che gli editori dovranno confrontarsi nei prossimi mesi e anni. Se poi consideriamo oltre al mercato dei libri di carta anche il segmento e-book e le performance di Amazon – perché, tocca ribadirlo, Amazon non fornisce i suoi dati – non escludiamo che quel segno meno sui libri di carta si traduca per tutto il mercato del libro in un segno più. Se così fosse, sarebbe una vittoria di tutti. Così come è una vittoria per tutti il fatto che uno dei nostri pilastri più importanti, quello delle librerie indipendenti, sia oggi in crescita, tanto da contribuire a invertire la tendenza».