Digitale&offest

Digitale e offset: un matrimonio che s’ha da fare

The equipment for a press in a modern printing house

Sempre più verso un’integrazione tra digitale e offset: a che punto siamo, settore per settore.

Continuità e complementaritàdei sistemi di stampa è la strada che si sta percorrendo oggi. L’integrazione tra offset e digitale si compie armonizzando e combinando le tecnologie, superando i limiti di ognuna al fine di ottenere il risultato migliore. Ma attenzione, l’integrazione non è uguale con ogni processo di stampa.

Print4All è stata sicuramente un successo e una ventata di ottimismo nel settore della stampa. I commenti positivi, l’interesse dei partecipanti, la qualità delle proposte presentate fanno capire che un evento di settore era ed è necessario. È apparsa subito evidente l’assenza di macchine da stampa tradizionali a discapito di una discreta presenza di macchine da stampa digitali di grande e piccolo formato. Potrà sembrare una forzatura, ma già questa semplice constatazione ci porta a capire come il tema dell’integrazione tra offset e digitale sia già una realtà nella più ampia accezione di prodotto stampato e nobilitato. Quest’ultimo, tema principe della scorsa drupa e argomento forte dell’ultimo LabelExpo, è la dimostrazione stessa che il prodotto stampato in digitale è una realtà e ha bisogno della stessa evoluzione nel post stampa. I settori dove questa integrazione è già presente sono disomogenei, ma la tendenza è quella di avere sempre più una continuità e una complementarità dei processi di stampa.

L’integrazione nei vari mercati

Assente in fiera, il settore che da tempo ha portato avanti una progressiva integrazione è l’editoria sia narrativa sia scolastica. Con una forte presenza sia di macchine a bobina sia a foglio, in questo settore sono i fattori di mercato che trainano la richiesta: gestione delle ristampe, produzione su richiesta e ordini di bassa tiratura. L’evoluzione della domanda nell’editoria scolastica ha portato molti stampatori a integrare linee digitali per la gestione di codici e contenuti in dato variabile in continuità con la produzione massiva in offset. Questo è stato favorito anche dalla richiesta tecnica del settore, in termini di formati e qualità visiva, che ha reso le diverse tecnologie di stampa digitale apprezzabili e valide sia in stampa sia in finitura.

Il settore etichetta è l’altra area dove il confine tra stampa digitale e stampa convenzionale si è ridotto, riferito al campo di applicazione e ai lotti di produzione. Quasi totalmente a bobina, la richiesta del mercato è il fattore che ha spinto molti produttori a guardare con interesse e a compiere investimenti nella direzione digitale. Pur essendoci ancora molti limiti tecnici riferiti alle specificità di ambito (il vino ha ancora le sue ferree esigenze ad esempio), la domanda di personalizzazione dei contenuti nell’etichetta è in continua crescita e ha portato ad avere linee digitali in linea con sistemi di stampa convenzionali.

Il fatto che questi due settori abbiano per primi intuito i benefici della integrazione tra digitale e convenzionale ha come denominatore comune la specificità dello stampatore in un settore, con riferimenti tecnici e numeri di produzione che possono supportare l’investimento. Per lo stesso motivo il prossimo settore dove questa integrazione diventerà operativa è quello del packaging, un vasto mondo dove ci sono filoni di sviluppo di prodotto già in essere e manca solo il salto produttivo.

Nel settore del packaging stiamo assistendo a una progressiva crescita delle installazioni di macchine flatbed e macchine da taglio connesse per la realizzazione di espositori punto vendita, allestimenti vetrina, prototipi e micro tirature di scatole ad alta personalizzazione. In altri ambiti del settore le richieste di pezzi per commessa sono ancora molto elevate per poter considerare una continuità tra produzione offset e produzione digitale. Tuttavia, alcune produzioni di astucci, scatole e pack di secondo livello, ad esempio nel settore parafarmaceutico e nel mondo bio, sono già in essere sia per supportare il lancio commerciale di nuove linee sia personalizzazione per i punti vendita.

La difficoltà di avere un’integrazione produttiva in questo settore è data da fattori tecnici sia in stampa, ad esempio la riproduzione di tinte di marchio o l’ottenimento delle idoneità per alcuni settori, sia in allestimento data l’esiguità dei numeri prodotti verso le macchine che fanno queste operazioni, richiedendo spesso operazioni manuali per finire il prodotto. Di fatto gli sviluppi delle macchine a foglio digitali “offset style” guardano al settore del packaging come primo ambito con l’obiettivo di avere continuità in qualità e una capacità produttiva integrabile con le produzioni tipiche del settore, rendendo possibile sviluppare, all’interno della medesima commessa, sia produzioni di massa sia produzioni personalizzate.

Il settore della stampa commerciale si avvale già parecchio della stampa digitale, ma, a parte alcuni produttori nell’online print, è da poco che è iniziato un vero percorso di integrazione. Spesso le macchine da stampa digitale assolvono compiti produttivi accessori alla produzione centrale in offset e lo spostamento da una tecnologia all’altra è dettato unicamente da i costi e dalle tempistiche di consegna. Il carattere generalista di questo tipo di stampatori rende molto alta la variabilità dei lavori da mettere in macchina e pur essendo questo uno dei capisaldi della stampa digitale, alcuni limiti derivanti per lo più da formati e costi di produzione, e una notevole automazione ed efficientamento negli avviamenti offset, hanno portato molti stampatori a essere ancora poco inclini a fare scambi di produzione. Tuttavia, questa tendenza ha iniziato a modificarsi da qualche anno e con l’arrivo di macchine da stampa digitali a foglio 50×70 tutto il comparto è in rapida crescita.

Bisogna mettere al centro il prodotto stampato: lo stampatore deve scegliere la tecnologia più adatta per ottenere il meglio

Lo stampato al centro

Proprio quest’ultimo salto tecnologico di formato porta alla domanda che molti visitatori del Print4All hanno posto e alla quale hanno cercato risposta: quale integrazione tra offset e digitale? Come dicono molto bene le aziende intervistate nelle prossime pagine, un ruolo predominante è dato dai workflowche sono in grado di gestire in modo integrato le commesse per entrambe le soluzioni di stampa e da un cambio di paradigma nella logica di gestione delle macchine da stampa offset e digitali che siano: ma questo non è ancora sufficiente.

Il prodotto stampato è il risultato di ragionamenti di aziende terze al mondo della stampa che hanno esigenza di comunicare qualcosa del proprio prodotto e sul proprio prodotto. Per farlo applica economie di scala dove necessario e criteri di massima visibilità ed efficacia dove richiesto, mettendo budget di spesa più o meno consistenti in una o in un’altra direzione. Ecco la sfida che ogni stampatore si troverà sempre di più a far fronte: promuovere la domanda, rispondere alle richieste.

L’integrazione tra offset e digitale si compie adottando e mixando i processi di stampa su un unico prodotto superando i limiti tecnologici per ottenere i migliori risultati. Alla capacità di saper gestire i dati che arrivano dai clienti, e in questa direzione sono già molteplici le possibilità, c’è l’esigenza di stampare questi dati in modo omogeneo, mantenendo sotto controllo i dati tecnici, organizzando i tempi e le sequenze delle operazioni di stampa e allestimento, con uno stretto controllo e ripartizione dei costi per assolvere la produzione di commessa. Questa evoluzione molto serrata è quanto emerge dalle richieste del mercato che usufruisce del prodotto stampato e da quanto i produttori di macchine da stampa digitale e offset stanno facendo.

Non bisogna fare l’errore, come in molti processi di integrazione è avvenuto, che l’integrazione sia uguale con ogni sistema e processo. La specificità di alcune macchine da stampa digitali è tale per cui ci può essere solo un’integrazione di processo nella gestione della commessa (è l’esempio delle tecnologie flatbed); con altre macchine digitali si può generare segnature da integrare nelle raccolta e quindi avere un totale allineamento con le macchine offset. Promuovere la domanda e rispondere alle richieste vuol dire mettere al centro il prodotto stampato, vuol dire, per uno stampatore, ragionare e sviluppare produzioni assieme ai propri clienti accettando che anche una macchina da stampa offset può generare un semilavorato da finire in macchina da stampa digitale. E questo è l’opportunità che le nuove tecnologie integrate possono dare.

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