Nobilitazione

Digitale e personalizzazione: il flusso di lavoro

Dal file alla stampa: gestione, razionalizzazione e ottimizzazione del workflow.

Far riconoscere un consumatore in un prodotto è lo scopo ultimo di ogni campagna pubblicitaria e le forme per ottenere questo risultato sono molteplici. Nella stampa questo risultato è ottenibile tramite la personalizzazione a più livelli dello stampato. Ora che anche la nobilitazione è digitale sempre più spesso si affida a questo passaggio la parte relativa alla personalizzazione.

La personalizzazione dello stampato è il vero elemento distintivo e di unicità della stampa digitale e questo può essere allargato anche ai processi di nobilitazione digitale. Personalizzare significa differenziare ogni stampato per un elemento e la nobilitazione in digitale porta un indubbio vantaggio: personalizzazioni su produzioni massive offset.

Quali sono, ad oggi, le nobilitazioni digitali che è possibile realizzare:

  • verniciatura UV flat e spessorata;
  • applicazione foil (diretto o a due passaggi);
  • stampa bianco, fluorescenti, metallizzati (toner e inkjet);
  • plastificazioni tattili e con effetti ottici.

Affinché queste tecniche possano essere utilizzate è necessario predisporre un flusso di lavoro passo a passo che porta i dati alle macchine e capire quali possono essere le aree di rischio da considerare. Come tutti processi di stampa digitale è il filela matrice del processo e spesso, causa l’immediatezza della realizzazione e le quantità ridotte rispetto alle tecniche convenzionali, si riducono i controlli e le verifiche pur di ridurre i tempi; ma quando si vuole usare la nobilitazione digitale in dato variabile bisogna necessariamente riesumare un adagio che diceva sempre un mio superiore «fai piano che ho fretta», perché un errore può pregiudicare tutta la produzione.

La dotazione tecnica è il primo elemento da considerare quando per poter realizzare uno stampato personalizzato:

  • un database strutturato;
  • un sistema di gestione dei contenuti;
  • composizioni grafiche specifiche;
  • un software di automazione in grado di costruire ed eseguire regole di composizione grafica e di plance di produzione.

Questi elementi sono gli stessi che si utilizzano per la produzione di stampati a dato variabile e la differenza di utilizzo è nelle opzioni e nelle impostazioni da adottare specifici per il tipo di nobilitazione che si vuole applicare; cambieranno il numero di informazioni da processare, le limitazioni da adottare e il numero e criterio di controlli da adottare.

Database strutturato

Avere un database strutturato è fondamentale perché permettere l’utilizzo corretto dei dati ed eseguire efficaci controllidi produzione. Tutti i dati che compongono lo stampato possono essere facilmente inseriti in strutture che ne consentono la ricerca efficace e la composizione automatica. Compito dei database è costruire le relazioni tra questi dati affinché, una volta eseguito la domanda (query) di ricerca ci sia una risposta coerente e completa.

Un esempio di tutti i giorni sono le ricerche che si compiono nelle banche date immagini dove, inserendo alcune parole chiave (keyword) ci vengono proposte una serie di immagini. Queste keyword sono inserite al momento del caricamento (update) delle immagini nel database e sono scelte tra una serie di parole già inserite. Ad esempio, quando carico una immagine di una pizza potrebbero essere inserite le seguenti parole chiave: cibo, forno, pomodoro, mozzarella, Italia, Napoli, margherita, fast food, lievito, cotturae via di seguito. In questo sia a chi sta facendo un volantino per una pizzeria, sia a chi sta impaginando una guida turistica sull’Italia potrà comparire questa immagine. Per questo motivo un database non è un mero software bensì un servizio che richiede competenze informatiche e organizzative oltreché una infrastruttura hardware in grado di garantire continui incrementi e rapidi accessi.

Contenuti

I contenuti che il progetto grafico dovrà contenere saranno composti da elementi variabili e da elementi fissi. Mentre sugli elementi fissi è possibile eseguire un controllo completo prima di andare in stampa, per gli elementi variabili questo potrà essere fatto solo controllando uno per uno i documenti (record) che sono stati generati con grande dispendio di tempo. Per questo è importante eseguire alcune estrazioni di dati rilevanti affinché sia possibile controllare che ci sia congruità e uniformità stilistica tra contenuti fissi e variabili. I controlli di congruenza e uniformità variano in funzione del grado e tipo di personalizzazione e può riguardare, ad esempio, il genere, la grammatica, lo stile cromatico e figurativo delle immagini.

Ad esempio, le immagini possono essere archiviate già con maschere di selezione da utilizzare per realizzare nobilitazioni selettive. Sarà importante che le maschere siano tutte nominate nello stesso modo affinché i RIP dei sistemi di nobilitazioni siano in grado di identificarle e utilizzarle in modo corretto.

Grafica

La composizione della grafica richiede una scrupolosa attenzione nei particolari che possono creare criticità sia negli elementi fissi sia in quelli variabili. Per ridurre le criticità e gli errori è fondamentale sapere quale processo di stampa e di nobilitazionesarà utilizzato. Le specifiche delle tecniche di stampa e di nobilitazione incidono in modo diretto sullo spessore delle linee, su il tipo di carattere, sul numero di passaggi necessari per realizzare lo stampato, sugli spessori da realizzare.

Ad esempio, se consideriamo la personalizzazione di una copertina di un’agenda con il nome del destinatario su prodotto finito, quasi certamente si utilizzerà un sistema di stampa digitale flatbed UV che potrà stampare anche in modo stratificato per ottenere un effetto rilievo, probabilmente con un fondo bianco e un colore in sovrastampa. Per questi motivi il carattere usato dovrà avere aste e occhielli spessi e, in caso di grazie, si dovrà aumentare il kerning (distanza tra le lettere) per evitare inestetici accoppiamenti dovuti all’inevitabile ispessimento generato da i molteplici passaggi.

Se si sta preparando un invito che richiede una applicazione di foil tramite sleeking sarà necessario considerare che il supporto subirà almeno tre passaggi stampa – calandra – stampa che prevedono temperature elevate che stressano il supporto deformandolo. Per questo sarà necessario considerare tolleranze di registro più ampie perché richieste da i doppi passaggi in digitale e delle doppie fusioni.

Affinché tutto il lavoro di stampa non sia compromesso nella fase di nobilitazione è necessario stabilire da subito quale tecnica sarà utilizzata perché nel successivo controllo qualità in produzione la difettosità sarà difficilmente individuata. In questo caso l’errore sarà enfatizzato dall’occhio del destinatario in quanto direttamente riferito a lui annullando o addirittura invertendo l’intento comunicativo.

Regole di personalizzazione

Le regole possono essere suddivise in due macro aree: immissione e formattazione dati, composizione dello stampato. Più sono stringenti le prime minori saranno i possibili errori nell’esecuzione delle seconde. Suddivisione dei campi, numero di caratteri, uniformità della dimensione e coerenza cromatica delle immagini sono alcune delle aree su cui è necessario prestare attenzione affinché la successiva composizione sia efficiente e con un numero ridotto di interventi posto elaborazione.

La composizione di uno stampato personalizzato necessita di regole che vengono scritte ed elaborate all’interno dei software di personalizzazione. La costruzione di queste regole determina quali e con quale sequenza devono essere utilizzati i campi dei database, come agire in caso di campi vuoti, quali azioni compiere in caso di variazione di aree di testo e spostamento di elementi grafici, quali e come gestire le eccezioni.

La verifica dei risultati visivi prodotti da queste regole è determinante per individuare quali problematiche potrei incontrare in fase di nobilitazione, come variazione di posizione per cambi di gabbia che possono impattare nella stesura del foil o come i segni fonetici che possono creare vistosi inestetismi di interferenza con grafismi in prossimità o troppo sottili rispetto alla forza del carattere.

Formato file da processare

Se per il mero processo di stampa digitale possiamo utilizzare diversi formati di file grafici e non, per fare delle nobilitazioni digitali si deve necessariamente utilizzare il formato PDF sia per il posizionamento sul foglio, sia per la gestione del multipagina, mentre la versione dipende dal RIP che gestisce il sistema. La personalizzazione della nobilitazione è sempre riferita a parti dello stampatoe solo quegli elementi sono necessari nel file da inviare. Il formato PDF/VTè la migliore soluzione per la trasmissione corretta di contenuti e grafica nei sistemi digitali che integrano stampa e nobilitazione in un unico sistema. Il PDF multipagina già compilatova bene per i sistemi di sola nobilitazione.

Inoltre, per i sistemi di stampa digitale di piccolo e grande formato che prevedono l’utilizzo di colori speciali come il bianco, i fluorescenti, metallizzati, trasparenti si dovranno adottare le regole indicate dal produttore delle macchine per costruire il file in modo corretto (disposizione di livelli, assegnazione di nomi a colori speciali, gestione delle densità, ecc…).

I file possono essere sia vettorialisia rasterperché i RIP sono in grado di utilizzare al meglio i dati sottoposti. Tuttavia, è da considerare che per alcune applicazioni fornire un dato già rasterizzato può essere utile ad avere un migliore controllo sul risultato finale come nel caso di applicazioni di vernici o foil in degradè evitando la generazione di inestetismi come punti diffusi e aggrappi parziali. Il peso non deve preoccupare perché trattandosi per lo più di maschere sono file bitmap o al massimo in scala di grigi.

Regole di produzione

Quando si esegue una produzione a dato variabile è importante valutare la sequenza di tutte le operazioni che serviranno per realizzare e consegnare il prodotto finito perché queste determinano come andrà stampato e nobilitato. Più la personalizzazione è stringente (nomi, numerazioni progressive le più stringenti) più sarà necessario progettareplance di stampa e sequenze di taglio che non alterino queste sequenzialità o che interferiscano con gli elementi di controllo (crocini, tag, codifiche).

Infatti, alcuni sistemi di nobilitazione digitale prevedono l’inserimento di crocini/tag di riconoscimento che servono per identificare l’effettivo formato stampato e, se necessario, eseguire il ricalcolo del file per compensare eventuali movimenti del supporto e l’inevitabile fuori registro. Questi segni si riferiscono alla plancia e non al singolo record per cui devono essere applicati con post imposition. Oppure facendo lo sleeking i passaggi multipli provocano continue inversioni delle sequenze dei fogli aumentando il rischio di errori nelle sequenze numeriche o logiche che ordinano lo stampato.

Se la personalizzazione prevede la casualità di pattern o texture sarà necessario considerare il prezzo/beneficio tra eseguire la casualità in produzione o in post produzione, cioè nel momento dell’assemblaggio o applicazione (nel caso si etichette o sleeve) dello stampato. Il continuo cambio di pattern potrebbe portare a generare uno spreco di materiali e un allungamento dei tempi di produzione non previsto; ogni produttore di tecnologia saprà dare le migliori indicazioni in merito a questa applicazione.

Se in fase di progettazione sono state compiute le corrette considerazioni sulla tecnica di nobilitazione da utilizzare si crea una catena di valore unica che permette di valorizzare la produzione stampata standard creando effetti visivi e sensoriali diversi e di alto impatto per il destinatario finale.

Strumenti di controllo e verifica

In ogni processo di produzione a dato variabile la domanda che spesso ci si chiede è: come faccio a essere sicuro che tutto sia stampato? Che la qualità sia conforme per tutti i fogli o prodotti? I controlli qualitativi in produzionesono gli stessi che sono eseguiti durante la produzione a dato statico: uniformità cromatica, rispetto dei parametri della norma di riferimento, controlli specifici del tipo di nobilitazione applicata; quest’ultimi sono determinati dal tipo di tecnologia che si utilizza e il confronto con il campione di riferimento.

Il controllo della effettiva stampa di tutti i record è fatto sia con controllo numerico (numero di fogli/metri prodotti) sia con l’utilizzo di codici (QR, Barcode, Datamtrix, ecc…) che racchiudono informazioni univoche del record e che sono letti in produzione tramite scanner o telecamere, sia con i sistemi proprietari dei vari produttori di macchine che forniscono feedback sulla effettiva produzione di tutti i record/pagine/fogli/pezzi previsti. I sistemi di codifica non sono utilizzabili nel caso di stesura vernici e possono rappresentare uno spreco nell’applicazione del foil; se necessari, saranno stampati in un’area del record o del foglio macchina e successivamente letti per confermare l’effettivo passaggio nel sistema di nobilitazione scelto.

Ogni altro controllo su contenuti e grafica deve essere definito a monte, nella fase di progettazione e scelta/costruzione dei database, generando esempi che identifichino le situazioni critiche, creando campioni da utilizzare successivamente in produzione. Infatti, uno dei vantaggi dell’utilizzo delle tecnologie digitali di stampa e di nobilitazione è la possibilità di realizzare, in fase di progettazione, dei campioni conformi all’originale e dunque avere un riscontro visivo immediato del prodotto finale.

Conclusioni

Come per la stampa digitale, la nobilitazione digitale ha nella variabilitĂ  una potenzialitĂ  di crescita enorme perchĂ© può interagire con diversi sistemi di stampa e favorire un doppio valore nobilitando e personalizzando produzioni seriali. Ma è necessario che tutta la filiera interscambi informazioni perchĂ© il rischio di stravolgere i progetti corso d’opera per limiti tecnici e il grado di unicitĂ  dei pezzi prodotti rischiano di generare costosi e frustranti errori e ritardi. Viceversa sarĂ , come diceva il celebre Bruno Pizzul, «tutto molto bello»…

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