Software

Efi, workflow veloci, efficienti e remunerativi

Tutti i livelli di automazione raggiungibili con Fiery JobFlow

I flussi di lavoro in prestampa sono sempre stati oggetto di continue implementazioni per quanto riguarda l’automazione dei processi. E mai come in questo momento, nell’era delle piccole tirature e dei tempi di consegna ultrarapidi, si fa sentire l’esigenza di workflow veloci, efficienti e soprattutto remunerativi.

Tuttavia gli stampatori sono spesso preoccupati dell’investimento da sostenere per ammodernare il proprio workflow di stampa o per crearne uno ex novo. Abbiamo chiesto allora ad Alessandro Bellotti, senior sales development manager di Fiery, di spiegarci come è cambiato il mercato negli ultimi anni e quali opportunità si possono sfruttare oggi per avvicinarsi senza troppi scossoni il complesso tema dei flussi di prestampa.

Il valore cruciale della prestampa automatizzata

Esistono infatti molti percorsi per fare comprendere alle aziende il valore aggiunto di queste implementazioni e come l’investimento sostenuto possa essere rapidamente ammortizzato. «È vero, c’è una certa diffidenza tra gli stampatori», esordisce il manager Fiery. «E questo è dovuto principalmente al fatto che esiste ancora un grande asimmetria informativa su questo tema complesso. Un recente sondaggio di InfoTrends condotto su più di 200 fornitori di servizi di stampa mostra che circa il 50% dei rispondenti è convinto che il ritorno sull’investimento di un workflow sia poco chiaro o impossibile da quantificare mentre il 45% ritiene che l’automazione dei flussi di lavoro sia una scelta troppo costosa mentre. A questo si aggiunga il fatto che oltre il 23% del campione pensa di non avere le competenze necessarie per implementare una maggiore automazione. Tutto ciò dimostra che il mercato non è ancora pronto e che c’è ancora molto diffidenza verso un mondo altamente digitalizzato che non si conosce. E che quindi intimorisce».

«Se si parla di hardware il cliente è ben preparato e sa valutare e anche apprezzare le singole soluzioni, ma quando si tratta di flussi di lavoro le cose stanno diversamente perché lo stampatore, anche quello più grande, non ha una piena dimestichezza con questi argomenti. Si nutre quindi di atteggiamenti e abitudini del passato. Tuttavia, quando si comincia a proporre argomentazioni legate al contenimento dei costi e alla ricerca di marginalità dell’azienda, allora tutto cambia», sostiene Bellotti. «I manager iniziano a drizzare le orecchie e ad apprezzare le dinamiche produttive che portano a una riduzione dei costi di processo. Non solo, la possibilità di ridurre gli errori nascosti nei file, e al tempo stesso correggerli, aumentando quindi l’efficienza dei processi, inizia a insinuarsi nella mentalità degli stampatori e a incoraggiarli a fare delle prove, se non proprio dei tentativi».

Dall’acquisto all’ammortamento

Ogni stampatore pensa inoltre di avere un’esigenza personale di workflow che necessiti di un percorso molto customizzato, forse troppo. Molto spesso si tratta invece di un iter di sviluppo standardizzato che i produttori di soluzioni di prepress automation conoscono bene sulla scorta di implementazioni già fatte con precedenti clienti.

Di tutt’altro tipo è invece l’approccio che Fiery ha introdotto con il lancio sul mercato del flusso di lavoro Fiery JobFlow: «Abbiamo deciso di raggiungere i clienti in maniera indiretta attraverso l’inserimento del flusso di lavoro JobFlow Base all’interno di tutti i nostri sistemi Fiery esterni. In tal modo gli stampatori già hanno la piattaforma Fiery disponibile di default e, se vogliono, possono decidere di implementarla a piacimento, in piena libertà. In ogni caso possono utilizzarla in modalità “free” perché è già presente nella sua versione base gratuita. Questo offre l’opportunità di imparare da soli a gestire i flussi di lavoro su un livello di automazione minimo per poi procedere, una volta acquisito un minimo di dimestichezza, verso l’upgrade di soluzioni più sofisticate e integrate», spiega Bellotti.

In questo modo, senza fare alcun investimento, i clienti possono installare facilmente e provare JobFlow Base senza chiedere nulla a nessuno, riuscendo anche a lavorare con qualsiasi sistema operativo. «Con questo metodo stiamo lentamente conquistando la fiducia degli stampatori, anche quelli più scettici e resistenti. E i risultati si vedono già».

Integrazione e Roi

Con livelli upgradati di JobFlow è possibile integrare le macchine fuori linea con un semplice click, che può essere veicolato semplicemente via web. Ma non è finita. È infatti possibile pilotare altre tipologie di macchine, come ad esempio quelle di verniciatura Uv, integrando queste soluzioni in un flusso di lavoro automatizzato. Si tratta quindi di una soluzione pressoché generalista, nel senso che può essere allacciata e interconnessa a tantissimi altri sistemi e software, ma nello stesso tempo è possibile personalizzarla al massimo a seconda delle specificità del suo utilizzo settoriale. Comprendo quindi molte fasce di prezzo.

«In realtà il posizionamento di prezzo si pone in una fascia medio-bassa andando a intercettare la vasta platea di quegli stampatori sempre più consapevoli del risparmio dei costi e soprattutto del recupero dell’investimento», spiega il manager Fiery. «Queste soluzioni di automazione, oltre a elevare il livello di produttività ed evitare spiacevoli sorprese, permettono infatti di eliminare i colli di bottiglia ed evitare lunghe attese nell’elaborazione dei lavori. Ma soprattutto consentono di impiegare meglio i propri addetti impegnandoli in altre operazioni che hanno un margine di profitto maggiore».

«Abbiamo inoltre messo a disposizione dei clienti un calcolatore del ritorno dell’investimento. Si chiama Roi Calculator e permette a qualsiasi azienda di inserire i propri dati per ottenere un calcolo di quanto tempo occorre, in termini di mesi, per avere un ritorno dell’investimento», conclude Bellotti. «E da quel momento in avanti la marginalità è assicurata».

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