Mondo Assografici

Assemblea Assografici 2013. Il futuro del libro, tra carta e digitale

Alcuni dati sull’andamento del settore grafico e cartotecnico, anche a livello europeo.

di Chiara Italia

Lo scorso 20 giugno si è svolta l’Assemblea annuale della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, costituita da Assografici, Assocarta, Acimga e Comieco, incentrata sul tema del futuro del libro tra carta e digitale.

L’evento è stato aperto da Felice Rossini, presidente uscente perché giunto al termine del mandato, e salutato anche dal presidente di Assografici, Giovan Battista Colombo con «affetto, stima e riconoscimento per il lavoro svolto». Nonostante questa lunga ed estenuante crisi mondiale che ovviamente si rimarca pesantemente sui comparti della carta e della stampa, «questa filiera dimostra ancora numeri di tutto rispetto», ha esordito Rossini: «nel 2012 i nostri settori hanno prodotto un fatturato complessivo di circa 20 miliardi di euro, ossia al secondo posto in Europa dopo la Germania, generando un’occupazione diretta di 185mila addetti, il 4% dell’intera occupazione nazionale dell’industria manifatturiera; interessante è anche il saldo attivo della bilancia commerciale che sfiora i tre miliardi di euro con un export pari al 2,3% del totale nazionale». Numeri importanti, quindi, che non ottengono tuttavia le risposte istituzionali attese. Le «poche ma chiare» linee di politica industriale indicate permetterebbero invece alla filiera di riprendere facilmente il percorso della crescita, afferma Rossini: «gli incentivi all’innovazione, i finanziamenti alla legge 62 per il credito all’editoria e il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, l’aggiornamento professionale e gli adeguamenti tecnologici, la promozione alla lettura, la detassazione all’abbonamento di libri e di quotidiani e periodici, le misure anticongiunturali, come il credito d’imposta per l’acquisto della carta e gli investimenti pubblicitari incrementali». Tutti progetti che saranno gli obiettivi futuri del «successore» Paolo Culicchi, neo eletto presidente della Filiera per il prossimo biennio.

Felice Rossini, presidente uscente della Federazione.

Culicchi: reti d’impresa e valorizzazione della carta

Passare il testimone in un momento di così grande difficoltà non è cosa facile, ma Paolo Culicchi, già presidente Assocarta e ora neo eletto presidente della Federazione, conosce molto bene i problemi e difficoltà del comparto, solo parzialmente determinate dalla digitalizzazione, ma legate soprattutto alla situazione congiunturale del settore della carta stampata. «Di fronte a un calo che negli ultimi quattro anni ha visto una decrescita soprattutto nelle carte grafiche, con l’eccezione di alcune carte speciali, il problema grosso del primo anello della filiera sono i costi energetici», ha affermato Culicchi, «che superano del 30-40% quelle dei nostri competitor: se non ci saranno questi aiuti non riusciremo ad aggiornare la nostra tecnologia con un’inevitabile perdita di competitività». Di fronte alle oggettive difficoltà, ci sono almeno due strade da intraprendere: «la costituzione delle Reti l’Impresa, una catena sinergica di produzione che permette di unire aziende di province o regioni diverse, e la realizzazione di progetti che valorizzino ancora la carta, come per esempio l’organizzazione Print Power».

Paolo Culicchi, neo eletto presidente della Filiera per il prossimo biennio.

Il Print Power è un’organizzazione paneuropea dedicata alla promozione dei mezzi stampati e del loro ruolo nell’ambito di moderni programmi e campagne di marketing integrato. L’organizzazione comprende un gran numero di imprese, espressione dell’intera filiera della carta stampata: produzione, distribuzione, stampa, elaborazione e consegna di contenuti editoriali. Questa struttura garantisce a Print Power un eccezionale livello di perizia ed esperienza in tutti i comparti dell’industria della carta stampata.

Caro libro, ti scrivo

Tema al centro della giornata, tra il discorso del presidente uscente e quello entrante, è stato il libro: «uno dei tanti nostri prodotti, non certo l’unico, ma forse quello che più di tutti ha un significato simbolico», ha spiegato Rossini, lo strumento che ha accompagnato tutti nel percorso della propria vita segnando le tappe di essa, dallo studio al divertimento, dal lavoro all’approfondimento. «Noi non vogliamo opporci all’innovazione tecnologica», precisa l’ex presidente, «non sarebbe produttivo e non procurerebbe alcun vantaggio, ma ci opponiamo alle prese di posizione ideologiche, e desideriamo andare nella direzione dell’ integrazione tra mezzi cartacei ed elettronici, all’insegna della libertà di scelta tra le diverse opzioni».

Alessandro Mari: la coesistenza di «razze»

Per affrontare questo tema e per capire meglio questo ruolo e che futuro ruolo avrà il libro tradizionale, è stato invitato a esprimere il suo pensiero un giovane scrittore, Alessandro Mari, vincitore del premio Viareggio Rèpaci 2011, che ha da subito qualificato la sua natura come «bastarda», albergando in essa la «razza cartacea», che suscita emozioni, come la nostalgia di una trama, evocata ogni qual volta lo sguardo incrocia «quel» libro, e quella digitale, che assolve funzioni pratiche, come quella di consentire una pubblicazione a costi più contenuti o di catturare la pulsione della fiction televisiva nei romanzi strutturati come dispense «a puntate». Eppure nessuna delle due sostituirà l’altra, perché assolvono a funzioni differenti. «Perché mettere gli occhiali se esistono anche le lenti a contatto?», domanda Mari: «perché gli occhiali dicono una cosa di noi che racconta la nostra identità, in cui ancora tuttora ci specchiamo. Allo stesso modo, finché non morirà chi è stato alfabetizzato sulla carta, ma si è alfabetizzato al digitale, i libri di carta continueranno a vendere».

Il libro nella scuola e nelle preferenze dei lettori

Oggi la centralità del libro tradizionale è messa in discussione dalle nuove tecnologie. Ma come stanno cambiando le preferenze dei lettori? Come si indirizzeranno le scelte degli editori? Che ruolo giocherà il mondo della scuola? Se il futuro del libro cartaceo è messo in discussione, che impatto subirà l’intera filiera cartaria? Moderatore di un’interessante tavola rotonda è stato Filippo Azimonti, giornalista di La Repubblica, che ha confessato anch’egli la sua doppia anima di scrittore su carta e su strumenti digitali, esprimendo la netta a convinzione che il futuro sarà caratterizzato da una convivenza di sistemi di comunicazione diversi: «Quando la tecnologia scende in campo», ha affermato Azimonti, «è difficile prevedere che strada possano prendere: può esserci un ambiente che rinnova o che rallenta l’innovazione».

Se da un lato tutti hanno ammesso una predilezione personale per la carta, dovuta forse anche a ragioni generazionali, diverso il punto di vista sul digitale: Giovanni Biondi del Ministero Istruzione, Università e Ricerca, ha illustrato una visione di innovazione digitale della scuola come obiettivo di lungo periodo, potenzialmente rivoluzionario, che non riguarderà solo le tecnologie ma anche gli insegnanti. Diversa la questione del libro: il libro cartaceo in sé non è, a suo avviso, sostituibile, mentre il manuale scolastico è migliorabile poichè alcune delle sue parti sono più efficaci in digitale (esercizi, cartine geografiche ecc.), aiutano a dare più concretezza agli studi, in particolare ai più disagiati, e più entusiasmo ai ragazzi.

Concorde sul fatto che lo strumento digitale contribuisca in modo considerevole a coinvolgere i ragazzi delle nuove generazioni che «non leggono molto» e ad avvicinarli anche a materie classiche, come il latino, è Dianora Bardi di Impara Digitale, insegnante di italiano e latino al liceo Lussana di Bergamo, e artefice di un progetto per l’adozione diffusa di iPad in classe. In ogni caso «la tecnologia fine a se stessa non basta», alla base ci deve essere anche un profondo rinnovamento della didattica. Il focus quindi non è la tecnologia, ma la didattica innovativa, con l’obiettivo di trasmettere sapere nel miglior modo possibile. Con tanti limiti: mancano le infrastrutture tecnologiche nelle scuole, mancano i fondi per la formazione degli insegnanti e i costi dell’acquisto degli strumenti digitali vengono sempre più spesso scaricati sulle famiglie».

«Come si giocherà la partita tra carta e digitale non è ancora chiaro, ha evidenziato Irene Enriques di Zanichelli, anche se le case editrici cercheranno di seguire entrambe le opzioni, almeno per i prossimi anni: un abbandono rapido del cartaceo non è pensabile. Ha fornito spunti di carattere economico e di mercato Giorgio Riva di RCS, evidenziando che se da un lato l’Italia mostra trend di crescita del digitale molto più ridotti rispetto ad altri Paesi come quelli anglosassoni, dall’altro è vero che i prodotti che subiranno in futuro un’accelerazione nel processo di digitalizzazione sono quelli a maggior grado di obsolescenza e quelli rispetto ai quali i consumatori chiederanno una diversa fruibilità. Eppure, anche Riva, non crede nella scomparsa della carta, quanto piuttosto a una coesistenza tra carta e digitale, caratterizzata da equilibri diversi tra i vari prodotti: «l’E-book nel settore varia è destinato sicuramente a crescere, ma ci sarà una convivenza che farà coesistere il fascino del libro stampato con l’esigenza di potersi portare numerosi libri in valigia nello stesso momento: oggi in Italia ci sono 4 milioni di tablet e 35 milioni di smartphone, ma non significa che la carta stampata scompaia; semmai comparto per comparto si troveranno degli equilibri diversi». E sulla questione dell’apprendimento scolastico, precisa: «Il fatto che i ragazzi leggano o no non dipende dal fatto che abbiano o no un tablet, ma dai modelli di apprendimento che vengono proposti e assimilati».

Quindi, «lunga vita alla carta!», conclude Franco Edoardo Scioscia dell’Associazione Librai Italiani che evidenzia come la scarsità di risorse messe a disposizione per gli investimenti in infrastrutture, per la banda larga, per la formazione degli insegnanti determini un considerevole rallentamento di qualsiasi progetto di innovazione nelle scuole. «Il Ministero immagina un mondo che non c’è. Perché non parlare dei costi, quelli veri, per le famiglie? Perché non parlare dei costi di smaltimento dei tablet?». Ci sono ancora in Italia troppe contraddizioni tra le enunciazioni di programma e quello che poi si fa veramente, quindi, per quanto riguarda i tempi, «possiamo stare tranquilli».

Il settore grafico: qualche dato

L’industria grafica europea, sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili per il settore allargato della «Stampa e servizi connessi alla stampa», fattura all’incirca 88 miliardi di euro ed è rappresentata da 120.000 imprese, con 792.000 addetti.

I primi cinque Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell’UE27, sono Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. Nonostante la crisi degli ultimi anni, il comparto grafico italiano mantiene pertanto il terzo posto in Europa.

I prodotti di eccellenza italiani, nel panorama internazionale, sono stampati pubblicitari, libri d’arte, cataloghi e riviste.

 

 

 

 

 

 

 

 

In termini strutturali, il settore grafico italiano è rappresentato da circa 16.600 imprese, con 97.700 addetti. Il 2012 è stato un anno recessivo per il comparto, che sta vivendo una lunga fase di sofferenza, per il permanere di bassi livelli di domanda, aggravati dallo stato di crisi della nostra economia, che sta determinando una forte ristrutturazione e razionalizzazione dell’offerta e l’uscita di realtà aziendali meno robuste e performanti, riducendo al contempo la sovraccapacità produttiva tipica del comparto. Confrontando l’anno 2012 con l’anno 2007, complessivamente il settore grafico ha perso infatti quasi un terzo della produzione (31%) e del fatturato (32%).

La ricaduta in recessione ha effetti sul fronte degli ammortizzatori sociali: le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel settore «Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati» aumentano nel 2012 del 9% rispetto al 2011, fissandosi intorno ai 18,4 milioni di ore.

L’industria cartotecnica trasformatrice europea, sulla base degli ultimi dati di fonte Eurostat disponibili, relativi al settore allargato della «Fabbricazione di articoli di carta e cartone», fattura all’incirca 95 miliardi di euro ed è rappresentata da 18.000 imprese, con 472.000 addetti.

I primi cinque Paesi, in termini di quota percentuale di fatturato sul totale dell’UE27, sono Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna. L’industria cartotecnica trasformatrice italiana mantiene pertanto una posizione importante in ambito europeo, in quanto secondo produttore.

Osservando il quadro internazionale dal punto di vista dei prodotti, l’Italia ha un’eccellenza nel cartone ondulato (secondo produttore europeo), negli imballaggi stampati, nell’oggettistica da regalo e nelle carte da parati.

Analizzando gli andamenti di fatturato e produzione del settore cartotecnico trasformatore europeo a livello di UE27, nel 2012 rispetto al 2011, si osserva che il fatturato diminuisce del 2,7%, mentre la produzione cala del 2,4%.

Tutti i principali Paesi sono in negativo nel 2012. La recessione colpisce più intensamente Italia e Spagna e in minor misura Regno Unito, Germania e Francia.

 

 

 

 

 

 

 

 

In termini strutturali, l’industria cartotecnica trasformatrice italiana è costituita da circa 3.900 imprese, con 61.400 addetti.

Nel complesso il 2012 è stato negativo per il settore, in termini di risultati, ma con intensità minore rispetto alla media dell’industria manifatturiera.

La recessione ha comunque ricadute sul fronte degli ammortizzatori sociali: le ore autorizzate di CIG nel settore «Pasta carta, carta, cartone e prodotti di carta» hanno nel quarto trimestre 2012 un’impennata (+103,5%) rispetto al quarto trimestre 2011, per cui il totale dell’anno 2012 cresce a circa 9,8 milioni di ore (+40,5% sul 2011).

I «Vertici» di Assografici e i gruppi

Presidente: Giovanni Battista Colombo

Vice Presidenti: Piero Attoma, Carlo Emanuele Bona, Federico Cherubini, Giulio Olivotto, Cristina Pozzoni, Renzo Viappianidi specializzazione

Assoparati

Gifasp

Gifco

Giflex

Gipea

Gipicart

Gipsac

Buste per corrispondenza

Gruppo legatori

Gruppo Produttori Tubi in Cartone

Gruppo Produttori Shopping Bags

Gruppo Stampatori italiano Carte Valori

Assografici, un nuovo sito

Nella seconda metà del 2012 è stato pubblicato il nuovo sito dell’Associazione che ha subito un radicale restyling nella parte grafica e nella sistemazione dei contenuti. In generale si sono voluti conseguire i seguenti obiettivi:

  • aggiornare la piattaforma tecnologica del sito, introducendo applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente;
  • riorganizzare i contenuti informativi semplificando la struttura generale e rendendo così più semplice la fruibilità delle informazioni pubblicate, con accesso strutturato al sito, percorsi brevi, omogenei, funzioni di ricerca semplici ed efficaci, aggregazione organica e coerente d’informazioni e servizi;
  • dare una maggiore visibilità alle notizie pubblicate dall’Associazione, prevedendo un apposito spazio che consente di dare evidenza particolare a determinate comunicazioni;

Il sito di Assografici ha mantenuto la strutturazione su due livelli: uno informativo generale, il secondo per servizi ad approfondimenti riservati agli associati.

Il progetto della Filiera

La rete d’impresa, dal punto di vista economico, è una libera aggregazione di imprese, con l’obiettivo di accrescere la propria competitività e innovatività. Il contratto di rete è lo strumento sulla base del quale si ufficializza il progetto e soprattutto gli obiettivi comuni, che possono essere in campi molto diversi: produttivo, di ricerca, di innovazione, distributivo, commerciale, ecc. Si tratta di uno strumento nuovo e interessante per competere sui mercati, perché permette alle aziende in rete di collaborare su obiettivi.

Federazione della Filiera della Carta e della Grafica

Assografici www.assografici.com, Assocarta e Acimga hanno costituito una Federazione tra le tre Associazioni Nazionali di Categoria con lo scopo di aumentare il livello di rappresentanza e di tutela di interessi nei confronti degli interlocutori istituzionali. Fa parte della Federazione in qualità di Socio aggregato anche Comieco www.comieco.org, il Consorzio Nazionale per il Riciclo di Carta e Cartone.

La nuova Federazione, aderente a Confindustria, si pone l’obiettivo di rappresentare la filiera della carta stampata e di conseguenza è aperta alle altre Associazioni che si riconoscono in essa.

Con questo progetto Assografici (Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche Cartotecniche e Trasformatrici), Assocarta (Associazione Italiana fra gli Industriali della Carta, Cartoni e Paste per Carta) e Acimga (Associazione Costruttori Italiani Macchine per l’industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini) mettono in atto anche sinergie operative condividendo le attività connesse all’internazionalizzazione delle imprese e realizzando missioni economiche mirate, di promozione estera e di presenza nei principali mercati internazionali.

L’attività di analisi economica, che permette di mettere insieme in modo organico le performance dei settori, garantisce invece uno sguardo reale e attendibile sulle potenzialità della filiera. Compito primario della Federazione è comunque quello di fare massa critica nei confronti degli stakeholder istituzionali.

Presidente: Paolo Culicchi (Assocarta)

Vice presidenti: Giovanni Battista Colombo (Assografici) e Felice Rossini (Acimga)

Direttore: Claudio Covini

Decreto Crescita bis: il problema dei libri scolastici

Negli ultimi mesi del 2012 Assografici e la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica sono stati impegnati a lungo dal Decreto Crescita bis emanato dal Governo, al cui interno, precisamente all’articolo 11, erano presenti importanti novità riguardo l’adozione, da parte dei Consigli di classe, di libri scolastici in versione elettronica. Il testo iniziale prevedeva un brusco passaggio dai libri cartacei a quelli elettronici e formulava una vaga possibilità di opzione per quelli tradizionali, però con forti penalizzazioni. L’azione svolta di carattere istituzionale e di contatti politici ha permesso di arrivare a una modifica del testo originario che permette una «certa» salvaguardia del libro scolastico tradizionale. Infatti, il testo finale della legge prevede la possibilità di adozione, da parte degli insegnanti, sia di libri in versione completamente digitale che in versione cosiddetta «mista», ossia un testo cartaceo tradizionale con aggiunti contenuti digitali integrativi. In questo modo, oltre a garantire la possibilità di libera scelta al corpo insegnante, è stato salvaguardato il libro stampato e la sua funzione centrale nell’ambito culturale, pur con la previsione di un’integrazione con il digitale.

 

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