Grafica Veneta chiude in attivo

Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta.
Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta.
Fabio Franceschi, alla guida di Grafica Veneta

Sono ottimi i risultati per la padovana Grafica Veneta, azienda a ciclo completo (dalla stampa al confezionamento), che chiude l’anno con un +30% di volumi di stampa erogati, un fatturato di 56 milioni di euro e zero licenziamenti.

Restano occupati infatti tutti i 250 dipendenti e all’organico si aggiunge un nuovo direttore commerciale per l’estero. Complessivamente lo staff si è accresciuto grazie all’ingresso di figure specializzate in tecniche applicate alla bioenergia oltre che nel marketing e rapporti con i mercati esteri. Del resto, l’export, per questa realtà, è più del 70% della voce di bilancio. Nel 2013 l’azienda guidata da Fabio Franceschi punterà ai Paesi del Medio Oriente, e manterrà il presidio in quelli dell’Est che rappresentano uno dei punti di forza delle tirature degli allegati, specie in Romania, dove il quotidiano Adevarul ha triplicato le vendite nell’ultimo anno. Continua anche la fortunata collaborazione con l’editore russo Ast che dopo la linea de “I grandi musei” ha proseguito con le “Bellezze del mondo” arrivando al 30% del mercato. Interessanti, poi, le proiezioni di Serbia e Montenegro che puntano ad aumentare le copie dei loro quotidiani nazionali con la distribuzione dei capolavori della letteratura da acquistare direttamente in edicola. «L’apertura verso nuovi mercati», commenta Franceschi, «deve essere corredata d’informazioni giuridiche sugli Stati stranieri in modo da incrementare le esperienze per avere una visione completa, solidale oltre che economica. Abbiamo quindi promosso un progetto formativo continuo che coinvolge tutto il personale, affrontando la dinamicità con cui l’intera realtà industriale vive passaggi economici in vere scelte imprenditoriali condivise. Siamo dunque concentrati sul nostro vantaggio competitivo, quello della risorsa umana, che è il fiore all’occhiello della fabbrica dei libri più famosa al mondo che non delocalizza e investe tutto sul territorio d’origine».

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