Latex

HP Latex Serie R 2020, le ultime novità

Piccoli, ma importanti ritocchi alla più recente Serie R della tecnologia Latex di HP. Interventi soprattutto all’insegna di produttività e facilità nella gestione dei materiali. Con un occhio di riguardo al packaging.

Oltre alla capacità di adattarsi a diverse esigenze produttive, la versatilità di un macchinario può essere valutata dalla prontezza nel supportare repentini cambiamenti di scenario. Quanto sta succedendo anche nel mondo della stampa digitale rappresenta per tutti i produttori un difficile banco di prova imprevisto.

Dal punto di vista di Roberto Giorgio, regional manager large format di HP, questo però è vero solo in parte, grazie a un’impostazione storica dell’azienda da sempre orientata a temi oggi ricorrenti, affrontati quando per alcuni erano fin troppo da visionari. In questo modo, l’evoluzione della Latex Serie R va solo in parte oltre la normale programmazione

Quali sono le novità 2020 per la Latex Serie R?

Riguardano entrambi i modelli R 1000 ed R 2000. Prima di tutto, abbiamo voluto abbassare il livello di investimento minimo, lasciando opzionale il modulo roll-to-roll per la versione più piccola. È emerso come in realtà non tutti gli interessati la comprino anche per stampare su rotolo.

A livello tecnico invece, dove siete intervenuti?

Abbiamo reso la macchina più produttiva, lavorando soprattutto sulla modalità di gestione. Non parlo di interventi sulla meccanica, quanto invece sul flusso di lavoro. In pratica, abbiamo rinnovato tutta la parte relativa a firmware e software. Un aspetto importante, con aggiornamento gratuito per chi ha già acquistato le prime versioni.

Dove sono i vantaggi di questi nuovi moduli di controllo?

In genere, oggi si stampano diversi materiali per diverse dimensioni. Ci siamo resi conto di poter intervenire sui tempi di passaggio da uno all’altro. Sono emerse pause troppo lunghe dovute all’allineamento dei nuovi parametri e così siamo intervenuti.

Con quali risultati?

Adesso il passaggio avviene praticamente in automatico. Cioè, caricate le impostazioni di ogni lavoro, si può appoggiare sul piano diversi materiali in successione e la stampa procede senza interruzione. Inoltre abbiamo migliorato anche il numero dei passaggi, accelerando anche la gestione della stampa in modalità sandwich. In totale, ai può raggiungere aumenti di produttività del 40%.

C’è modo di tradurre tutto questo anche in nuove opportunità, oltre a una maggiore flessibilità nel lavoro?

Certamente. Sfruttando le caratteristiche degli inchiostri Latex, è facile aprirsi a nuove applicazioni. Una su tutte, il termoformato. Un settore dove raramente si utilizza il digitale, finora con risultati inferiori alle attese. Soprattutto, inchiostri UV o a solvente si sono rivelati inadatti a reggere la deformazione senza rompersi.

Il Latex può aiutare a cambiare la situazione?

L’elasticità intrinseca supera del tutto il problema. Diversi clienti del mondo PSP ci parlano già di applicazioni in settori finora riservati alle applicazioni industriali. Abbiamo messo a punto anche software dedicati e la domanda sta crescendo.

Fino a oggi, la termoformatura non raccoglie grandi favori nel mondo della stampa digitale; come pensate possa cambiare?

Il settore è in crescita e il nostro scopo è proprio trovare modo e tempi giusti per inserire il digitale. Non pensiamo di trasformare tutta la produzione, ma di estendere a questo campo le opportunità della personalizzazione. Oppure, offrire uno strumento in più per test e prototipi. Tra i casi interessanti, abbiamo un cliente impegnato nel personalizzare caschi per bicicletta, oggi prodotti rigorosamente in serie.

Avete inquadrato anche potenziali sbocchi più tradizionali?

Crediamo molto nel packaging. Anche in questo caso personalizzato, ma soprattutto per occasioni speciali, dove servono piccole tirature, fino al pezzo singolo, o effetti di stampa speciali. Restando in tema, anche espositori con maggiore spazio per la creatività. Il tutto ricordando sempre la totale assenza di odore, ideale quindi per ambienti interni.

Come ha influito, o come sta influendo la situazione attuale nelle strategie che avevate pensato per quest’anno?

Sul fronte operativo interno, in HP lo smart working è una realtà già da tempo. Siamo organizzati tutti in modo da poter lavorare in svariati contesti. Certamente, la nostra produttività non ne ha risentito. Anzi, è probabile sia aumentata.

Per quanto riguarda invece i vostri partner?

A partire da giugno, sono tornati tutti operativi. Tuttavia, anche nei mesi più delicati, tra marzo e aprile, abbiamo organizzato eventi online, ne abbiamo approfittato per un po’ di formazione. Aspetto interessante, abbiamo concluso anche qualche vendita in modo quasi del tutto virtuale, incontrandosi solo per la firma, nel pieno rispetto della sicurezza.

Come pensate di muovervi in futuro?

Una volta capito bene come si delineerà la situazione, e quando avremo norme definitive, riprenderemo il programma di visite ai partner. Per quanto ci riguarda, proseguiremo con lo smart wokring. Soprattutto però, cercheremo di fare tesoro dell’esperienza per capire quando sia realmente utile organizzare eventi sul posto e quando invece possa essere sufficiente un webinar online. Più di una volta, in questi mesi abbiamo superato le presenze degli eventi classici.

Cosa avete imparato in questi mesi?

La voglia di tornare a incontrarsi è certamente alta, ma dobbiamo considerare meglio anche la reale utilità. Siamo di fronte a cambiamenti importanti, grazie ai quali possiamo migliorare. Abbiamo scoperto i vantaggi di tanti strumenti in precedenza sottovalutati. La possibilità di incontrarsi a distanza va vista come opportunità in più.

Quali sono invece gli errori da evitare?

Organizzare webinar è molto più semplice di preparare un evento dal vivo, e il potenziale pubblico è più vasto. Quindi, bisogna stare attenti a non lasciarsi trascinare dall’entusiasmo. Bisogna studiare bene i contenuti, pensare a chi sono rivolti e indurre il cliente a partecipare una seconda volta.

Da parte loro, quali sensazioni sono emerse in questo periodo?

Tanti hanno apprezzato la semplicità di gestione delle Latex. Chi è restato chiuso per qualche tempo, alla riapertura ha riavviato le macchine senza problemi. Non abbiamo ricevuto richieste di assistenza superiori alla media, e anche le operazioni di pulizia sono rimaste nella normalità. In parte, è stato possibile grazie anche al software di gestione da remoto, con il controllo delle stampanti in standby anche per lungo tempo.

Come si può affrontare un prevedibile aumento nella richiesta di stampare materiali calpestabili o il plexiglas?

In effetti, anch’io finora ho visto solo dei gran pannelli in plexiglas posati pensando solo alla sicurezza. Gli spazi per la stampa sono certamente molto grandi. Credo però se ne parlerà soprattutto nel momento in cui ci sarà la certezza normativa. Cioè, se sono destinati a restare, allora in effetti la spinta alla personalizzazione sarà elevata. Anche se per le grandi organizzazioni è facile li inseriscano comunque nei propri arredi permanenti.

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