Mercato

Il cartone ondulato: il punto sul mercato al convegno Gifco

Le condizioni macroeconomiche sono molto favorevoli e si sta realizzando anche nel nostro Paese una maggior crescita che però rimane bassa a confronto di quella internazionale ed è insufficiente per recuperare il terreno perduto negli anni delle crisi e per far fronte ai fenomeni come la povertà e la disoccupazione.

Il 2016 si è concluso con una produzione nazionale di 6,57 miliardi di metri quadri, segnando un più 1,83% rispetto all’anno precedente, risollevando il settore rispetto ai due picchi negativi del 2009 e del 2012, portandolo a superare il livello massimo del 2007. Sul fronte del peso, l’aumento è stato del 2,73% pari a 3,7 milioni di tonnellate, rafforzando la tendenza ventennale di crescita del settore che a parte gli anni già citati ha visto un aumento costante. Questi alcuni dei dati che sono emersi dal convegno annuale di Gifco che si è tenuto di recente a Roma.

Amelio Cecchini, presidente di Gifco.
Amelio Cecchini, presidente di Gifco.

«La crisi economica è, in termini produttivi, alle nostre spalle – ha detto Amelio Cecchini, presidente di Gifco – ora il nostro obiettivo è quello di consolidare la crescita e la maturità del nostro prodotto che è ed è riconosciuto come sostenibile e sicuro, specialmente sotto il profilo igienico e della pulizia». E la serie storica dal 1983 per quanto riguarda fogli e casse, presentata durante l’assemblea, conferma la solidità del settore. Fatto 100, infatti, il livello del 1983, le casse nel 2016 sono arrivate quasi a livello 300 e i fogli oltre 210, con un andamento di crescita speculare e una forbice costante, a eccezione degli ultimi anni dove si è assistito a una crescita maggiore per le casse e a una diminuzione per i fogli. La grammatura nel 2016 ha registrato un’inversione di tendenza rispetto il livello storico, con un aumento di 5 g/m2 per i fogli e di 2 g/m2 per le casse, con una media di 566 g/m2, ossia 5 grammi in più rispetto all’anno precedente. In controtendenza rispetto all’andamento storico dall’anno 2000 che ha visto una diminuzione di 39 g/m2 in sedici anni. «Si tratta di un risultato dovuto alle carte, fornite dai produttori, sempre maggiormente performanti, e a alle tecnologie degli impianti che hanno permesso questo risultato, garantendo la qualità tecniche degli imballaggi», ha proseguito Cecchini. Il settore produce, dunque, una maggiore competitività e sostenibilità in quanto riduce la necessità di materia prima a parità di qualità.

L’Italia è medaglia d’argento dietro alla Germania. Il Bel Paese ha prodotto – dati riferiti solo agli associati Gifco – nel 2016, 6,02 miliardi di m2, con un più 3,8%, mentre la Germania rimane in testa con 7,6 miliardi di m2 e un aumento del 1,5%. Il bronzo spetta alla Francia con 3,9 miliardi di m2 (-0,2%), che però è molto distante in termini assoluti dalle due posizioni più elevate. Così come lo sono Spagna, Gran Bretagna e Polonia che vedono rispettivamente aumenti del 3,2%, 3,7% e 8,7%, ma oscillano tra i 3,38 miliardi di m2 della Polonia e i 3,64 miliardi di m2 della Gran Bretagna.

I dati economici a livello nazionale: i capitali stranieri delle imprese del settore dell’ondulato rimangono ai livelli dell’anno precedente con un 39%, mentre i mercati di sbocco del prodotto stanno variando, con il comparto degli Alimenti freschi e lavorati che è quello maggiore con un 25,6%, in ripresa dopo la perdita dell’1,1% del 2015 su 2014. Il settore alimentare cresce complessivamente dell’1% con una percentuale del 58,3%, mentre il no food cala al 41,7%.

Scenari macroeconomici

Durante la due giorni organizzata da Gifco non si è parlato solo del settore in senso stretto, ma anche degli scenari economici che più in generale influenzano, per forza di cose, anche l’ondulato. «I consumi sono frenati dalla risalita alla propensione al risparmio, dalla crescita della povertà (tranne che per gli over 65) dalla disoccupazione che rimane elevata e dalla stretta offerta di credito al consumo – ha detto Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di Confindustria nel suo intervento – oltre a ciò abbiamo una dinamica del credito nella quale gli investimenti, che pure sono in accelerazione, sono frenati dalla forbice tra la domanda e l’offerta, mentre in un quadro più generale rimane alta l’incertezza politica interna, specialmente con l’avvicinarsi delle elezioni politiche». In generale, secondo Paolazzi, le condizioni macroeconomiche sono molto favorevoli e si sta realizzando anche nel nostro Paese una maggior crescita che però rimane bassa a confronto di quella internazionale ed è insufficiente per recuperare il terreno perduto negli anni delle crisi e per far fronte a fenomeni come l’aumento della povertà con 4,6 milioni di poveri assoluti, più 157% dal 2007 e la disoccupazione che coinvolge 7,9 milioni di persone, più 91% dal 2007.

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