Storia delle arti grafiche

Il museo tipografico dinamico

La Tipografia Pliniana è una moderna azienda grafica in grado di stampare in offset e in digitale. Ma è anche un luogo dove rivivere le antiche tecniche tipografiche grazie all’allestimento di un museo storico che contiene, funzionanti, tutte le attrezzature e i caratteri accumulati nel corso del 106 anni della sua storia e mai disperse perché l’azienda umbra non ha mai cambiato sede e dismesso nulla.

Nella frazione di Selci di San Giustino, un comune di poco più di 11.000 abitanti in provincia di Perugia, è da sempre attivo quello che può essere considerato ancora oggi, dopo 106 anni dalla sua fondazione, un prezioso tassello della storia italiana delle arti grafiche: lo stabilimento tipografico Pliniana. È una realtà che vale la pena di scoprire. Non tanto e non solo perché è oggi un’attiva azienda grafica (500 mila euro di fatturato, otto dipendenti) che stampa in digitale e in offset e che è anche casa editrice, ma perché all’interno dei suoi locali ha allestito un vero e proprio museo dinamico, uno spazio nel quale sono conservate e mantenute in perfetta efficienza tutte le attrezzature tipografiche che sono state dismesse negli anni 90, quando è passata a tecniche di stampa offset e digitali. Un patrimonio che comprende tutto quanto fa parte della storia e dell’attività di una tipografia, dai caratteri mobili allo statuto fondativo, e che non si è disperso un po’ per il fatto che l’azienda non ha mai cambiato sede, un po’ forse per la pigrizia di passate gestioni nello smaltire tutto quello che poteva essere definito impropriamente “vecchiume”, un po’ per la lungimiranza della nuova proprietà che ha conservato tutto anche quando è subentrata negli anni 90. Quando poi ha deciso di effettuare una ristrutturazione completa dell’azienda, tra il 2010 e il 2012, ha scelto non solo di preservare macchine e dotazioni, ma di farne un museo aperto a tutti.

La storia

La Pliniana nasce nel 1913, con la denominazione di Società Anonima Cooperativa Tipografica Plinianasu iniziativa del parroco Don Roggero Fiordelli, figura eclettica e arguta, appassionato studioso e lettore. All’inizio era, di fatto, un distaccamento della tipografia Leonardo da Vinci di Città di Castello che, in un fiorente periodo di commesse in eccedenza, affidava alla Pliniana il lavoro che non riusciva a smaltire. Il fondamento di questa attività era costituito dai suoi lavoratori, selezionati tra gli abitanti del luogo e iniziati all’arte della stampa. Le competenze, che, nonostante la scarsa alfabetizzazione, crescevano con l’esperienza, permettevano loro di realizzare opere di elevato spessore e in breve tempo lo stabilimento cominciò a stampare per numerose case editrici. Nel 1923 la società cooperativa viene trasformata in società anonima per facilitare eventuali aumenti di capitale e poter acquistare così nuovi macchinari e caratteri. Nel 1940, l’avvocato e imprenditore di origine sarda, Luigi Pillitu, acquisisce in proprio lo stabilimento, diventandone proprietario e direttore, ma l’esperienza dura poco tempo a causa delle difficoltà di mercato e di gestione. Seguono gli anni plumbei della Seconda Guerra Mondiale, resi complessi dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, dai licenziamenti, dal personale maschile in guerra. Cambi di proprietà traghettano la Pliniana dai prosperi e felici anni Cinquanta fino ai momenti di crisi degli anni Settanta, caratterizzati da scioperi, rivendicazioni sindacali, proteste dei lavoratori ed esigenze aziendali difficili da conciliare. La società esce dagli anni Ottanta ormai in liquidazione ed è nel 1989 che un gruppo di dipendenti decide di costituirsi in cooperativa, rilevando l’attività e lo stabilimento dalla precedente proprietà Nardi: nasce così lo Stabilimento Tipografico Pliniana Società Cooperativa. I soci investono quasi tutti i loro trattamenti di fine rapporto nella società e nei primi anni Novanta sono protagonisti di una svolta epocale: grazie a un notevole investimento in macchinari si assiste all’abbandono del piombo per passare alla fotocomposizione e alla stampa offset, migliorandone la competitività sul mercato.

Giorgio Zangarelli, attuale presidente della Pliniana e presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra, è uno dei lavoratori di quell’azienda che ha avuto il coraggio di investire la sua liquidazione e di rilevare l’attività. «Non avevamo scelta – ci spiega – altrimenti la società sarebbe stata liquidata e noi avremmo perso il lavoro». Zangarelli racconta con orgoglio di quando nella Pliniana  era un tipocompositore, con tanto di diploma, e ci fa vedere con immutata passione un po’ della storia della sua azienda, a partire dallo statuto fondativo del 1913, nel quale si leggono frasi del tipo “può essere espulso dalla società chi ha commesso azioni disonoranti” e obblighi quali “sorvegliare e controllare l’andamento dello stabilimento tipografico e del commercio librario in modo che l’attività sociale non si svolga in modo contrario alla morale, alle religioni e alle istituzioni dello Stato”. Non solo, nello statuto si avverte che “per garantire la moralità della produzione libraria e la moralità degli operai, il consiglio di amministrazione, d’accordo con l’autorità ecclesiastica, eleggerà una commissione di vigilanza alla quale spetterà il diritto di impedire la pubblicazione di opere contrarie alla religione e al buon gusto”. Anche questo ha il sapore e il fascino del passato, come il piombo dei caratteri a stampa.

Il museo

Come dicevamo, le tante proprietà che la Pliniana ha avuto nel corso di oltre un secolo di storia hanno avuto in comune la bella idea di non trasferire mai la sede e di non disfarsi mai di nulla. Ed ecco quindi all’interno della sua sede in Viale Francesco Nardi 12 l’allestimento del Museo Storico Pliniana. un vero e proprio museo cristallizzato negli anni 90, quando la tipografia ha interrotto la produzione a piombo per introdurre sistemi di stampa più moderni. Ci sono ancora le bellissime cassettiere in legno piene di caratteri in piombo, tutti ancora divisi per tipologia e dimensione e gli attrezzi che servivano per la manutenzione delle macchine, dall’ampolla dell’olio al cacciavite, dal martello ai bulloni. Ci sono le scatole con le matrici che venivano ordinate in Inghilterra, tutti i manuali con le istruzioni per il corretto funzionamento dei macchinari. I cliché in zinco sono posizionati in ordine sul tavolo e alcuni sono appesi alla parete: raffigurano piantine di città, ritratti fotografici, frontespizi di libri, i loghi delle istituzioni che per lungo tempo hanno commissionato alla tipografia innumerevoli pubblicazioni. E soprattutto ci sono le attrezzature, rimaste nel loro posto originale e tutte perfettamente funzionanti: dalla macchina da stampa piano-cilindrica Super Unigraf alla piegatrice Leonis, dalla linotype alla monotype. Sono pronte per essere messe in funzione, e ogni tanto succede. Quando arriva una scolaresca, un anziano le accende, fa sciogliere il piombo, forma le lettere e consegna ai ragazzi il loro nome e cognome a carattere di stampa. Ma non soltanto per le scuole: Tipografia Pliniana è disponibile a rimettere il passato in funzione anche quando un cliente particolarmente attento alla storia delle arti grafiche chiede un lavoro fatto con le antiche tecniche. Un museo che dal 2011 ha aderito al Sistema Museale dell’Umbriae dal 2013 fa parte dell’Aimsc – Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta. «Peccato che non ci siamo molti fondi a disposizione per questo genere di attività – afferma dispiaciuto Zangarelli – per cui noi non riceviamo alcuna sovvenzione per quello che facciamo. Per fortuna non dobbiamo affrontare costi elevati, perché il museo è nei locali della Pliniana e le macchine vengono mantenute in ordine e messe in funzione da un ex dipendente in pensione che non vede l’ora che arrivi una scolaresca per dare loro vita e stupire gli studenti con le vecchie tecniche di stampa».

LA TIPOGRAFIA

La tipografia Pliniana è una delle più antiche e conosciute tipografie dell’Italia centrale. Dotata di macchinari per la stampa offset e per la stampa digitale è in grado di soddisfare un’ampia varietà di esigenze: dalla produzione libraria di pregio alla realizzazione di qualsiasi tipo di materiale pubblicitario. In particolare, è specializzata nella stampa di volumi di alta qualità e di difficile realizzazione tecnica, libri rivolti a un pubblico qualificato ed esigente, per la cui realizzazione non si può improvvisare. Oggi, come in passato, collabora con prestigiose istituzioni civili e religiose, committenti pubblici e privati. All’interno il personale qualificato è in grado di fornire il supporto tecnico necessario in tutte le fasi di lavorazione: dalla prestampa alla stampa e confezione.

LA CASA EDITRICE

La Pliniana, con la denominazione di Editrice Pliniana, è anche casa editrice. Per i suoi primi cento anni, festeggiati nel 2013, ha editato un volume sulla propria storia utilizzando tre tecniche di stampa: in copertina la parola Pliniana è ripetuta due volte, al dritto, in stampa tipografica a piombo, in rosso (serie Diocleziano corpo 48) e, subito sotto, in forma speculare, la stessa parola a rovescio in nero, come prima di essere inchiostrata. Il tutto in offset, mentre le pagine interne sono state realizzate in digitale. «È racchiusa tutta in questa scelta grafica e di stampa la filosofia dello storico Stabilimento Tipografico di Selci Lama, ovvero guardare al futuro con fiducia sostenuto e sospinto da un passato fatto di lavoro, sacrifici, ma anche da tante soddisfazioni» afferma il presidente della Pliniana Giorgio Zangarelli.

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