Scenari di crescita

Le opportunità di crescita negli USA fotografate da un’indagine Acimga-ICE

L’industria italiana delle macchine da stampa e converting può crescere ancora negli Stati Uniti, che già rappresentano il primo mercato di esportazione del settore. Il 37% degli utilizzatori statunitensi (produttori di materiali di imballaggio flessibile, stampatori, converter, produttori di imballaggi rigidi e di produttori di imballaggi ondulati) ha in programma investimenti entro i prossimi due anni, prevalentemente in tecnologie di stampa flexo, per integrare o rinnovare un parco macchine che per il 46% ha più di dieci anni di età.

Queste indicazioni sono tratte da una ricerca realizzata da Acimga e ICE Chicago, con l’obiettivo di inquadrare ostacoli e opportunità per i produttori italiani di macchine per la stampa e la cartotecnica su quello che rappresenta il mercato primario di destinazione delle esportazioni italiane del settore. Secondo i dati Acimga, nel 2014 l’export ha raggiunto un ammontare di 172,5 milioni di euro (pari all’11% del totale delle esportazioni), in crescita del 12,6% rispetto al 2013.

I risultati del sondaggio evidenziano che il 12% dell’installato complessivo negli Stati Uniti oggi è made in Italy (a fronte del 60% di produzione USA e del 23% della Germania), con UTECO come primo brand italiano nella graduatoria, in cima alla quale figurano le statunitensi Mark Andy, col 20%, e W&H, con l’8,6%.

La ricerca, eseguita con interviste telefoniche fra settembre e novembre 2015, ha interessato oltre 5.000 addetti ai lavori (membri della Flexible Packaging Association, una selezione di broker associati alla rivista Packaging World e attingendo a un database delle più rappresentative industrie di Food Processing, comprese in una fascia di fatturato fra i 2 e i 100 milioni di dollari).

Fra i materiali adoperati predominano carta e film plastico (oltre 60%), seguiti da plastica rigida (26%) e cartone ondulato (13%). Le tipologie di macchine vedono grande prevalenza delle flessografiche (70%), seguite da macchine da stampa digitale (28%) e macchine per il converting (24%); il totale è superiore a 100 in quanto il quesito prevedeva la risposta multipla.

Cosa sceglieranno e secondo quali criteri, gli utilizzatori che si propongono di investire in macchine entro i prossimi due anni (si parla di circa un terzo del campione, considerando che il 63% non programma di rinnovare le proprie tecnologie prima di 24 mesi)? Tre intervistati su quattro acquisteranno macchine da stampa flessografica, gli altri si rivolgeranno a tecnologie digitali, prestando attenzione soprattutto al costo (priorità nel 30% delle risposte), alla qualità (22%) ed alla tecnologia (19%).

Sono le aziende più piccole, quelle con fatturato inferiore ai 10 milioni di dollari, ad avere le installazioni più datate, superiori ai 10 anni con il 70%; un insieme che manifesta vivacità (con il 56% di risposte favorevoli) rispetto all’ipotesi di nuovi investimenti da effettuare entro i prossimi due anni.

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