Flexo

L’evoluzione del mercato flessografico negli Stati Uniti e l’importanza della First

Al Flexo Day 2015 Mark Cisternino, presidente di FTA (l’americana Flexographic Technical Association), massimo organismo tecnico del settore a livello mondiale, ha messo in evidenza il fatto che negli USA la stampa flessografica è di gran lunga il processo dominante per il packaging, con numero di commesse e tirature in continua crescita che alimentano un mercato dinamico e competitivo. In questo quadro l’automazione dei processi di stampa e converting è una priorità mentre assumono grande importanza gli standard accreditati Ansi, Cgats, ISO ecc. Dal canto loro, i print buyer e i proprietari di marche puntano a due obiettivi fondamentali: il risparmio economico e il rispetto dell’ambiente. A spingere la crescita del mercato contribuisce la favorevole congiuntura economica con l’alto valore del dollaro, i bassi tassi d’interesse, il prezzo del petrolio in caduta e la disoccupazione inferiore ai livelli del 1999.

Analizzando il comparto del packaging stampato risulta che il suo valore è intorno a 440 miliardi di dollari e le previsioni di crescita per i prossimi quattro-cinque anni indicano un ottimistico target di vendite annue di circa un trilione di dollari; ovviamente, ciò comporta un notevole impegno sul piano dell’innovazione tecnologica. Lo stimolo a innovare nasce dalle pressanti esigenze dei proprietari di marche e della Grande Distribuzione Organizzata con precisi obiettivi quali la sicurezza e tracciabilità dei prodotti, la riduzione dei costi di trasporto, pallettizzazione e stoccaggio, le soluzioni di confezionamento innovative con particolare attenzione agli aspetti estetici in grado di aumentare l’appeal sui banchi di vendita.

I segmenti chiave del mercato

L’analisi di Cisternino si è quindi addentrata nei diversi comparti che costituiscono il grande contenitore dell’industria del packaging: l’imballaggio flessibile, le etichette e il cartone ondulato.

Il Flexible Packaging coinvolge negli USA circa 400 aziende, delle quali le dieci maggiori producono il 47% del totale in un mercato in crescita annua del 4% per raggiungere nel 2019 l’obiettivo di 25 miliardi di dollari.

I settori che presentano volumi in crescita per il flessibile sono l’alimentare, il farmaceutico e il cibo per animali domestici. Questo trend positivo è determinato dalla sostituzione di scatole, lattine e bottiglie con imballi a sacchetto in film plastico, mentre giocano a favore dell’imballo flessibile l’introduzione di film più sottili e più performanti e le soluzioni innovative con l’uso di pellicole biodegradabili.

Etichette e targhette sono prodotte da 2.500 stampatori/converter che usano linee flexo e/o ibride a banda stretta per un mercato che cresce annualmente del 3,8 % e punta a raggiungere nel 2019 un fatturato di 19,7 miliardi di dollari. Ogni anno vengono installate in Nord America circa 100 macchine a banda stretta con larghezza nastro inferiore a 22” (55 cm). Si usano in prevalenza inchiostri a base acqua (80%) e in questo settore la flexo copre il 65 % dell’intera produzione costituita per il 39% da etichette a colla e per un altro 39% da autoadesive; le sleeve sono al 15% e le etichette a inclusione (in-mold) al 2%; targhette e cartellini 5%. L’analisi ha anche fornito dati interessanti sul mercato globale delle etichette così ripartito: Asia e Pacifico 34%, Europa 29%, Nord America 22%, Sud America 10%, Africa e Medio Oriente 5%.

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L’imballaggio in cartone ondulato detiene ancora il primato per la stampa flessografica con circa 1.500 stabilimenti in Nord America e un tasso di crescita annuo del mercato (gagr) stimato al 2,9% fino al 2019; gli investimenti nel settore sono cospicui, ma a breve termine si registra anche un aumento della stampa digitale. Gli elementi che favoriscono la crescita dell’imballaggio in cartone ondulato sono principalmente i prodotti alimentari e le bevande (51%), gli scatoloni per immagazzinamento, i cibi economici di largo consumo, gli acquisti on-line, l’impiego di cartoni più leggeri.

L’apertura del mondo flexo alla complementarità tecnologica combinando la stampa flessografica con gli altri processi (offset, rotocalco, serigrafia e stampa digitale) è sicuramente vincente.

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Le novità di First 5.1

Joe Tuccitto, direttore della didattica in FTA, è intervenuto per spiegare come le specifiche First contribuiscono in modo determinante al miglioramento qualitativo della stampa flexo e quali sono le novità apportate alla versione 5.1. Per coloro che non conoscono ancora le specifiche in questione diffuse nell’industria flessografica da circa 18 anni, il relatore ha descritto così le Flexographic Image Reproduction Specifications & Tolerances: «First punta a comprendere le esigenze grafiche dei clienti relative alla riproduzione e trasformare tali esigenze estetiche in specifiche per ogni fase del processo di stampa flexo, comprendendo i clienti, i designer, gli esecutori della prestampa, i fornitori di materiali e attrezzature e gli stampatori.» Egli ha quindi portato avanti il suo intervento puntualizzando che il tentativo di molti stampatori di creare le loro singole specifiche ha prodotto inefficienza e confusione nell’industria ed ha spinto i partner di FTA e i maggiori fornitori di prodotti di consumo a realizzare una serie universale di specifiche per la flessografia. La metodologia applicata nelle First si basa sull’approccio metodico indicato dalla norma Cgats Tr012-2003 e costituito da cinque fasi operative: ottimizzazione, Fingerprint (impronta digitale), controllo di processo, caratterizzazione, miglioramento continuo. Ogni fase viene quindi analizzata dettagliatamente per fornire una guida sicura alla sua implementazione.

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Tuccitto è poi passato a illustrare le numerose modifiche apportate nella versione 5.1 inerenti gli aspetti formali e gli ampliamenti di alcune parti sostanziali, specie nei capitoli sulla comunicazione, il design, la prestampa, la stampa e il confronto tra le norme ISO 12647-2 e ISO 12647-6. Dopo un interessante esempio sull’applicazione dei codici QR e DataMatrix, egli ha concluso il suo esaustivo intervento raccomandando alle aziende di operare per ottenere la Certificazione First nella sua duplice tipologia: Certificazione individuale per gli operatori in tutte le aree del flusso produttivo e certificazione aziendale per le imprese che, oltre a fornire ai dipendenti i programmi di certificazione individuale, applicano in pratica la metodologia First.

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