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Guandong, il valore aggiunto del pionierismo

Correva l’anno 2015 quando, in occasione di Fespa, Guandong presentava per la prima volta un concept totalmente inedito, destinato a rivoluzionare in breve tempo la comunicazione in-store: lo Spot Déco. Da allora Guandong e il suo reparto R&D non si sono mai fermati e di anno in anno hanno messo a punto una gamma completa di supporti di stampa ad alto tasso di innovazione studiati appositamente per messaggi e promozioni sempre più “just in time”. Velocità, immediatezza e semplicità di installazione sono infatti le chiavi dello Spot Déco firmato Guandong, concepito espressamente per rispondere al claim: “Cambia il tuo messaggio in 1 minuto”.

«Tre anni fa siamo partiti dall’intuizione che in un contesto come quello attuale, in cui la comunicazione in tempo reale fa da padrona, anche le attività promozionali sul punto vendita dovessero necessariamente adeguarsi ai ritmi di quello che siamo abituati a vedere online” – sottolinea Edoardo Elmi, presidente di Guandong. – «Ci siamo dunque fatti portavoce di questa esigenza e abbiamo intrapreso per primi un processo di culturizzazione lungo tutta la filiera, dagli utenti finali agli stampatori, dai retailer ai distributori».

Ora quell’intuizione è diventata reale, è stata compresa e fatta propria anche da altri player e si è trasformata in un vero e proprio mercato, in cui Guandong continua a ricoprire il ruolo di trendsetter grazie ai due principali asset su cui da sempre fonda la propria attività: l’ascolto del cliente e il monitoraggio dei trend che alimentano costantemente l’attività R&D. Il tutto con il valore aggiunto di un’esperienza già consolidata e di un know-how tecnico esclusivo. Non a caso l’offerta Guandong vanta ad oggi una gamma unica e sempre più ampia di materiali tecnologicamente avanzati e altamente performanti, studiati per essere compatibili con i principali sistemi di stampa di ultima generazione, dall’inkjet UV delle stampanti desktop alle stampanti laser in dotazione ai service di cui, secondo Guandong, entro il prossimo triennio saranno dotati tutti i centri commerciali. Tra i best seller il rivoluzionario Wally, perfetto esempio di nanotecnologia applicata messo a punto dal R&D di Guandong. Questo straordinario supporto è estremamente facile da applicare su qualsiasi superficie liscia, dal vetro al legno, dal metallo alla carta, totalmente privo di colla, lavabile e riposizionabile infinite volte grazie alla forza di aggrappaggio data dalle sue oltre 4 milioni di micro ventose al mq. Altra novità in casa Guandong la nuova divisione aziendale Magnus, presentata ufficialmente a Fespa 2018. Materiali non più in rotolo ma in foglio, non più large format ma in formato A3 Plus per stampe laser e stampe desktop UV, ideali per l’utilizzo in luoghi pubblici come i centri commerciali. «Larivoluzione è già in atto e ancora una volta siamo pronti a guidarla», attesta Daniele Faoro, managing director sales di Guandong.

 

Weerg collabora con La Sapienza per tracciare le nuove frontiere dell’Industrial Design

Il Design Manufacturing è un tema molto caldo: la professione si sta aggiornando, così come le modalità di formazione delle nuove leve. Nel campo dell’Industrial Design l’Università La Sapienza di Roma prevede due corsi specifici, la Laurea Triennale in Design e la Laurea Magistrale in Product Design, entrambi coordinati dalla professoressa Loredana Di Lucchio che spiega: «Oggi è diventato fondamentale introdurre nei corsi progettuali le competenze per utilizzare le nuove tecnologie, da un lato per creare modelli con il rapid prototyping, dall’altro per innescare un processo creativo e mentale di sviluppo dell’oggetto». Un presupposto che ha determinato le condizioni per avviare una fattiva collaborazione con Weerg, inedita realtà nel mondo della meccanica che offre attraverso un’evoluta piattaforma la possibilità di ordinare online lavorazioni CNC e stampe 3D. Nel sito produttivo di Marghera (VE), in cui vengono evasi gli ordini provenienti da tutta Europa, sono installati sistemi di ultimissima generazione: centri di lavoro Hermle a 5 assi in continuo per il CNC e sistemi HP Multi Jet Fusion per la stampa 3D con prestazioni industriali.

La collaborazione tra Weerg e l’Università romana è nata quasi per caso quando l’azienda ha lanciato su Facebook il contest “Weerg Award”, invitando i visitatori a candidare originali modelli 3D. La finalità principale era testare a fondo le prestazioni delle stampanti HP installate da poco. «Abbiamo ricevuto circa 150 modelli e il vincitore è stato Alex Coppola, studente de La Sapienza appunto, che ha disegnato una lampada di grande design. Il progetto ha messo ampiamente in risalto le prestazioni delle stampanti HP implementate nel nostro reparto produttivo», racconta Matteo Rigamonti – ideatore e fondatore di Weerg.com. Da lì a pochi mesi l’azienda ha partecipato all’evento fieristico Mecspe (marzo 2018, Parma). «Per raccontare le grandi potenzialità applicative delle stampanti 3D, abbiamo pensato di coinvolgere gli studenti de la Sapienza che hanno ideato progetti molto creativi esposti poi al nostro stand». Da qui la collaborazione tra Weerg e l’Università è proseguita con benefici per entrambi. «La fantasia degli studenti, meno ancorati ai prodotti seriali spesso realizzati dagli ingegneri sicuramente poco propensi al ‘nuovo’, ci permette di testarci nella realizzazione di pezzi molto originali e sofisticati», prosegue Rigamonti. «In cambio offriamo loro la possibilità di sperimentare a fondo la materia che stanno studiando, con grande libertà progettuale, grazie alla versatilità delle nostre stampanti 3D».

Una collaborazione molto proficua che rappresenta un esempio di come le aziende e il mondo accademico possano essere sinergici. Lo conferma anche la prof.ssa Di Lucchio a capo del progetto: «Questa per noi rappresenta un’opportunità davvero interessante che avvalora ciò che cerchiamo di trasmettere da tempo ai futuri designer: è necessario aggiornare le competenze di una professione che per anni si è basata su processi seriali e standardizzati. La figura del designer deve evolversi alla luce delle nuove tecnologie e Weerg ci ha permesso di mettere in pratica concetti che sarebbero altrimenti rimasti a livello teorico». Se l’industria manifatturiera è per molti versi ancora seriale, le tecnologie di nuova generazione offrono l’opportunità di andare oltre la ‘serialità’ creando pezzi unici e aprendo nuovi mondi e nuovi mercati. «È fondamentale che le nuove tecnologie non vengano impiegate solo per procedure consolidate, ma diventino luoghi di sperimentazione», aggiunge Rigamonti. «Innovare, del resto, fa parte del nostro DNA». Weerg, infatti, nasce fondendo i plus della tradizione meccanica con i vantaggi di un servizio e-commerce evoluto, dando vita ad un servizio inedito. La piattaforma offre gratuitamente un esclusivo servizio di preventivazione online in tempo reale, a cui si aggiungono i vantaggi di tempi certi di consegna a partire da 3 gg, elevati standard qualitativi grazie a sistemi produttivi all’avanguardia, il tutto a costi estremamente competitivi. Una formula messa a punto applicando il modello di business dell’e-commerce al mercato maturo della meccanica. «Dopo alcune perplessità iniziali, gli operatori del settore – principalmente aziende meccaniche, realtà che non dispongono di sistemi a 5 assi e numerosi centri di ricerca – stanno testando e apprezzando il nostro servizio, dimostrando alta fidelizzazione», afferma Rigamonti, sottolineando come il comporto della meccanica possa trarre grandi vantaggi dalla creatività dei giovani in ambito di progettazione.

Il successo dipende dalla convergenza digitale

Approfondimenti e considerazioni su come fare marketing ai tempi del digitale, ottimizzando social, intelligenza artificiale e mobile. Le aziende che si attrezzano per implementare strategie in grado di generare nuove esperienze di contatto digitale, su misura del consumatore, hanno una maggiore possibilità di successo.

Massimi esperti provenienti da Microsoft, Google, Facebook, CA Technologies e altre importanti aziende protagoniste nello sviluppo di applicazioni digitali, si sono riuniti in occasione del primo Digital Converge Dayeuropeo, a fine giugno, presso l’Aula Magna dell’Università Bocconi di Milano. Un’occasione unica per confrontarsi su regole e strumenti dedicati alla creazione di esperienze digitali nel business,ma anche per fare il punto su argomenti come Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Big Data e Social.

Grazie all’utilizzo di smartphone e ambienti social, e alla possibilità di accedere a dati e informazioni in ogni momento e in qualunque luogo, chiunque oggi è in grado di rivestire un ruolo sempre più attivo e consapevole nel manifestare opinioni ed esigenze. Quindi le aziende che si attrezzano per implementare strategiein grado di intercettare nel più breve tempo possibile queste informazioni e generare nuove esperienze di contatto digitale, su misura del consumatore, sono quelle che possono contare su una maggiore possibilità di successo.

Per farlo, occorrono competenze relative al mondo dei Social, conoscenze sulle dinamiche dei dispositivi Mobile e soprattutto capacità di applicazione degli algoritmi di Intelligenza Artificiale oggi disponibili perché, come ha spiegato Guy Kawasaki, ex chief evangelist della Apple di Steve Jobs e cofondatore di Garage Technology, «Questi tre, se utilizzati singolarmente, sono strumenti di comunicazione potenti che amplificano le capacità delle aziende di entrare in contatto con il pubblico, ma quando questi strumenti vengono integrati fra loro e li si fa convergere in una strategia di marketing, il risultato è sorprendente».

Le sinergie tra digital e retail

La piattaforma “ada” di The Digital Box, organizzatore dell’evento insieme alla Bocconi, ha proprio l’obiettivo di supportare lo sviluppo e la gestione di campagne di digital marketingorientate al mobile engagement e alla misurazione dei risultati. Lo scopo è quello di creare contenuti ad alto tasso di conversione (come landing page per il web, storytelling, chatbot o social content virali) distribuirli in tempo reale sul più alto numero possibile di canali (come SMS tracking, email, web, social, Google AdWords o Facebook ads) e misurare i risultati in termini di pagine visualizzate, visitatori unici, click su CTAs o geolocalizzazione nel caso di eventi o punti vendita.

A proposito del commercio retail, Amedeo Guffanti, general manager di 77 Agency, ha ricordato che il futuro dei negozi fisici è sicuramente legato alla capacità che avranno i manager di far convergere sui punti vendita l’erogazione di servizi integrati con il web (ad esempio per ordinare online e ritirare in negozio) o di predisporre esperienze digitali a tutto vantaggio dei consumatori (valutazione e confronti online, piuttosto che contenuti di valore a supporto degli acquisti). Infatti, la mera esposizione e disponibilità di prodotti sugli scaffali sarà sempre meno in grado di competere con le comodità a domicilio offerte dai sistemi di e-commerce.

Occorre però riconoscere che – ad oggi – ancora più dell’80% del business, nella maggior parte dei casi, avviene nei punti fisicie – soprattutto per determinate categorie merceologiche – si continua preferire il contatto fisico. Esistono esperienze significative di aziende che hanno raggiunto ottimi risultati investendo in campagne digitali in grado di portare clienti nei negozi e consentire l’accesso a canali preferenziali di comunicazione con il brand. Il consiglio è quindi quello di acquisire competenze atte a sfruttare al meglio le possibili sinergie tra digital e retail, sia per acquisire informazioni che per potenziare le vendite.

Gli algoritmi di calcolo

Il rapporto tra Social Media e Intelligenza Artificiale si è prepotentemente sviluppato negli ultimi tempi grazie all’apertura di Facebook Messenger ai ChatBots come strumento utilizzato dai brand per migliorare la customer experience. I ChatBots non sono una novità, infatti il primo assistente virtuale, Eliza, risale al 1966, ma solo recentemente questa tecnologia si è diffusa e – solo su Messenger – ci sono più di 200.000 ChatBots attivi.

Alberto Mazzieri, sales manager di Facebook Italia, ha fatto il punto sui progetti futuri dell’azienda di Menlo Park, più che mai intenzionata a investire in tecnologie per favorire la connettività (e aumentare le persone che interagiscono con il social network), ma anche in algoritmi di Intelligenza Artificiale sempre più sofisticati (ad esempio per il riconoscimento automatico delle immagini) piuttosto che in progetti legati alla Realtà Aumentata o Virtuale, anche in supporto alle campagne dei brand.

Gaia Rubera, marketing full professor alla Bocconi, ha precisato che la convergenza digitale e l’evoluzione di applicazioni di Intelligenza Artificiale sono possibili principalmente in virtù della potenza di calcolo che abbiamo oggi a disposizione, ma anche e soprattutto per la straordinaria mole di informazioni a cui chiunque – anche gratuitamente, grazie ai social – può accedere e potenzialmente analizzare. È incredibile, ma sono stati creati più dati negli ultimi due anni che nei precedenti 5.000 della storia dell’uomo.

Di per sé, gli ultimi anni non ci hanno regalato novità di rilievo per quello che riguarda gli algoritmi di calcolo, ha ricordato Riccardo Zecchina, Vodafone chair in machine learning and data science dell’Università Bocconi – e le odierne applicazioni più interessanti si rifanno a un utilizzo sapiente ed evoluto di ciò che già si sapeva nella seconda metà del ‘900, riconducibile principalmente alle basi della programmazione lineare. C’è ancora tanto da fare, ad esempio nello sviluppo di capacità di distinzione tra causa ed effetto, e l’Europa, in questo senso, può ancora giocare le sue carte – per non rimanere schiacciata tra le superpotenze orientali e gli Stati Uniti – investendo in progetti di ricerca che possono ancora disegnare il futuro.

Dati per tutti

Oggi chiunque può creare innovazione analizzando dati. Prima, solo determinate categorie di persone con posizioni di comando potevano accedere alle informazioni, ora non più. Ma il dato in sé non ci dice molto, occorre saperlo analizzare per arrivare alla conoscenza, cioè serve saper applicare modelli che sappiano interpretare i dati(Computational Modeling) analizzare milioni di variabili e fornire il supporto per prendere decisioni nel minor tempo possibile. Siamo nell’era della Data Driven Economy, ha ricordato Emanuele Borgonovo, director of bachelor in economics, management and computer science alla Bocconi, e i manager di oggi devono essere in grado di confrontarsi con gli analisti, saper porre le giuste domande e interpretare gli elaborati di analisi dei dati per contare su giusti supporti alle decisioni importanti.

Non solo, prima ancora i dati devono essere raccolti, quindi i brand devono strutturarsi sia per uniformare ciò che esiste già (dai sistemi informativi e gestionali piuttosto che dai canali marketing tradizionali) sia anche per predisporsi al cosiddetto Social Lissening, capire il Sentiment del consumatore e studiare strategie digitali coerenti.

Il Machine Learning è il nuovo terreno per guadagnare competitività e valore nel business secondo Marco Comastri, president & general manager di CA Technologies Emea, e i brand non si devono lasciar sfuggire la possibilità di implementare strategie Customer Centric, proprio grazie alle incredibili possibilità offerte dal digitale di raccogliere dati, analizzarli e offrire esperienze personalizzate. Il Machine Learning consiste in una serie di algoritmi che permettono di automatizzare la costruzione di modelli analitici e offrire ai computer la capacità di apprendere senza essere stati appositamente programmati. In pratica, consente di trovare informazioni nascoste, anche senza una programmazione specifica. È precondizione per l’Intelligenza Artificiale, ma non vuol dire che ci siano già macchine pensanti. Per questo occorre saperlo utilizzare a supporto del business per accelerare i processi e agire velocemente.

Lo smartphone come estensione dell’identità

In ogni caso, tutto parte dai Big Data e le professionalità del futuro dovranno includere sempre più competenze tecniche orizzontali perché non sarà più possibile alzare le braccia in segno di resa, chiamando in causa un tecnico, per risolvere un problema. Al contrario, chi dovrà ricoprire posizioni di responsabilità dovrà avere – forzatamente – anche competenze riconducibili alla moderna Data Science e – ancor più – saper utilizzare piattaforma digitali in grado di raccogliere i dati, fornire basi in supporto alle decisioni ed implementare strategie coerenti. Il fenomeno della convergenza digitale trova nel Mobile il suo apice: circa il 49% della popolazione mondiale usa lo smartphone per navigare e più di 2,958 miliardi di persone interagiscono con i social media utilizzando il proprio dispositivo (fonte WEAreSocial). Lo smartphone è diventato una vera e propria estensione dell’identità individuale all’interno della cosiddetta web community. Non cogliere questo trend significa chiamarsi fuori dai giochi del business del futuro.

Vendite on line, ecco come cambia il packaging

Orange E-Commerce Button on Computer Keyboard. Internet Concept.

Studiato ad hoc per il commercio elettronico, sostenibile e personalizzato. Dal convegno Netcomm focus su logistica e packaging per l’e-commerce, analisi di un settore che presenta grandi opportunità di crescita.

Il packaging per l’e-commerce cambia d’abito. Pensato per affrontare tutti i passaggi imposti dal canale di distribuzione (dal clic alla consegna), deve essere frutto di una progettualità diversada quella dell’imballo per i punti vendita. Deve garantire una protezione più efficace del prodotto, ma anche comunicare meglio il valore del marchio, deve essere attento all’ambiente e nel contempo all’ottimizzazione dei costi. Una metamorfosi che porta con sé grandi opportunità di crescita. «Un cambiamento quello dell’e-commerce che a livello generale investe tutti gli imballi, dalla confezione primaria al packaging secondario e terziario» afferma Riccardo Cavanna, presidente Ipack-Ima nonché amministratore delegato di Cavanna Packaging Group con sede a Novara, centro di eccellenza in sistemi di confezionamento flowpack. «Basti pensare che in un pacco ci sono prodotti confezionati di vario tipo, di brand, formati e ingombri diversi. Ecco perché – sottolinea Cavanna – presentando il primo Osservatorio Netcomm Ipack-Ima 2018, c’è bisogno di tecnologie all’avanguardia, specifiche per l’e-commerce dei diversi settori, che garantiscano la personalizzazione del pack puntando sempre più sulla sostenibilità ambientale. In sintesi, se il packaging per l’e-commerce va ripensato, anche le macchine per produrlo devono garantire massima innovazione e automazione». Un tema, quello dell’innovazione, sul quale si è confrontato anche Enrico Paolucci di B&R(automazione industriale). «Il gruppo, con le proprie soluzioni dedicate al packaging primario, secondario e fine linea, sta monitorando da vicino il passaggio dalla logistica tradizionale a quella on line e le richieste emergenti in termini di flessibilità e integrazione tra i sistemi».

Il food on line, un’opportunità da cogliere

E nell’alimentare, settore nel quale si intersecano più esigenze, come ci si sta muovendo? Intanto, in Italia è un segmento (prodotti alimentari da supermercato) che nel 2017 ha registrato una crescita del 37% rispetto al 2016 per un valore di 812 milioni di euro (dati Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Managment Politecnico di Milano). «Un comparto in continua evoluzione, che mostra uno sviluppo poco omogeneo all’interno delle diverse categorie di prodotti, ma sicuramente ricco di nuove opportunità che dobbiamo saper cogliere» afferma Giusto Curti customer director di Ferrero. In un contesto così variegato anche le esigenze sono diverse e, come ricorda Aldo Galbusera di Sealed Air (soluzioni di confezionamento alimentari e non), «bisogna valutare la sostenibilità, l’esperienza del consumatore (facilità di apertura e ri-chiusura della confezione, conservazione, pack riutilizzabile per fidelizzare il cliente, ecc.) e, infine, la logistica (protezione e refrigerazione del prodotto). Per giungere a questi obiettivi – continua Galbusera – occorre migliorare alcune caratteristiche dei sistemi di confezionamento esistenti, ma soprattutto è necessario risolvere il problema della sicurezza del cibo, il primo elemento di rischio delle vendite on line». Anche per Gian Maria Gentile di Unes, che per l’on line si appoggia a Amazon Prime Now, è necessario trovare soluzioni efficaci per proteggere i prodotti poiché «il problema dell’e-commerce è da sempre quello legato alla mancanza di una gestione accurata dei prodotti. Occorrono soluzioni non tanto nel pack primario, quanto nella fase di trasporto, anche per evitare i resi, oltre a mantenere costante la catena del freddo». Molta attenzione verso il food on line viene confermata anche da Daniele Bruttini di Quomi (servizio a domicilio di materie prime per realizzare i piatti) che, per quanto riguarda la catena del freddo, adotta contenitori isotermici e buste di gel refrigerante.

Serve un controllo totale su tutta la filiera con soluzioni pensate ad hocper l’e-commerce. Dai pallet ai punti vendita e alla confezione dei prodotti

L’e-commerce porta cambiamenti lungo l’intera filiera

Fin qui quello emerge è che l’e-commerce ha aperto e sta aprendo nuove possibilità per le aziende, ma ha anche portato alla luce una serie di problemi che prima non esistevano, in primis la sicurezza dei prodotti. I resi non sono solo una voce negativa nel bilancio, ma anche un danno di immagine enorme. Ecco perché serve un controllo totale su tutta la filiera con «soluzioni pensate ad hocper l’e-commerce. Dai pallet ai punti vendita e alla confezione dei prodotti», come ribadisce Fabio Panetta di Gifco. Ma quali sono le richieste emergenti del packaging? Giovanna Boccenti di Rajapack, gruppo protagonista in Europa nell’imballaggio, ne ha individuato alcune. Innanzitutto, alla voce sostenibilità l’azienda riferisce l’aumento del 40% della domanda di pack green. Seguono la riduzione degli spessori dei materiali e un andamento più virtuoso (meno plastica a favore della carta), packaging con un design minimal, conformità alle tabelle volumetriche dei corrieri in un’ottica di riduzione di volumi e costi, riutilizzo del pack per eventuali resi poiché, sottolinea sempre Rajapack, nell’80% dei casi il consumatore dà per scontato di ritornare la merce nello stesso imballo con cui l’ha ricevuta. Infine, un pack antieffrazione (impiego di RFID, nastri adesivi personalizzati, ecc.), meno ingombrante per ridurre lo spazio a magazzino, più veloce da produrre (scatole con fondo automontante), ma soprattutto personalizzato per trasmettere i valori del marchio e stimolare l’effetto sorpresa. Il trend è verso scatole personalizzate e brandizzateanche all’interno perché è in aumento il fenomeno dell’unboxing, ovvero la condivisione sui social dell’apertura del pacco, una tendenza nata nel segmento lusso, ma che ora ritroviamo anche nell’elettronica e nel food. Tutte esigenze che spesso nell’e-commerce non vengono valutate, soprattutto se chi vende on line non produce i propri prodotti. «Spesso non conoscono quali saranno le dimensioni delle scatole dei brand da spedire, magari si tratta di prodotti che vanno protetti, gestiti con cura, ecc.» commenta Vincenzo Cioffi ProfumeriaWeb (vendita on line di profumi, cosmetici, ecc.) secondo il quale occorre considerare i diversi attori come un nucleo omogeneo e che tutti devono operare in una logica di innovazione di processo. Restando in tema di sostenibilità, Sabrina Lucini di Ikea sottolinea che «l’azienda sta investendo nel pack per renderlo più efficiente. Questo significa riduzione dei volumi e delle dimensioni. Insomma, pacchi più piccoli che portano anche a un abbattimento dei costi oltre alla decisione green di sostituire i pallet in legno con pallet carta riciclata». Sempre in questa visione di risparmio dei materiali, nell’ambito delle vendite on line di articoli sportivi, ci si è interrogati se utilizzare la busta o la scatola. Secondo Marco Lazzerotti di Decathlon, azienda che oltre a vendere produce anche i propri prodotti, «dipende dal prodotto (peso e volume). In ogni caso, pensando anche ai resi, la scatola è quella più utilizzata». Ci si è interrogati anche sulla gestione del fine vita dei prodotti, un problema molto sentito con il passaggio da una logistica tradizionale a quella di e-commerce, che necessita soluzioni efficaci e urgenti poiché come sottolinea Isabella Capurso di Remedia,uno dei principali consorzi italiani per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti tecnologici, meno del 10% dei siti è completa con la normativa RAEE. Infine, uno sguardo al comparto degli imballaggi in cartone mette in luce che cresce, sulla scia dell’aumento dell’e-commerce, anche il consumo di packaging in cartone. Una domanda «che ha comportato il riavvio della ex-cartiera Burgo di Mantova dedicata alla produzione di cartone ondulato e la partenza di un nuovo polo produttivo ad Avezzano (Aquila)», spiega Eliana Farotto di Comieco. Questo per arrivare a introdurre sul mercato Italia circa 600mila tonnellate di cartone in più ogni anno.

E-commerce e logistica, a che punto siamo?

Crescono i volumi, migliora la velocità di consegna, aumenta la soddisfazione dei clienti. Queste alcune delle indicazioni emerse dalla ricerca condotta da Netcomm – il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – e presentata nel corso del Netcomm Focus in collaborazione con Ipack-Ima e con il supporto di Assolombarda, Comieco, DotLog e Rajapack. La pubblicazione è il frutto del tavolo di lavoro avviato nel 2017 con oltre 30 aziende socie del Consorzio che si è avvalso di tre diverse ricerche che hanno indagato la soddisfazione e i desiderata in tema di servizi logistici e packaging di oltre 2500 e-shopper italiani, il rapporto tra merchant e operatori della logistica e infine le possibili evoluzioni future del comparto.

Un comparto in piena crescita

Ma veniamo ai numeri. Secondo i dati dell’Osservatorio Ecommerce B2C Netcomm-School of Management del Politecnico di Milano, il valore degli acquisti on line di prodotti nel 2017 ammonta a 12,2 miliardi di euro: una cifra destinata a crescere. Sale inoltre del 10% il numero dei compratori rispetto al 2016 e aumentano gli acquisti via smartphone. Nel 2020 si stima che il valore delle vendite on line rappresenterà il 15% circa del totale delle vendite a livello mondiale. L’Italia attualmente è al 6%, fanalino di coda in una classifica che vede ai vertici il Regno Unito con il 19%. Ma si rifarà. Su questo concordano tutti gli osservatori.

A questo aggiungiamo che le aziende italiane sono in ritardo rispetto ai colleghi europei, solo circa cinquantamila imprese del nostro Paese possiedono un sito e-commerce contro le 200mila aziende francesi, e che l’Italiano compra all’estero molto più di quanto gli stranieri acquistino in Italia (5,9 miliardi di euro contro 3,5).

I servizi logistici centrali per lo sviluppo degli acquisti on line

La ricerca rivela che gli Italiani si fidano sempre di più degli acquisti on line e che 3 consumatori su 4 (77,6%) affermano che la qualità e l’ampiezza dei servizi di consegna sono centrali nelle scelte d’acquisto. L’80.9% degli intervistati considera essenziale l’esperienza di acquisto on line semplice e veloce mentre il 79,2% cerca i prezzi migliori; il 77,6% privilegia merchant affidabili e conosciuti mentre il 69,9% opta per la facilità del reso. Un aspetto interessante emerso durante la presentazione della ricerca è senza dubbio come tra il 2015 e il 2017 si sia modificato il mix di modalità di delivery. Infatti, i servizi di ritiro (negozio, rivenditore, ufficio postale, ecc.) sono cresciuti del 50% e riguardano il 9,1% degli acquisti on line di prodotti, mentre la consegna a casa o in ufficio è passata dal 94 al 91%. Come ha sottolineato Roberto Liscia, presidente Netcomm, l’impossibilità di sapere con precisione il giorno e l’orario di consegna (Customer stress) fa sì che si opti per soluzioni alternative. In Francia, ad esempio, esistono realtà come Mondial Relais che gestisce ben 6300 punti di consegna/ritiro presso negozi di alimentari, edicole, fiorai… molto apprezzati dagli e-shopper.

La free delivery essenziale per dare impulso agli acquisti

Un altro punto che sta particolarmente a cuore dell’e-shopper italiano è senza dubbio la consegna gratuita. In Italia la quota di free delivery si aggira intorno al 70% e non dipende dalla soluzione di consegna. Molti merchant promuovono e accettano di consegnare gratis, spesso rimettendoci soldi, perché sanno che è un driver di soddisfazione e di fedeltà. Infatti, il 66% dei 33 merchant intervistati offre la spedizione gratuita se l’importo dell’ordine supera una certa cifra mentre il 18,2% la offre sempre.

Non sono tutte rose e fiori però. L’Italia infatti risulta essere tra i Paesi europei con minor soddisfazione degli e-shopper in tema di servizi di ritiro. Quelli che registrano maggior gradimento mettono a disposizione servizi di clic& collect, pick up point e locker (distributori automatici sempre aperti). I clienti italiani preferiscono restituire il prodotto tramite lo stesso canale nel quale lo hanno comprato e in particolare il reso da casa tramite corriere è molto apprezzato.

Servizi a valore aggiunto

Lo sviluppo dell’e-commerce anche per prodotti che implicano una gestione più specifica e personalizzata ha dato spazio a nuovi attori che propongono servizi di alta qualità a livello logistico. Ad esempio, per le consegne di piatti pronti Just Eat si affida alla torinese Pony Zero che percorre l’ultimo miglio della spedizione con veicoli ecologici (cargobike, auto o furgoni elettrici). Una scelta quella dell’ecosostenibilità apprezzata anche da Cortilia e Amazon Prime Now, clienti dell’operatore piemontese.

Consegna fino alle 22 compreso il sabato Milkman, che offre una comunicazione puntuale dell’orario di arrivo tramite sms con la possibilità di rischedulare gratuitamente la consegna fino a un’ora prima. C’è invece chi si è posto il problema del cliente che compra on line articoli di lusso. Chi spende cifre importanti per brand di alta gamma non può certo ricevere il prezioso pacco attraverso i canali standard normalmente utilizzati. DotLog, specializzata in logistica per e-commerce nei settori di abbigliamento e della moda, food alimentari, cosmesi, elettronica e prodotti di largo consumo sia B2B e B2C, offre anche servizi di pick & pack di altissimo livello con consegne attraverso addetti in divisa con auto di prestigio.

Schur Star Systems semplifica la produzione di lastre flessografiche con Esko

Lo specialista di imballaggi tedesco Schur Star Systems ha automatizzato ulteriormente il suo flusso di lavoro di prestampa utilizzando la soluzione per la produzione di lastre CDI Crystal 4835 XPS di Esko.

Fondata nel 1846 da Johan Wilhelm Schur, questa azienda a conduzione familiare, ormai giunta alla sesta generazione, è una delle più antiche in Danimarca. Il gruppo Schur oggi vanta 15 aziende internazionali, con sedi in Danimarca, Svezia, Germania, Francia, Australia e Stati Uniti, che forniscono un’ampia gamma di soluzioni di imballaggio, dallle scatole ai materiali flessibili. Il personale complessivo ammonta a 850 addetti. Schur Star Systems GmbH è la divisione flessibile che produce sacchetti preformati per clienti in tutto il mondo.

Da oltre dieci anni Schur Star Systems GmbH si avvale della tecnologia di Esko per la produzione interna di lastre flessografiche. Al fine di automatizzare ulteriormente la fase di prestampa, l’azienda ha scelto il sistema CDI Crystal 4835 XPS di Esko. Questa soluzione all’avanguardia combina tutti i vantaggi della tecnologia Crystal, cioè facilità d’uso, affidabilità, coerenza e qualità, con il diffuso formato 4835. Il risultato è la qualità flessografica più elevata possibile, per gli imballaggi flessibili e le etichette.

Con la strategia Flexo Platemaking Simplified di Esko per gli imballaggi flessibili e le etichette, la prestampa è diventata un processo altamente automatizzato. Dalla singola grafica al set di lastre flessografiche pronte per la stampa, Esko elimina sistematicamente i passaggi manuali e qualsiasi inefficienza, ove possibile. La stessa produzione di lastre si riduce, dal processo tipico in sette fasi a un processo in due fasi, limitando l’intervento dell’operatore ed eliminando al tempo stesso la necessità di ricorrere a personale esperto nella produzione lastre.

Lene Hoegh Madsen, responsabile prestampa di Schur Star Systems GmbH, commenta: «Nella nostra implementazione di prestampa end-to-end utilizziamo Automation Engine, Deskpack e Plato per le operazioni step & repeat. Per la produzione di lastre, ora disponiamo delle nuove unità CDI Crystal 4835 e XPS Crystal 4835. Questi sistemi sono veramente molto facili da gestire. Poiché è molto rapido istruire i nuovi operatori, possiamo contare su personale con una formazione trasversale disponibile per produrre lastre di notte o al mattino presto, a seconda delle nostre esigenze».

Accordo tra MCA Digital e Futurgrafica

La partnership tra MCA Digital e Futurgrafica si consolida con la cessione del ramo d’azienda specializzato nella commercializzazione di attrezzature per la stampa. Obiettivo: garantire una maggiore capillarità in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. La forza vendite di Futurgrafica, forte di un consolidato rapporto con clienti e prospect di queste regioni, andrà dunque a potenziare la task force di MCA già attiva su tutto il territorio nazionale. «Sono alcuni anni che collaboriamo con Futurgrafica e l’ulteriore rafforzamento di questo rapporto rappresenta per noi un valore aggiunto che potremo offrire ai clienti di queste aree geografiche, soprattutto per la vendita del nuovo sistema ibrido HP Latex R20001», commenta Cristina Del Guasta – socio fondatore MCA Digital.

L’azienda padovana, infatti, ha recentemente arricchito il proprio portfolio con la commercializzazione su tutto il territorio nazionale del nuovo sistema ibrido HP Latex R2000, il tassello mancante dell’ampia gamma HP già distribuita da MCA. Una vera innovazione tecnologica per i produttori di cartellonistica di grandi dimensioni, con luce di stampa di 2,5 metri e spessore fino a 5 cm. Inoltre, con un flusso di lavoro efficiente e grande produttività per elevati volumi, il sistema HP Latex R2000 permette di stampare su materiali rigidi e flessibili assicurando una resa colore sorprendente unitamente a tutti gli indiscussi plus della tecnologia Latex. Altro punto di forza, l’inchiostro Latex White che garantisce un vero bianco lucido anche su materiali come legno e acrilico, non alterando la superficie anche in caso di supporti matt come il cartone.

Un sistema dunque che il mercato aspettava da tempo, soprattutto i numerosi professionisti già “Latex Lover”, che apprezzano gli innumerevoli vantaggi esclusivi di questa tecnologia quali, ad esempio, assenza di odore e produttività da record. Attrezzature ben note anche allo staff di Futurgrafica, forte di un’esperienza trentennale e di un legame fidelizzato con gli operatori del territorio. «Questo accordo ci permette di potenziare la nostra forza vendite al fine di garantire una sempre maggiore capillarità. Operiamo instaurando rapporti di scambio costante con i nostri clienti, puntando sull’assistenza specializzata che siamo in grado di offrire in tutti gli step, dalla scelta del sistema all’installazione, fino alla consulenza quotidiana finalizzata a sfruttare le macchine in tutto il loro potenziale», spiega Del Guasta. «La nuova forza vendite, già skillata sulla tecnologia Latex, si unirà al nostro team in tutti i momenti formativi che organizziamo in ottica di update e brainstorming e sarà affiancata dai nostri tecnici certificati per le fasi di installazione e manutenzione».

In occasione della presentazione ufficiale a Fespa 2018, MCA ha annunciato diverse installazioni di Latex R2000 presso clienti italiani che stanno già lavorando con questa tecnologia. Il sistema, inoltre, è a disposizione dei clienti di MCA presso la Sala Demo di Campodarsego (PD) dove è possibile effettuare test personalizzati su appuntamento. R2000 sarà ovviamente tra i protagonisti dell’area espositiva MCA alla prossima edizione di Viscom (Milano, 18-20 ottobre 2018) dove farà il suo esordio ufficiale sul mercato italiano.

Come ricaricare le cartucce compatibili HP – PUBBLIREDAZIONALE

PUBBLIREDAZIONALE

Te ne sei accorto appena acquistata la stampante: le cartucce di inchiostro costano più della stessa macchina. Si tratta di una precisa strategia commerciale delle grandi case produttrici – HP, Canon, Epson e via dicendo – che vendono le stampanti a prezzo di fabbrica per poi fare profitto con i materiali di consumo acquistati più frequentemente: le cartucce di inchiostro, appunto.

Se ogni mese spendi un capitale in cartucce, è arrivato il momento di trovare un’alternativa più economica.

Sono rimasti in pochi a millantare la superiorità delle cartucce originali: ormai è risaputo che le cartucce compatibili e rigenerate assicurano la stessa qualità e resa finale di stampa, con il vantaggio di costare circa la metà delle originali.

Su e-commerce di settore come cartuccecompatibili.com è possibile acquistare sia cartucce originali che cartucce compatibili con HP, Epson, Canon e le altre principali marche di stampanti, con un ottimo rapporto qualità/prezzo e la spedizione gratuita per tutti gli ordini sopra i 49 euro.

Molti hanno invece scelto la strada della rigenerazione fai-da-te: con pochi euro è possibile comprare il kit con tutto l’occorrente per la ricarica delle cartucce. Niente di troppo complicato, alla portata anche dei meno esperti. L’importante è assicurarsi che il kit – che comprende i flaconcini di inchiostro nero, ciano, magenta e giallo e la siringa per ricaricare le cartucce – sia compatibile col proprio modello di stampante.

Vediamo nel dettaglio come ricaricare le cartucce per stampanti HP.

  1. indossa un paio di guanti usa e getta – ci si sporca parecchio!
  2. posiziona la cartuccia da ricaricare con la testina rivolta verso il basso
  3. solleva l’etichetta aiutandoti con un taglierino per scoprire il foro di ricarica, facendo attenzione a non rovinarla
  4. pulisci la testina di stampa dai residui di inchiostro con l’apposito liquido di pulizia
  5. prendi l’inchiostro dalla boccetta del kit con la siringa in dotazione
  6. riempi il serbatoio della cartuccia inserendo la punta della siringa in profondità e iniettando l’inchiostro molto lentamente
  7. chiudi il foro con del nastro adesivo
  8. rimetti l’etichetta e lascia la cartuccia ferma nella stessa posizione per qualche ora
  9. pulisci la testina di stampa con un fazzoletto di carta imbevuto con qualche goccia del cleaner
  10. inserisci la cartuccia nella stampante ed avvia i cicli di pulizia e test di stampa.

Nota bene: fai attenzione a non caricare più inchiostro del dovuto, sia nella siringa che nel serbatoio della cartuccia. Se durante la ricarica dovesse uscire dell’inchiostro, fermati immediatamente ed estrai la quantità in eccedenza per evitare problemi di overfilling.

Il procedimento di ricarica è lo stesso per tutte le cartucce compatibili HP ma le dosi di inchiostro da inserire cambiano in base al modello di stampante. Qui trovi la guida con la quantità giusta di inchiostro per le cartucce di ogni modello di stampante HP.

Alcuni consigli per ricaricare le cartucce correttamente e senza danneggiare la stampante:

  • usa solo inchiostro compatibile con la tua cartuccia
  • per ogni colore utilizza una punta di siringa differente
  • non ricaricare mai una cartuccia più di quattro volte
  • non ricaricare cartucce vuote e inattive da più di 14 giorni – la capacità di assorbire l’inchiostro potrebbe risentirne e di conseguenza anche la qualità di stampa
  • non mettere la cartuccia nella stampante se perde inchiostro
  • ricarica le cartucce prima che siano completamente vuote e subito dopo averle estratte dalla stampante.

 

Dardanelli: in arrivo la 5 metri Rho 512R di Durst

Alle porte di Firenze si trova la nuova sede di Dardanelli srl, service con oltre 50 anni di attività nel mondo della fotolito prima e della stampa digitale poi. Realtà che dal fondatore “nonno Moreno” è giunta alla terza generazione, affrontando con le corrette strategie l’evoluzione tecnologica del mercato. A raccontarne l’essenza è Tommaso Presutti, trentenne con l’incarico di responsabile di produzione, che dal nonno ha certamente ereditato la passione per questo lavoro e i trucchi del mestiere di chi per decenni ha gestito il colore. «Abbiamo saputo mutare pelle nei giusti tempi, trasformando la nostra azienda da fotolito in service di stampa, con il valore aggiunto di un’esperienza unica nel colore che i clienti ci riconoscono»spiega Tommaso, trasmettendo quella voglia di fare e creare che oggi continua a dare nuova linfa all’azienda di famiglia in costante evoluzione.

Nell’arco di un anno, infatti, Dardanelli ha investito nell’implementazione di due nuove stampanti Durst: la flatbed Rho P10 200 e la roll-to-roll Rho 512R. «Per allargare il proprio raggio d’azione, è necessario trovare nuovi canali, nuovi mercati, nuove idee di business – prosegue Tommaso. – Da anni il nostro sogno nel cassetto era la tecnologia Durst, il meglio della stampa digitale. Basta guardare la macchina e già ti trasmette affidabilità. Durst è un marchio di garanzia, tutti lo sanno, e per noi, oltre ad essere stato un colpo di fulmine, ha creato da subito dipendenza».

A maggio 2017, con la decisione di aprirsi alla stampa in piano, l’acquisto di Rho P10 è stato una scelta quasi scontata. «Non abbiamo avuto minimi dubbi già in fase di valutazione e, a implementazione effettuata, ci sono state solo conferme: velocità, affidabilità e alta qualità, unite alla tranquillità di essere certi di sviluppare il lavoro bene e nei tempi richiesti dal committente», aggiunge Tommaso. Quattro stagioni ed è ancora Durst la scelta di Dardanelli, che punta al large format con il sistema Rho 512R in sostituzione di una tecnologia ormai obsoleta per le necessità aziendali. Con la questa multi-roll Dardanelli entra nel mondo dell’interior decoration, stampando carte da parati, tessuti per interni e supporti per comunicazione in store e allestimenti fieristici.

Oggi l’azienda serve clienti del centro-nord Italia con una presenza importante in Veneto ed Emilia Romagna. Ma la voglia di crescere è uno stimolo costante che si traduce in nuovi progetti dal contenuto tecnologico. «Stiamo sviluppando il nostro e-shop per raggiungere nuova utenza con il web to print. Inoltre, abbiamo dato vita a una società dedicata alla carta da parati, che produciamo sia conto terzi sia con una nostra collezione esclusiva. E quando la richiesta è di commesse da realizzare in tempi quasi impossibili, lavoriamo in sinergia con il reparto produttivo di Dardanelli puntando sulla produttività di Rho 512R», racconta Tommaso.

Da Ricoh la soluzione inkjet modulo continuo Pro VC70000

La nuova soluzione Ricoh Pro VC70000 entra a far parte del portfolio inkjet di Ricoh al fianco di Pro VC60000, Pro VC40000, Ricoh Pro V20000 e InfoPrint 5000. La principale innovazione introdotta riguarda i nuovi inchiostri sviluppati da Ricoh che consentono di ottenere performance elevate soprattutto su supporti patinati per offset e carte non trattate. In particolare, i nuovi inchiostri di cui è dotata Ricoh Pro VC70000 sono in grado di competere con gli output della stampa offset grazie alla loro versatilità su supporti patinati. Gli inchiostri sono stati sviluppati per rendere l’intero sistema di produzione più flessibile ed economico, oltre che per ampliare la gamma cromatica.  «La soluzione presentata ci consente di rispondere ai requisiti richiesti dal mercato», spiega Giorgio Bavuso, direttore della divisione Commercial and Industrial Printing di Ricoh Italia. «Siamo certi che la nuova piattaforma e i nuovi inchiostri siano esattamente ciò che il settore stava aspettando. Aiuteremo i fornitori di servizi di stampa nel passaggio al digitale».

Oltre a offrire maggiore qualità grazie ai nuovi inchiostri, Ricoh Pro VC70000 è stata ottimizzata nei moduli di input e output ed è dunque più compatta. La velocità raggiunge i 150 metri al minuto, producendo quasi 130.000 A4 all’ora grazie alle teste di stampa proprietarie drop-on-demand, con risoluzione fino a 1200×1200 dpi su carta non patinata, patinata per offset, trattata per inkjet o patinata per inkjet.

Andrea Campani è il nuovo sales manager Omet per l’Italia

Omet ha annunciato il nome del nuovo sales manager Italia per la divisione Label: è Andrea Campani.

Campani ha una grande esperienza di vendita nel settore delle macchine da stampa avendo lavorato per diverse aziende multinazionali del settore: per oltre dieci anni è stato responsabile vendite in Lombardia per macchine a foglio e per quindici anni ha lavorato come venditore sul mercato italiano per macchine flexo a tamburo centrale. Recentemente ha avuto importanti esperienze come dealer europeo per macchine da stampa flexo e da converting e come area manager Italia e paesi balcanici sempre nel settore delle macchine flexo. Oltre alla notevole esperienza, Campani porta con sé una forte propensione al lavoro in team e un’attenzione particolare alla relazione con i clienti. «Sono entusiasta di questa nuova opportunità, che mi permette di continuare il mio percorso, step by step, verso i brand leader di mercato, con nuovi obiettivi. Considero Omet una grande azienda, e il mio obiettivo è di contribuire alla sua continua crescita grazie all’esperienza maturata lavorando con altri leader del mercato. Omet è uno dei migliori marchi di settore, conosciuto in tutto il mondo, e confido di poter portare valore aggiunto».