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Adestor by Lecta lancia un nuovo centro di converting autoadesivo

A pochi mesi dal suo avviamento, il nuovo centro di Converting di Adestor by Lecta in Germania sta lavorando intensamente per gestire gli ordini della completa gamma di materiali autoadesivi dell’azienda con un servizio migliore e più efficiente. 

La sua posizione ad Aschaffenburg, nella provincia di Bayern Aschaffenburg, consente all’azienda di avere in un raggio di 500 chilometri quasi tutte le principali capitali dell’Europa centrale, come Berlino, Monaco di Baviera, Parigi, Amsterdam e Praga, oltre a essere facilmente raggiungibili da Francoforte. 

Gli stabilimenti del nuovo centro di taglio dispongono di una superficie di oltre 4.000 m2, metà della quale è dedicata allo stoccaggio con un sistema di rack (strutture metalliche per lo stoccaggio) a tre altezze che permette di avere una capacità di stoccaggio di 400 bobine jumbo, pari a oltre sei milioni di metri quadrati di carta adesiva. 

La produzione avviene tramite due avvolgitori e una linea di finitura che comprende un manipolatore di bobine, un’imballatrice, ecc. Presto all’area di produzione si aggiungerà una linea di imballaggio automatico e una taglierina ribobinatrice per aumentare ancora di più la nostra efficienza e ridurre le perdite operative. 

Le due banchine di carico, i servizi ausiliari (area officina, aria compressa, attrezzature di manutenzione, ecc.), i servizi igienici, gli spogliatoi e gli oltre 300 m2 di uffici completano una struttura che funziona in modo autonomo offrendo un servizio 24-48 ore per tutto il Nord Europa. 

“Ad Aschaffenburg stiamo costruendo un grande team. Il nostro obiettivo è chiaro: raggiungere i clienti dell’Europa centrale e settentrionale per posizionare Adestor by Lecta come player europeo globale, di là delle nostre profonde radici nei mercati dell’Europa meridionale, afferma Luis Ibáñez, Lecta Self-Adhesive Aschaffenburg Site Leader. 

In linea con il piano strategico di Lecta, questo è un passo molto importante per raggiungere gli obiettivi di crescita dell’azienda nel settore degli autoadesivi. Si spera che il successo di questo progetto apporti dei benefici anche al resto degli stabilimenti Lecta, senza dubbio il migliore e più importante fornitore di materiali per la produzione della gamma. 

DS Smith crea l’imballaggio sostenibile Lift Up

DS Smith ha realizzato una soluzione innovativa di imballaggio in cartone ondulato sostenibile e a base di fibre per sostituire le maniglie in plastica delle confezioni multiple di bevande analcoliche in PET da 1,5 litri.

La nuova soluzione è stata commissionata da Coca-Cola HBC in Austria nel 2023 e si prevede che in futuro sarà lanciata da altri clienti DS Smith in Europa, inclusa l’Italia.

DS Smith Lift Up è una maniglia in cartone ondulato riciclabile al 100% che migliora la funzionalità di trasporto per i consumatori ed è progettata per contribuire alla soluzione basata su carta kraft e cartone che riduce centinaia di tonnellate di plastica ogni anno in ogni mercato in cui viene lanciata.

Inoltre, DS Smith Lift Up è stata progettata utilizzando l’approccio di DS Smith Circular Design Metrics (CDM), primo e unico nel settore, che si traduce in una significativa riduzione dell’impronta di carbonio per l’imballaggio e la produzione dei prodotti. Lo strumento consente all’azienda di valutare e confrontare la circolarità della sostenibilità di un prodotto attraverso otto diversi indicatori di sostenibilità, tra cui impronta di carbonio, progettazione per il riutilizzo, riciclabilità, rinnovabilità della fonte, contenuto riciclato e ottimizzazione della catena di fornitura. Questi indicatori aiutano a fornire un’indicazione chiara delle prestazioni di sostenibilità del design di un packaging e su dove focalizzare l’attenzione.

La soluzione di confezionamento DS Smith Lift Up può essere applicata a diverse dimensioni di bottiglie ed è prodotta in collaborazione con Krones, produttore leader di macchine confezionatrici. La maniglia del trasportatore ha un’impugnatura morbida che rende i prodotti facili da trasportare mentre rimangono al sicuro all’interno del loro imballaggio sostenibile. Questo è stato progettato per le bottiglie in PET destinate al consumo domestico.

Stefano Rossi, CEO Divisione Packaging Solutions di DS Smith ha commentato: “siamo orgogliosi di collaborare a questa soluzione di imballaggio innovativa, eliminando i rifiuti inutili e la plastica monouso. Il concept di DS Smith Lift Up è stato progettato impiegando l’approccio Circular Design Metrics di DS Smith, quindi, utilizza la minor quantità di materiale possibile, riduce l’impatto sull’ambiente e ha un design gradevole da vedere nei negozi e nei supermercati. La collaborazione con i nostri partner è fondamentale per ridurre la plastica monouso e realizzare cambiamenti innovativi su larga scala. Consideriamo il design sostenibile al centro di ciò che facciamo come azienda, e questo è un brillante esempio dell’opportunità che l’innovazione nel packaging possa aprire la strada verso un futuro più sostenibile per produttori, rivenditori e consumatori”.

Roland DG colora la Clinica Pediatrica De Marchi di Milano

Roland DG ha annunciato la sua donazione alla Clinica Pediatrica De Marchi del Policlinico di Milano. Utilizzando la stampante con inchiostri a base resina/latex TrueVIS AP-640 e collaborando con Hammer Design Brand Experience e Hexis Italia, Roland DG ha rinnovato le aree comuni e le scale e gli ascensori adiacenti, portando una nuova nota di colore in questi spazi.

Situato nel cuore della capitale economica italiana, il Policlinico di Milano, conosciuto anche come Ospedale Maggiore di Milano o Ospedale Ca’ Granda di Milano, è il principale istituto pubblico italiano per la qualità e la quantità della ricerca. È uno degli ospedali più antichi d’Italia, pioniere di numerose innovazioni mediche nel corso della sua storia.

In collaborazione con il Policlinico di Milano, Roland DG ha decorato la Clinica Pediatrica De Marchi con differenti grafiche a tema. La Clinica, riceve ogni anno migliaia di giovani pazienti per vari esami e trattamenti. Rivolte a un pubblico eterogeneo che va dai più piccoli agli adolescenti, oltre alle loro famiglie e al personale ospedaliero, le nuove grafiche vogliono creare un ambiente accogliente e adatto a tutte le età per chiunque entri in Clinica De Marchi.

Il concetto creativo sviluppato da Hammer Design Brand Experience, partner di lungo termine di Roland DG in Italia, ha considerato due aspetti chiave: i diversi pubblici che frequentano questi luoghi e le valutazioni tecniche, tra cui il livello di luminosità, la configurazione degli spazi e le condizioni delle pareti, che sono stati fondamentali per l’implementazione del progetto.

Questi aspetti hanno determinato le scelte principali, come i colori pastello, le forme astratte e un linguaggio visivo coerente che garantisce un percorso continuo. Il progetto ha immaginato sei scenari, ciascuno caratterizzato da un animale distintivo rappresentativo del suo habitat naturale: balena (mare), giraffa (savana), elefante (giungla), volpe (foresta), orso polare (Polo Nord) e pinguino (Polo Sud).

Passare molto tempo in ambienti chiusi implica che gli stessi siano sicuri e adeguatamente progettati. Questo è ancora più vero in luoghi più sensibili, come ospedali e cliniche, dove gli spazi devono poter rasserenare i pazienti che sono nella struttura e fornire la massima sicurezza. Da qui, l’uso di grafiche realizzate con il modello  TrueVIS AP-640, la stampante con inchiostri a base resina/latex dell’azienda, perfetta per applicazioni interne in ambienti sensibili come appunto ospedali. Gli inchiostri TrueVIS sono certificati GREENGUARD Gold, il che significa che rispettano rigidi standard di basse emissioni chimiche.

I film adesivi per le nuove grafiche, perfettamente abbinati agli inchiostri della TrueVIS AP-640, sono stati prodotti e applicati professionalmente da Hexis Italia. Con tre decenni di esperienza sul campo, Hexis Italia si dedica alla fornitura di soluzioni per il wrapping e la decorazione d’interni per la comunicazione visiva, garantendo qualità e precisione di alto livello.

Dal Policlinico di Milano il commento di ringraziamento: “L’Ospedale ha accolto questa donazione con estremo favore, un prezioso contributo per rendere più allegri e a misura di bambino e delle loro famiglie alcuni spazi comuni di passaggio della Clinica Pediatrica De Marchi. La cura inizia anche dall’accoglienza e dal calore che un ambiente riesce a trasmettere. Il Policlinico di Milano in questi anni è impegnato in progetti di umanizzazione delle cure per rendere la permanenza in reparto sempre più gradevole, soprattutto quando si parla di piccoli pazienti. La collaborazione con Roland DG si inserisce perfettamente in questo percorso in cui il bambino e il suo benessere sono al centro delle azioni, anche di design ed estetiche, oltre che di salute, di questo Ospedale.”

Il colore ha il potere di contribuire positivamente alla creazione di un ambiente in cui le persone possano sentirsi a proprio agio e rilassate, e ciò è particolarmente importante con i bambini e i giovani pazienti. La pigmentazione altamente concentrata dei colori della stampante TrueVIS AP-640 consente una saturazione maggiore rispetto agli inchiostri a resina convenzionali, ottimizzando l’impatto su molte applicazioni tra cui carta, tessuto, tela, carta da parati, materiali non in PVC e altri supporti. Inoltre, il preset True Rich Colour sfrutta appieno l’alta saturazione cromatica del nuovo inchiostro TrueVIS per massimizzare la vivacità dei colori.



Gruppo Lucaprint acquisisce Cartotecnica Olimpia. Ora tra i primi player europei nella produzione di astucci per pellicole da cucina

La torinese Cartotecnica Olimpia entra a far parte del gruppo Lucaprint. È la seconda operazione di M&A del 2024 per la storica azienda di packaging con sede nel vicentino, che ad aprile aveva acquisito Officine Grafiche Riunite rafforzando il proprio portfolio di soluzioni per il packaging di prodotti cosmetici e farmaceutici. Con questa nuova operazione, l’impresa guidata da Alberto Luca consolida la propria posizione nei mercati esteri – in particolare di Francia, Inghilterra e Danimarca – e si colloca tra i primi operatori europei nella produzione di astucci con seghetto per pellicole di alluminio, carta forno e film ad uso alimentare, con clienti multinazionali come Auchan, Carrefour e Tesco. Grazie all’acquisizione di Cartotecnica Olimpia, il fatturato del gruppo Lucaprint cresce di 10 milioni di euro, per un giro d’affari complessivo superiore a 30 milioni di euro.

Nasce così un player ancora più competitivo nel panorama internazionale del packaging in cartone, mantenendo saldi quei valori – orientamento all’innovazione e alla sostenibilità – che sono da sempre anche asset strategici, e tratti comuni al gruppo vicentino e Cartotecnica Olimpia.

«Questa operazione è un passo importante nella strategia di espansione di Lucaprint, e rappresenta un’opportunità per attivare sinergie e collaborazioni essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo in Europa. Grazie a questa acquisizione, avremo un nuovo sito produttivo nel nord-ovest d’Italia e arricchiremo il nostro portfolio con competenze e tecnologie altamente specializzate». Dichiara Alberto Luca, Presidente e Amministratore Delegato di Lucaprint.

«Abbiamo individuato in Lucaprint il partner ideale per accelerare il nostro percorso di crescita e per cogliere nuove opportunità di sviluppo. Siamo certi che questa operazione porterà grandi benefici a tutti i nostri stakeholders, dai clienti ai dipendenti», sottolinea Luciano Masconi, fondatore di Cartotecnica Olimpia.

La governance di Cartotecnica Olimpia verrà rafforzata grazie all’inserimento nel CDA di nuovi componenti del gruppo Lucaprint, che si affiancheranno a Emilio Ebana, nuovo Amministratore Delegato della società, con pluriennale esperienza nel settore, e a Marco Masconi, che proseguirà nel ruolo di direzione commerciale con l’obiettivo di presidiare e sviluppare maggiormente il mercato italiano ed estero.

Fondata nel 1953, Lucaprint è un’azienda cartotecnica specializzata nella progettazione e realizzazione di packaging su misura, prodotti ottenuti impiegando materiali ecosostenibili e interamente riciclabili.  Il gruppo presenta oggi due sedi produttive – a Pianezze, nel vicentino, dove è presente la sede Lucaprint e Caselette, nel torinese, dove è sita l’ultima acquisizione: Cartotecnica Olimpia. Il gruppo è stato protagonista di importanti crescite nel corso del tempo, diventando uno dei principali player italiani del settore, con clienti nazionali ed esteri. Oggi realizza un fatturato di circa 30 milioni di euro, una produzione di circa 450 milioni di astucci annui e può contare su un organico di 170 dipendenti. L’offerta di Lucaprint comprende un’ampia gamma di prodotti, tra cui astucci e packaging in cartoncino teso e accoppiato, oltre a espositori da banco e da terra, e si rivolge principalmente ai settori food, industrial, premium, healthcare & beauty. Il gruppo si impegna quotidianamente per una crescita sostenibile e innovativa, collaborando attivamente con i propri clienti per cercare le soluzioni che abbiano il minor impatto ambientale possibile sul mercato, fornendo soluzioni custom dedicate alle specifiche necessità del cliente, partendo dalla scelta di materie prime di qualità dei migliori produttori internazionali e avvalendosi di enti di certificazione esterni per garantire elevati standard qualitativi.

 

 

I materiali per la stampa, carte speciali

In questa puntata parliamo di carte speciali, in particolare carte termiche capaci di resistere ad applicazioni e ambienti in cui la tenuta della carta e della stampa sono elementi essenziali, e di cartoncini le cui caratteristiche naturali passano anche per la texture del materiale, dichiarandosi ecosostenibili già solo attraverso l’esperienza tattile che consentono di fare. E ancora parliamo di nastri adesivi stampabili e completamente riciclabili, e di carte multistrato che si adattano ad applicazioni grafiche e a packaging di alta qualità, così come ad applicazioni nel mondo food and beverage.

Insomma un universo sempre più ricco di materiali di supporto e di idee che, grazie alla stampa, possono poi diventare originali prodotti e mezzi di comunicazione marketing.

Frontale termico a elevata efficienza

Si chiama Termax TCLLX ed è la nuova carta speciale studiata da Lecta che fa parte dell’omonima gamma di carte termiche del gruppo.

La TCLLX è dunque un frontale termico progettato specificamente per la produzione di etichette linerless. Le etichette di questo tipo, essendo prive di liner o carta di supporto tradizionale, contribuiscono a ridurre gli sprechi di materiale.

La nuova carta termica è un top-coated ed è priva di fenoli. È caratterizzata da un’elevata qualità e resistenza che la rendono ideale per applicazioni in cui è essenziale che l’etichetta duri nel tempo, mantenendo integra la propria forma e finalità, anche se esposta agli elementi ambientali. È in grado, per esempio, di resistere all’umidità e al grasso. Per tale motivo, Termax TCLLX si rivela particolarmente adatta per la realizzazione di codici a barre e stampa variabile, da essere utilizzati nei settori della logistica e della vendita al dettaglio, o ancora per l’imballaggio alimentare.

Il nuovo modello, infine, come l’intera gamma Termax a cui appartiene, può essere richiesto anche con la certificazione forestale della Catena di custodia Pefc o con la certificazione FSC C011032, ed è dotato di certificazione ufficiale “No phenols added” ovvero senza fenoli aggiunti. Quest’ultima certificazione, rilasciata dal francese Ineris – Istituto nazionale dell’ambiente e dei rischi industriali, garantisce l’assenza di Bisfenolo A (BPA), S (BPS) e F (BPF) e di altri dodici composti fenolici.

Naturali da toccare

Le aziende, accanto alla ricerca di imballaggi premium dotati di elementi estetici che possano rendere i loro prodotti unici e distinguibili sul mercato, richiedono sempre di più spesso che l’estetica richiami elementi di naturalità. È per rispondere a queste esigenze che Holmen ha ideato la linea Invercote.

L’azienda produce cartone di qualità superiore e prodotti di carta adatti a molteplici soluzioni di imballaggio e applicazioni grafiche, utilizzate soprattutto nei settori della cosmetica, elettronica, farmaceutica e alimentare. Per le produzioni nei suoi quattro stabilimenti, in Svezia e nel Regno Unito, utilizza fibre vergini provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Il nuovo cartoncino è stato sviluppato presso uno di questi stabilimenti del gruppo, per la precisione quello di Iggesund ed è l’ultimo prodotto aggiunto alla gamma è Invercote.

Si chiama Invercote Touch ed è un innovativo cartoncino non patinato caratterizzato da un’ottima stampabilità e che offre un’estetica naturale accompagnata da un’esperienza tattile particolare, capace di esaltare anche nel tocco il messaggio di naturalezza che veicola. La sensazione non patinata e le caratteristiche di goffratura superiori, tipiche dell’intera linea Invercote, consentono di avvertire le fibre grezze della carta e di sentire persino il rumore dell’attrito sulla superficie del cartoncino. Non solo, Invercote Touch conserva anche tutte le altre p roprietà che distinguono i prodotti Invercote, ovvero la resistenza, la rigidità ma anche la piegabilità e la sostenibilità elevata.

Coniuga così una giusta combinazione tra trasformazione e proprietà di stampa, è infatti un cartoncino multistrato, completamente privo di rivestimenti pigmentati e adattato per supportare le stampe non patinate; inoltre il punto di bianco elevato e stabile consente un’ottima riproduzione dei colori. Il nuovo cartoncino è indicato per packaging e applicazioni grafiche di ogni tipo. Inizialmente sarà disponibile in una versione da 330 g/m2.

Il nastro adesivo in carta per imballi smart e green

Un design nuovo e intelligente che ha permesso di studiare una soluzione con un apporto minimo di materiale. Nasce così, dalla ricerca di monta – produttore tedesco di nastri adesivi destinati all’imballaggio e ad applicazioni industriali – il nuovo nastro adesivo di carta Greenline.

Il supporto cartaceo di cui è dotato è robusto – anche se può essere strappato a mano – ed è stato realizzato in polpa sbiancata senza cloro (ECF), con una provenienza della materia prima garantita e sostenibile. Il nastro è rivestito con una specifica formula di collante in gomma naturale, che gli permette di essere particolarmente adesivo e di assicurare una tenuta duratura. A differenza deitradizionali nastri in pellicola, è privo di silicone e plastica sintetica, ed essendo costituito dello stesso materiale cellulosico delle scatole in cartone a cui viene applicato, può essere riciclato tranquillamente nella frazione carta della raccolta differenziata. È dotato, inoltre, di una nuova struttura superficiale che è più liscia rispetto ai comuni nastri e consente un processo di produzione più efficiente.

Il nastro Greenline è indicato per sigillare sia scatole di cartone, da leggere a mediamente pesanti, sia buste postali, buste, sacchetti e cartoni. È in grado di resistere a temperature fino a 60 °C per brevi periodi e ha una buona resistenza anche alle intemperie e all’umidità.

Naturalmente può essere stampato e consente di ottenere risultati di stampa nitidi, anche con l’utilizzo di inchiostri a base acqua. Il nuovo nastro è disponibile in due diversi colori: monta 852 che è dotato di supporto in carta bianco puro e adesivo bianco, ideale come mezzo pubblicitario in quanto consente ottimi risultati di stampa; e monta 843 in carta marrone e adesivo trasparente che ha invece un aspetto più naturale.

Packaging multistrato e sostenibile

Due categorie e cinque diverse carte per la nuova gamma SUN prodotta da Burgo e realizzata interamente presso la cartiera del gruppo a Sora, in provincia di Frosinone. Lo stabilimento laziale le può produrre grazie a unimportante investimento tecnologico effettuato dal gruppo sulla macchina continua numero 2 (PM2) che, conl’installazione di una nuova cassa d’afflusso a triplo strato, ha permesso alla cartiera di iniziare a produrre cartoncino multistrato.

Le due categorie a cui appartengono i cartoncini della gamma SUN sono FBB – folding box board – e FSB – food service board. Tutti i cartoncini della gamma SUN sono caratterizzati dal fatto di avere uno spessore elevato che conferisce loro anche una maggiore rigidità, elementi ideali per le applicazioni delle carte della gamma.

La prima categoria riguarda carte progettate per applicazioni grafiche e packaging di alta qualità. I cartoncini FBB sono patinati con una struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite, con Ctmp (pasta chemitermomeccanica)nello strato centrale, che conferisce un elevato spessore e una maggiore rigidità, e doppia patinatura sul lato frontale. Ne fanno parte le carte SUN TOP (GC1) e SUN Strong (GC2).

SUN TOP, disponibile in grammature comprese fra i 230 e i 350 g/m2, è un cartoncino con una doppia patinatura sul lato frontale e una leggera patinatura monostrato sul lato retro. Mentre SUN Strong presenta una doppia patinatura sul lato frontale con un lato retro naturale non patinato e il suo range di grammature è compreso fra i 230 e i 325 g/m2.

La proposta FSB riguarda, invece, una gamma di cartoncini con struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite con una miscela di Ctmp e cellulosa. Comprende carte ideali per la produzione di bicchieri, vaschette, coppette e vasetti progettati per il contatto con gli alimenti e le bevande. In questa categoria rientrano SUN CUP, SUN Tray e SUN ICE. SUN CUP è un cartoncino naturale dalla struttura a triplo strato di fibre vergini bianchite, con una miscela di Ctmp e cellulosa nello strato centrale, ed è pensato per la produzione di bicchieri per bevande calde e fredde. SUN Tray ha le stesse caratteristiche strutturali di SUN CUP ed è un cartoncino naturale studiato per la realizzazione di vassoi per contatto alimentare. SUN ICE, infine, è un cartoncino patinato con la struttura dei precedenti a cui aggiunge una doppia patinatura sul lato frontale; ed è ideale per la produzione di coppette per gelati e bevande fredde.

Convegno Giflex, “Con il flessibile si può!”

La cultura d’impresa è tradizione, lavoro, innovazione: nel 2024 il prestigioso riconoscimento, promosso da Confindustria, è stato assegnato a Torino Capitale della cultura d’impresa.  Per questo Giflex ha scelto il capoluogo piemontese quale sede ideale per il suo convegno d’autunno dal titolo “Con il Flessibile si può!”.

Con l’obiettivo di rappresentare e valorizzare, con un approccio storico e prospettico, il Made in Italy, le nostre eccellenze produttive e il legame con il territorio, Torino diventa fulcro e racconto di quel patrimonio di conoscenze, creatività e visione di chi sa “fare impresa”.

Riconoscendosi in questi valori Giflex invita il prossimo 25 ottobre, la filiera del packaging flessibile per una giornata di approfondimento presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino.

L’agenda dei lavori si articolerà su quattro macroaree: andamento economico-congiunturale, storie di successo e applicazioni vincenti del flessibile, LCA vs PPWR, Agenda 2030 e SDG (Sustainable Development Goals).

Dalle parole di Alberto Palaveri, Presidente di Giflex, lo spirito che animerà l’evento di ottobre: “Poche parole, molti fatti! A Torino, racconteremo come la nostra strategia per la sostenibilità stia prendendo sempre più forma attraverso azioni concrete. La conformità al PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation è ancora in una fase preliminare in attesa degli atti delegati, ma l’imballaggio flessibile è già un alleato della riduzione dell’immesso al consumo: con il nuovo Regolamento gli Stati devono immettere meno packaging in peso sul mercato e noi siamo la risposta.

Inoltre, le caratteristiche del flessibile sono sempre più apprezzate dai nostri interlocutori come soluzione per ridurre sprechi ed emissioni. Ora per noi è fondamentale continuare a raccontare e valorizzare la forza delle soluzioni offerte dal nostro prodotto nei tavoli di lavoro istituzionali e coinvolgendo brand owner e retail per definire insieme la visione del futuro.

Come settore puntiamo sempre di più sull’innovazione e sullo sviluppo di soluzioni smart, quali ad esempio il refill, e sull’uso sostenibile delle risorse, partendo da misurazione scientifiche come le linee guida LCA messe a punto da Giflex”, conclude il Presidente di Giflex.

Colorcopy, la stampa di grande formato per applicazioni grafiche

Colorcopy si distingue per l’offerta di soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, supportando i clienti in ogni fase del progetto e garantendo risultati eccezionali e duraturi. Che si tratti di grafiche murali, banner, wrapping veicolare o stampe su materiali rigidi, le soluzioni di stampa digitale di grande formato di Colorcopy sono sinonimo di qualità e affidabilità. Grazie a un ampio assortimento di macchine e tecnologie, Colorcopy è in grado di soddisfare le esigenze più diverse del mercato della stampa, offrendo soluzioni personalizzate e all’avanguardia.

Soluzioni Colorcopy

Roland VersaOBJECT CO-300/640i:  perfette per chi cerca versatilità e qualità. Offrono risultati sorprendenti in tempi rapidi grazie alla stampa diretta e all’asciugatura istantanea. Sono ideali per stampare su un’ampia gamma di oggetti e superfici, con la possibilità di creare effetti speciali lucidi e opachi. Queste stampanti sono progettate per garantire la massima precisione e qualità, rendendole perfette per applicazioni industriali e grafiche di alto livello.

Roland TrueVIS LG Series:  offrono la massima tecnologia di stampa e taglio UV professionale. Con un’interfaccia intuitiva, testine di stampa sfalsate per maggiore produttività e inchiostri ECO-UV5 di alta qualità, queste macchine sono ideali per produzioni di stampa e taglio di qualsiasi dimensione. La serie LG raggiunge una velocità di stampa fino a 30 m2/h con una risoluzione massima di 1200 DPI, garantendo risultati eccellenti per una vasta gamma di applicazioni grafiche.

Roland VersaOBJECT MG Series:  utilizzano la tecnologia di stampa UV di alta qualità, rendendole perfette per la stampa e il taglio professionale. Offrono massima versatilità su vari supporti, garantendo risultati eccellenti per qualsiasi tipo di tiratura. Queste macchine sono dotate di un’interfaccia utente intuitiva e di tecnologie avanzate per garantire la precisione e la qualità delle stampe.

Roland TrueVIS AP-640:  ridefinisce la stampa in resina con un’elevata resa dei colori su un’ampia gamma di materiali. Questa macchina è ideale per applicazioni sia indoor che outdoor, garantendo durabilità e colori brillanti. La tecnologia di stampa in resina è particolarmente adatta per ambienti sensibili come scuole, ospedali, musei, ristoranti e uffici pubblici, grazie all’assenza di sostanze volatili e odori tipici degli inchiostri tradizionali.

Da Guandong la “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico”

Il settore nautico è un fiore all’occhiello del Made in Italy, apprezzato per l’artigianalità, il valore tecnico e la raffinatezza dei materiali e delle finiture. Ogni imbarcazione deve garantire un equilibrio tra estetica e funzionalità, sicurezza e affidabilità. A tal fine è fondamentale la predisposizione di allestimenti e comunicazioni a bordo, che devono essere immediate ma soprattutto tecnicamente studiate per affrontare le sfide del mare.

Per rispondere a queste esigenze, Guandong,  ha messo a punto l’innovativa “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico”: uno strumento che raccoglie idee, suggerimenti e informazioni tecniche rivolte a stampatori, allestitori, architetti e designer alla ricerca delle soluzioni più performanti per applicazioni indoor, outdoor destinate proprio la mondo della nautica. Le soluzioni proposte da Guandong coniugano funzionalità e design, con un’attenzione particolare anche alla tutela ambientale, grazie all’uso di materiali riciclabili e riciclati, senza compromessi su qualità estetiche e prestazioni tecniche.

Sostenibilità dunque, ma anche resistenza, sicurezza e delicatezza sono le parole d’ordine della nuova linea di supporti che Guandong dedica al settore nautico. Proprio la resistenza è fondamentale per gli allestimenti delle imbarcazioni, che richiedono materiali capaci di sopportare forti sollecitazioni meccaniche. Le soluzioni Magnetico & Ferro di Guandong sono perfette per fissare saldamente oggetti e accessori, evitando movimenti indesiderati durante la navigazione.

Altrettanto cruciale, in mare, è il tema della sicurezza. Un’esigenza a cui Guandong risponde proponendo materiali antiscivolo che migliorano l’aderenza delle superfici, riducendo il rischio di cadute anche in condizioni di mare mosso. Mak Floor, ad esempio, è un supporto ad altissima tenuta ideale per personalizzare le pavimentazioni esterne, aumentando la sicurezza e creando un wayfinding a prova di onde.

Le imbarcazioni, specie quelle di lusso, richiedono applicazioni non aggressive che proteggano le superfici pregiate. I materiali nano-tecnologici di Guandong, privi di colla e facili da applicare e rimuovere, preservano anche le finiture più delicate senza compromessi estetici. Come ReVita Tack Puro, il tessuto riposizionabile creato dal riciclo di bottigliette in PET, perfetto per pavimenti indoor ultra delicati come teak nautico, parquet e marmi. Altrettanto sicura sulle superfici è Wally, la speciale pellicola nano-tecnologica in poliestere pensata per decorare pareti, porte, vetri e superfici lisce senza lasciare residui grazie alle sue 4.368.000 nano-ventose che permettono di applicare la grafica senza l’uso di colla. Removibile e riposizionabile, Wally è realizzata al 100% in PET riciclabile.

Per gli allestimenti di oblò e vetri, Guandong propone One Way Vision Pet, una pellicola traforata priva di colla che oscura la vista dall’esterno senza compromettere la visione dall’interno, certificata PVC free e glue free.

La “Guida Pratica agli Allestimenti per il Mondo Nautico” è la terza monografia tematica ideata da Guandong, che si affianca alla “Guida Pratica per gli Allestimenti Temporanei” e alla “Guida Pratica agli Allestimenti Sciistici”.

AGF acquista la nuova HP Indigo 120K

Nel corso della prima settimana di drupa 2024, AGF Solutions ha siglato un accordo con HP per l’acquisto e l’installazione della sua nuova HP Indigo 120K digital press, la più recente del portafoglio di macchine da stampa HP Indigo.

HP Indigo 120K apporta significativi vantaggi alla produzione di AGF Solutions, ottimizzando i costi operativi, semplificandone l’utilizzo per offrire la migliore qualità e versatilità della categoria. L’installazione dell’ultima innovazione tecnologica di HP Indigo evidenzia l’impegno di AGF Solutions nell’essere all’avanguardia nella settore della tecnologia di stampa e stabilisce un nuovo standard per l’industria della stampa digitale, concentrandosi su soluzioni di stampa di altissima qualità, con una velocità senza precedenti.

Oltre all’acquisizione della nuova macchina da stampa digitale, il software HP PrintOS continua a supportare AGF Solutions nell’automatizzare le produzioni e le spedizioni per i suoi clienti. Il software HP PrintOS contribuisce a semplificare i lavori di stampa con la programmazione automatica, la coerenza dei colori e la produttività ottimale.

Luca Fiorin, CEO di AGF Solutions, ha dichiarato: “Con oltre ottant’anni di esperienza nel settore della stampa, l’acquisizione dell’ultima HP Indigo 120K nel corso di drupa 2024 consentirà ad AGF Solutions di soddisfare gli standard e la qualità più elevati richiesti dai nostri clienti. Sappiamo che la collaborazione con HP ci consentirà di fornire soluzioni di stampa di alta qualità, con la possibilità di stampare su una più ampia varietà di applicazioni in tempi di consegna più brevi.”

Haim Levit, senior vice president and division president di HP: “Siamo lieti che AGF Solutions abbia scelto di acquistare la nostra ultima HP 120K digital press. L’ultima macchina da stampa HP Indigo 120K offre una produzione ad alto volume e sfrutta l’automazione per offrire una soluzione di stampa che risponde alle esigenze del team di AGF Solutions e dei suoi clienti”.

Firefly: storIA e filosofIA

Il logo di Italia grafica (1) è stato portato in Illustrator per generare un’estrusione (2) con i recenti aggiornamenti nelle funzioni 3D, dopodiché è stato aperto in Photoshop e importato in Firefly su web per fare una comparativa. Il prompt è quanto più possibile simile nei due ambienti ed è il seguente: Logo trasparente in vetro, riempito con fili al neon incandescenti. Stile iper realistico e fotografico. L’output di Photoshop (3), basato su Firefly 1 è anni luce indietro rispetto a quello generato da FF2 su web (4), e la stessa interfaccia web offre più libertà di intervento rispetto al prompt interno a Photoshop. A distanza di un anno una funzione inizialmente miracolosa risulta già superata. Da sé stessa

Firefly, il motore grafico generativo di Adobe, festeggia il suo secondo compleanno. In soli due anni, Firefly ha visto tre importanti release e oggi integrato con tecnologie avanzate e un’interfaccia user-friendly, offre diverse funzionalità innovative, tra cui generazione di immagini, riempimento generativo e creazione di vettori. Una rapida evoluzione alimentata dal feedback degli utenti che pone Adobe in una posizione di avanguardia nella tecnologia AI generativa.

Firefly si sta avviando verso il suo secondo compleanno e, fin dal suo primo annuncio agli Adobe MAX di settembre 2022, si è fatto notare per una serie di caratteristiche che lo hanno reso più fruibile e immediato rispetto a diversi “concorrenti”.

Già visti così, due anni potrebbero sembrare pochi, ma osservandoli sotto un’altra prospettiva siamo di fronte alla terza release (di aprile 2024) di un motore grafico generativo estremamente complesso, entrato in beta pubblica solo a marzo del 2023.

Praticamente un apparente anno di vita effettiva e già 3 “major release”. È un buon biglietto da visita per un “software”?

Se guardiamo allo storia degli ultimi 35 anni la semplice lettura di questi dati potrebbe essere fuorviante, pensiamo ad esempio ai grandi applicativi (Photoshop o Illustrator, così restiamo in tema) o ai sistemi operativi: tralasciando le fisiologiche evoluzioni legate alle prestazioni dell’hardware, quindi una major release ogni 2 o 3 anni (più complesso e pesante è il software e più tempo può intercorrere tra un rilascio e il successivo), gli aggiornamenti molto ravvicinati erano spesso indice di problemi urgenti da risolvere, come bug bloccanti o fortemente critici.

È così anche adesso?

No. Il contesto corretto in cui considerare queste frequenti evoluzioni è radicalmente diverso e, anzi, è un indice molto significativo della portata di questa velocissima rivoluzione digitale in cui ci troviamo ad essere attori o comparse, volenti o nolenti, consapevoli o meno.

I cicli di sviluppo nella tradizione e nel presente

Dalla mia esperienza informatica passata posso recuperare uno spunto interessante, ripescando quel detto del mio trascorso scolastico che definiva come prodotti con il miglior rapporto tra innovazione e affidabilità quelli di terza generazione.

Non mi sbilancio a definirla una regola, sia chiaro, se tralasciamo l’insegnante (RIP) che a suo tempo l’aveva detta non ho più incontrato testi che la riportassero; statisticamente sui grandi numeri trova diversi riscontri ma, come tante questioni, può essere messa in discussione da una molteplicità di eccezioni.

Sintetizzando molto: per svariate ragioni, il lancio di un prodotto (o il primo rilascio di un servizio) è generalmente poco più di un MVP, un Minimum Viable Product, ossia un prodotto sufficientemente strutturato da poter essere considerato fruibile e appetibile dal target a cui è rivolto (e quindi commercializzatile), ma con margini di miglioramento o revisione anche molto ampi, che vengono eventualmente concretizzati in base alla risposta dell’utenza.

La prima versione di qualunque cosa venga mostrata al pubblico però è già passata attraverso una serie di versioni preliminari, che a loro volta sono state già sottoposte a uno o più gruppi di test, secondo una scaletta di sviluppo che tipicamente viene definita con le lettere greche Alfa e Beta, per poi diventare Release Candidate (RC, o Gamma o Delta).

Prendendo l’esempio di Photoshop, il gruppo dei Beta Tester aveva a disposizione l’embrione della versione successiva già qualche settimana dopo il lancio di quella ufficiale, per questo motivo a me era sempre sembrato che si trattasse più di un’attività da Alfa Tester che da Beta Tester.

Cambiai idea quando conobbi personalmente alcuni Alfa Tester, ossia quelli che proponevano e/o sperimentavano funzioni pionieristiche in anticipo anche di diversi anni rispetto al possibile rilascio al pubblico, e questo fa molto riflettere su quanto il nostro presente “innovativo” sia in realtà il passato (in certi casi anche remoto) per i veri innovat(t)ori. A proposito: sapevate che certe funzioni che negli anni ritenevo super fighissime non sono mai uscite (o magari non così come erano nate)? No eh?! No. Non lo sapevate.

Ma certi passati non necessariamente trovano futuro, e finiscono per non diventare il presente di nessuno, quindi nessuno viene a saperlo e si sta tutti benone.

Quando è nato Firefly?

Come scritto in apertura, Firefly è stato ufficialmente “battezzato” a settembre del 2022, ma nascita e battesimo, si sa, non sono la stessa cosa.

Le prime idee di progetto legate più propriamente all’AI in casa Adobe hanno almeno una ventina d’anni (la nascita della disciplina stessa dell’AI risale ai primi anni ’50), e le necessità di accelerare lo sviluppo di un prodotto con le caratteristiche dell’odierno Firefly avevano spinto Adobe ad acquisire Fotolia nel 2014, integrandola in Adobestock, così da avere un’enorme quantità di dati royalty-free da cui attingere per ottimizzare gli algoritmi di arte generativa.

Avete presente il “miracoloso” Riempimento in base al contenuto? Ecco, questa microscopica parte di rudimentale AI uscì nel 2010.

E i primi filtri neurali (bel nome, loro un po’ meno)? Siamo al 2020, ma il livello dell’AI coinvolta è diversi ordini di grandezza superiore.

Se li confrontiamo con le prime funzionalità generative dell’ultimo anno e mezzo ormai sembrano dell’anteguerra.

La velocità con cui recentemente stanno evolvendo algoritmi e risultati è aumentata esponenzialmente, complice anche il confronto continuo con più prodotti sviluppati da diversi attori, che vedono partecipare anche i grandi e grandissimi player come Apple, Microsoft, Google ecc… con investimenti che definire “imponenti” sarebbe poco.

La rivoluzione a cui stiamo assistendo fatica a trovare eguali nella storia dell’uomo, soprattutto per la rapidità con cui si sta evolvendo e per la vastità dei settori che va a coinvolgere, per questo il rischio di diventare altrettanto dispersiva è dietro l’angolo.

Bello volare…

…ma torniamo coi piedi per terra. Quando si sperimenta è legittimo spaziare il più possibile, si arriva però a un punto in cui bisogna

“quagliare”, specialmente quando bisogna rientrare degli investimenti fatti.

Tradotto nel contesto dell’arte generativa significa rendere fruibile lo strumento nel modo più facile possibile (facendolo pagare), così da aumentare rapidamente la platea degli utilizzatori secondo una curva di apprendimento molto bassa, mantenendo i risultati appetibili e accattivante.

Qui le scelte possono condizionare successo e posizionamento del prodotto, in prima battuta perché il fulcro di tutta l’AI generativa è il cosiddetto “prompt” (la riga di comando dove inserire istruzioni testuali), in seconda battuta perché la semplificazione sottintende limitazioni nel controllo dando priorità ai parametri automatici, con il rischio che l’aleatorietà rispetto al desiderata prenda il sopravvento.

Dal lato utente il professionista spinto (una minoranza) preferisce sperimentare e avere il controllo sulla totalità dei parametri, ma quasi tutti gli altri preferiscono (o necessitano di) bilanciare alta velocità con buona qualità.

Basandosi su questi presupposti Adobe ha scelto una proposizione molto visiva, divisa per tipologie operative, che al momento sono:

  • Audio e video generativi (in arrivo);
  • Espansione generativa (come quella di Photoshop, ma con l’anteprima di un motore grafico potenzialmente più evoluto);
  • Da testo a immagine (la più potente e interessante di tutte, oltre che la più classica tra le logiche generative);
  • Riempimento generativo (vale quanto detto qui sopra per l’espansione generativa);
  • Genera un modello (per creare rapidamente diversi template grafici da utilizzare con Adobe Express);
  • Genera un vettore (come Da testo a immagine, ma in vettoriale e da usare necessariamente con Illustrator);
  • Ricolorazione generativa (anche qui da usare con Illustrator, da considerare come un Ricolora Grafica evoluta);
  • Effetti di testo (come Da testo a immagine, ma dedicato solo ai trattamenti sulle scritte).

Questa è l’attuale suddivisione dell’offerta AI di casa Adobe. In questa pagina saranno presenti tutte le funzioni di AI generativa con buon anticipo rispetto a quelle regolarmente implementante negli applicativi

In tutti i casi in elenco si tratta di modalità ibride tra il prompt, comunque presente, e una serie di “preset” che raccolgono gruppi di parametri su cui l’utente non ha praticamente accesso diretto. Una soluzione decisamente più snella e pratica, che ritengo non faccia rimpiangere modelli generativi diversi (tipo Midjourney o Stable Diffusion),dove si può fare sicuramente molto di più, ma in tempi più lunghi e al costo di una curva di apprendimento molto più verticale.

Dal mio punto di vista è una filosofia operativa che nel complesso funziona, soprattutto per il target tipico degli utenti Adobe che è composto da operatori di comunicazione visiva in senso lato. Questo perché le combinazioni di risultati ottenibili con queste “semplificazioni” sono comunque innumerevoli, e non escludono l’intervento manuale in un secondo momento (anzi, a mio avviso quello non dovrebbe mai mancare, anche solo si trattasse di un intervento di sharpening e/o di color correction o color grading).

Comunque sia, ora che risulta ben delineata l’offerta, nei prossimi numeri affronteremo le parti più interessanti via via che si evolvono, a partire dal “Da testo a immagine” che è la funzionalità ora oggettivamente più matura.

I modelli di AI generativa per le immagini raster

Al momento in cui queste righe vengono i modelli attivi sono tre:

  • Firefly 1, attualmente attiva all’interno di Photoshop (25.9.1) quando si invocano funzioni generative come il riempimento. È limitata a generazioni di max 1 Megapixel;
  • Firefly 2 e 3 sono accessibili solo sulla versione Web, dove la 3 è formalmente ancora in versione beta (ovvero beta pubblica, per raccogliere riscontri dagli utilizzi degli utenti). La versione 3 si trova anche in Photoshop Beta (appunto), con risultati decisamente superiori al FF1 e in certi casi preferibili alla 2.

Man mano che cresce il numero degli utilizzatori migliorano anche i modelli generativi, con una rapidità impressionante se consideriamo i risultati oggi ottenibili, e se all’inizio ci si doveva “accontentare” di sole immagini statiche, negli ultimi mesi sono sempre di più gli esempi di video installazioni spettacolari e filmati generati interamente in AI.

Il logo di Italia grafica (1) è stato portato in Illustrator per generare un’estrusione (2) con i recenti aggiornamenti nelle funzioni 3D, dopodiché è stato aperto in Photoshop e importato in Firefly su web per fare una comparativa. Il prompt è quanto più possibile simile nei due ambienti ed è il seguente: Logo trasparente in vetro, riempito con fili al neon incandescenti. Stile iper realistico e fotografico.
L’output di Photoshop (3), basato su Firefly 1 è anni luce indietro rispetto a quello generato da FF2 su web (4), e la stessa interfaccia web offre più libertà di intervento rispetto al prompt interno a Photoshop.
A distanza di un anno una funzione inizialmente miracolosa risulta già superata. Da sé stessa

Il logo di Italia grafica (1) è stato portato in Illustrator per generare un’estrusione (2) con i recenti aggiornamenti nelle funzioni 3D, dopodiché è stato aperto in Photoshop e importato in Firefly su web per fare una comparativa. Il prompt è quanto più possibile simile nei due ambienti ed è il seguente: Logo trasparente in vetro, riempito con fili al neon incandescenti. Stile iper realistico e fotografico.

L’output di Photoshop (3), basato su Firefly 1 è anni luce indietro rispetto a quello generato da FF2 su web (4), e la stessa interfaccia web offre più libertà di intervento rispetto al prompt interno a Photoshop.

A distanza di un anno una funzione inizialmente miracolosa risulta già superata. Da sé stessa