Stampa digitale: l’impatto sui processi e sull’organizzazione

La stampa digitale è arrivata a un livello di affidabilità tale da soddisfare le esigenze della maggior parte delle aziende delle arti grafiche. Che possono concentrarsi di più sui contenuti rispetto alla tecnologia. È il momento di dare spazio alla creatività, alla scelta di nuovi materiali e all’effetto wow.

Alessandro Mambretti, consigliere dell’associazione di tecnici della comunicazione grafica Taga ma prima di tutto ferrato esperto di stampa digitale, nel suo intervento in occasione del convegno di Italia Grafica sulla stampa digitale, svoltosi lo scorso settembre, si è soffermato su quest’ultima e sull’impatto che ha sui processi e sull’organizzazione aziendale; per completezza delle informazioni, riportiamo ora un estratto dell’intervento, che potete leggere per intero sulla rivista, e che abbiamo deciso di riportare adesso perché le tematiche sono attualissime.

«Si è parlato di multicanalità, dell’importanza di comunicare contenuti alle persone giuste al momento giusto. Io mi soffermerò sulla carta, su un mezzo considerato statico sotto molti punti di vista, ma che è comunque un driver fondamentale per veicolare questi bisogni. Qualcosa di stampato è qualcosa che genera emozione, è indiscutibile».

Uno stampato è una cosa che rimane, ha il suo valore ed è un fatto culturale. È indiscutibile. Ma la stampa digitale in quale modo entra in questo scenario? «Drupa non è stata la manifestazione della stampa digitale, ma del 2.0 della stampa digitale» afferma Mambretti. «Io sono un appassionato di parole e quando mi chiedono di parlare di stampa digitale cerco prima di tutto di darle una corretta definizione. Intanto è una tecnica di stampa, e come tutte deve seguire determinate regole. Inoltre non è una tecnologia ma un mix di tecnologie e soprattutto è il percorso più breve che esista tra un dato e il prodotto stampato. Un percorso così breve che ha un impatto notevole all’interno di un’azienda grafica e può dare in certi casi dei problemi. Ma è dai problemi che spesso nascono le opportunità». A questo proposito Mambretti cita il caso della nuova tendenza dell’edilizia di costruire grattacieli in legno. In Norvegia, a Bergen, ne è stato costruito uno alto 14 piani e la canadese University of British Columbia sta facendo costruire un residence per studenti di 18 piani. «La domanda nasce spontanea: e se prendono fuoco? I progettisti hanno studiato a fondo questa possibilità e hanno scoperto che se la struttura è abbastanza grande, allora il legno non prende fuoco ed è quindi sicura. Dal problema hanno trovato la soluzione e i grattacieli in legno assorbono CO2 e sono quindi virtuosi. Cosa centra questo con la stampa digitale e il suo impatto in azienda? Molto spesso viene considerata ancora oggi come una tecnologia che ha rotto un equilibrio, che ha disgregato un sistema, e in pochi sin dal suo inizio l’hanno considerata una grossa opportunità».

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