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Carta, Green Deal e Recovery fund: alle norme devono seguire le azioni

“La carta potrebbe sostituire il 25% degli imballaggi a base di materiali fossili e, grazie alle nuove capacità in corso di avvio, il riciclo potrebbe crescere ancora, passando dalle attuali 10 tonnellate al minuto ad oltre 12, in piena sintonia con l’approccio del #GreenDeal” dichiara Massimo Medugno, direttoregenerale di Assocarta e rappresentante della Federazione Carta e Grafica a margine del suo intervento al #GreenSymposium e aggiunge “La nostra Federazione è un soggetto chiave per lo sviluppo dell’#economiacircolare in quanto la carta è il biomateriale per eccellenza, e rappresenta la voce di tutta la filiera che nelle varie fasi ricicla, produce e trasforma la carta in prodotti essenziali e presenti in ogni ambito della vita quotidiana”.

La filiera della carta e della trasformazione svolge un ruolo strategico ed essenziale anche nell’economia circolare del Paese: ogni anno più di 5 milioni di tonnellate vengono riciclate dagli stabilimenti italiani (10 tonnellate al minuto) e nell’imballaggio in carta il riciclo supera ormai l’80%.

Indispensabile è però che sia prevista una nuova impiantistica per recuperare gli scarti del riciclo della carta. In questa direzione il Dlgs n. 216 /2020, all’art. 198 bis prevede un Piano Nazionale per la gestione dei rifiuti per la redazione di piani di settore concernenti i rifiuti derivanti dal riciclo e dal recupero dei rifiuti stessi, l’individuazione di flussi omogenei di rifiuti funzionali e strategici per l’economia circolare e di misure che ne possano promuovere ulteriormente il loro riciclo.

“Un buon quadro di riferimento per le proposte da presentare in ambito #RecoveryFund riguardanti proprio l’#economiacircolare” evidenzia Medugno. “Alle norme bisogna però far seguire le azioni previste. Sappiamo che l’Italia è carente sotto il profilo impiantistico e da questo punto di vista il Piano potrebbe costituire il riferimento per colmare il divario esistente, con risorse adeguate, spingendo sull’innovazione e su obiettivi ambiziosi, migliorando l’infrastruttura impiantistica e accelerando l’integrazione dell’apparato produttivo nell’#economiacircolare” spiega ancora Medugno. 

Si impone il tema dell’apparato normativo e della sua qualità, oltre che dell’aspetto “quantitativo”.

“Se vogliamo dare più gamba all’#economiacircolare e alla considerazione della stessa nel #RecoveryFund, l’apparato normativo di supporto deve essere mirato e concentrato su aspetti limitati“ argomenta Medugno. “Anche perché con il Dlgs n. 116, che abbiamo appena recepito, si prevedono molte norme che dovranno essere effettivamente attuate con tanti decreti ministeriali. Non possiamo spostare  l’asticella sempre più in là, senza avere neanche iniziato l’attuazione delle norme appena pubblicate nella Gazzetta Ufficiale.”

In questa ottica due le proposte della Federazione Carta Grafica per l’apparato normativo di supporto al #RecoveryFund:

  • l’effettivo divieto del “gold plating”, cioè di quella abitudine a recepire le direttive europee in maniera più burocratica e restrittiva;
  • rendere la programmazione e la pianificazione della gestione  dei  rifiuti,  espressione di una effettiva responsabilità, che deve essere esercitata senza poteri di veto da parte degli enti territoriali, nel rispetto del principio di leale collaborazione, ma in modo da assicurare la effettiva chiusura del ciclo dei rifiuti.

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