Lavoro

Cassa integrazione per Arti Grafiche Boccia

Dal 3 giugno al primo settembre 2019 Arti Grafiche Boccia, l’azienda del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, è in cassa integrazione ordinaria. L’accordo, firmato a metà del maggio scorso con le sezioni territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom, Cisal e Ugl Grafici, ha previsto una riduzione temporanea dell’attività lavorativa per un totale di 50 lavoratori. Gli ammortizzatori sociali si sono resi necessari per un pit stop aziendale dovuto essenzialmente a un recupero di produttività e quindi alla relativa gestione delle risorse umane. Tuttavia, l’azienda di Salerno può sempre contare su un robusto parco clienti ed è attiva in differenti settori della stampa. «Le 13 settimane consecutive di Cig Ordinaria sono iniziate nel giugno scorso» spiega a Italia Grafica Daniele Lamberti, direttore generale di Arti Grafiche Boccia, «e la procedura è stata aperta per un massimale di 50 persone, anche se di fatto ha coinvolto tra i nove e gli undici lavoratori, ovvero neanche il 10% dei 186 dipendenti totali. Il ricorso agli ammortizzatori sociali va inquadrato in un contesto più ampio per capire che cosa davvero sta succedendo all’azienda. Da oltre un anno e mezzo abbiamo avviato un percorso di formazione lean production per l’assunzione del metodo Toyota e, a fine 2018, sono entrati giovani ingegneri con esperienza del settore per razionalizzare una serie di reparti e di processi interni. Questi efficientamenti ci hanno portato a decidere di aprire la cassa integrazione, come strumento per gestire questo periodo limitato e per completare il percorso di formazione e di integrazione di ogni persona».

Focus su nuovi progetti

«Nel 2018» continua Lamberti «Arti Grafiche Boccia ha lanciato la sua area digitale con tre piattaforme e-commerce. È iniziato poi un percorso di formazione del personale con il programma tute rosse, ovvero l’upgrade di alcuni macchinisti e operatori interni che sono appunto contraddistinti da una tuta rossa. In parallelo al nuovo sito web, l’azienda sta ridefinendo il proprio posizionamento. L’obiettivo è diventare una vera e propria boutique dell’industria grafica europea.

Abbiamo progressivamente abbandonato le produzioni di massa per puntare invece sulle lavorazioni di qualità e ai dettagli del prodotto: realizziamo per esempio copertine con stampa oro a caldo, un processo che non tutti gli stampatori possono permettersi e che trova largo riscontro presso i clienti del fashion. A partire dal mese di aprile scorso abbiamo assunto inoltre un nuovo dirigente per il potenziamento dell’area cartotecnica, che negli anni è diventata per l’azienda sempre più strategica, affiancandosi alle aree storiche roto e foglio».

L’estero chiama

«Nel 2018» prosegue il manager «il nostro fatturato si è attestato sui 33/35 milioni di euro, un risultato che prevediamo di migliorare per via della crescita su tre fronti principali. L’estero innanzitutto: in Francia lavoriamo da anni e lì realizziamo il 25% del nostro fatturato, mentre nel 2014 ci siamo aperti ai Paesi scandinavi e l’anno successivo abbiamo inaugurato un ufficio a Londra. A livello europeo quindi stiamo crescendo e la nostra strategia, oltre ai progetti di formazione interna e di branding, punta sempre ai mercati internazionali. Inoltre, dobbiamo sfruttare al massimo la nostra posizione centrale nel Mediterraneo: siamo a poche ore di distanza dal Nord Italia, ma allo stesso tempo possiamo servire tutta l’area del Nord Africa dove tutte le grandi catene hanno dislocato tutti i loro punti vendita e hanno bisogno di un hub di stampa affidabile. Infine, la stampa di riviste di qualità. Tra i nostri clienti contiamo grandi editori come Mondadori, Cairo, Editoriale Domus e Panini: tutti nomi di altissimo livello che richiedono produzioni di qualità».

«Stiamo orientando le nostre produzioni su prodotti di più alto valore aggiunto, con una notevole intensità di produttività» conclude Lamberti. «L’accordo sindacale di cui siamo orgogliosi ha fatto sì che i nostri lavoratori non perdessero nulla di quanto è stato oggetto del periodo di cassa integrazione. Inoltre, non c’è stato alcun esubero; più che altro la cassa integrazione è stata uno strumento determinante per l’attuazione di una strategia dell’azienda che tra due anni celebrerà i suoi primi sessant’anni di storia, guardando sempre al futuro».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here