corGae: quando il colore è passione

Tecnologie, certificazioni, competenze e, soprattutto, passione. Sono questi i punti di forza di corGae, azienda di lunga esperienza nella gestione del colore.

A tu per tu con il Ceo Elia Nardini

corGae è un print service provider, opera nella comunicazione stampata e offre servizi che spaziano dalla forte competenza in prestampa (progettazione tecnica, fotolito e impaginazione) alla gestione del colore, fino alla produzione in stampa digitale e offset. La passione di corGae è proprio il colore: la sfida quotidiana dell’azienda è riprodurlo su carta in modo univoco, attraverso le migliori tecnologie digitali e tradizionali. Il Ceo Elia Nardini ci racconta come riesce a vincerla. «Come per tutte le cose importanti, anche per il colore l’ordine di scuderia è stato: “capire perché”», racconta Nardini. «Siamo nati come azienda di prestampa nel 1993, lo stesso anno del PDF e degli ICC. Facevamo principalmente elaborazione di testi e impaginazione e cominciavamo a sentire l’esigenza di integrare testo e immagini. Acquistammo i primi scanner professionali piani per fare fotolito professionale che integravamo con uscita in pellicola, prima in singola pagina, poi in caduta macchina 70×100».

Nuovo millennio, nuove esperienze

All’inizio del nuovo millennio, risale una tappa importante nello sviluppo dell’azienda. «Nel 2001, dopo qualche anno di rodaggio con stampanti a toner, facemmo il salto di qualità con la prima Indigo E-Print Pro. La fotolito restava nel core-business, ma non ci bastava più il talento e la praticaccia: avevamo bisogno di capire quello che stavamo facendo». Oltre alle tecnologie, meritano una menzione speciale anche gli incontri con altri professionisti. «Nel 2008», racconta infatti Nardini, «venni in contatto con Alessandro Beltrami. Dai suoi corsi, che seguivo in giro per l’Italia, scoprii la passione per il colore “capito”. Così acquistai un sistema di prove colore con plotter a 12 colori e lo spettrofotometro i1Pro col braccio automatico iO. Contemporaneamente studiai la teoria attraverso l’immensa documentazione che Mauro Boscarol rilasciava gratuitamente sul web. Cominciai a diventare un esperto». «Contestualmente», prosegue Nardini, «iniziò la crisi delle aziende di prestampa, figlia della consapevolezza dell’errore fatto dagli stampatori di aver lasciato ad altri la preparazione nel momento in cui PDF e ICC spostavano sui file la qualità finale dello stampato. Al culmine della crisi, Beltrami mi propose di certificarmi cmyQ (sostanzialmente ISO 12647-2). Di questa certificazione ne facemmo il nostro New Deal e da lì partì il percorso che oggi ci vede come azienda di riferimento sul colore».

Una strategia collaudata

corGae oggi affronta la gestione del colore con un approccio consolidato. «Da sempre onoriamo i profili», spiega Nardini. «Cioè facciamo quello che dal 1993 avrebbero dovuto fare tutti, ma che è stato disatteso dai più, creando i grandi malintesi attorno al
colore, croce per chi non lo conosce, delizia per noi. Suggeriamo l’uso degli RGB nelle immagini per sfruttare al massimo il gamut delle nostre macchine da stampa digitale che è superiore all’offset. Sfruttiamo a dovere l’ampia strumentazione di misura posseduta, compresa quella sulle macchine da stampa». In questo modo, corGae oggi può ritenere di non conoscere alcuna criticità, nella gestione del colore. «Se le macchine sono ben tenute e costantemente calibrate, e questa è la nostra principale attenzione, non ci sono criticità. Anche il colore è molto prevedibile. Sostenere il contrario è spesso un alibi per coprire mancanza di conoscenze e metodo». Un esempio concreto di procedura puntualmente seguita? «Tutti i lunedì mattina, dopo il fermo del week-end che può originare problemi, le macchine vengono controllate con la misurazione e l’osservazione della nostra forma test. In caso di problemi, non si comincia fino a quando non si è ripristinata la normalità».

Tecnologie e competenze

Per ottenere i migliori risultati, Nardini giudica il ruolo dei RIP «fondamentale e, per questo, sono stati controllati con la Output Suite del Ghent Workgroup». Per quanto concerne la misurazione del colore, poi, «abbiamo due spettrofotometri esterni. oltre a quelli interni delle macchine da stampa. Abbiamo anche uno strumento che ci consente di valutare la densità dell’inchiostro nelle vasche quando siamo costretti a rifarli e non vogliamo o non possiamo usare le canne di calibrazione». Lato competenze interne, lo scenario è più sfumato e legato al «ruolo dell’operatore. In fotolito occorrono abilità diverse rispetto alla stampa. Fortunatamente ho persone che hanno talento e passione, e questo aiuta. Come osservatore ho pochissimo talento, ma so misurare bene. Capita spesso, di fronte a difetti poco visibili ma denunciati dai numeri, di controllare chiedendo ai miei collaboratori i difetti cedono in uno stampato: loro li percepiscono e dopo riesco a vederli anch’io».corGae è impegnata ad accrescere continuamente la professionalità delle risorse umane. «Sono competenze molto diffuse, acquisite e aggiornate sia attraverso attività di R&S sia a un piano formativo permanente», sottolinea Nardini. «Se prendiamo la HP 12000 HD, oggi che la conosciamo molto bene, parte un percorso di caratterizzazione che ci porterà ad avere delle nostre Additional Printing Condition così come abbiamo da tempo per la 7600. Sarà un modo per coinvolgere i talenti di tutti coloro che partecipano alla produzione». Capitolo certificazioni, Nardini ricorda che «non sono obbligatorie, ma noi le abbiamo perché aiutano. Per lo specifico siamo certificati ISO 9001:2015, ISO 12647-2:2013 e anche per il brand io Comunico italiano, che ha una sezione tecnica che si occupa di colore».

Il rapporto con il cliente

corGae è molto attenta alla cura del rapporto con i clienti, la cui cultura sulla gestione del colore «è in crescita, seppure con una certa difficoltà», segnala Nardini. Una tendenza positiva che la stessa corGae è impegnata a coltivare e a stimolare. «Dal nostro sito www.corgae.it si possono scaricare Impostazioni colore per la Creative Suite, profili colore per vedere il risultato di stampa con le nostre macchine, ma anche per separare con un robusto GCR, oppure in esacromia ed in eptacromia, joboption per realizzare PDF corretti e che sfruttino al massimo l’ampio gamut delle nostre macchine. Forme test, scale di controllo nonché i fogli di calcolo per le valutazioni del caso. Il tutto con la spiegazione degli obiettivi e le istruzioni d’uso». Non è tutto, prosegue Nardini: «forniamo anche dei “Connector”, cioè delle stampanti virtuali che controllano i PDF, li modificano se è il caso (sono in grado per esempio di cambiare il formato), segnalano errori gravi, il tutto prima di mandare il PDF in produzione».


Resta aggiornato sulle news dal mercato e non perdere gli approfondimenti tecnici del settore della stampa e della comunicazione visiva.

Abbonati a Italia Grafica, prezzo scontato fino al 50%!

   Abbonati cliccando QUI!   

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here