Federazione

Crescono i rischi per la tenuta della filiera italiana della carta e della grafica

Nel primo semestre 2021 tutti i valori del complesso dei settori appartenenti alla Federazione Carta Grafica si sono collocati abbondantemente sopra i valori dello stesso periodo del 2020, caratterizzato dagli effetti piĂą pesanti della pandemia, ma restano al di sotto dei risultati del biennio pre-Covid-19.

La ripresa del fatturato (+10,8%), pur apparendo principalmente trainata dalle vendite sul mercato interno (+11,1%), ha potuto contare dal secondo trimestre anche sul recupero di vivacità dell’export (+10,3%), ancora in riduzione nel corso dei primi tre mesi dell’anno. In aumento anche il saldo positivo della bilancia commerciale (+10,5%) che nel 2° trimestre registra il valore massimo dal 2016. Indicazioni generalmente positive, pur con diverse modulazioni, circa gli andamenti del terzo trimestre 2021.

“Nonostante i numeri del 2021 siano nel complesso positivi è forte l’allarme per il rallentamento nelle forniture che frenano la produzione di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e di trasformazione mentre il costo del gas – che incide fino al 40% – per i produttori di carta, settore energy-intensive, in questi giorni registra quotazioni di 180 euro al MWh! Non solo prezzi insostenibili per le cartiere, ma anche oscillazioni nelle quotazioni che possono variare anche del 20% dalla sera alla mattina, a causa della speculazione finanziaria” afferma il Direttore di Federazione Carta Grafica Massimo Medugno ”Ciò si riflette sul costo della carta e sull’approvvigionamento della stessa, che si aggiungono a rialzi delle materie prime in genere, degli additivi e dei trasporti in un contesto di perdurante crisi della stampa periodica e commerciale”.

Dalle ultime analisi del Centro Studi di Confindustria riferite allo stesso periodo, emerge un andamento della produzione industriale in rallentamento, seppur consolidando un trend positivo, a causa di alcuni fattori riconducibili ai fattori di produzione e non alla domanda. Anche la Federazione Carta e Grafica sottolinea come, al di là dei processi inflattivi globali sulle materie prime, ci siano ad oggi forti ritardi nelle forniture, ovvero stiano concretizzandosi gravi fattori limitativi della produzione con conseguenti rallentamenti produttivi che portano ad eventuali ritardi nelle forniture.

Situazione che oggi mette nella condizione le aziende della filiera, al di lĂ  della volontĂ  aziendale di rispettare gli obblighi assunti dai contratti di fornitura, a non essere sempre nella condizione di organizzare la produzione in funzione degli stessi tempi formalizzati nelle forniture. A questo proposito, una soluzione potrebbe essere quella di organizzare centrali di acquisto, contrattualizzabili da forme snelle quali i contratti di rete, con garanzie Statali, per aumentare il potere negoziale sulle forniture di un tessuto produttivo fatto di piccole e medie aziende.

Intanto il costo del gas rende la gestione d’impresa così difficile che l’imprenditore cartario si trova spesso a valutare anche sospensioni temporanee della produzione. “La fermata degli impianti è un rischio oggettivo che stiamo correndo ma cerchiamo di resistere pur nella progressiva riduzione di marginalità e nell’incertezza di una politica industriale e soprattutto energetica che, purtroppo, ora ci fa navigare solo a vista” aggiunge Medugno. “In questo contesto l’Europa decide di non decidere sui temi energetici e, intanto, il regolatore italiano segue percorsi pauperistici solo nei confronti dei servizi resi dall’industria alla rete nazionale. Ripartono, nel frattempo, le centrali a carbone abbondantemente ripagate dai consumatori italiani”.

Il gas naturale – è bene ricordarlo – rimane l’unica possibilitĂ  – a basso impatto ambientale- nella transizione energetica. Le cartiere italiane negli anni hanno investito in impianti di cogenerazione che consentono risparmi importanti in termini di emissioni di CO2 tanto che il 70% delle cartiere che riciclano sia in Italia che in Europa sono alimentate da gas naturale. Il settore potrebbe utilizzare nelle attuali infrastrutture anche biometano e biogas ottenuto sia dai propri scarti di lavorazione sia da quelli provenienti da altre filiere come quella agroalimentare.

“Rischiare il fermo, quando non manca la domanda è un paradosso” conclude Medugno “Soprattutto, con l’entrata in vigore, il prossimo 14 gennaio, della Direttiva Plastica Monouso che spingerà verso imballaggi rinnovabili e più sostenibili, grazie all’ottimo recepimento fatto dal Governo Italiano”.

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