Transizione ecologica

Dal PNRR un’occasione irripetibile per la filiera carta-grafica

Sessantanove miliardi di euro sono a disposizione della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con 2,1 miliardi direttamente finalizzati all’economia circolare, nell’ambito di 248 miliardi di risorse europee e nazionali che costituiscono la dotazione finanziaria complessiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in acronimo PNRR. Una mole di investimenti e riforme impensabile solo fino a un anno fa, a sostengo di un cambio di paradigma che riguarda non solo gestione rifiuti e riciclo, ma coinvolge il sistema economico nella sua totalità. Su questo tema e sulla semplificazione normativa messa in atto per realizzare gli interventi la Federazione Carta e Grafica ha organizzato l’incontro di approfondimento “PNRR e DL Sostenibilità”, che si è svolto come web conference venerdì 10 settembre.

L’incontro è stato costruito e realizzato in modo da fornire alle imprese gli elementi che, fra risorse disponibili e disposizioni amministrative più snelle ed efficaci, danno la possibilità di inquadrare il nuovo paradigma di sviluppo, per un impegno che, lungo la strada irreversibile del Green Deal, guarda oltre il 2026, scadenza prevista per il Recovery Plan che rende disponibili le risorse europee.

“La filiera della carta e della grafica è uno dei settori eleggibili ai sensi del PNRR, può proporre progetti nell’ambito del piano, con un ruolo strategico importante conquistato grazie all’azione congiunta della Federazione Carta e Grafica, con le Associazioni Acimga, Assocarta e Assografici che la compongono insieme al Comieco, che ne è socio aggregato”, ha spiegato Massimo Medugno, direttore della Federazione Carta e Grafica e di Assocarta, nell’introduzione. La prima parte dell’incontro ha visto al centro gli obiettivi e gli strumenti resi disponibili attraverso il PNRR; quindi la seconda parte con gli approfondimenti del DL 77, cosiddetto DL Semplificazioni, “la stampella normativa per poter accelerare la realizzazione delle opere, quelle che fanno parte del PNRR e anche quelle inserite nel Piano Industria e Clima, il PIEC, come presupposti per far compiere il salto di qualità al sistema industriale italiano, che – come ha sottolineato Medugno – già vanta performance all’avanguardia in materia di economia circolare e fonti rinnovabili”.

L’Italia, maggiore beneficiaria delle risorse europee, ha una duplice responsabilità: verso se stessa e le future generazioni, sarebbe imperdonabile perdere o giocare male la partita del PNRR, che è un’opportunità straordinaria. Il buon esito del Piano italiano è condizione essenziale anche per il successo della strategia europea imperniata sulla transizione ecologica e digitale, ha evidenziato Fabrizio Vigni, già presidente della Commissione Ambiente della Camera e primo firmatario di numerose proposte di legge in materia di tutela dell’ambiente e promozione della green economy, che a nome del Circular Economy Network ha fatto il punto su funzione e opportunità dell’economia circolare nel PNRR.

Il raggiungimento degli obiettivi e il rispetto delle scadenze, inquadrati in una strategia nazionale per l’economia circolare, rappresentano sfide che si possono vincere solo se associate a un salto di qualità procedurale. Ed è il tema, quello del DL Semplificazioni, che affronta innanzitutto la questione del raccordo fra i vari livelli di Governo, affrontato nelle sue diverse articolazioni da Marco Ravazzolo, responsabile Area Ambiente di Confindustria. Un esempio per tutti delle accelerazioni promesse dalle nuove procedure introdotte dal DL 77, riguarda la V.I.A., nota e spesso famigerata Valutazione di Impatto Ambientale, tradizionale scoglio sulle cui tempistiche inaccettabili finisce per infrangersi la maggior parte dei progetti di impianti e opere sia private sia pubbliche. “La nuova normativa – ha spiegato Ravazzolo – prevede una speciale commissione V.I.A. fast-track, composta da 40 membri particolarmente qualificati appartenenti alle amministrazioni. Particolarità rispetto alla V.I.A. ordinaria è che queste persone lavoreranno a tempo pieno alle valutazioni di impatto ambientale”. Un segnale forte rispetto all’attuale consuetudine della Commissione V.I.A., le cui riunioni sono a cadenza mensile e spesso ancora meno frequenti, portando ad attese anche di anni per l’ottenimento di un parere. Importante anche l’introduzione dell’interpello ambientale che possono proporre le associazioni più rappresentative, in analogia a quanto avviene in tema fiscale e di sicurezza del lavoro.

Il direttore generale del Comieco, Carlo Montalbetti, ha messo in risalto l’importanza del ruolo delle Associazioni, soprattutto come contributo a individuare le soluzioni migliori per l’efficienza che comporterà economicità e vantaggio ambientale importante per la filiera nel suo complesso. “È una sfida molto grande, che richiede capacità organizzate per essere affrontata e governata – ha sottolineato Montalbetti -. Associazioni e sistemi di tipo consortile sono chiamati a fornire contributi dal punto di vista delle proposte e della conseguente capacità di tradurle in pratica. Il tutto abbinato alla fondamentale funzione associativa di supporto alle aziende, affinché possano valutare e partecipare da sole o consorziandosi fra loro, ai bandi che stanno predisponendo le strutture definite dal Governo”.

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