Imballaggi

Etichettatura ambientale: le linee guida di Conai

Conai ha realizzato una linea guida per aiutare le imprese chiarire i dubbi che possono sorgere nell’interpretazione del decreto legislativo 116 del 2020 che rende obbligatoria l’etichettatura ambientale degli imballaggi dal primo gennaio del prossimo anno. Ecco alcuni punti toccati da questo utile strumento, che è comunque liberamente consultabile e scaricabile dal sito del consorzio.

Conai, come è noto, è il consorzio privato senza fini di lucro che costituisce in Italia lo strumento attraverso il quale i produttori e gli utilizzatori di imballaggi garantiscono il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio previsti dalla legge. Tra le sue numerose attività, il consorzio è particolarmente sull’argomento caldo dell’etichettatura ambientale degli imballaggi introdotta con il decreto legislativo 116 del 3 settembre 2020 che la rende obbligatoria a partire dal primo gennaio del 2023. Un dispositivo legislativo che recepisce la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti e la direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio, ma che non è ben chiaro in tutti i punti e soggetto ancora a oggi a parecchi dubbi interpretativi. E così Conai, per rispondere in maniera articolata ai tantissimi quesiti che gli sono stati rivolti in questi due anni dalle imprese del settore, ha messo a punto una serie di strumenti di supporto per chi si occupa di packaging e di etichette, accessibili da una piattaforma creata appositamente e disponibile qui.

Tra gli strumenti disponibili val la pena di citare E-tichetta, un tool che consente di costruire una corretta etichetta ambientale. Per accedere bisogna registrarsi e compilare un rapido questionario sull’imballaggio da etichettare. Si otterranno tutti i contenuti necessari per creare etichette ambientali che comunichino tutte le informazioni utili al consumatore. Dallo stesso portale, nella sezione Documenti, si può invece aprire, leggere o scaricare liberamente le Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi.

«Si assiste da tempo a una crescente richiesta di informazioni sulla sostenibilità ambientale, in particolare quando si parla di packaging» afferma Luca Ruini, presidente di Conai. «Già dal 1997, epoca in cui l’argomento non era di certo così di moda, il legislatore europeo aveva previsto un sistema per l’etichettatura ambientale per gli imballaggi che, pur essendo volontario, fu adottato da buona parte delle imprese. Oggi, gli aggiornamenti normativi hanno introdotto l’obbligatorietà dell’etichettatura ambientale, ma questa novità ha fatto sorgere non pochi dubbi interpretativi in merito ai contenuti da riportare in etichetta. Nell’ultimo anno, visto l’incremento delle richieste, Conai ha iniziato a lavorare sul tool e-tichetta, dedicato esclusivamente all’etichettatura ambientale degli imballaggi, per rendere sempre più fruibile la sua lunga esperienza maturata sul campo. L’auspicio è che, unitamente a questo tool, le Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, possano offrire da una parte risposte ai dubbi interpretativi sul nuovo dettame normativo, dall’altra indirizzare alla corretta applicazione dello stesso. Nel documento la chiara identificazione delle informazioni da riportare in etichetta ambientale è arricchita da alcuni esempi pratici frutto dell’esperienza di tante aziende.

Le linee guida

La formulazione dell’obbligo di etichettatura introdotto dalla nuova norma lascia spazio a dubbi interpretativi, soprattutto per quanto riguarda i contenuti da riportare in etichetta, i soggetti obbligati, e il perimetro dell’obbligo, oltre a generare una grande preoccupazione nelle imprese relativamente alle tempistiche per conformarsi a questo obbligo. Per questo Conai ha deciso di promuovere una serie di tavoli di confronto, in particolare con UNI, Confindustria e Federdistribuzione per analizzare e gestire gli aspetti più tecnici e le segnalazioni più frequenti pervenute da singole aziende e associazioni dei produttori, degli utilizzatori industriali e commerciali. Da questo incontro di organizzazioni e dalla lettura condivisa dei nuovi obblighi, è nato il documento Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi che ha l’obiettivo di proporre una chiave di lettura in grado di aiutare le imprese a sciogliere i principali dubbi per affrontare le criticità incontrate nell’applicazione dell’art. 219, comma 5. Le Linee Guida, condivise anche con il Gruppo di Lavoro Prevenzione di Conai, sono state sottoposte a una prima consultazione pubblica, a seguito della quale il documento è stato aggiornato e pubblicato nella sua versione consolidata a dicembre 2020. Da allora in poi, Conai ha periodicamente aggiornato le Linee Guida sia alla luce del dialogo costante e dei confronti con aziende e associazioni, sia a seguito delle evoluzioni normative sul tema e delle delibere del Consiglio di Amministrazione del Consorzio che hanno avuto impatto sulle modalità di conferimento dei rifiuti di imballaggio. (Al momento di scrivere queste note l’ultimo aggiornamento è al 3 marzo 2022).

Un testo chiaro ed esaustivo

Il testo, nel complesso molto chiaro ed esaustivo, si apre citando il decreto legislativo 116, che dispone che tutti gli imballaggi debbano essere “opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 97/129/CE della Commissione”.

Conai propone la sua lettura dei diversi passaggi dell’articolo 219 comma 5 (etichettatura ambientale del packaging), ricavandone la seguente serie di importanti considerazioni. In primo luogo, su tutti gli imballaggi (primari, secondari e terziari) i produttori devono indicare la codifica alfa-numerica prevista dalla Decisione 97/129/CE. Gli imballaggi devono inoltre essere etichettati nella forma e nei modi che l’azienda ritiene più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. Sugli imballaggi destinati al consumatore devono essere presenti anche le diciture opportune per supportarlo nella raccolta differenziata. Infine, per gli imballaggi in plastica realizzati con polimeri o loro combinazione non previsti espressamente nella Decisione 97/129/CE, si può far riferimento alle norme UNI 1043-1 per l’identificazione di materie plastiche non contemplate, e alla UNI 10667-1 per identificare e riconoscere i polimeri provenienti da riciclo.

Molto interessante anche la tabella che contiene i riferimenti normativi relativi ai materiali di composizione e destinazione finale dell’imballaggio. Ad esempio, relativamente alla voce “Codifica del materiale di composizione degli imballaggi” si apprende facilmente che si tratta di informazioni cogenti, che si applicano a tutti gli imballaggi e che il riferimento normativo è la Decisione 97/129/CE che istituisce un sistema di identificazione dei materiali di imballaggio, attraverso codici alfanumerici riportati in allegati specifici.

Come costruire un’etichetta ambientale

Estremamente utile per le aziende anche la sezione della linea guida che spiega come costruire un’etichetta ambientale, riportando le informazioni che possono concorrere ai suoi contenuti, ossia la codifica numerica, la famiglia di materiale e informazioni sulla raccolta. Utili i link interattivi nel pdf scaricabile della linea guida che conduce al sito EUR-Lex con i riferimenti normativi della Decisione 97/129/CE, per quanto riguarda la codifica alfanumerica. Vengono riportati gli allegati della Decisione per ciascun materiale e per i poliaccoppiati, che contengono i codici da utilizzare ai fini dell’identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio, corredati da alcuni esempi di etichettatura ambientale completa che riportano sia le informazioni ritenute minime per il legislatore, sia quelle facoltative. Le linee guida di Conai riportano a questo proposito numerose informazioni relative a diversi tipi di imballaggio. A titolo di esempio citiamo le informazioni per l’etichettatura ambientale per gli shopper in plastica e l’etichettatura obbligatoria per tazze e bicchieri fabbrica parzialmente o totalmente in plastica.

Proseguendo in questa rapida carrellata del testo Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, la terza sezione è riservata alle FAQ, ossia le risposte alle domande più frequenti poste dalle aziende riguardo al tema dell’etichettatura ambientale. Quelle proposte sono interpretazioni condivise di vari aspetti che concretamente interessano gli addetti ai lavori in cerca di risposte. I temi trattati in questa raccolta di quesiti riguardano aspetti organizzativi, come il perimetro dell’obbligo, le responsabilità e le tempistiche. E quelli più pratici, come le modalità, i contenuti, e le caratteristiche preferibili per l’etichettatura ambientale del packaging, facendo spesso riferimento alle definizioni, che aiutano a comprendere l’approccio da adottare. In appositi box vengono segnalati alcuni temi emersi dalla consultazione pubblica che rappresentano delle criticità non indifferenti per molte aziende, e che meriterebbero un approfondimento dedicato e misure specifiche, ad oggi non previste dal testo di legge. Chiude il testo un utile glossario con voci che spaziano dagli imballaggi composti a quelli multimateriali, dalla definizione di consumatore al rifiuto di imballaggio.

Nel complesso si tratta di un’opera ben realizzata, dal taglio discorsivo nonostante l’argomento affrontato sia complesso e mai banalizzato. Vale la pena di scaricarla e consultarla.

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