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La carta che manca, tra aumento dei costi delle materie prime e loro scarsità

La situazione dei mercati preoccupa le produzioni e determina rallentamenti lungo le filiere. Le cause sono diverse e contingenti, ma l’influenza maggiore arriva, ancora una volta, dal costo dell’energia. Mitigare la situazione sarebbe possibile con soluzioni a portata di… norma

C’è pressione sui mercati. La ripartenza dell’economia, dopo mesi di forzato stop delle attività imposto dalla pandemia da Covid-19, sta determinando una serie di problemi legati all’approvvigionamento di materie prime. Una situazione che pone in difficoltà diverse filiere e quella di carta e stampa non ne è esente. L’aumento della domanda e la scarsità di materia prima determinano una diminuzione delle produzioni delle cartiere e un innalzamento dei prezzi con gli inevitabili contraccolpi a scendere lungo la filiera.

La tempesta perfetta con al centro l’energia

Secondo i dati Assocarta, i prezzi delle materie prime sono lievitati, con rincari da fine 2020 sulle cellulose pari al 60% (fibra lunga) e 70% (fibra corta), e un aumento del 15% nel consumo di carta da riciclare nella prima metà del 2021. A influire sulla rarefazione delle materie prime sono diversi fattori contingenti, spiega Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta, compresi i problemi di logistica legati ai trasporti sia su gomma – con costi in aumento a fronte di una capacità diminuita – sia via mare con le compagnie marittime che non riescono a soddisfare le pressanti richieste del mercato. Mentre si fa sempre più insistente l’idea che ricompattare le filiere logistiche potrebbe garantire le forniture.

«In questo momento però ciò che sta condizionando in maniera rilevante la situazione è il costo energetico» dichiara Medugno. «I prezzi dell’energia sono decuplicati in maniera molto repentina, senza che i produttori potessero avere il tempo o la capacità di assorbirli» con il rischio di non riuscire più a produrre o di farlo in perdita.

In Europa il solo prezzo del gas sta crescendo costantemente dalla metà del 2020, a causa sia dell’impennata delle richieste a livello mondiale, seguita alla ripresa delle attività, sia di questioni geopolitiche. Secondo i dati Assocarta nei primi otto mesi del 2021 il prezzo medio mensile del gas è aumentato di quasi il 200%.

Non solo, il costo del gas è influenzato dalla stessa transizione ecologica che «passa per alcune strettoie: gli investimenti sulle fonti fossili sono stati ridotti, mentre nel contempo la crescita delle energie rinnovabili non è adeguata alle necessità dell’industria» e aumenta così la domanda del “combustibile di transizione” ovvero il gas.

«A tutto questo va aggiunto il costo della CO2 che, in pochi mesi, è triplicato» raggiungendo il record assoluto di 64,31 euro/ton CO2 eq. a fine settembre 2021 rispetto a una media per gli anni 2019 e 2020 che si aggira sui 25 euro.

Dunque, risveglio della domanda, difficoltà logistiche, aumento dei costi di materie prime e di energia, diminuzione delle produzioni. Come a dire la tempesta perfetta.

L’impatto sull’editoria

Una tempesta che colpisce tutti i settori, compresa l’editoria che deve fare fronte ad aumenti del costo della carta: secondo AIE (Associazione italiana editori) si parla di un incremento su base annua superiore al 20% per la carta non patinata e fino al 50% per le carte più pregiate, patinate e cartoncini.

A tale proposito «il Governo nel disegno di legge di bilancio 2022 ha inserito il credito d’imposta per l’acquisto della carta dei giornali (art. 114). Una misura tradizionale che era stata adottata negli anni passati per ragioni di promozione della filiera e che adesso può diventare un aiuto a reggere l’impatto di questa situazione difficile, almeno in termini economici». Il testo dell’articolo 114 cita che “il credito d’imposta in favore delle imprese editrici di quotidiani e di periodici […] è riconosciuto anche per gli anni 2022 e 2023 nella misura del 30% delle spese sostenute, rispettivamente negli anni 2021 e 2022, entro il limite di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023”; la misura era stata attivata già per il 2020 e 2021 con il “Decreto Rilancio”.

Certamente, sottolinea Medugno, questo non risolve il problema della scarsità di materia, che permane, mentre le produzioni faticano a tenere il passo delle richieste.

Per quanto riguarda l’Italia, c’è da considerare anche un altro fattore contingente, «molte capacità produttive di carte grafiche sono state dismesse e riconvertite all’imballaggio»; riconversioni iniziate negli ultimi anni e che ora stanno avendo effetto.

Le azioni già possibili

Per mitigare la situazione «gli interventi che si potrebbero introdurre riguardano alcune norme che già esistono, ma che devono essere ancora attuate. A partire dalla riduzione degli oneri parafiscali della bolletta del gas per i grandi consumatori industriali, che permetterebbe di diminuire, almeno in parte, questa voce di costo». Si tratta, spiega il direttore, del cosiddetto “Articolo 39 gas”, previsto dalla Legge europea n. 167 del 2017 e DM Mise del 2 marzo 2018, «una misura che avrebbe dovuto essere attuata già da qualche anno e che potrebbe dare una prima forma di sollievo».

Altro intervento che potrebbe essere di aiuto riguarda le compensazioni sui costi della CO2 previsti dall’Emission Trading per i settori industriali «anche queste sono attese da anni e non sono mai state attuate».

Inoltre, vi sarebbe la possibilità, avanzata – ricorda Medugno – dallo stesso ministro Roberto Cingolani (Mite), «di utilizzare il gas che abbiamo in Italia, sostituendo quello di importazione con il nostro ed eventualmente aumentare le capacità di import da altre aree, in particolare da sud. Dunque, acquistando gas non solo dalla Russia, ma, per esempio, dall’Algeria o tramite il Tap», il gasdotto Trans-adriatico che dal confine greco-turco giunge in Puglia.

«L’Italia ha anche uno stoccaggio strategico importante realizzato nel corso dell’ultimo ventennio per affrontare eventuali emergenze. Si potrebbe prevedere quindi di sfruttare questa riserva per alleviare un po’ la tensione sui mercati, per poi restituire il gas in un secondo momento, in modo che le scorte non vengano definitivamente compromesse».

Le soluzioni possibili dunque sono diverse, ma vi è la necessità di intervenire prontamente.

Verosimilmente alcuni aumenti dovranno ancora arrivare e forse non sarà una questione tanto di rientro dei costi quanto di nuovo equilibrio che si dovrà trovare. Tuttavia, chiosa Medugno, «è probabile che il gas non tornerà ai costi minimi di un anno fa».

LA VOCE DI CHI PRODUCE

«La situazione è certamente delicata, ma la stiamo gestendo bene, l’emergenza non ci ha colti impreparati» dichiara Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni, quando gli chiediamo un’opinione in merito a quanto sta accadendo. «Negli ultimi mesi siamo intervenuti, in maniera preventiva, su tutta la supply chain proprio per evitare interruzioni nella fornitura di materie prime e questo ci sta permettendo di lavorare in tutti gli stabilimenti a pieno regime, evadendo tutti gli ordini che ora, dopo il pesante impatto del Covid-19 sul settore della carta, sono in forte ripresa. In un’ottica di più lungo termine, abbiamo anche lavorato a un piano di espansione della capacità produttiva che garantisca stabilità negli approvvigionamenti per i prossimi due anni. Quanto alla scarsità di energia elettrica, da tempo siamo impegnati in progetti di efficientamento e di riduzione dell’uso dell’energia nei nostri processi di produzione: nel 2020, per esempio, abbiamo installato un nuovo impianto di cogenerazione nello stabilimento di Arco (TN) che si aggiunge alle tre turbine di cogenerazione già attive a Verona e a Fabriano (AN). Infine, per quanto riguarda la distribuzione e il trasporto della merce, è certamente un rilevante punto di forza per noi avere una nostra rete distributiva a livello globale, in modo da non dover dipendere da grossisti: i nostri magazzini dislocati in tutto il mondo ci consentono di avere stock adeguati nei diversi mercati geografici e di garantire ai clienti la stessa eccellenza e qualità ovunque nel mondo. Inoltre, ci siamo organizzati con le società di trasporti – via terra, via mare e via aria – per assicurare le consegne anche laddove vi siano criticità locali».

LA VOCE DI CHI TRASFORMA

«La situazione di difficile reperibilità di carte, sia “fibra vergine” che “base macero”, ha messo a dura prova tutto il comparto delle aziende produttrici di imballaggi in cartone ondulato». A parlare è l’ing. Giuseppe Meneghini di Ghelfi Ondulati, che spiega come l’azienda abbia «cercato di fronteggiare il difficile momento facendo leva sostanzialmente sui buoni rapporti di partnership con i propri fornitori, oltre che sull’implementazione di numerose iniziative di ottimizzazione, efficienza e flessibilità». Tuttavia, precisa, «la domanda di carte sembra si manterrà estremamente elevata anche nella prima parte del prossimo anno. La pesante riduzione delle esportazioni americane di carta kraft verso l’Europa, il grande incremento dell’e-commerce e l’utilizzo di materiali a base cellulosica in alternativa alla plastica contribuiranno a mantenere una situazione di grandissima pressione sui produttori di carte nazionali ed europei, e favoriranno l’innestarsi di fenomeni e azioni speculative. Questa difficile situazione continuerà inevitabilmente a mantenere anche una costante spinta al rialzo dei prezzi di acquisto delle carte, che recentemente hanno visto un pesantissimo aggravio dovuto all’improvvisa e imprevedibile “crisi energetica”».

È difficile intanto fare previsioni per i mesi a venire, ma di una cosa si dice certo Meneghini, «nonostante gli incredibili prezzi che saranno raggiunti dalle carte, la sfida vera del 2022 continuerà a essere quella di garantire il reperimento delle quantità di materie prime sufficienti per gestire il proprio mercato e soddisfare i propri clienti».

LA VOCE DI CHI STAMPA

La reperibilità di materia prima sta generando una condizione inaspettata. «Ci troviamo di fronte a una situazione senza precedenti che riguarda due aspetti dello stesso problema» racconta Emanuele Bandecchi, sales&marketing director di Rotolito. «Da un lato gli approvvigionamenti di carta e cartone, che sono molto più lunghi, e sui quali fatichiamo ad avere risposte dalle cartiere in merito a disponibilità, quantità e date di consegna. Dall’altro i prezzi della stessa materia prima, che sono letteralmente esplosi. E purtroppo questo fenomeno non accenna a fermarsi, anzi, ci aspettiamo un ulteriore inasprimento da qui alla fine dell’anno».

Una situazione che sta impattando negativamente sulla gestione del lavoro, tanto più se si considera l’aumento della domanda sul mercato finale. «A partire dai mesi estivi stiamo assistendo a una generale ripresa delle richieste di prodotti cartacei editoriali e commerciali, alle quali cerchiamo di far fronte. Per rendere meno impattante il sovrapprezzo, consigliamo ottimizzazioni e soluzioni alternative più economiche, mentre di contro chiediamo un po’ più di flessibilità e di spirito di adattamento ai nostri clienti, con i quali lavoriamo per pianificare con maggiore anticipo le loro campagne, soprattutto se legate a limiti temporali, quali lanci o manifestazioni, che necessitano di una data imperativa».

Una situazione tutt’altro che semplice, sottolinea Bandecchi, «anche in funzione delle numerose iniziative destinate al Natale, che rischiano però di essere compromesse proprio dalla mancanza di carta».

Alcune delle cause, dice, sono relativamente facili da individuare: «da un lato “l’effetto rimbalzo” dei consumi post-pandemia ha causato un’inaspettata crescita della domanda di prodotti cartacei, anche in seguito all’incremento continuo del suo utilizzo per il packaging primario e secondario, mentre la forte incidenza dei rincari subiti da cellulosa ed energia – gas naturale – contribuisce ad aumentarne il valore di mercato. D’altra parte, però, non possiamo permettere che questa difficoltà di reperimento presti il fianco a facili speculazioni di prezzo, analogamente a quanto sta avvenendo in altri settori. Per quanto ci riguarda, ce la metteremo tutta per supportare il business dei nostri clienti in questa sfidante e incerta fase di ripartenza».

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