La flessibilità del (packaging) flessibile

Intervistato sulle istanze del settore, Michele Guala, presidente del gruppo Giflex, ci racconta cosa è emerso dal XXXIV Congresso d’Autunno a Monopoli (BA) e soprattutto ci spiega quali sono i focus su cui il gruppo continua a operare. In primo piano restano i temi della sostenibilità, della sicurezza alimentare e del destino della plastica, oggi più che mai messa in discussione.

Le dinamiche di mercato e l’andamento dell’economia sono in stretta relazione con le vicissitudini politiche internazionali, nazionali o settoriali che siano. In questi mesi a tenere banco a livello mondiale è l’attesa di una serie di decisioni politiche le quali, senza dubbio, avranno incidenza sulla vita economica anche del nostro Paese e delle nostre aziende: dalla Brexit alle strategie comuni per affrontare i temi legati all’ambiente, passando per lo sviluppo dell’Industria 4.0. Temi contingenti che le aziende di Assografici tengono sotto controllo.
Ne hanno parlato anche le imprese che fanno parte di Giflex, riunite a Monopoli, in provincia di Bari, per il XXXIV Congresso d’Autunno (17-18 ottobre 2019).
Abbiamo intervistato il presidente del gruppo, Michele Guala, per farci raccontare cosa è emerso dall’incontro e quale sia il suo pensiero in merito ai temi più caldi che interessano il settore.

Visione plastica
Uno degli argomenti più discussi dell’attualità di questa fine anno riguarda la plastica. Produzione, uso e riciclo sono sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa. Sin dalla determinazione della nuova strategia europea dedicata a questo materiale, denominata “EU Plastic Strategy”, e dalla pubblicazione della direttiva sulla plastica monouso, “Single Use Plastic” – Direttiva (UE) 2019/904 del 5 giugno 2019 –, in Europa si è molto discusso sull’effetto dell’utilizzo della plastica e del suo impatto sull’ambiente. Si sono determinate posizioni dimostratesi, in taluni casi, persino eccessive che hanno finito per additare la plastica come nemico assoluto da combattere, senza considerare che è importante invece farne un uso corretto e consapevole, privilegiandone il riutilizzo.
Da subito Giflex si è trovato ad affrontare questi temi, anche in occasione dei propri più recenti appuntamenti, compreso l’incontro di Monopoli. «Il congresso si è tenuto proprio nei giorni in cui è uscita la notizia che il Governo sta studiando una tassa sulla plastica e quindi è stato un tema molto dibattuto» dichiara Guala. «Purtroppo questa notizia ci ha trovati decisamente negativi, per il fatto che crediamo sia una tassa che non servirebbe all’ambiente e graverebbe molto sui consumi delle famiglie e sull’industria». Il presidente ne è convinto, occorre trattare queste questioni – che sono indubbiamente importanti – con un approccio differente. «I temi dell’ambiente vanno affrontati in maniera più seria di così e i costi che eventualmente possono gravare sull’industria del packaging devono servire a fare qualcosa di positivo». Un esempio di come investire efficacemente tale denaro, spiega, è dato dal Consorzio nazionale imballaggi: «il modello Conai prevede che alcuni dei costi previsti servano ad aumentare il riciclo dei materiali. Una tassa come quella in discussione invece, andando nella fiscalità generale, non sarebbe utile a nessun miglioramento. Oltre a questo, va notato che il packaging è in gran parte destinato all’alimentare e, quindi, la tassa graverebbe direttamente sui consumi delle famiglie, andando ad aumentare i prezzi dei generi alimentari».

I focus di sostenibilità e sicurezza alimentare
Giflex sta lavorando allo studio di soluzioni che permettano di aumentare il riciclo e il miglioramento del fine vita degli imballaggi flessibili e i temi dell’economia circolare e della sostenibilità sono da tempo al centro degli impegni dell’associazione così come delle singole aziende che ne fanno parte. Su queste allerte il settore sarà sempre più spesso chiamato a intervenire e su di esse è necessario che tenga alta la guardia. Come gruppo, conferma il presidente Guala, «stiamo lavorando sempre di più sulla parte sostenibilità, con un comitato dedicato allo studio e alla comunicazione su questo tema». Spiega in proposito l’impegno profuso dal settore nell’agire concretamente sulle caratteristiche dei proprio prodotti. «L’industria del packaging» dice «sta affrontando un grande cambiamento nella direzione di rendere riciclabili gli imballaggi. A livello europeo abbiamo un’associazione di filiera, il Ceflex, che sta lavorando nella direzione di aumentare la quantità di packaging flessibile riciclato. A livello italiano lo stesso lavoro va fatto di concerto con Corepla», il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica.
Le questioni ambientali e quelle inerenti al riciclo delle materie non sono però gli unici argomenti sui quali il gruppo sta lavorando. Già nel 2017, in occasione della sua conferma alla presidenza, Guala ci ricordò come si fosse creato nel tempo un filo conduttore che univa di fatto l’operato di diversi comitati esecutivi di Giflex. Il Comitato tecnico, nello specifico, già allora era focalizzato su una tematica delicata ed essenziale per molte tra le aziende del gruppo e che ancora oggi è di estrema attualità: la sicurezza alimentare. È stato fatto molto sul ruolo e valore dell’imballaggio nel contatto con gli alimenti e i risultati si vedono ora anche oltre i confini nazionali. «Per quanto riguarda questa tematica, che è stata da molti anni il punto forte del nostro Comitato tecnico, abbiamo rilevato con soddisfazione che i nostri protocolli di analisi sono sempre più riconosciuti dai laboratori a livello internazionale, contribuendo a fare chiarezza su come affrontare le sfide sempre maggiori della sicurezza del consumatore».
Giflex riconferma così nei fatti il proprio ruolo di interlocutore sui temi del contatto alimentare e della sostenibilità, nei confronti sia delle proprie aziende sia del mercato.

Essere la migliore risposta
L’industria del settore imballaggio ha dimostrato di cambiare, facendo proprie istanze comuni come i principi che sono alla base di una visione circolare dell’economia e di una gestione delle imprese rispettosa dei tre cardini della sostenibilità, ovvero gli aspetti economici, sociali e ambientali. «L’imballaggio flessibile è principalmente nella filiera del food» ricorda Guala, «quindi raccoglie le sfide che sono del nostro tempo e che consumatori sempre più esigenti impongono. Credo che l’imballaggio flessibile, che è per leggerezza intrinseca l’alternativa più sostenibile, debba raccogliere la sfida della riciclabilità anche per andare incontro alla sensibilità di un consumatore esigente e attento».
Un lavoro articolato per il quale si è fatto tanto, ma che altrettanto impegnerà ancora il gruppo, come ricorda il presidente che, nella fase finale del proprio mandato – il suo periodo di presidenza avrà termine nel 2020 – non pensa affatto a tirare le prime somme, «non spetta a me farlo» ci dice giustamente, precisando «soprattutto in un momento in cui c’è tanto da fare. Quello che posso dire è che siamo in un momento di cambiamento, e nei momenti di incertezza le associazioni possono svolgere un ruolo aggregativo e informativo ancora più utile alla filiera. Forse per questo il congresso è stato ancora una volta molto partecipato e Giflex conta ogni anno più associati». Intanto, da qui a fine mandato ci pare di capire che ci sia ancora qualche obiettivo da raggiungere e di certo la disponibilità, anche dopo, a lavorare insieme e per il gruppo. «Lascerò tanti fronti aperti» ci dice Guala in ultimo «ma anche la disponibilità a dare ancora una mano all’associazione nei prossimi anni».

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