La prova colore: i benefici superano i costi

Irrinunciabili per molte applicazioni, le prove colore rappresentano anche un importante riferimento giuridico. Tuttavia, molto resta da fare per innalzare la cultura degli utenti finali sul tema.

«La prova colore per noi è un riferimento, non potremmo farne a meno». Con questa frase netta Andrea Mari, responsabile prepress di Rotolito, sottolinea l’inestimabile valore di questa prassi per la sua azienda e per l’intero mercato. «Ottenere la stessa qualità di un catalogo stampato già da noi in precedenza, non è possibile per via dell’ossidazione degli inchiostri. Inoltre, la prova colore ha valenza legale: non si può contestare un lavoro stampato se non sono state fornite dal cliente prove colore certificate specifiche per il tipo di carta e il tipo di attrezzatura che saranno usate per la produzione».

Per Rotolito le prove colore sono fondamentali, «al punto che tendiamo a farle di nostra iniziativa nel caso in cui non ci vengano fornite dal cliente», prosegue Mari, «perlomeno per assicurare un riferimento di stampa sulla linea di inchiostrazione».

Lo scenario

Molti clienti associano il concetto di prova colore a maggiori costi da affrontare. «Per risparmiare, magari come alternativa, ci chiedono di andare in densità, ma i risultati sono inferiori. A nostra volta, in passato abbiamo fatto anche test con il soft proofing; tuttavia, mettendo un monitor calibrato a bordo macchina, questo fa vedere al massimo quattro pagine per volta, qualcosa di ben differente dall’avere tutta la distesa di prove colore. Dal momento che l’operatore non era posto nella condizione ottimale, si è deciso di fare un passo indietro su questo versante».

Anrea Mari ha a che fare con le prove colore da tre lustri esatti. «Ho iniziato a occuparmi di prove colore e delle relative normative già nel 2004; all’epoca c’era poca consapevolezza sui vantaggi derivanti dal loro utilizzo. Oggi si è consci di dovere utilizzare profili diversi per tipi di carta diversi, ma spesso per i clienti più piccoli è diventata una questione di contenimento dei costi. Il problema non si pone per clienti più grandi che richiedono volumi molto elevati di stampati e che ci forniscono tutte le prove colore, con delle rare eccezioni di clienti che vorrebbero che la stampa fosse identica alle prove colore, ma ciò è impossibile dato che il matching è dell’87%. C’è la tendenza a ritenere le prove colore solo un costo, mentre per noi sono irrinunciabiliper garantire al cliente la massima qualità e anche per evitare possibili contestazioni. È un servizio che normalmente offriamo, certamente non per lavori al di sotto di un numero minimo di copie».

Ci sono, tuttavia, applicazioni per le quali la prova colore può essere considerata un elemento irrinunciabile. «È il caso delle riviste di moda e dei cataloghi di prodotti dove ci sono tantissime variazioni di colori. Abbiamo stampato recentemente un catalogo di abbigliamento per il lavoro e, per il nostro cliente, era fondamentale che si vedessero distintamente tutte le varianti di colore. Lo stesso libello qualitativo vale per le aziende che producono utensileria, caschi per le moto, mobili e illuminotecnica».

Tra norme e vantaggi

Inoltre, anche in questo ambito, vi sono alcune normative in supporto che regolano il modus operandi delle imprese grafiche. «La normativa Fograabbraccia tutte le questioni: di base ogni profilo deve essere utilizzato per il tipo di carta specifico, questo perché il comportamento delle macchine da stampa varia secondo il tipo di carta».

Oltretutto, sottolinea Mari, nel confronto tra benefici e costi, in realtà la bilancia pende sicuramente a vantaggio dei primi. «Lavoriamo per l’80% con editori che ci forniscono anche direttamente la carta: con le prove colore si hanno meno scarti. Inoltre, le prove colore ci permettono di sapere benissimo quello che vuole il cliente; abbiamo 24 macchinisti e altrettanti operatori di affiancamento che lavorano su tre turni, chiaramente non si può delegare all’occhio di un operatore, seppure molto competente, la volontà del cliente. Viceversa, con la prova colore il risultato è lì, immediato, non è necessaria alcuna interpretazione da parte di nessuno. Si tenga presente, infatti, che ogni macchina è diversa e, a parità di densità, potremmo avere due risultati differenti. Con le prove colore si riescono a raggiungere gli obiettivi prefissati: ad esempio, ci sono delle lavorazioni con delle bandine di stile con colori diversi che aiutano ad avere per tutta la tiratura lo stesso colore. In definitiva, si ottiene nel complesso un risparmio di denaro e di tempo, dato che il macchinista e l’aiutante, avendo sotto gli occhi dei risultati evidenti, non devono dilungarsi in ragionamenti e valutazioni. Quindi, se nell’immediato i costi sembrano più alti, a consuntivo si ottiene un risparmio, senza considerare i vantaggi in termini di risultati finali: si pensi, ad esempio, al caso della comunicazione pubblicitaria, dove il cliente ha in mente un colore ben preciso e, senza le prove colore, potrebbero nascere facilmente dei contenziosi».

Le sfide per lo stampatore

Per Rotolito la sfida risiede fondamentalmente nel rapporto con il cliente, nel farsi consegnare ciò che effettivamente serve. «Sia nella gestione dei file sia nella produzione della prova colore sappiamo perfettamente che cosa chiedere al cliente, anche se spesso non è facile ottenerlo in quanto in molti non hanno livelli di competenze analoghe alle nostre. Per il resto, si tratta di processi automatizzati:quando giunge il PDF in ingresso, lavoriamo secondo il profilo della carta e, di conseguenza, in modo automatico si attiva tutta la filiera».

Le richieste di Rotolito al cliente sono, perciò, precise. «In base alla tecnologia di stampa, ad esempio se rotativa o piana, e in base al tipo di carta, chiediamo di elaborare i file e di fare le prove colore secondo un profilo specifico. Anche perché, legato a questi temi, vi è la coprenza di inchiostro che è altrettanto importante, dato che sulla carta patinata opaca non si può andare con la medesima coprenza di inchiostro con cui si andrebbe su una patinata lucida. Così facendo, infatti, soprattutto in rotativa, dove le segnature escono già piegate, queste si sporcano. Seguire la norma che studia il comportamento delle carte è efficace per un discorso di processo di stampa. Si consideri che varia anche la quadricromia per ogni tipo di macchina».

Gli aspetti da valutare, insomma, sono molteplici, di qui il valore assegnato da Rotolito alla formazione dei propri operatori. «Seguiamo sempre corsi di aggiornamentoche normalmente vedono coinvolti il responsabile di reparto e la persona a lui più diretta nella gestione del reparto stesso», rimarca Mari. «Successivamente, quanto appreso viene condiviso con gli altri operatori e con i turnisti. Siamo un’azienda certificata ISO e, per mantenere in essere le certificazioni, abbiamo incaricato una società esterna che periodicamente svolge attività di indagine con lo scopo di verificare che tutte le procedure vengano messe in atto da tutti gli operatori».

La differenza tra Italia ed estero

Il tema certificazioni è un argomento verso il quale c’è molta attenzione soprattutto dai clienti esteri di Rotolito. «Una buona percentuale dei nostri clienti, circa il 40%, è situato all’estero con una buona predominanza di clientela dalla Francia e dall’Inghilterra. Sono soprattutto loro a richiedere le certificazioni. I clienti italiani dimostrano una minore attenzione alle normative relative alla gestione del colore; se ci forniscono prove colore, spesso, per comodità, hanno tutte lo stesso profilo. In questo modo si rischia di compromettere il risultato qualitativo finale, ed è per questo che noi interveniamo con il rifacimento delle prove colore. I nostri clienti esteri sono molto attenti alla qualità e al rispetto delle normative sul lavoro e spesso, in fase di produzione, inviano i loro ispettori a visionare che il lavoro venga effettuate in base alle norme in vigore. Ecco perché riteniamo che oggi, per operare in modo competitivo sul mercato, per noi è decisivo essere all’avanguardia e certificare i processi produttivi. Di conseguenza, cerchiamo di mantenere alto il discorso delle prove colore, perché abbiamo visto che garantiscono ottimi risultati, il cliente è soddisfatto e le contestazioni sono a zero».

Lunga vita alla prova colore

Su queste basi, il futuro sorride alle prove colore. «Credo», conclude Mari, «che potranno essere evitate solo lavorando con dei file preparati con tutti i criteri del caso e tramite sistemi di conversione verso le macchine, affinché possano essere interpretati in base alle caratteristiche di ognuna di esse. Abbiamo già provato a fare dei test in questa direzione, ma per ora abbiamo abbandonato il progetto sia per i costi che per la complessità dei software necessari. Nel corso degli anni, ho visto prima un calo della domanda di prodotti stampati, ma da un po’ le tirature stanno risalendo. Il futuro, perciò, non è così grigio e sicuramente si continuerà con le prove colore, dato che ancora oggi ci sono troppe diversità tra stampatori e macchine. Sicuramente, sarà necessario far crescere la consapevolezza della necessità e dei vantaggi della prova colore tra gli utenti finali».

UNA GUIDA INDISPENSABILE

Per Grafiche Antiga la prova colore è uno strumento fondamentale per mettere d’accordo i bisogni del cliente e, nel contempo, quelli degli stessi stampatori. «Da una parte il cliente chiede che il prodotto finito sia il più possibile simile a quello della prova colore e da parte nostra una guida attendibile in fase di avviamento macchina», spiega Amos Michielin, responsabile del reparto stampa della società di Crocetta del Montello, provincia di Treviso. «Tutto questo è permesso da una prova colore conforme alla certificazione Fogra, che mette in tranquillità sul risultato di stampa sia il cliente sia lo stampatore. Con un flusso di lavoro che è in grado di controllare la gestione dei profili di stampa, con la macchina di stampa in ordine secondo le specifiche della casa e con inchiostri secondo la norma ISO, solitamente non ci sono problemi nel replicare una prova colore.

Ciò che si sta perdendo oggi in modo significativo è che la carta ha un’influenza notevole sul risultato di stampae questo, a volte, interferisce significativamente sul risultato finale. Ecco perché il cliente deve essere accompagnato nel sapere valutare una prova colore con lo stampato offset».

Insomma, per Grafiche Antiga «le prove colore sono fondamentali per poter stampare in maniera coerentecon il risultato che il cliente si aspetta e, quindi», rimarca Michielin, «le prevediamo sempre». Tuttavia, le sfide non mancano, soprattutto una. «Le prove colore sono comunque fatte su supporti cartacei differenti dallo stampato, quindi lo stampatore deve saper interpretare quanto il cliente si aspetta e agire di conseguenza. Questa vale soprattutto per la stampa di qualità quando la corrispondenza con la prova deve essere imprescindibile per il risultato tonale come nella stampa dei cataloghi di mobili, moda, ceramica e lusso».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here