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Indagine congiunturale OSI, risultati 2020 e tendenze 1° trimestre 2021

Grafica e cartotecnica-trasformazione chiudono in perdita il 2020 sul fatturato. Anche se con intensità ben diverse. Eppure già sul finire dell’anno del Covid-19, si segnalano i primi tentativi di ripresa in termini di produzione e fatturato, soprattutto nella cartotecnica-trasformazione.

In un contesto macroeconomico stravolto dalla pandemia da Covid-19, il settore grafico e cartotecnico trasformatorechiudono il 2020 con un inevitabile calo del giro d’affari. È questo il dato che emerge con maggior evidenza dalla nuova indagine del Centro Studi Assografici sul Panel Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio), riferita appunto all’ultima tranche del 2020 e alle previsioni sul primo trimestre 2021. Diminuzione del fatturato, dicevamo, ma con differenze significative tra l’uno e l’altro comparto: se le aziende grafiche registrano un tonfo del 16% rispetto al 2019, quelle cartotecniche trasformatrici limitano i danni a un -3% complessivo. Anche i giudizi espressi sui conti dei primi mesi del 2021 differiscono in egual misura: le imprese grafiche del Panel si mostrano moderatamente pessimiste su quasi tutti gli indicatori tranne che sugli ordini interni, mentre le imprese cartotecniche trasformatrici si attendono crescita su produzione, fatturato e ordini esteri, stabilità su quelli interni.

Settore grafico: nel 2020 crollano ricavi e produzione

Nel quarto trimestre 2020 il fatturato del Panel Osi delle aziende grafiche evidenzia un calo del 9,6% rispetto al quarto trimestre 2019, più moderato di quello dei trimestri precedenti. Il 2020 si chiude con una flessione a due cifre per il giro d’affari, pari al 16% sul 2019. I dati di produzione dell’industria grafica nel quarto trimestre 2020 mostrano una diminuzione ancora significativa sul quarto trimestre 2019, ma inferiore a quella dei due trimestri precedenti, per la flessione più intensa della grafica editoriale (-20,1%) e quella meno forte della grafica pubblicitaria e commerciale (-13,9%). La produzione del settore grafico nel 2020 diminuisce complessivamente del 21,3% rispetto al 2019, per la diminuzione meno intensa della grafica editoriale (-18,7%) e quella più forte della grafica pubblicitaria e commerciale (-25,4%). Nell’area grafica editoriale, nel 2020 il risultato produttivo più negativo è da imputare alle riviste, in flessione del 27,1%, mentre i libri chiudono il 2020 con un -15% di produzione. Nel comparto della grafica pubblicitaria e commerciale la produzione di stampati pubblicitari e commerciali nel 2020 ha una forte diminuzione del 25,7% sul 2019, mentre è inferiore quella della modulistica (-14,9%) con i livelli produttivi assoluti di questo prodotto che sono ormai molto bassi.

Ko la pubblicità su stampa, bassa la spesa in cultura, ma resiste il libro

Dal lato della domanda, resta sotto l’1% dei consumi nazionali la soglia dedicata dalle famiglie alle spese culturali, come libri e giornali. Sul fronte della grafica editoriale, va detto però che il mercato dei libri, secondo l’Aie, dopo la forte crisi del secondo trimestre 2020, ha dato segnali di ripresa nei trimestri successivi. Le vendite di libri sono cresciute nel 2020 del 2,4% sul 2019, di cui +0,3% per i libri cartacei e +37% per gli e-book. Ancora più significativa la crescita in termini di copie (+2,9%), di cui però -0,8% per i libri cartacei e +36,6% per gli e-book. Le librerie e in genere in canali fisici cedono rilevanti quote di mercato all’online, che dal 27% del 2019 cresce fino al 43% del 2020, con la concentrazione delle vendite nelle mani di Amazon. Il lockdown e le limitazioni negli spostamenti della popolazione hanno poi determinato la particolare difficoltà delle librerie di catena, soprattutto di quelle che si trovano nei centri turistici, nelle città d’arte, all’interno dei centri commerciali, delle stazioni ferroviarie e gli aeroporti. Inoltre l’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, ha avuto un anno condizionato dal rinnovo delle adozioni dei testi. Giù la domanda relativa alle riviste che hanno subito un forte calo produttivo nel 2020, il più intenso fra i prodotti stampati delle aziende grafiche. Il mercato pubblicitario italiano, chiudendo il 2020 a 7,83 miliardi di euro, mostra un -11% sul 2019. L’adv su stampa ha avuto nel 2020 un trend particolarmente sfavorevole rispetto agli altri media: un -24,1%, derivante da un -16,2% per i quotidiani e un -36,6% per i periodici; la pubblicità su stampa, scende in valore nel 2020 a 664 milioni di euro, dagli 874 milioni dell’anno prima. In termini settoriali, tiene però l’advertising nella Grande Distribuzione Organizzata (+6,1% nel 2020), che è uno dei principali investitori per il segmento della pubblicità stampata, a seguito della ripresa estiva della stampa di volantini della Gdo, bloccatasi nella prima fase della pandemia Covid-19. Sul fronte dell’advertising, diminuisce invece la pubblicità sul direct mail (-29,5% sul 2019) e quasi si dimezza, risentendo con forza degli effetti della ridotta mobilità della popolazione, anche l’advertising in affissioni (-45,7%), influenzando negativamente la produzione di stampa pubblicitaria e commerciale.

Il commercio estero riduce il (forte) calo sul finire del 2020

Le esportazioni in valore del settore grafico confermano il trend meno negativo nel quarto trimestre 2020 (-10,1%), che ha caratterizzato il fatturato. L’anno è stato certamente negativo, ma con i peggioramenti più forti concentrati fra il secondo e il terzo trimestre. Nel complesso l’anno 2020 si chiude con un calo dell’export in valore del comparto grafico del 18,3% sul 2019: si osserva un forte calo tendenziale delle riviste (-25,2%) e degli stampati pubblicitari e commerciali (-25,9%); meno negativa invece la performance dei libri (-9,3%). Le importazioni in valore del settore grafico hanno una diminuzione nel quarto trimestre 2020 del 21,1% sul quarto trimestre 2019. L’anno 2020 si chiude all’insegna di una simile flessione dell’import in valore rispetto al 2019 (-22,7%): molto forte la riduzione dell’import delle riviste (-34,3%) e degli stampati pubblicitari e commerciali (-24,9%), significativa anche quella dei libri (-18,5%).

Settore cartotecnico trasformatore: recupero di fatturato nel quarto trimestre

Nel quarto trimestre 2020 il fatturato delle aziende cartotecniche trasformatrici, dopo i cali del 2o e 3o trimestre, ha una moderata crescita dell’1,3% rispetto al quarto trimestre 2019. Il trend complessivo del giro d’affari dell’intero 2020 si conferma però negativo (-3% sul 2019).

Considerando i comparti di maggiore interesse per l’imballaggio in carta, cartone e flessibile, si osserva che proprio i settori con le diminuzioni produttive più moderate siano quelli fondamentali ovvero alimentari-bevande (-2,5%) e farmaceutica (-5,4%). Sulla base delle indicazioni di Cosmetica Italia, ha accusato maggiormente gli effetti della pandemia Covid-19 il settore della cosmetica-profumeria, che perde nel 2020 il 12,8% del fatturato. La pandemia colpisce pesantemente anche altri settori utilizzatori di imballaggio, come sistema moda, mobili-arredo, elettrodomestici, prodotti in metallo, materiali per costruzioni. Sul fronte dei consumi, la pandemia ha determinato un’incertezza persistente nelle famiglie italiane, spingendole a risparmiare. Di contro, è stato notevole lo sviluppo dell’e-commerce, che ha favorito in generale il consumo di imballaggi da trasporto e in particolare quello in cartone ondulato.

La produzione cresce leggermente

Le rilevazioni sul 2020 evidenziano per il settore cartotecnico trasformatore una moderata crescita tendenziale della produzione dello 0,7% sul 2019. Aumenta dell’1,3% la produzione di imballaggio in carta, cartone e flessibile, a fronte di un calo significativo (-4,6%) della produzione cartotecnica. I produttori di imballaggi di cartone ondulato, rappresentati in ambito Assografici dal Gifco (Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato), segnalano una crescita complessiva tendenziale delle quantità prodotte intorno all’1,7%, per la tenuta del settore alimentare-bevande. Gli astucci e scatole pieghevoli, rappresentati dal Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli), contengono le perdite sulle quantità prodotte 2020 al -0,3% rispetto al 2019. La produzione di sacchi di carta, sulla base delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano Produttori Sacchi Carta), ha nel 2020 una moderata diminuzione dell’1,7% rispetto al 2019. La produzione degli imballaggi flessibili, secondo il Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile), nel 2020 è in leggero aumento dell’1% circa rispetto al 2019, nonostante le forti difficoltà riscontrate nel canale Horeca (Hotel, ristoranti, caffè). Nel 2020 prosegue, secondo Gipea (Gruppo Italiano Produttori Etichette Autoadesive), il ciclo produttivo favorevole delle etichette autoadesive (+4%), su ritmi produttivi più alti dell’anno precedente. Modesto calo della produzione 2020 per gli articoli igienici e sanitari (-1,1%), mentre è maggiore la diminuzione della produzione delle carte trattate per uso industriale (-5,5%), collegata alle forti difficoltà produttive della manifattura. In diminuzione nel 2020 la produzione di tubi di cartone, stimata dal Gitac (Gruppo Italiano Tubi e Anime in Cartone) al -3% circa. Intenso arretramento produttivo 2020 per le buste da corrispondenza (-15,5% per l’Istat) e per gli articoli per scuola, ufficio e cartoleria. Flessione sui mercati esteri per la produzione di carte da parati, rappresentata dal Gruppo Assoparati, che cala intorno al 25% nel 2020 per l’Istat.

Il commercio estero si riduce sensibilmente

I dati dell’export in valore del settore cartotecnico trasformatore mostrano un calo più moderato nel quarto trimestre 2020 del 6,5% sul quarto trimestre 2019, rispetto a quello che aveva caratterizzato i due trimestri precedenti. Nel 2020 si assiste a una significativa riduzione delle esportazioni in valore dell’8% rispetto al 2019: diminuisce l’export in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (-7,1%), mentre è stabile quello di articoli igienici e sanitari. In calo anche le esportazioni di etichette (-4%) e tubi di cartone (-8,1%); flessione a due cifre invece per l’export di carte da parati (-23,5%), prodotti cartotecnici per corrispondenza (-23,8%) e articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-37,6%). Analizzando le importazioni in valore, si evidenzia nel quarto trimestre 2020, in linea coi trimestri precedenti, una forte flessione a due cifre del 24% sul quarto trimestre 2019. L’anno 2020 si chiude con una caduta del 25,4% dell’import in valore del comparto sul 2019: flette l’import in valore di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (-39,6%). Appare più moderata la diminuzione delle importazioni di articoli igienici e sanitari (-1,9%). In calo a due cifre l’import 2020 di etichette (-10,9%), articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-23,7%) e prodotti cartotecnici per corrispondenza (-49%). Cresce l’import 2020 solo nel caso dei tubi di cartone (+7%) e delle carte da parati (+3,1%).

Epson per la formazione con l’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio di Milano

Con la proclamazione dello studente vincitore, si è concluso il progetto “Epson: palestra creativa con i designer di domani” sviluppato da Epson in collaborazione con l’istituto salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco di Milano. Lanciato alla fine del 2019, e giunto a conclusione nonostante i rallentamenti dovuti alla pandemia, il progetto ha portato l’ambiente di lavoro reale tra i banchi di scuola, con l’obiettivo di sostenere la formazione dei designer di domani, supportarne la conoscenza delle nuove tecnologie e stimolarne la creatività. Ad aggiudicarsi la vittoria è stato Pietro Cosimo Cappellini, della classe V del Corso di Grafica, la classe pilota coinvolta nel progetto. Il progetto di Pietro Cosimo Cappellini, denominato “Future”, si ispira alla “Leggerezza” perché, spiega l’autore, “per aiutare la terra a sostenerci dobbiamo diventare più sostenibili”.

I trenta studenti della classe V del Corso di Grafica dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco, guidati dal docente di Progettazione Multimediale Daniele Mastrapasqua, hanno lavorato come veri e propri grafici di un’agenzia creativa, realizzando la grafica di prodotti promozionali ispirata al tema del progetto: Epson e la sostenibilità. Sono stati aiutati nella loro attività da professionisti del settore come Fabio Paracchini, chief strategy&innovation officer di The Embassy, coadiuvato da Silvia Confalonieri della stessa agenzia, e Gerardo Pezzotta, di Shadow/Sublitec, esperto di sublimazione 3D.

Gli studenti si sono sfidati a colpi di creatività e i tre finalisti hanno avuto a loro disposizione una stampante a sublimazione Epson SureColor SC-F500 per dare vita al proprio lavoro. Il tema chiave è stato la sostenibilità, da sempre perno della vision di Epson, che ha ispirato sia le grafiche sia il concept degli oggetti promozionali che sono stati infine realizzati. I tre studenti finalisti, Agnese Bignotti, Pietro Cosimo Cappellini e Andrea Spinelli, hanno declinato il tema nelle categorie dell’innovazione, della tecnologia e dell’ambiente, personalizzandolo con elementi di connessione con il Giappone, sede della casa madre di Epson, e hanno stampato le loro grafiche con Epson SureColor SC-F500. Le stampe sono quindi state sublimate sui singoli oggetti con la collaborazione di Shadow, società specializzata in sublimazione 3D.

Il progetto vincitore, realizzato da Pietro Cosimo Cappellini, ha saputo creare un mondo iconografico delicato e lieve, dalla texture leggera, espressa da un segno sottile e da forme morbide e ondeggianti.

La giuria che ha decretato il vincitore era composta da  don Damiano Galbusera, preside dell’Istituto Tecnico Tecnologico grafica e Comunicazione “Don Bosco”, dell’Istituto Salesiano S. Ambrogio di Milano, Andrea Marconi, past-teacher di Progettazione Multimediale dell’Istituto “Don Bosco”, Fabio Paracchini, chief strategy&innovation officer di The Embassy, Valentina Carnevali, CMO di Stratego Group, Renato Sangalli, sales manager Pro-Graphics Epson Italia, insieme ai responsabili dei corsi, Dario Panciera e Daniele Mastropasqua.

Il progetto dello studente vincitore è stato valutato come una realizzazione di grande maturità, con un’identità compiuta e i cui elementi sono stati sviluppati e interpretati con grande coerenza ed equilibrio. “Epson, insieme agli altri professionisti che ci hanno supportato – commenta Dario Panciera, responsabile dei corsi – ha messo a disposizione con grande generosità non solo la propria professionalità, ma anche e soprattutto il tempo, oggi sempre più prezioso, e la volontà di lavorare insieme, trasmettendo così ai ragazzi il senso e il valore di ciò che studiano ogni giorno. In questo momento di pandemia, così complicato e caratterizzato dalla distanza, per loro è stato fondamentale poter condividere esperienze e tempo insieme. A noi docenti questa esperienza ha permesso di sperimentare un nuovo modo di insegnare, caratterizzato dall’apprendimento con gli studenti e non da una classica trasmissione di conoscenze unidirezionale”.

“Sono felice di aver promosso questa iniziativa e di aver lavorato con i ragazzi – commenta Renato Sangalli, sales manager Pro-Graphics di Epson – Tutti i progetti finalisti dimostrano una buona maturità e sono stato piacevolmente sorpreso dalla concretezza degli studenti, che non solo hanno lavorato con impegno ed entusiasmo, ma hanno anche saputo misurarsi con quello che li aspetta nel futuro: il rapporto con il cliente. Ritengo che sia stato molto importante avviare un dialogo con il  mondo del lavoro e, nello stesso tempo, dare vita a un percorso di confronto con la scuola sul tema della sostenibilità”.

La carta tra i settori “faro” nella transizione ecologica

Assocarta: il Consiglio Direttivo accoglie positivamente il PNRR che considera la filiera della carta tra i settori “faro” nella transizione ecologica, ma occorre dare attuazione alle misure ordinarie attese da tempo. Il settore chiude il 2020 in negativo, 2021 si apre con qualche segnale di recupero.
Al tempo stesso, il Consiglio ha evidenziato l’importanza di ridurre drasticamente il tasso di rifiuti prodotti dall’industria cartaria conferiti in discarica grazie al potenziamento dell’impiantistica e quindi a una maggiore capacità di utilizzare gli scarti, ad esempio per produrre bio-metano, attraverso tecnologie già disponibili e in grado di accompagnare la transizione energetica.
“Per far funzionare il PNRR occorre però agire anche sull’ordinario”: occorre regolamentare i certificati bianchi dandogli un valore adeguato per favorire investimenti sempre più sostenibili nell’industria, bisogna poi dare attuazione alla norma per la riduzione degli oneri parafiscali sul gas che attendiamo da più di tre anni (misura indispensabile per assicurare la transizione energetica del settore) e, infine, rimuovere un’anomalia tutta italiana, sbloccando finalmente le compensazioni in materia CO2” afferma il presidente Lorenzo Poli a margine del Consiglio “Necessario un ripensamento del sistema ETS che non supporta le imprese coinvolte nel meccanismo della decarbonizzazione e sottrae loro risorse proprio nel momento in cui sarebbero necessari maggiori investimenti, a vantaggio di utili finanziari. Con le quote ETS andrebbe costituito un fondo per gli investimenti verdi nelle imprese soggette al meccanismo”.
Il 2020 si chiude in negativo con un calo della produzione del 4,1% per corrisponde al -12,5% del fatturato. Ciononostante l’industria cartaria italiana sale al 3° posto nella classifica europea dei paesi produttori dopo Germania e Svezia, prima della Finlandia. Intanto, i primi due mesi segnano un + 2,6% nella produzione, ma con un fatturato che cresce solo dello 0,8%. Si tratta di dati medi, in cui l’imballaggio e le carte igienico sanitarie contribuiscono in maniera positiva rispetto ad altri comparti. Prosegue la fase di apprezzamento delle materie prime sia di quelle vergini sia di quelle secondarie. Continua l’incremento del consumo della carta da riciclare (+ 2,9%, 2020 sul 2019), anche nei primi due mesi del 2021 (+12,3%) grazie ai nuovi investimenti industriali. Intanto, diminuiscono le esportazioni di carta da riciclare.

GIDA sceglie Heidelberg Versafire per la stampa del lusso

GIDA, il cui nome nasce dall’acronimo delle famiglie Giannetti e D’Ambrosio, è un’azienda storica di Milano che oggi è guidata dalla nuova generazione, i fratelli Riccardo e Dino Giannetti.

Punto di forza di GIDA è la capacità di offrire ai suoi clienti, importanti brand nel settore della moda e del lusso, un servizio e una qualità elevati per un prodotto finale su misura.

“Aggiungiamo alla stampa digitale lavorazioni particolari, spesso eseguite manualmente, per un prodotto esclusivo e perfetto”, sottolineano i fratelli Giannetti.

In quest’ottica la flessibilità della macchina digitale Versafire unita al flusso di lavoro Prinect di Heidelberg rende la produzione molto veloce senza perdere in qualità su una varietà molto ampia di supporti stampabili: buste, martellati, metallici, magnetici, sintetici, copiativi, idrorepellenti.

“La scelta di GIDA testimonia che la macchina da stampa digitale Versafire EP da oltre 3.700 A3/ora con una grammatura fino a 470g/m2 è la scelta ideale per lavori qualitativi dove le copie sono identiche dalla prima all’ultima grazie ai sensori in linea che governano il controllo e la consistenza del colore”, commenta Alessandro Seghezzi di Heidelberg Italia.

GIDA con questo nuovo investimento è pronta per la ripartenza, per essere in grado di offrire a tutte quelle aziende che cercano uno stampato di qualità e personalizzato un servizio esclusivo ai più alti standard produttivi.

 

Lutto in Heidelberg Italia, addio all’ AD Alberto Mazzoleni

Lutto nel mondo della stampa e in Heidelberg Italia. Si è spento Alberto Mazzoleni, AD di Heidelberg Italia.

Entrato in Macchingraf nel 1999, Alberto ha ricoperto il ruolo di direttore service sino al 2011 quando, succedendo a Sergio Franzi, ha assunto la posizione di amministratore delegato.

Nel corso degli ultimi anni ha gestito il passaggio da Staples a Cobe capital e l’integrazione di Macchingraf all’interno di Heidelberger Druckmaschinen AG.

La scomparsa dopo una lunga malattia lascia un grande vuoto nella famiglia Heidelberg e nel mercato grafico.

La redazione di Italia Grafica si unisce al dolore della famiglia e dei colleghi di Heidelberg Italia.

La serie Ricoh Pro C7200sx premiata da BLI PRO

Grazie all’uniformità dei risultati garantiti, la serie a colori a foglio singolo di Ricoh ha ottenuto il riconoscimento “Mid-Volume CMYK+ BLI PRO Award” da parte di Keypoint Intelligence.  Il premio per Pro C7200sx è stato conferito a Ricoh a seguito di test eseguiti dalla società indipendente Keypoint Intelligence che valuta le soluzioni hardware e software per il document imaging.

David Sweetnam, director of EMEA/Asia Research & Lab Services, Keypoint Intelligence, spiega: “Siamo rimasti molto colpiti dalle performance dimostrate durante i test condotti per attribuire il premio: a seguito di una serie di sei workflow da 1,5 ore ciascuno, durante i quali sono stati registrati dal sistema oltre 37.000 click, il dispositivo non ha mai manifestato variazioni di colore superiori a 3.8 DeltaE00 misurati sulla media wedge Fogra 39. Inoltre, non sono stati riscontrati problemi relativi all’allineamento fronte retro (0.4 mm)”.

“Ricoh Pro C7210sx/x è davvero molto produttiva”, aggiunge Martin Soane, European Lab manager, Keypoint Intelligence. “Grazie alla quinta stazione colore, gli stampatori possono andare oltre il tradizionale CMYK per proporre applicazioni innovative e basate su colori speciali, come quelli fluorescenti, il bianco, il clear e l’invisible red”.

Il riconoscimento fa seguito a quello ricevuto dalla gamma grande formato roll-to-roll Ricoh Pro L5160 che nel 2020 è stata premiata con un BLI PIck Award in quanto “Outstanding” nella categoria “High Production CMYK Eco-Solvent/Latex 54”/64” Printer”.

Eef de Ridder, vice president, Ricoh Graphic Communications, Ricoh Europe, commenta: “È un grande onore ricevere di nuovo un riconoscimento così prestigioso, conferito a seguito di test davvero rigorosi. Il premio riconferma il nostro impegno verso la ricerca e lo sviluppo che ha reso possibile il lancio sul mercato di una soluzione dotata di registro meccanico e gestione del colore in grado di assicurare affidabilità durante tutto il processo produttivo”.

Da DS Smith una nuova soluzione per valutare la circolarità degli imballaggi

DS Smith ha annunciato un altro passo in avanti nel suo impegno verso un’economia più circolare e ha lanciato la Circular Design Metrics, una soluzione che permette ai clienti di valutare la circolarità dei loro imballaggi.

L’iniziativa, pioniera nel settore, fornisce una visione unica di come le scelte di imballaggio delle aziende possono ridurre il loro impatto sull’ambiente. Attraverso un processo di design collaborativo, i clienti saranno in grado di confrontare le prestazioni ambientali di diverse soluzioni per creare imballaggi più circolari.

Paolo Marini, managing director di DS Smith Packaging Italia, ha commentato: “Non è mai stato così importante per le aziende gestire il loro impatto sull’ambiente. Vogliamo mostrare ai marchi la bellezza dell’economia circolare e permettere loro di capire in maniera esplicita cosa comportano diverse scelte di imballaggio. La Circular Design Metrics rappresenta un importante cambio di rotta in questo senso. Siamo entusiasti di poter mettere a disposizione delle aziende grandi e piccole la nostra esperienza per poter diventare “circular ready”.

Il Circular Design Metrics è uno strumento innovativo che permette di vedere e confrontare le prestazioni di un imballaggio attraverso una serie di indicatori, come la riciclabilità, la presenza di materia rinnovabile e l’ottimizzazione della catena di fornitura. La soluzione prevede otto diversi indicatori che forniscono una chiara indicazione delle prestazioni della circolarità e aiutano a identificare le aree con potenziale di miglioramento. Lo strumento è il primo del suo genere per i marchi che vogliono guidare le prestazioni di sostenibilità attraverso il loro packaging.

DS Smith ha lanciato i Principi di Design Circolare per il packaging in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation nel 2020. I principi sono stati sviluppati per aiutare le aziende a progettare imballaggi per un corretto smaltimento dei rifiuti, favorendo il riciclo dei materiali e rigenerando i sistemi naturali. Ora l’azienda ha formato i suoi 700 designer di imballaggi per applicare questi principi nella progettazione degli imballaggi. Con l’aggiunta della nuova Circular Design Metrics sarà possibile valutare l’impatto di ogni decisione di design e aiutare i clienti a creare le soluzioni di packaging più circolari. DS Smith integrerà le nuove metriche nel processo di progettazione degli imballaggi con i clienti nei prossimi mesi.

Joe Iles, Circular Design Lead della Fondazione Ellen MacArthur, ha commentato: “La fase di progettazione ha un’enorme influenza sul modo in cui i beni, compresi gli imballaggi, sono prodotti, utilizzati e smaltiti a fine vita. Il Circular Design Metrics di DS Smith è una pietra miliare per aiutare a guidare il cambiamento verso un’economia circolare. Come partner strategico, DS Smith ha la capacità di far accadere il cambiamento più velocemente mobilitando la sua grande comunità e influenzando le decisioni dei suoi clienti, molti dei quali sono marchi globali. E per di più, l’azienda ispirerà anche molte altre imprese e designer in tutto il mondo”.

L’annuncio di oggi si basa sul continuo impegno dell’azienda a mettere la sostenibilità al primo posto, continuando a sviluppare soluzioni di imballaggio innovative che garantiscono il 100% di riciclabilità o riutilizzo, offrendo un’alternativa alla plastica convenzionale.

Il Gruppo Inkmaker diventa IM Group

Il lancio ufficiale è stato il 22 aprile e — pianificato da circa due anni — è stato filmato presso la sede storica di Inkmaker a San Gillio (TO) ora anche sede centrale di IM Group.

Il video dell’evento si può rivedere qui:

Il Gruppo si è evoluto su diversi fronti: internamente per quanto riguarda i processi aziendali, il software, le tecnologie utilizzate e il loro impiego nei confronti delle squadre di lavoro impiegate nelle molteplici sedi sparse nel mondo.

Più significativa è stata l’evoluzione verso l’esterno. Dal 2019 con l’acquisizione di diverse aziende e la combinazione di esperienza, informazioni, tecnologia e hardware, la strategia di Inkmaker è stata quella di consolidare i vari brand sotto un singolo marchio, inizialmente conosciuto come Inkmaker Group.

Dal 22 aprile il gruppo è stato rinominato IM Group, con una sua identità ben definita, al fine di imporsi con successo nel mercato globale come un total-solutions provider, un fornitore di soluzioni complete.

“La decisione di passare da Inkmaker Group a IM Group deriva dalla visione del Gruppo: Evolvere le nostre tecnologie per espandersi all’interno dei nostri settori e adattare i vantaggi dei nostri prodotti a nuovi mercati. Dall’ottobre 2019, Inkmaker ha investito pesantemente con le acquisizioni di Rexson e ValeTech nel Regno Unito, di Tecnopails in Italia e, più recentemente, di Swesa in Germania. La strategia trainante alla base di queste acquisizioni è stata quella di creare una filiera di forniture completa e affidabile, al servizio principalmente, ma non solo, dell’industria degli inchiostri, delle vernici e dei rivestimenti e per sostenere quindi le nostre attività principali. Questo ha significato ricollocare i nostri marchi in specialità differenti, rimanendo comunque una forza solida ed omogenea, da cui la necessità di rinominare il marchio esistente Inkmaker Group, al fine di poter avere un’identità propria, come marchio autonomo della holding – questa è in sostanza l’evoluzione del Gruppo, che è essenzialmente quella di Inkmaker. Grazie alle acquisizioni, Inkmaker è cresciuta del 25% a livello globale. Tenendo conto delle sfide attuali causate dalla pandemia, stiamo ancora procedendo secondo i piani, in linea con la nostra visione. Adesso, con il marchio IM Group alla guida di tutti gli altri, prevediamo una crescita esponenziale di tutti i nostri marchi” ha spiegato Christophe Rizzo, Ceo Emea/Americas, IM Group.

“Il nome IM, ha per noi un significato storico. La I e la M sono acronimi che derivano dal nome Inkmaker” — l’azienda fondatrice del gruppo, e per noi ciò significa ricordare coloro che, nel 1987, fondarono l’Inkmaker, Carlo Musso, Luciano Longobardi e — in particolare per me — mio padre, Giuliano Cigna. Lui sarebbe stato molto orgoglioso di questo momento” dice Valentina Cigna, direttore globale Risorse Umane e presidente di IM Group.

IM Group si sta sviluppando su tutti i fronti e in tutte le nostre sedi a livello globale. “Abbiamo ampliato la nostra sede in Malesia, per ospitare il nostro marchio Teko, specializzato in tinting&engineering assieme a Inkmaker. Stiamo aprendo un nuovo ufficio in Tailandia. Stiamo guadagnando quote di mercato nelle Filippine. Naturalmente importantissima è la Cina; è sufficiente menzionare che grazie al nostro nuovo, più grande stabilimento, abbiamo raddoppiato la capacità produttiva delle macchine standard, passando da una media di 5 o 6 unità a 10 unità su base mensile. La cosa più importante per noi, il vero valore aggiunto, è la capacità di offrire e produrre soluzioni più complesse, dove il nucleo di Ricerca e Sviluppo di IM Group sta investendo molte risorse. I progetti di “Fabbrica Intelligente” e “Industria 4.0” stanno dando impulso alla nostra crescita e quando si costruiscono linee di produzione complete per l’industria degli inchiostri e delle vernici è importante avere spazio sufficiente per lavorare in totale sicurezza”. Roberto Guerra, Ceo Asia Pacific, IM Group.

Assieme allo sviluppo tecnologico, un ambiente di lavoro sicuro è sicuramente una delle priorità nell’agenda di IM Group, ma il Gruppo sta anche rivalutando l’impatto ambientale dei suoi prodotti.

“È esattamente questo il motivo per cui abbiamo scelto di effettuare il lancio ufficiale del Gruppo proprio in occasione del World Earth day. È nostra intenzione esplicitare in maniera inequivocabile il nostro impegno verso la società, con l’adozione di pratiche sostenibili per l’ambiente. Per mettere tutto ciò in movimento, IM Group, in partnership con Deloitte, sta disegnando una roadmap per ridurre il nostro impatto ambientale, le risorse utilizzate e i rifiuti prodotti al fine di poter fare la nostra parte nel ridurre l’inquinamento e allineare i nostri principi etici a quelli del Global Compact delle Nazioni Unite” continua Cigna.

Il Gruppo ha anche un’altra notizia molto importante da annunciare in concomitanza con il lancio: la creazione della IM Group Foundation, che sarà pronta entro la fine dell’anno. La fondazione verrà seguita personalmente dal “Goodwill Ambassador” di IM Group, Alice Guerra, che avrà il ruolo di presidente della fondazione. La fondazione avrà principalmente 2 scopi:

  1. Portare attività a sfondo sociale nelle comunità locali dove IM Group opera – e –
  2. Offrire opportunità di carriera e di crescita personale ai giovani delle comunità locali.

Precisa Valentina Cigna, global director of HR&president di IM Group: “A livello personale, siamo sempre stati molto attivi in questi campi, specialmente nel Sud-Est Asiatico, lavorando a stretto contatto con i bambini bisognosi di assistenza, attraverso workshop e attività varie. Adesso avremo la possibilità di veder crescere queste esperienze e di portarle all’interno di IM Group”.

“A Shanghai avevamo già iniziato i piani di espansione di IM Group. Nell’aprile 2020 avevamo fatto notizia quando abbiamo allargato la nostra fabbrica raddoppiando l’area di produzione. Questo quando il paese era nel pieno della pandemia da Covid-19, ma l’abbiamo fatto per poter fare fronte alle richieste dei nostri prodotti. Questa operazione si è rivelata estremamente utile per noi; un’area più grande ci dà la possibilità di produrre più macchine, delle quali oggi possiamo offrirne una grande varietà. Infatti, siamo già oggi in grado di offrire ai nostri clienti l’intero portafoglio delle nostre marche. Per quanto ci riguarda il nuovo IM Group avrà sicuramente un impatto molto positivo in Cina, Creerà una piattaforma per promuovere tutti i nostri marchi, sia individualmente che assieme, come fornitore di soluzioni complete” illustra Lau Kar Seng general manager, inkmaker Shanghai and Board Member of IM Group.

“Essere un fornitore di soluzioni è la nostra missione ed è la ragione principale per cui abbiamo acquisito i marchi del Gruppo. La nostra strategia era di creare delle aree di eccellenza dedicando a ognuna delle marche aree di specializzazione che possano poi convergere assieme, come il nostro logo, per creare una forza unica. Ogni marchio può ancora lavorare individualmente, per assistere i suoi clienti affezionati all’interno dei suoi mercati e quando necessario condividere le esperienze, offrendo soluzioni complete ad esempio in occasione di progetti di ingegnerizzazione di impianti chiavi in mano. Questo ci garantisce una grande ottimizzazione delle risorse e grande flessibilità nel gestire progetti di qualsiasi dimensione. Questa era una delle ragioni principali dietro alla creazione di IM Group come marchio generale”. 

Per esempio; Rexson e Vale-Tech hanno entrambi una loro tecnologia unica, e ora che siamo parte della stessa squadra, stiamo consolidando la forza di ciascun marchio combinando le nostre risorse, tecnologie e software, per offrire il meglio dello stato dell’arte” conferma Gianluca Incerti, global commercial director, IM Group.

Con la ristrutturazione dei singoli marchi, Inkmaker si dedicherà principalmente al dosaggio di inchiostri e allo sviluppo del software; Rexson si dedicherà principalmente alle vernici e agli inchiostri liquidi, Vale-Tech alla tecnologia narrow-web ed agli inchiostri offset, sia UV che convenzionali; Swesa punterà al settore alimentare, farmaceutico, al packaging con cartone corrugato, alla cosmetica e ad altro; Teko rimarrà nel settore del POS e dell’R&D training; Tecnopails produrrà invece riempitrici.

“Visto dall’esterno, crediamo che questa decisione farà chiarezza, dal punto di vista dei nostri clienti, per differenziare i nostri marchi e le loro attività principali. Internamente, potremo convogliare le nostre energie sull’R&D e sviluppare sempre di più le varie aree di riferimento di ogni marchio” ha poi aggiunto Incerti.

La divisione dei settori di mercato per ogni marchio era uno dei motivi principali dietro alla creazione di IM Group e offrirà un importante vantaggio per differenziare il Gruppo nel mercato globale.

Un altro vantaggio, che ha giocato un ruolo da protagonista sin dalle prime acquisizioni, e il leggendario software Inkmaker.

“Un investimento sostanziale è stato fatto nelle divisioni software&automazione, al fine di assicurare non soltanto una perfetta transizione delle nuove marche all’interno del Gruppo, ma anche per aumentare le nostre conoscenze tecniche. Il software Inkmaker è l’essenza dei nostri sistemi e incorporarlo nelle macchine delle marche recentemente acquisite, significa elevare la produttività e le performance di queste marche a livelli molto superiori, anche a livello di efficienza energetica. Il software Inkmaker – ora conosciuto come IM Group “IMAESTRO” – è stato progettato interamente in house dalla nostra squadra di softwaristi e ci ha sempre consentito di posizionarci come i leader di settore tra i nostri concorrenti; per questa ragione gioca oggi un ruolo fondamentale all’interno della strategia globale di IM Group. Abbiamo già ampliato la nostra offerta, con la creazione di un altro software chiamato Imprimo, recentemente lanciato sul mercato assieme al sistema di trasferimento inchiostri chiamato Inktrasyst. Altri tre software sono in fase di sviluppo e verranno presentati entro l’anno prossimo” dichiara Francesco Nesti, global director of software&automation, IM Group.

Dal punto di vista del servizio al cliente, all’inizio del mese la squadra software&automazione ha lanciato un nuovo programma di istruzione dedicato alla clientela chiamato “ASIST” – Advanced Software Intelligence Systems Training – che combina automazione IoT e intelligenza artificiale con le competenze degli esperti IM GROUP, al fine di migliorare ulteriormente il livello di istruzione offerto con i sistemi.

Il programma consiste in quattro certificazioni, chiamate CMYK, e copre molti nuovi aspetti e funzionalità a partire dalle basi dei sistemi del Gruppo a un approfondimento di come funziona il software e offre la possibilità di apprendere tecniche che portano a una maggiore efficienza, riduzione dei costi d una più rapida risposta alle richieste del mercato.

“La nostra strategia globale è di offrire ai nostri clienti in tutto il mondo un’ingegneristica di processo completa. Le nostre acquisizioni sono parte di un piano strategico ben preciso, volto a quell’obiettivo, e consiste nel riorganizzare ed allargare la nostra offerta di prodotti e servizi per assicurare al Gruppo una crescita sostenibile per i prossimi 10 – 15 anni. Assieme alla mia squadra di tecnici, abbiamo analizzato tutte le molteplici soluzioni offerte dai nostri marchi, le loro capacità, performance, e la loro posizione nel mercato. Al fine di raggiungere un’ottimizzazione ideale ed una più efficiente customizzazione, diverse macchine sono state eliminate, mentre altre sono state ridisegnate al fine di poter raggiungere standard più alti sia sotto il profilo dell’affidabilità che delle prestazioni e di poter offrire più soluzioni possibili ai nostri clienti. Un esempio è l’integrazione e l’aggiornamento di tutti i prodotti Rexson e Vale-Tech con la creazione di versioni nuove e migliorate. Altri aggiornamenti sono previsti durante tutto l’arco dell’anno. L’aspetto sicuramente più importante di questa reingegnerizzazione e integrazione è la sinergia con il nostro software IMAESTRO, che, come spiegato da Francesco, porterà grandi benefici a tutti i nostri clienti” chiosa Enrico Mattiazzi, global director of Engineering, Production and Supply Chain, IM Group.

Il nuovo logo è composto da un simbolo, un logotipo e un motto.

Il Simbolo”: È un volto composto da una serie di triangoli (ispirati dal logo Inkmaker) di colore blu, colore che ispira fiducia, sicurezza e comunemente associato all’alta tecnologia. I triangoli convergono, come i molti marchi e le competenze del Gruppo, formando un insieme forte — con una precisa “identità umana” — che intende rappresentare leadership nella progettazione tecnologica ma con un “tocco umano”.

“Il volto è impreziosito da una corona, che rappresenta la determinazione del Gruppo di mantenere la sua posizione di leader nei settori industriali dove opera”.

Il Logotipo”: Il simbolo è affiancato dalle parole “IM GROUP”, con un font personalizzato per comunicare i vari settori di attività del Gruppo: vernici e rivestimenti, inchiostri, prodotti chimici, adesivi e molto altro.

“Il Motto”: Sotto al logo, in colore grigio acciaio, il motto del Gruppo e la sua collocazione; “The Colour of Trust”, espressione dei suoi valori fondamentali: Sincerità (Truthful), Responsabilità (Responsible), Comprensione (Understanding), Sicurezza (Safe) e Su Misura (Tailormade) per posizionare saldamente il Gruppo come leader di fiducia (T R U S T)” — Silvio Cimenti, Global Director of Branding, Marketing and Communications, IM Group.

 

Stampa a sublimazione con Durst P5 TEX iSUB

Stampa a sublimazione: Durst lancia P5 TEX iSUB, dove l’abbreviazione iSUB sta per “Inline Sublimation”.

Il mercato del soft signage sta registrando elevati tassi di crescita in tutte le aree di applicazione – dalla comunicazione visiva alla personalizzazione dell’abbigliamento in tessuto. Secondo una previsione di Keypoint Intelligence, si stima che nel periodo dal 2017 al 2023 il volume delle vendite aumenterà di oltre il 60%. Tradotto in cifre, il mercato crescerà globalmente da circa 19,2 miliardi di dollari nel 2019 a 31,4 miliardi di dollari nel 2023.

Questa costante crescita è determinata da una serie di tendenze che stanno favorendo il mercato del soft signage. Tra queste il rispetto ambientale attraverso l’uso di inchiostri a base acqua e inodore. Altri vantaggi derivano dall’efficienza dei costi di logistica e dal basso consumo di inchiostro, così come dalla rapida implementazione del progetto e dalla possibilità di realizzare una vasta gamma di applicazioni. “Durst è attiva nel mercato del soft signage dal 2010. In questi anni siamo stati in grado di immettere sul mercato oltre 250 sistemi della serie Rhotex installati in tutto il mondo”, sottolinea Christian Harder, vicepresidente delle vendite di Durst Group.

Fissaggio in linea integrato

In linea con le tendenze del soft signage, Durst ha sviluppato la nuova P5 TEX iSUB, che si basa sulla piattaforma di successo P5, con una larghezza di stampa massima di 3,3 metri. Il cuore di Durst P5 TEX iSUB è la sublimazione in linea integrata per la stampa diretta su tessuti in poliestere. “I vantaggi di questo processo in un’unica fase sono evidenti”, spiega Andrea Riccardi, Head of Product Management di Durst Group. “Questo sistema non richiede ulteriori investimenti per l’aggiunta di una calandra. Durst P5 TEX iSUB è gestito da un solo operatore e la maggiore produttività aumenta anche la capacità dei nostri clienti di consegnare in tempi ridotti”. P5 TEX iSUB non si limita, dunque, solo alla stampa diretta, ma può stampare anche su carta transfer. La combinazione di entrambi i processi in un unico sistema offre agli utenti un’inedita flessibilità.

Innovazione iSUB – fusione senza contatto

L’inchiostro sublimatico Sublifix sviluppato da Durst offre colori vividi, anche su supporti difficili come il blackback o il backlit per cassonetti luminosi o bandiere. La caratteristica assolutamente unica di P5 Text iSUB è la tecnologia senza contatto iSUB che assicura un’eccellente qualità dei colori e un’estrema nitidezza dei dettagli nelle immagini e nei testi. Inoltre, la sfocatura e lo sbiancamento dei colori sono praticamente inesistenti.

Con P5 TEX iSUB è possibile realizzare una vasta gamma di applicazioni. Un esempio sono i tessuti decorativi con colori intensi e brillanti e la riproduzione esatta dei minimi dettagli. Un altro esempio sono le bandiere, che mostrano una stampa ottimale anche senza calandratura esterna. Le applicazioni blackback e le insegne luminose colorate completano lo spettro pur mantenendo la sensazione di morbidezza al tatto. In tutte queste applicazioni, il RIP Durst gioca un ruolo centrale, assicurando una riproduzione fedele dei colori su tutti i supporti.

La velocità massima di stampa è di 383 m2/ora quando il formato di stampa di 330 cm è utilizzato completamente. L’opzione Multiroll, che consente il caricamento contemporaneo di due bobine, rende il cambio di materiale estremamente facile. Inoltre, l’opzione Dualroll permette di stampare contemporaneamente su due bobine con una larghezza max di 1,6 metri. Un’altra caratteristica eccezionale di Durst P5 TEX è l’unità di finitura integrata, che può essere utilizzata per cucire e impunturare i supporti.

Test in condizioni pratiche

Durst P5 TEX iSUB è attualmente in fase di field test presso il Gruppo italiano ABS, che vanta una partnership di lunga data con il Gruppo Durst utilizzando già da molti anni un sistema Rhotex 500 e una Rhotex 325. Con Durst P5 TEX iSUB, ABS Group beneficia di una maggiore flessibilità e di una significativa accelerazione del processo. “Durst P5 TEX iSUB dimostrerà anche la sua affidabilità nel funzionamento 24/7, assicurando allo stesso tempo un significativo aumento della qualità”, afferma con convinzione Andrea Riccardi. Il management del gruppo ABS dichiara soddisfazione anche per Durst Analytics, i cui dati vengono utilizzati per collegare P5 TEX iSUB al software ERP sviluppato internamente, ottimizzando così la pianificazione della produzione e i singoli processi.

“P5 TEX iSUB combina efficienza, qualità e produttività al massimo livello. Noi di Durst siamo convinti che la nostra soluzione darà una spinta significativa al mercato del soft signage”, assicura Christian Harder, vicepresidente delle vendite di Durst Group.

Colorcopy, filiera espressa per packaging in piccole tirature

Nell’ultimo anno si è registrato un significativo cambiamento nelle abitudini di consumo, trainate da una crescita esponenziale dell’e-commerce. Il mercato dell’imballaggio è letteralmente esploso e il packaging ha ampliato le sue funzioni: da strumento di comunicazione a mezzo per offrire una customer experience distintiva anche a chi acquista online. I brand, quindi, manifestano la necessità di rendere il packaging sempre più appealing e riconoscibile, sia sullo scaffale, sia sullo schermo di uno smartphone.

Colorcopy, solida realtà con un’esclusiva esperienza nel mondo della stampa digitale di piccolo e grande formato, presenta la nuova filiera espressa per packaging in piccole tirature. Il flusso produttivo viene gestito da due sistemi che lavorano in linea con la massima efficienza: il nuovo plotter da taglio Liyu Platinum Q-Offset abbinato alle stampanti digitali per arti grafiche Xerox Versant 280/4100.

Caratterizzato da un design ultra compatto, il nuovo plotter da taglio Liyu Q-Offset consente lavorazioni fino a 50X70 mm per uno spessore massimo di 6 mm su un ampio ventaglio di materiali che va dal cartone al forex, fino al pvc. Ideale per la prototipazione e la produzione di imballaggi di piccolo formato, ma anche di etichette, biglietti da visita, materiale magnetico e POP, questa innovativa tecnologia è dotata di mettifoglio automatico a ventosa, che facilita la gestione di qualsiasi materiale e di un sistema di aspirazione integrato per la perfetta stabilità durante il taglio. L’ampia gamma di strumenti in dotazione permette di eseguire operazioni come taglio, mezzo taglio e cordonatura in maniera rapida e precisa. Inoltre, è possibile caricare contemporaneamente più fogli velocizzando ulteriormente la produzione. Tra i plus di questa soluzione anche la telecamera HD per la lettura dei crocini, che garantisce massima precisione, e il sistema di scansione per QR Code, che agevola l’automatizzazione di processo richiamando i lavori già in memoria. Come tutti i sistemi Liyu, inoltre, anche Q-Offset è certificato per soddisfare gli standard dell’Industry 4.0. “I nostri tecnici hanno testato approfonditamente questo sistema, confermandone l’idoneità a lavorare in linea con le stampati digitali Xerox. Un combo che offre ai nostri clienti la possibilità di realizzare con efficienza packaging per campionature, limited edition o piccole/medie tirature orientate alla massima personalizzazione”, commenta il management Colorcopy.

Estremamente versatili e potenti, le stampanti Xerox Versant 280/4100 sono in grado di raggiungere velocità elevate fino a 100 pagine/minuto, garantendo continuità di stampa e qualità stabile su supporti normali e speciali con grammature da 52 a 350 g/m2. Il tutto con il valore aggiunto di finiture satinate come la stampa offset, sfumature incredibilmente nitide, mezzi toni di qualità superiore, colori speciali come oro, argento, ciano, magenta e giallo fluorescenti grazie al toner Xerox EA a bassa temperatura di fusione.

“Grazie alla nostra esperienza trentennale e all’ampio installato che ci mette quotidianamente in contatto diretto con il mercato, siamo in grado di anticipare i bisogni dei nostri clienti”, aggiunge il management di Colorcopy. “In qualità di rivenditore autorizzato Liyu abbiamo ulteriormente ampliato il nostro portfolio di brand commercializzati come Xerox, Roland e Brother, con nuove soluzioni all’avanguardia tecnologica contraddistinte da un ottimo rapporto prezzo/affidabilità/prestazioni”.