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Recovery Plan: “Carta, la nostra centralità per la transizione ecologica negli indirizzi della camera”

“Siamo soddisfatti per il riconoscimento della centralità della nostra filiera per lo sviluppo tecnologico e sostenibile del Paese”. Lo affermano il presidente della Federazione Carta e Grafica, Girolamo Marchi, e il presidente del Consorzio Comieco, Amelio Cecchini, commentando il passaggio della relazione sul Recovery Plan approvata dalla Camera in cui si identificano le filiere su cui investire prioritariamente. “La Federazione e Comieco, sentita Unirima, hanno elaborato e presentato nelle sedi istituzionali numerose proposte volte a evidenziare quanto la filiera della carta sia già oggi protagonista dell’economia circolare e quindi centrale e strategica per attuare la transizione ecologica, indicata dalla Commissione europea come il pilastro su cui basare la ripresa economica.

È importante che, oltre al riconoscimento dell’importanza della nostra filiera, negli atti parlamentari di indirizzo al Governo siano state recepite osservazioni in linea con quanto da noi indicato, dalla valorizzazione dei rifiuti in chiave di economia circolare, passando dalla decarbonizzazione gestendo meglio gli scarti del riciclo e l’utilizzo del biometano, fino alla necessità di rendere ancora più efficace la tracciabilità e quindi la gestione dei flussi di rifiuti tramite la digitalizzazione. Tutto ciò integrato – concludono Marchi e Cecchini – con l’opportunità di incentivare la ricerca e lo sviluppo di imballaggi ancora più sostenibili e anche l’evoluzione tecnologica per gestirli e la necessità di attuare la transizione ecologica, difendendo la competitività degli attori economici e tutelando occupazione e qualificazione del capitale umano”.

FTA Europe apre le registrazioni alla cerimonia di premiazione Diamond Awards

FTA Europe annuncia l’apertura delle registrazioni alla cerimonia di premiazione degli FTA Europe Diamond Awards.

La pagina di registrazione è disponibile qui.
L’Associazione Europea è lieta di ospitare i partecipanti a questo grande evento della flessografia per celebrare il top della stampa flessografica in Europa e nel mondo; per offrire un’inedita possibilità di networking con una platea globale; per partecipare all’unico grande evento della flexo del 2021.

I vincitori saranno annunciati durante il live show del 22 aprile prossimo.

La piattaforma dell’evento Diamond Awards sarà online a partire dalle 17.30 CET, con l’inizio della cerimonia previsto dalle ore 18.00 CET. Oltre alla piattaforma è disponibile un link a una seconda piattaforma VIMEO per consentire l’eventuale visione su grande schermo. Questa piattaforma sarà accessibile a tutti coloro che effettueranno la registrazione tramite portale oppure tramite profilo LinkedIn. Al termine dell’evento la piattaforma resterà online per altri 90 minuti per consentire attività di networking tra i partecipanti.

FTA Europe sta lavorando per rendere la cerimonia unica, divertente, interattiva e offrire così il migliore intrattenimento possibile per l’evento online e la celebrazione dei vincitori.

Cliccate qui e seguite le istruzioni per creare il vostro accesso univoco alla piattaforma.

 

Federazione Carta Grafica e Comieco: Paper Week dal 12 al 18 aprile 2021

Negli ultimi 12 mesi, la pandemia ci ha costretti a rivedere le nostre priorità, a imparare nuove regole e ad adeguarci a un nuovo stile di vita. La necessità ci ha imposto di guardare con nuovi occhi a gesti che erano per noi quotidiani (comunicare, lavorare, imparare, fare sport e persino viaggiare) permettendoci di riscoprirne il valore profondo mentre ideavamo o sperimentavamo modalità nuove e creative per compierli.

In questo contesto, gli italiani hanno dimostrato di saper applicare lo stesso mix di attenzione, responsabilità e spirito creativo anche ad un gesto tanto quotidiano quanto importante come la raccolta differenziata di carta e cartone. Secondo dati Comieco, infatti, nonostante i lockdown, in questi ultimi 12 mesi la differenziata di carta e cartone ha tenuto grazie soprattutto all’incremento della raccolta domestica: le nuove modalità di consumo e la crescita di e-commerce e food delivery hanno infatti determinato un aumento del 22% della quantità di imballaggi presenti nella raccolta urbana di carta e cartone. Segno che gli italiani non hanno dimenticato l’importanza e il valore della raccolta differenziata, e nemmeno le sue regole (tra le poche a non essere cambiate): anzi, il 62,4% degli italiani ha differenziato in maniera ancora più attenta carta e cartone proprio durante il periodo della pandemia (fonte: AstraRicerche).

Per ribadire l’importanza del riciclo di carta e cartone come gesto responsabile e fondamentale per alimentare una filiera circolare e virtuosa, Comieco – in collaborazione con Federazione Carta e Grafica, Assocarta, Assografici e Unirima, lancia la Paper Week: dal 12 al 18 aprile, una settimana di appuntamenti digitali pensati per approfondire i diversi aspetti legati al mondo del riciclo di carta e cartone e mostrare a grandi e piccoli cosa succede ai materiali cellulosici conferiti correttamente alla raccolta differenziata attraverso un tour guidato negli impianti della filiera di carta e cartone con RicicloAperto virtuale.

Il calendario – disponibile con tutti gli aggiornamenti sul sito web di Comieco – sarà ricco e articolato di iniziative divulgative dedicate alle scuole e al grande pubblico e momenti di approfondimento e dibattito rivolti a stakeholder e pubblici specializzati e affronterà ogni giorno un tema specifico.

Si rafforza la partnership tra Acimga e la Gravure Association of the Americas

Acimga, l’Associazione Costruttori Italiani di Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini, da sempre crede nella necessità di trasformare il settore in una community di interessi condivisi che si rafforza attraverso prestigiose partnership e collaborazioni, non solo tra player nazionali, ma allargando i propri rapporti a livello globale.
È proprio in quest’ottica che già negli ultimi mesi del 2020 Acimga e la Gravure Association of the Americas (GAA) hanno stabilito i primi contatti volti a creare una linea condivisa per la promozione della tecnologia rotocalco e diffusione di contenuti a elevato valore aggiunto. Oggi Acimga annuncia un ulteriore passo in avanti in questa collaborazione.
L’Associazione diventa country partner e Sponsor dei Golden Cylinder Awards, il riconoscimento annuale GAA che premia i progetti di stampa rotocalco dalla maggiore qualità e creatività prodotti dai diversi operatori gravure in tutto il mondo, declinati nelle diverse categorie, con l’obiettivo di ispirare altri operatori del settore a considerare i risultati che i metodi di stampa rotocalco rendono possibili.
Acimga si occuperà di promuovere ulteriormente il prestigioso riconoscimento e raccogliere le candidature italiane, premiando i vincitori durante Roto4All. L’entrata di Acimga come Sponsor del progetto è inoltre l’occasione per consentire una proroga del termine per l’invio delle candidature, previsto per il 31 marzo e spostato ora al 7 maggio. Tutte le candidature devono riguardare un lavoro completato durante l’anno solare 2020 e includere una quota di iscrizione. Le candidature sono aperte a tutti.
“Acimga crede fortemente nella collaborazione tra associazioni, anche per fornire servizi strategici ai propri associati. – riferisce Andrea Briganti, direttore di Acimga -. La Partnership con GAA e la sponsorizzazione dei Golden Cylinder Awards, un prezioso riconoscimento, ben noto nel settore, è in linea con la vocazione all’internazionalizzazione che Acimga ha sempre dimostrato”.
“La collaborazione con la Gravure Association of the Americas è un passo importante per tutte le attività del Gruppo. – aggiunge Gianmatteo Maggioni, coordinatore del Gruppo Italiano Rotocalco by Acimga -. Questa si svilupperà in maniera congiunta sui reciproci progetti, attraverso contenuti veramente globali ed il supporto in vista di Roto4All, l’annuale appuntamento organizzato dal Gruppo Italiano Rotocalco, che riunisce la community della stampa roto, e che tornerà per la sua seconda edizione nell’autunno 2021”.

Il futuro della stampa

Per quanto estese e aggiornate siano le competenze di uno stampatore, pensare di essere arrivati e vivere di rendita resta uno dei potenziali errori più nocivi per il futuro della propria attività. In qualsiasi situazione, anche quando tutto sembra andare a gonfie vele, trovare il tempo di esplorare il mercato e avviare qualche riflessione sul futuro è un investimento sempre utile.

Un tema particolarmente caro a Giovanni Re, community manager di Roland DG, pioniere instancabile nel mondo della stampa digitale e della comunicazione visiva più in generale, affrontato come ormai abitudine in un seminario di Viscom. L’edizione virtuale 2020 ha privato l’appuntamento dell’insostituibile sintonia raggiungibile solo dal vivo. Per quanto riguarda i contenuti invece, il messaggio si è rivelato ancora una volta prezioso.

Da dove bisogna iniziare a guardare per intuire gli scenari futuri del nostro settore?

Mi piace partire da un esempio molto concreto, nel caso particolare un video dove si mostra una vernice da applicare a un qualsiasi oggetto di una qualsiasi dimensione, senza dover usare una testina. Una vernice trasparente, in grado di reagire alla luce per far emergere i pigmenti cromatici e creare così effetti unici. Se la pensiamo applicata a una scarpa o un capo di abbigliamento, qualcosa in grado di sconvolgere le convinzioni di uno stampatore tradizionale o di un serigrafo, improvvisamente messi in discussione. Dobbiamo iniziare a chiederci quanto il futuro della stampa sarà legato alla tecnologia, quanto potrà cambiare.

In quale direzione dobbiamo guardare?

Parliamo di tecnologie già realtà, presenti in tanti dei laboratori dove, quando ho la possibilità, mi piace andare a incontrare i nostri Artigiani tecnologici. Se l’evoluzione della specie umana ha richiesto millenni, e quella industriale secoli, ora per la tecnologia si parla di anni. Un’evoluzione così rapida da rendere difficile per il nostro cervello riuscire a reggere il passo.

Come possiamo riuscire a orientarci?

Qualunque persona in qualunque azienda prima o poi dovrà confrontarsi con l’arrivo di una nuova tecnologia e scegliere se adottarla o invece ignorarla. Chi saprà rischiare potrà contare su un’evoluzione anche economica, chi invece la ignora nel tempo è destinato a esser superato. Un recente studio di Federcarta commissionato all’Università Bocconi di Milano sul tema Industria 4.0 mi ha permesso di individuare quattro categorie di aziende.

Quali sono?

Si parte dal profilo che mi piace inquadrare come criceto, preoccupato solo di finire un lavoro e consegnarlo. Poi i pionieri, interessati a trovare l’oro, ma impegnati a non far sapere agli altri niente di cosa stiano facendo. Sono molto guardinghi, non ti lasciano neppure avvicinare. Gli opportunisti invece, si buttano dove c’è una possibilità o dove arrivano i fondi, comprando spesso tecnologia destinata a restare inutilizzata. Infine, gli Avengers: ciascuno di loro ha una sorta di superpotere, ma riescono a farli fruttare solo lavorando tutti insieme.

Immagino dal suo punto di vista debba essere questo l’obiettivo principale…

Certamente, ma il percorso non è facile. Ci sono segnali difficili da interpretare; anche solo trovare il punto di partenza e di arrivo, quali mezzi usare e inquadrare gli ostacoli sono operazioni delicate. In più, con il ruolo fondamentale da riconoscere alla tecnologia. Possiamo considerarlo ormai un trend globale, al pari di riscaldamento climatico e crescita della popolazione, se non si conosce a fondo, difficile pensare a un’evoluzione della propria azienda.

Riusciamo a indicare qualche dettaglio utile a individuare la strada da seguire?

Per esempio, è fondamentale capire come IoT potrà essere applicato al settore. Stesso discorso per la realtà virtuale, per la blockchain, ma anche come sfruttare la stampa 3D, i droni o l’intelligenza artificiale, anche combinandoli tra loro. Sono tanti gli spunti utili per acquisire tecnologie e riuscire ad applicarle dove può sorgere un’opportunità.

Non sembrano però competenze così facili da acquisire, anche sotto il profilo economico…

Uno dei punti interessanti, è proprio il contrario, e vi faccio qualche esempio. Il primo, un semplice braccio robotico applicato da un nostro cliente a una delle nostre stampanti per oggetti. Un sistema estremamente semplice, in grado di aprire da solo il vetro di protezione, effettuare il carico e lo scarico di penne, cover, od oggetti simili e richiudere lo sportello. Tutte operazioni ripetitive, altrimenti in carico a una persona, libera invece di dedicarsi a qualcosa di più produttivo. L’aspetto più importante, sfruttando le tecnologie disponibili, la programmazione del braccio meccanico ha richiesto una decina di minuti. Situazioni del genere sono presenti in qualsiasi azienda.

Ha parlato anche di IoT, un’evoluzione tra le più importanti per portata. Cosa può consigliare al riguardo?

Faccio un altro esempio, questa volta personale. Con pochi euro ho acquistato un dispositivo da collegare al citofono di casa. Quindi, ho realizzato una semplicissima app grazie alla quale aprire direttamente il cancello, oppure, meglio ancora, quando dallo smartphone riconosce la mia presenza in zona, mi apre direttamente senza disturbare nessuno o dover usare chiavi e telecomandi.

Per quanto riguarda invece l’intelligenza artificiale?

Esistono già app come Autodraw in grado di apprendere lo stile grafico di una persona e trasformare una bozza o uno schizzo in un disegno più completo e preciso. Oppure, DIS ha messo a punto un sistema per ricostruire un modello 3D di un piede con tre immagini scattate dallo smartphone e aiutare a capire se un paio di scarpe trovate online sia adatto. La stessa procedura applicata anche ai vestiti, aiuterà ad abbattere i resi e relativi costi.

Qualcosa ancora più vicino al mondo della stampa digitale?

Lego Minifigure Factory. Una nostra macchina installata nei negozi Lego dove attraverso un’interfaccia molto semplice anche un bambino più inserire il nome, scegliere tutta una serie di elementi grafici per ottenere l’omino Lego personalizzato, praticamente unico.

Manca solo una tecnologia della quale si parla molto ma della quale non si sono ancora inquadrate grandi opportunità, la realtà aumentata…

Mi fa piacere raccontare un progetto realizzato da mia figlia Selene per il Museo del mare di San Benedetto del Tronto. Sfruttando cartelli con una grafica contenente forme facilmente riconoscibili da un’app, all’immagine inquadrata si sovrappone il racconto di una guida virtuale, con le fattezze di una persona reale.

Ce n’è abbastanza per interessare, e preoccupare, il settore della comunicazione visiva. Come possiamo venire in loro soccorso?

Non è poi così difficile come può sembrare. Prima di tutto, servono diverse nuove competenze oltre a quelle strettamente tecniche. Parlo di gestione di gruppi di lavoro, marketing o analisi dei numeri. Se guardiamo solo al 2015, le skill richieste a livello globale sono profondamente cambiate, come conferma anche la stima annuale del World Economic Forum. La capacità di pensiero critico è salita al secondo posto, dietro solo la capacità di risolvere i problemi. La creatività ha guadagnato sette posizioni, arrivando alla terza. Aspetti come Intelligenza emotiva e Flessibilità cognitiva sono entrate tra le prime dieci. Una situazione impensabile fino a pochi anni fa.

Come si traduce nella pratica di uno stampatore?

Spesso oggi si compre in base alla fiducia e la fiducia è conseguenza dell’empatia. Acquistano importanza professioni nuove, come il community manager nel mio caso. Diventa importante connettere le persone, per sviluppare intelligenza emotiva e, serve condividere esperienza. Per esempio, come dimostrato da Area Idea di Lucera, basta un visore per apprezzare meglio il rendering di una decorazione di interni e, posso garantire, non è un’operazione difficile. Al contrario, diventa molto coinvolgente. È importante fare delle scelte, prendere delle decisioni.

Da quale partiamo?

Dal pensare se si vuole essere generalisti e pensare di riuscire a rivolgersi a tutti o se invece diventare verticali, cercare di mostrarsi specialisti. Possiamo decidere di ambire al ruolo di amichevole personalizzatore di quartiere, affermarsi come chi risponde a tutte le esigenze di un bisogno specifico, oppure andare alla ricerca di una nicchia, sfruttare la mia vecchia formula old+old=new. Da una parte, servono competenze e strumenti utili a soddisfare qualsiasi richiesta, dall’altra bisogna riuscire a trasformare oggetti in veri e propri simboli del proprio brand.

Lei è da tempo sostenitore di questa seconda traccia, dove si può cercare le motivazioni per muoversi in questa direzione?

Bisogna passare dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa, ed è un fenomeno già avviato. Con le tecnologie di stampa attuali è facile decorare, realizzare prodotti unici o addirittura su misura. Ci sono tantissimi campi di applicazione e questa è una grande opportunità.

Anche in questo caso, abbiamo qualche esempio interessante?

Orthofan Pro, è un produttore di paradenti professionali per sport. Sfruttando le tecnologie di stampa digitali non ha fatto altro se non lanciare l’idea di personalizzarli, o produrli esattamente su specifiche del cliente. Oppure Decal Design.it, si è specializzata in adesivi per biciclette. Non sono gli unici, ma loro di dedicano grande attenzione e si concentrano soprattutto su quelli. Infine, un esempio molto importante sul tema della creatività. Lovalu Design, crea sfondi per le foto da pubblicare su Instagram. Può sembrare banale, ma dalla grande attenzione degli utenti dei social a cercare sfondi adatti, ha sviluppato un’idea di successo. Senza dimenticare le tantissime aziende pronte nel corso del 2020 a convertirsi alla produzione di bandiere e mascherine. Una dimostrazione importante di flessibilità.

A proposito di emergenza sanitaria, come giudica la risposta del nostro settore?

Come dimostra quest’ultimo esempio, sicuramente positiva. Bisogna anche sottolineare come in un certo senso la crisi abbia aiutato. Il settore è potuto restare sempre aperto e ci si è resi conto dell’importanza di elementi come le grafiche a terra, i pannelli informativi, i pannelli in plexiglas. Per molti, si è rivelata un’ottima opportunità di farsi conoscere. La stampa diventa sempre più importante in tanti settori.

Le nuove tecnologie spesso spaventano chi ha abitudini radicate da anni, quali stimoli possiamo proporre?

Ogni volta che una nuova tecnologia viene introdotta nella società, ci deve essere il contrappeso di una spinta umana che ristabilisce l’equilibrio, altrimenti viene respinta. Se riusciamo a completare questo passaggio, diventa tutto più facile. Parole chiave come creatività, empatia, etica o emozione devono combinarsi con la nostra offerta. Serve a conquistare la fiducia del cliente.

Come si immagina la figura del nuovo stampatore?

La riassumo nel termine giapponese Ikigai. È u misto di passione, vocazione, professione e missione, Nasce dalla combinazione di qualcosa che si ama, di cui il mercato ha bisogno, per la quale si ha talento e per cui naturalmente si può essere pagati.

Come ci si arriva?

Bisogna prima di tutto saper ascoltare, anche le critiche. Poi, saper raccontare, e conosco tantissime piccole aziende con molte cose da raccontare. Serve anche la formazione continua, senza mai stancarsi, e non aver paura di condividere. Se tutto ha una buona dose di genuinità, allora è facile favorire il miglioramento di un cliente. Il mio consiglio è di buttarsi. Solo provando si può capire se sia stata una buona scelta affidarsi a certe persone, se hanno il talento che cerchiamo. Sempre, cercando di divertirci e senza dimenticarci mai di ringraziare coloro con i quali ci relazioniamo. Così saremo dei veri Avengers.

Da Epson il nuovo videoproiettore per il digital signage

Epson annuncia il nuovo modello LightScene EV-110, realizzato per i rivenditori che desiderano migliorare l’esperienza di acquisto in store con la creazione di immagini esperienziali.

Questo videoproiettore laser da 2.200 lumen offre agli utenti ampie funzionalità di signage e messaggistica, oltre alla possibilità di creare immagini senza bordi, effetti di illuminazione filtrati, mappatura di oggetti 3D ed Edge Blending, rendendo le cornici, i telai e le grandi scatole nere degli schermi piatti un ricordo del passato.

I videoproiettori della gamma LightScene consentono agli operatori del settore hospitality di offrire ai clienti esperienze di intrattenimento più coinvolgenti utilizzando insegne creative senza bordi e immagini con testi e informazioni, ai musei e alle gallerie di proiettare arte digitale o contenuti artistici, di migliorare le mostre o creare ambienti esperienziali che sorprenderanno e delizieranno i visitatori.

Gianluca De Alberti, sales manager professional display di Epson Italia, afferma: “La gamma LightScene ha cambiato il modo in cui il mondo vede la proiezione, portando su larga scala negli ambienti retail/hospitality e nelle attrazioni turistiche di tutti i giorni le applicazioni esperienziali che un tempo erano visibili solo in spazi immersivi. I nostri clienti non vogliono essere vincolati dai limiti dei display a schermo piatto, ma chiedono prodotti come l’EV-110 per creare un’esperienza cliente innovativa, che promuova il coinvolgimento dei visitatori e del marchio. Offrendo contenuti creativi, senza bordi e basati su sensori, insieme a un prodotto che si integra nell’ambiente, è più facile realizzare immagini sorprendenti ed entusiasmanti per migliorare ulteriormente il modo in cui la clientela interagisce con marchi e prodotti”.

Fedrigoni presenta una nuova immagine globale e la divisione dei materiali autoadesivi

Oltre 4.000 dipendenti, 36 siti produttivi e distributivi, più di 32.000 prodotti, 15 marchi e due aree di business raccolti sotto un’unica nuova brand identity. Un passo importante per un Gruppo globale con un percorso di crescita ambizioso e un ruolo sempre più determinante nel mondo della carta e dei materiali premium autoadesivi.

Fedrigoni si rinnova e lancia una nuova immagine globale disegnata da Pentagram. Lo studio di grafica e design tra i più noti al mondo ha ideato e declinato la nuova identità in tutte le sue sfaccettature, razionalizzando i diversi marchi entrati nel Gruppo nel corso di successive acquisizioni e creando un nuovo nome e un’immagine omogenea per la divisione dei materiali autoadesivi, che da oggi passa da una pluralità di brand e società – Arconvert, Ritrama e IP Venus – a un solo brand di eccellenza, Fedrigoni Self-Adhesives, valorizzando l’appartenenza e la forte sinergia con il Gruppo.  Un traguardo importante nel piano di crescita di quest’area di business, oggi già leader globale nel segmento dei materiali autoadesivi premium rivolti a settori quali Food&Beverage, Wine&Spirits, Home-Beauty-Personal Care, Farmaceutico, Automotive, Advertising & Promotion, Luxury, Tessile, Trasporti e Logistica.

“Con questo progetto di rinnovamento del brand poniamo le fondamenta per costruire un grande gruppo globale, proseguendo nel percorso di crescita che ci ha permesso di mitigare l’impatto del Covid-19 sul mercato e di raggiungere tutti gli obiettivi definiti in termini di acquisizioni, potenziamento del management, innovazione, sviluppo di nuovi prodotti, razionalizzazione dei processi, accelerazione in ambito sostenibilità e ora anche di una nuova e distintiva immagine a livello mondiale – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni -. Un processo in cui la creatività e il design ricoprono un ruolo di primo piano: Fedrigoni è da sempre al fianco di chi realizza idee innovative con la carta, e i materiali autoadesivi, permettendogli di trovare il supporto giusto per dare corpo alle proprie intuizioni, nel packaging di lusso come nelle etichette più raffinate, nell’arte come nell’editoria. ‘Elevating Creativity’ è la nostra missione: la scala, simbolo della città di Verona, è anche la nostra icona che rappresenta la volontà, attraverso i nostri prodotti, di supportare tutti i clienti a migliorare ed elevare i loro brand”.

Lo scudo, caratterizzato dal tradizionale motivo a scala e dalla data di fondazione dell’azienda, resta dunque un elemento fondamentale del brand Fedrigoni, scritto ancora in caratteri maiuscoli ma utilizzando, al posto del carattere francese Peignot, l’italianissimo Forma, ideato nel 1968 dal type designer Aldo Novarese e ora reinterpretato in chiave moderna e personalizzata.

“Il font Forma rappresenta perfettamente l’identità globale di Fedrigoni: forte, audace e sicura di sé, con un potente riferimento alle sue radici italiane. In più, è leggibile e funzionale”, spiega Harry Pearce, partner di Pentagram. Per questo si è deciso di adottare Forma in tutte le applicazioni dopo che già lo studio londinese Graphic Thought Facility (GTF) lo aveva scelto per la realizzazione di Paper Box, il campionario universale delle carte Fedrigoni presentato alcuni mesi fa. La versione minimale di Forma DJR, realizzata da David Jonathan Ross espressamente per Fedrigoni, viene utilizzata in due grammature, Text Regular e Text Bold.

Vince l’essenzialità. L’identità principale è monocromatica: bianco o nero, in base allo sfondo e all’utilizzo, cui si affianca una suite di grigi. Ciò che è Paper è caratterizzato dal nero, Self-Adhesives dal bianco, Corporate dal grigio. Sofisticata e moderna, questa scelta mette in risalto il mondo del colore in cui vive Fedrigoni e consente ai prodotti e ai marchi – omogenei nello stile grafico, ma denotati ciascuno da una tonalità unica, nel nome o nello sfondo – e alle immagini di rimanere al centro dell’attenzione. Quanto al wordmark Fedrigoni, è stato progettato per essere il più adattabile possibile alle sue molteplici applicazioni su prodotti, cataloghi, biglietti da visita, oggetti di merchandising, insegne su edifici, negozi o camion.

Packly lancia il programma Educational dedicato a studenti e insegnanti

L’iniziativa accompagna la nascita di Packly Learning, piattaforma dedicata alla formazione.
L’obiettivo dell’azienda è di condividere le conoscenze acquisite e parlare ai professionisti del futuro.

“Con Packly il vostro talento è pronto ad esplodere!”: con questo claim, Packly inaugura il programma Educational dedicato agli studenti, alle scuole e agli enti di formazione di ogni ordine e grado. Un programma che prevede condizioni agevolate per gli abbonamenti annuali ai servizi digitali per tutti i livelli disponibili (Business, Professional e Premium) oltre alla possibilità di partecipare agli eventi formativi promossi da Packly.
Il progetto Packly Educational nasce dall’incontro tra la naturale predisposizione al servizio e al supporto del team Packly con un’esigenza concreta del mondo formativo, che evidenzia la mancanza di software e attrezzature di ultima generazione per la realizzazione dei progetti di packaging. In un recente sondaggio condotto online, più del 65% degli intervistati ha dichiarato di ricorrere ad aziende esterne per la creazione di un tracciato fustella professionale e rendering 3D. I motivi sono spesso collegati, oltre alla mancanza di applicativi dedicati, anche alla limitata conoscenza degli aspetti tecnici del settore. Su questo Packly ha voluto investire risorse, partendo dalle scuole e dai “futuri professionisti” del packaging.
In questa articolata iniziativa, Packly ha coinvolto ENIPG, Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica, per portare all’interno degli istituti grafici la realtà del mondo cartotecnico. Lo farà con una serie di webinar dedicati ai processi di progettazione e produzione tenuti da professionisti di settore.

Mediagraf, più produttività a offset e roto-offset

Migliorie, innovazione continua e investimenti consentono di rendere sempre più efficienti anche le tecnologie più mature come la stampa offset e roto-offset. È il caso di Madiagraf, l’industria grafica storicamente legata alla stampa del Messaggero di Sant’Antonio. Ecco quali sono le strategie messe in campo per il suo efficientamento

Fondata nel 1986 e operativa dal 1988, Mediagraf è storicamente legata alla stampa del Messaggero di Sant’Antonio, una delle più longeve e diffuse riviste cattoliche. Specializzata in stampa roto-offset e offset, oggi mette a disposizione le sue macchine da stampa per committenti provenienti dai più svariati settori, dall’editoriale alla grande distribuzione organizzata, dal commerciale al no profit. Nonostante sia un’azienda fondata su una tecnologia matura come la offset, Mediagraf ha sempre guardato avanti per fornire servizi aggiuntivi. Come, ad esempio, la personalizzazione dei volantini tramite la stampa di codici o datamatrix univoci, in uscita dalla rotativa. O servizi, al di là della stampa vera e propria, che vanno dalla postalizzazione alla consulenza editoriale, dalla gestione in outsourcing di lavorazioni specialistiche all’acquisto in pool di materie prime fino allo stoccaggio in magazzino di prodotti semilavorati e finiti. Mediagraf si è aperta anche alla stampa digitale, ma non è del digitale che vogliamo parlare in queste pagine, bensì di stampa offset e roto-offset e di come l’azienda veneta ha operato per rendere più efficiente questa tipologia di stampa tradizionale. Abbiamo intervistato Diego Carbonara, responsabile commerciale di Mediagraf.

Parleremo soprattutto di stampa offset e roto-offset, ma è imprescindibile iniziare citando la stampa digitale, che entrata in Mediagraf nel 2011 con il portale Printbee.it e con l’acquisizione nel 2015 di Villaggio Grafica, azienda specializzata nella stampa digitale. Qual è oggi l’equilibrio nella sua azienda tra digitale e analogico e quali sono gli ambiti nei quali la stampa offset e roto-offset è ancora irrinunciabile malgrado i progressi della stampa digitale?

Attualmente la percentuale del valore fatturato con la stampa digitale è pari al 7% sul totale generato. Ci siamo affacciati al mondo del digitale nel 2011, con l’intenzione di recuperare le nostre origini legate al mondo dell’editoria libraria. Il nostro obiettivo è di far crescere il valore del fatturato digitale, mantenendo ed espandendo parallelamente la crescita del mondo tradizionale offset. Questo perché ad oggi le tecnologie e nostra disposizione, ma soprattutto i mercati di riferimento dei nostri clienti rispettivamente alle nostre due anime (digitale e offset) sono molto differenziati. Nel mondo tradizionale, ci rivolgiamo principalmente ai mercati della GDO, del commerciale e dell’editoriale (periodici e riviste), mentre per il mondo commerciale, il nostro pubblico è composto principalmente da piccoli-medi editori e da grandi case editrice che affidano al mondo del digitale la possibilità di ristampe e integrazioni di precedenti grandi tirature. I due business corrono dunque parallelamente, sebbene ci siano spesso occasioni di integrazione tra i due mondi, date dalle molteplici possibilità che il mondo del digitale offre per la personalizzazione dei prodotti ad alte tirature. Citiamo a tal proposito come esempio la realizzazione di copertine personalizzate (realizzate per l’appunto in stampa digitale) per riviste ad alte tirature, che si stampano in rotativa o stampa piana. Ad oggi, vista la peculiarità e la segmentazione dei nostri clienti, non è ipotizzabile un passaggio al digitale per coloro che si avvalgono della stampa roto-offset. La grande distribuzione, nostro principale settore di sviluppo commerciale, si avvale tutt’ora del volantino cartaceo, come principale leva di marketing verso i propri clienti e tale prodotto risulta ancora irrinunciabile nelle loro strategie, come recentemente dimostrato dall’indagine di mercato La comunicazione door to door nell’era digitale effettuata da Format Research). Siamo assolutamente consapevoli che, soprattutto in ambito GDO, ma non solo, la tendenza è quella di una fusione tra i vari canali comunicativi tradizionali (cartaceo) e digitale (web e le sue applicazioni) e dunque la sfida è rivolta ad un’innovazione tecnologica tale da sostenere la riduzione dei volumi stampati a favore dell’arricchimento, in termini di personalizzazione e unicità dei prodotti stampati. A tal proposito, qualche anno fa, abbiamo installato su una delle nostre rotative, la personalizzazione digitale inkjet in linea. Tale sistema permette di coniugare la velocità e l’efficienza della stampa roto-offset con la possibilità di personalizzazione offerta tradizionalmente solo dalla stampa digitale. Nella stessa sessione di stampa vengono prodotti molteplici documenti l’uno diverso dall’altro, in modo automatico e senza interrompere né rallentare in alcun modo il processo di stampa. In un’area di stampa dedicata si possono inserire elementi grafici o testuali diversi per ogni singola copia. Il vantaggio in termini di strategia per i nostri clienti è dunque immediato e apre molteplici opportunità in termini di distribuzione mirata, geolocalizzazione, targetizzazione e multicanalità. Tutti concetti che riteniamo non siano ancora sfruttati fino in fondo dai nostri clienti, in particolare dalle GDO, ma che siamo certi, nel breve medio periodo possano aprire nuove strade e nuovi modi di intendere il prodotto stampato.

 

Passiamo al cuore di questo articolo. Quali migliorie e innovazioni avete introdotto nella stampa offset e roto-offset per arrivare a un concreto efficientamento di queste tecnologie?

Il primo punto sul quale da sempre lavoriamo per consolidare, migliorare ed efficientare le nostre tecnologie è la formazione e l’aggiornamento dei nostri collaboratori, conduttori e interpreti delle stesse. In questi 25 anni di cammino abbiamo sempre lavorato all’implementazione dei sistemi di controllo della qualità di stampa, regolando “il calamaio” dalla prestampa, anticipando così i tempi di avviamento, e garantendo l’uniformità durante la tiratura. Ogni fase del ciclo produttivo, dal preventivo, agli acquisti, alla stampa, alla fattura, sono monitorati da un unico gestionale, che raccoglie, elabora, e rende disponibili i dati in un cruscotto ormai indispensabile per le decisioni strategiche aziendali. Le strategie commerciali seguono così le esigenze produttive, che rispondono alle richieste del controllo di gestione, al fine di raggiungere l’unico risultato finale richiesto: l’efficienza. Tutte le rotative, oltre a quanto già disponibile, sono dotate di un sistema di controllo della carta, paper scan, elemento fondamentale in un’azienda di trasformazione come la nostra, che garantisce la sua integrità, anticipa le imperfezioni e analizza le cause delle eventuali rotture, aumentando l’efficienza produttiva. Le linee di uscita del prodotto sono state negli ultimi anni completamente robotizzate, e controllate dalla pianificazione dell’ufficio tecnico; il passaggio dalla bobina, al pallet è ora totalmente industrializzato Un recentissimo investimento riguarda il trasporto fino alla ribalta da carrelli LVG, elettrici, che instancabilmente si muovono 24 ore al giorno. Ogni bancale è pesato e fotografato sui quattro lati e sulla parte superiore, per fornire al cliente traccia oggettiva delle sue caratteristiche e della sua integrità. I risultati ottenuti in questi anni sono tangibili, ma mai sufficienti e la strada da percorrere ancora lunga. Parlando di efficientamento, non possiamo non citare l’installazione dell’impianto di trigenerazione, avvenuta a fine 2018, che ad oggi ci permette, combinato al già presente impianto fotovoltaico di 12.000 mq, di produrre autonomamente il 73% dell’energia elettrica di cui abbiamo bisogno. Inoltre, la generazione dell’energia elettrica tramite questo impianto non disperde i fumi generati, ma li recupera trasformandoli sia in energia frigorifera (necessaria tutto l’anno, e ancor più d’estate, per raffreddare i cilindri di stampa) sia in energia termica (riscaldamento invernale). Siamo stati i primi nel nostro settore a cogliere l’opportunità e a intuire il potenziale che un impianto di tali dimensioni potesse avere per un’industria tipografica e siamo stati poi infatti seguiti a ruota da altri competitor, che hanno recepito la convenienza di tale sistema. Inutile dire poi, che tutto ciò, oltre a portare un guadagno in termini economici, ci aiuta a perseguire uno dei fondamentali valori che la nostra azienda si è sempre posta fin dalla fondazione, ovvero il raggiungimento degli obbiettivi industriali, con una particolare attenzione all’ambiente e al rispetto delle risorse.

 

Quali progetti di rinnovamento tecnologico o di innovazione avete programmato per il breve e medio periodo nell’ambito della stampa offset e roto-offset?

I nostri progetti di rinnovamento sono basati su un termine quadriennale. Il piano investimenti del quadriennio attualmente in corso è iniziato nel 2019, e terminerà nel 2022. In questi anni, come già citato, abbiamo investito nell’acquisto di due nuove rotative, una delle quali è in fase di installazione in questi mesi, che ci permettono di aumentare la produttività e di conseguenza fornire ai nostri clienti un servizio sempre più efficace; l’impianto di trigenerazione e il nuovo impianto di movimentazione automatico del prodotto finito e semilavorato all’interno del reparto produttivo. Quest’ultimo, attualmente in fase di installazione rappresenta un sistema che oltre ad aumentare la produttività, ridurrà drasticamente i rischi di infortunio legati alle movimentazioni interne. Il sistema utilizzerà carrelli LGV (Laser guided vehicle) della OCME che tramite un sofisticato interfacciamento di informazioni (missioni) gestito in Wi-Fi movimenteranno la merce dai fine linea delle rotative al reparto spedizioni e ad una nuova e sofisticata Fasciatrice  Helix 1 in modo tale da avere il materiale pronto per il carico in spedizione. Tutto il sistema di movimentazione WMS (warehouse management system) sarà interfacciato con i nostri sistemi dipartimentali collegati al gestionale.

 

Infine, ci può dare qualche sua impressione sul mercato italiano della stampa?

Sinceramente non credo di avere l’autorevolezza di fornire un’impressione orientante sul mercato, posso solo limitarmi ad interpretare il dato esperienziale che sottolinea come i volumi di carta stampata, in tutte le applicazioni, si riducono progressivamente, adattandosi alla trasformazione dei fruitori, sempre più “distratti” dalla comunicazione digitale. Ritengo però che il nostro impegno nella diffusione del prodotto cartaceo debba continuare, con forza, determinazione e consapevolezza del cambiamento: stamperemo di meno, ma stamperemo, diversamente, sempre.

Mediagraf

Mediagraf Spa nasce nel 1986 e inizia l’attività produttiva nel 1988, allora sotto la denominazione di Editrice Grafiche Messaggero Padova, a seguito del conferimento delle attività grafiche della Provincia Padovana dei Frati Minori Conventuali (la tipografia che stampa il Messaggero di Sant’Antonio, una delle più note e diffuse riviste cattoliche), e della Diocesi di Padova. Nel 1990 anche la Conferenza Episcopale Italiana è entrata a far parte della compagine sociale attraverso la Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena. Nel 1995 introduce la prima macchina roto-offset, una Lithoman 32 pagine, affiancandola alle tecnologie rotocalcografiche ed avviando così uno storico passaggio tecnologico. Negli anni successivi l’azienda integrerà il parco macchine con una 64 pagine (prima contro fibra in Italia), una 48 pagine e una 16 pagine. Con lo scopo di fornire ai clienti un servizio completo di comunicazione integrata, nel 2012 nasce il progetto Mediagraf Lab, un reparto di professionisti al servizio della comunicazione Web e stampata, per accompagnare il cliente dalla strategia e dall’ideazione, fino alla realizzazione dei suoi prodotti creativi. Inoltre, si rafforza sempre di più grazie alla partnership e allo sviluppo della cooperativa sociale EmmeKappa, realtà specializzata nella cellophanatura per l’editoria e la grande distribuzione e nella gestione di tutte le attività indispensabili per la postalizzazione dei prodotti stampati da Mediagraf. Oggi Mediagraf Spa è una solida e storica industria grafica con sede a Noventa Padovana in uno stabilimento che occupa una superficie totale di circa 60.000 mq di cui circa 23.000 mq coperti. Il numero dei dipendenti occupati attualmente è pari a circa 160, con un fatturato che si attesta sui 50 milioni di euro.

Le attrezzature di Mediagraf

Il parco macchine roto-offset comprende è il seguente: KBA Compacta 818 da 64 pagine, Lithoman da 64 pagine, KBA Compacta 618 da 48 pagine, Lithoman da 48 pagine e Man Rotoman da 16 pagine. In fase di installazione anche una Lithoman da 64 pagine Autoprint. Il parco macchine offset è composto da Heidelberg CD 74 (sei colori più vernice), RMGT 1050 TP, Heidelberg Speedmaster CD 102. IL parco macchine digitale è formato da Fujifilm Jet Press 720, Xerox iGen 5 XXL, Ocè ColorStream 3500, Xerox Sedona 650/1300, Xerox Versant 2100, Canon c6010 e un plotter HP. In aggiunta alle tecnologie di stampa, si affiancano quelle per la confezione.

 

Canon, il ruolo della stampa digitale nelle moderne strategie di marketing

Quando si parla di comunicazione in generale, la sensazione più attuale vede la stampa rischiare di soccombere sotto il peso dei canali digitali.  Come ha portato alla luce il recente studio commissionato da Canon dal titolo Creating Customer Value, la ricerca sfrenata del ROI come priorità assoluta per orientare le strategie di marketing rischia prima di tutto di penalizzare oltre il dovuto i tempi necessariamente più lunghi di valutazione per una campagna materiale rispetto ai riscontri praticamente immediati dell’online.

Colpisce infatti come i 235 responsabili del marketing in aziende di varia area e dimensione in EMEA abbiano indicato nel 46% l’ammontare delle risorse destinate alla comunicazione digitale online. Soprattutto, negli ultimi due anni il 95% ha trasferito fondi in precedenza destinati ai metodi tradizionali legati alla stampa. Un segnale decisamente allarmante per certi versi, soprattutto in un periodo di improvvisa spinta verso l’utilizzo della Rete. Attualmente, la spesa destinata espressamente a campagne appoggiate alla stampa digitale occupa il 33% della voce marketing complessiva.

La buona notizia: non è troppo tardi per intervenire, a condizione di reagire per tempo e soprattutto essere pronti a cambiare il modo di inquadrare il mestiere dello stampatore. Tra soluzioni sempre valide e possibilità di integrazione, le prospettive non mancano. Come sempre in queste circostanze, bisogna però adattarsi, allargare la propria visuale ed essere disposti ad acquisire nuove competenze.

«Utilizzando solamente i canali digitali si pensa di riuscire a colpire un maggior numero di persone – osserva Gianluca Ghidoni, senior product business development di Canon –. I reparti marketing sono sotto pressione per calcolare il ROI di una campagna e spesso questa sembra la via più adatta. Ma in questo caso non è certo sparando in un mucchio che si possono colpire più persone possibile».

La combinazione giusta per raggiungere l’obiettivo

La prospettiva di seguire praticamente in tempo reale numero di e-mail consegnate, aperte, lette e il seguito di eventuali link è troppo forte per non essere seguita. Almeno, dai più giovani, più a proprio agio con i canali digitali. «I più attenti invece, conoscono bene i vantaggi di combinare digitale e stampa – riflette Ghidoni –. La grande scelta di strumenti a disposizione permette di arrivare al destinatario in modo più elegante e più mirato. All’occorrenza, valutando anche età e caratteristiche utili a inquadrare il livello di confidenza con gli strumenti online».

Un messaggio chiaro, rivolto al mondo PSP. Restando semplici fornitori di stampe, per quanto bravi si verrà sempre confrontati solo sul prezzo. Cercando invece di orientarsi alla consulenza e puntare al servizio, i benefici del legame tra stampa e digitale possono emergere.

«Spesso gli uffici marketing ignorano il vero potenziale della stampa digitale. D’altra parte, troppi stampatori trascurano le dinamiche di comunicazione. Invece di limitarsi a eseguire, bisognerebbe documentarsi in modo da proporre idee, stimolare progetti. Non conoscersi a vicenda crea solo conflitti e genera difficoltà».

Al momento, più della fotografia attuale a preoccupare dovrebbe essere l’andamento. Da una parte, infatti il 97% degli intervistati afferma di utilizzare la stampa insieme ad altri metodi di marketing e quasi la metà di loro (45%) spesso ricorre a campagne integrate con la presenza della stampa. Dall’altra, attualmente la stampa occupa il 30% dei budget e per non vedere questa quota messa in discussione, il 40% dei responsabili marketing avrebbe bisogno di risorse raddoppiate.

Opportunità per chi è preparato

I PSP però, hanno diverse armi su cui contare. Una delle più importanti, i limiti emergenti da un uso indiscriminato del digitale conseguente proprio ai suoi bassi costi. Le richieste di annullamento da una newsletter o da e-mail aumentano, così come il ricorso a sistemi digitali di ad-blocking. Inoltre, lo spam e il senso di sopraffazione provocato dal marketing digitale sono ormai problemi di prima categoria. A questo, si aggiunge il progressivo crollo della fiducia dei consumatori nelle piattaforme social.

Un’onda da cavalcare senza esitazione, prima di perdere l’occasione. L’86% ha infatti ammesso di essere pronto ad accettare volentieri consigli su come associare la stampa a soluzioni digitali, adottando così un approccio più integrato. Inoltre, l’80% dei marchi chiede ai fornitori di servizi di stampa di proporre idee nuove e innovative, per poter sviluppare campagne in grado di arrivare direttamente al proprio pubblico di riferimento. Su tutto, il 75% dei brand manager che si aspetta maggiore consulenza direttamente dai PSP.

«Noi stessi seguiamo queste indicazioni – riprende Ghidoni –. Quando vogliamo comunicare un messaggio, valutiamo la giusta combinazione di entrambi i canali. Dall’analisi dei nostri archivi, studiamo come distribuire gli investimenti in base al tipo di messaggio e all’utente di riferimento. Una parte è destinata ai social, ma un’altra è rivolta a cercare l’interazione attraverso materiale stampato, con supporti e contenuti personalizzati in grado di richiamare l’attenzione. Dobbiamo sapere a chi rivolgersi e il modo più adatto per farlo, secondo i loro gusti».

Ascent Program al servizio dei clienti Canon

Alla teoria, Canon è pronta ad abbinare la pratica. L’occasione è infatti il momento ideale per il varo di Ascent Programme, proposta rivolta ai propri clienti o in procinto di diventarlo, per imparare ad aiutare le aziende che si rivolgono ai PSP ad avere successo. L’idea è offrire spunti di ispirazione con approfondimenti, workshop, consulenze e condivisione delle conoscenze all’interno della community.

Ascent sarà gestito da esperti del settore e da specialisti di Canon, a supporto di varie funzioni aziendali, tra cui vendite e marketing. Tra gli altri argomenti, negli incontri proposti e nel materiale messo a disposizione si parlerà di come raggiungere una crescita proficua grazie al marketing strategico, di come sviluppare una value proposition vincente o una consulenza individuale su come sviluppare a lungo termine e di successo.

«Non si tratta di diventare esperti di marketing – conclude Ghidoli  -. Vogliamo aiutare a capire le basi per acquisire conoscenze al momento troppo spesso assenti. Oggi sono pochi i PSP in grado di mostrarsi incisivi sulle consulenze per aiutare a scoprire i diversi potenziali di tecnologie, supporti e grafiche. L’importante è diventare meno passivi e noi ci proveremo con un programma si globale, ma elaborato a livello locale, così da rendere gli argomenti più accattivanti e pertinenti».