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Nuovo presidente e nuovi progetti in Atif

Atif ha presentato agli associati e agli invitati, il bilancio delle attività svolte in Italia e all’estero, il programma di collaborazioni con altre Associazioni e Università, confermando che l’apertura e il confronto con il “mondo della stampa flessografica”, permette un costante aggiornamento e rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica.

Giornata importante per Atif il 9 luglio, il presidente uscente Sante Conselvan, ha ringraziato le aziende e i collaboratori che sostengono l’Associazione sia come sponsor ma anche come partner professionali impegnati nella formazione e nella didattica, ritenuta estremamente importante nel contesto associativo. Ripetuti ringraziamenti a Massimo Corbetta contitolare dell’azienda Carta Stampa, che ha dedicato il suo tempo e le risorse aziendali per “mettere in piedi” anche con altri imprenditori, e fare formazione al Centro Tecnologico Atif presso l’Istituto Ripamonti di Como. Il Centro dispone di una macchina da stampa a quattro colori permettendo agli allievi di imparare il mestiere mettendo in pratica le varie fasi operative. Interessante l’iniziativa che mira a formare i docenti che a sua volta dovranno poi formare i giovani allievi prevista per settembre. Un ringraziamento a Monica Scorzino che gestisce la segreteria, come ben tutti sanno, chi fa “bene” questa attività fa andare “bene” qualsiasi associazione (ndr). Doveroso da parte nostra ringraziare Sante Conselvan, alla guida dell’Associazione per sei anni, facendola rinascere e diventare protagonista nel mondo.

La panoramica di slide viste all’incontro, elenca i dati sulle attività svolte e quelle in programma, il numero di presenze raggiunto nei vari Flexoday (Bologna 430 persone – Salerno 200 persone), l’interesse delle aziende alla terza edizione del Bestinflexo (115 lavori iscritti e 250 persone presenti alla serata di premiazione). Interessanti i progetti di formazione attivati: tre corsi in aula, con la partecipazione di 25 persone, altri tre presso le aziende, la collaborazione con Enipg per la formazione in classe, un “webinar” per gli associati collegati da varie parti d’Italia. Importanti sono i documenti tecnici a disposizione, alcuni di questi saranno prossimamente aggiornati: Doc 07, Matrici flessografiche – Doc 08, Nastri biadesivi per il montaggio delle matrici flexo, altri di nuova stesura; Doc 10, Comunicare il colore in digitale, Doc 11, Anilox.

Alla settima edizione del FlexoDay Sud 2018, giornata tecnica dedicata alla flessografia organizzata a Salerno, è stato presentato ufficialmente il primo Master in MAteriali e TEcnologie Sostenibili per PACKaging Polimerici e Cellulosici (MATESPACK) pensato formare dei professionisti per il settore del packaging industriale. Il Master, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, prevede un percorso di studio con un impegno di 1500 ore (corrispondenti a 60 crediti formativi) tra didattica frontale, laboratorio, workshop, visite e tirocinio in azienda.

Con tutto questo fermento di iniziative, Atif continuerà a informare gli associati e gli addetti ai lavori sull’evoluzione tecnologica, organizzando periodicamente seminari, convegni e formazione in varie località italiane, favorendo in questo modo la crescita del mercato su tutto il territorio.

Dulcis in fundo, la presentazione del Presidente e dei consiglieri eletti per il prossimo triennio. Il neo presidente è Marco Gambardella, dirigente commerciale della Bioplast, società salernitana attiva nel settore del packaging flessibile eco-friendly. Trentuno anni, laurea in economia, è un giovane manager che mette la sostenibilità ambientale e l’etica al primo posto nell’azienda dove opera. Leggendo una sua intervista, si può ben sperare che con la sua carica di presidente e con l’apporto dei consiglieri, Atif continui la crescita iniziata da Conselvan.

I vicepresidenti eletti sono due persone che hanno fatto la storia di Atif: Sante Conselvan e Massimo Radice.  I consiglieri sono: Andrea Vergnano (Digital Flex – Nuova Roveco), Adolfo Tommasi (Ditom), Zeno Zonato (Grafikontrol), Andrea Dallavalle (Kba Flexotecnica), Massimo Bellingardi (Omet), Giulia Rossini (Rossini), Enrico Albani (Simonazzi), Stefano Russo (Uteco Converting).

Collegio dei probiviri: Ira Nicoletti (Diaven), Alessia Vitale (Mavigrafica), Silvano Tamai (tesa). Revisori dei conti: Vincenzo Consalvo (Inciflex); Paolo Bellocchio (Visionlab).

Kappadue Arti Grafiche amplia il reparto cartotecnico

Kappadue Arti Grafiche ha potenziato il proprio reparto di cartotecnica con una doppia installazione: una autoplatina Easymatrix 106 CS rialzata, completamente automatizzata per la fustellatura di carte e cartoncini; e una piega-incolla Diana Easy 85 di ultima generazione per la chiusura e l’incollaggio di astucci e scatole.

Un investimento figlio di una cultura aziendale che, fin dalla fondazione nel 1989, ha portato Kappadue Arti Grafiche a puntare in egual misura sui macchinari e personale per poter, come si legge nella mission dell’azienda, «affiancare quotidianamente i nostri clienti, risolvendo le problematiche. Infatti le sole macchine non sono sufficienti, servono persone appassionate».

Come dice Lorenzo Ariberti, product marketing finishing di Heidelberg Italia, «quando metti piede in Kappadue, vieni avvolto dalla gentilezza, dalla passione, dalla disponibilità e dalla professionalità delle persone, che ti fanno sentire come a casa tua».

Kappadue Arti Grafiche – con sede a Ramon di Loria in provincia di Treviso – può contare sull’esperienza quarantennale dei due soci fondatori Forner e Favero e sulla passione dei loro quattro figli e di un gruppo di tecnici preparati e responsabili nonché appassionati del proprio lavoro. Asset che le hanno permesso di vivere una costante crescita in termini di clientela e fatturato fino a diventare un’importante realtà imprenditoriale nel settore della grafica, della stampa commerciale, editoriale e del packaging. Il suo target di riferimento sono aziende che richiedono un servizio a 360 gradi in termini di alta qualità e di puntualità nella realizzazione dei propri stampati.

Attualmente, Kappadue Arti Grafiche dispone di un reparto di fotografia industriale, di un reparto di progettazione e realizzazione grafica, di reparti di stampa digitale e offset e di rifinitura e confezione degli stampati. Fiore all’occhiello di quest’ultimo è la macchina da stampa offset Heidelberg Speedmaster CD 102 con 5 colori in linea con verniciatore acrilico e forno I.R. Si tratta di una macchina completamente automatizzata, performante e polivalente, che permette di stampare su un’ampia varietà di carte e cartoncini di diverse finiture e spessori. Ad essa, grazie alla storica partnership con Heidelberg, si sono da pochi mesi aggiunte la fustellatrice Easymatrix 106 CS e la piegaincollatrice Diana Easy 85 a completamento del reparto cartotecnico.

 

PRTGroup acquisisce Kimi Print ed entra nel mercato del grande formato

kimiprint.com, start up padovana operativa nel settore della stampa di grande formato e nella fornitura di strumenti di supporto alla comunicazione sui punti vendita e nella preparazione e ideazione di packaging specifici, offre a PRTGroup la possibilità di sviluppare un nuovo business, con particolare attenzione alla stampa di imballaggi personalizzati, forte anche della propria ultra decennale esperienza nella stampa digitale full color.

L’acquisizione della start up Kimi Print, rappresenta per il gruppo torinese un altro importante tassello nel processo di completamento della propria supply chain, confermando la vocazione di PRT Group nell’essere un player di riferimento per tutte le esigenze di comunicazione e per il global outsourcing della propria clientela.

Alla stampa offset bobina-bobina, PRT nel tempo ha infatti saputo aggiungere la stampa del dato variabile (bianco/nero e colore), il trattamento e la gestione della corrispondenza obbligatoria (business communication), il trattamento e la gestione di mailing pubblicitari (direct mailing), la gestione documentale in entrata (document composition e formattazione dati clienti), la gestione documentale in uscita (archiviazione elettronica e sostitutiva), la gestione del processo di dematerializzazione delle comunicazioni (e-substitution). PRTGroup ha sede a Beinasco e attualmente comprende, oltre a Poligrafico Roggero & Tortia SpA, capogruppo nata nel 1921 nel settore delle arti grafiche, le seguenti società: Intellidoc, prodotti e soluzioni informatiche, PRT-France controllata per il mercato francese, PRT America Inc. controllata per il mercato USA, PostaPronta, servizi on line di posta ibrida, CKC Group, fornitore di servizi integrati per la pubblica amministrazione.

La strategia dell’ascolto organizzato

La Big Data Analysis per comprendere i bisogni del target e creare i prodotti di digital printing del domani.

Come possiamo comprendere i bisognidei nostri clienti e individuare i prodotti più adatti a loro? Come possiamo avere l’intuizione per concepire, ideare e disegnare nuovi prodotti magari con alto potenziale di innovazione? In questo articolo analizziamo le strategie per generare prodotti che rispondano ai bisogni degli utenti attraverso l’uso di strumenti di Business Intelligence. Partiamo da un esempio: stampanti legate all’Internet of things. Sono nate nuove generazioni di stampanti in grado di superare il problema dello scaricamento delle cartucce e/o della difficoltà da parte degli utenti di reperire l’esatto modello di ricambio: mi riferisco alla situazione tipo che si verifica quando nel bel mezzo di una stampa, la cartuccia si esaurisce e l’utente non ne ha a disposizione una di ricambio o fa fatica a reperirne una poiché non disponibile al punto vendita.

Questo problema, che è sentito in quanto oggetto di diverse conversazioni sui social network, è stato superato dalle stampanti connesse a Internet delle cose (Internet of things appunto). Si tratta infatti di stampanti intelligentie in contatto via internet con la casa madre: queste stampanti sono in grado di avvertire con largo anticipo la casa madre quando la cartuccia inizia a scaricarsi e di conseguenza sono in grado di generare un ordine in modo automatico che recapita via posta ordinaria una nuova cartuccia prima che la precedente abbia il tempo di esaurirsi.

Questi sistemi sono intelligenti in quanto le stampanti preordinano la nuova cartuccia sulla base delle abitudini di stampa dell’utente. E grazie a questa nuova generazione di stampanti si ottengono due effetti: da un lato si risolve una problematica (fine cartuccia), dall’altro si genera un prodotto innovativo basato su un diverso pricing modelper le imprese produttrici di stampanti, soprattutto inkjet. L’utente si trova infatti a pagare non una cartuccia, ma un abbonamento mensile che gli dà come vantaggio l’avere sempre la possibilità di stampare non rimanendo più a secco di inchiostro.

Innovazioni di questo tipo nascono dall’ascolto organizzato delle conversazioni tramite strumenti di Business Intelligence, strumenti che hanno permesso di sfruttare un’innovazione tecnologica – la Internet of things – applicandola a nuove generazioni di prodotti e creando nuovi approcci al consumo di prodotti stampabili. Non si paga più la cartuccia, ma un abbonamento basato su un numero di fogli di stampa (ex. 200 fogli al mese).

La Business Intelligence come strumento per creare innovazione

Con la locuzione business intelligence ci riferiamo a un insieme di processi aziendali per raccogliere dati e analizzare informazioni strategiche per il proprio business. Di Business intelligence ci siamo occupati con applicazioni come il Social CRM,applicazioni e metodologie in grado di leggere ed elaborare dati e informazioni possedute e dimoranti all’interno dell’impresa, in quanto derivante dal processo di acquisto dei clienti esistenti.

In questo articolo invece ci occupiamo di analizzare un altro versante della Business Intelligence, cioè come siamo in grado di creare prodotti innovativi per la nostra impresa operando su dati che sono all’esterno e che dunque esistono e provengono dal mercato di riferimento.

Customer retention & customer churn: come dalla perdita di un cliente nasce un prodotto innovativo

La Business Intelligence ha un ruolo determinante nell’aiutarci a mantenere il tempo vita e di un cliente. Il tempo vita si misura con il termine customer retention:questo termine esprime l’abilità dell’impresa nel mantenere i clienti nel tempo, riducendo al minimo le defezioni (customer churn). Si attua una strategia di customer retention, in particolare, quando si utilizzano incentivi per invogliare la clientela alla ripetizione dell’acquisto o alla prova di nuovi prodotti, e così facendo aumentandone la fidelizzazione (redditività). La customer retention e il suo equivalente di calcolo (customer retention rate) ci fornisce il parametro di indicazione di quanto un cliente è fedele ai prodotti dell’impresa.

Esistono nel digitale delle applicazioni che sono in grado di fare delle operazioni quando accade che un cliente decide di smettere di essere nostro acquirente e conclude/non rinnova/interrompe il contratto o l’acquisto del prodotto. E questo fenomeno viene definito customer churn e viene calcolato come customer churn rate: il customer churn rate è il parametro che misura quanto un cliente sta abbandonando un’impresa, i suoi servizi per passare alla concorrenza.

Esistono quindi applicazioni di Business Intelligence basate sui Social media BigData in grado di prevedere quando un cliente è in procinto di abbandonare la nostra impresa per passare a un competitor. Queste applicazioni sono basate sul social media monitoring semantico, ovvero sull’ascolto delle conversazioni pubbliche che avvengono sui social media.

Queste piattaforme di Business Intelligence incrociano dati provenienti dal nostro CRM (customer relationship management software), con dati provenienti dai social network, dalle nostre mailing list e newsletter, e da altri dati come ad esempio quelli provenienti dalle statistiche dei nostri siti web e/o delle nostre app.

Sono per questo motivo in grado – tramite un complesso e articolato incrocio di dati – di capire le caratteristiche dei clienti, di ricavarne un profilo approfondito che comprende le peculiarità demografiche, il loro profilo psicologico e i comportamenti.

L’output consiste nel darci un quadro di analisi predittiva dei loro modelli di comportamenti (in forma anonimizzata).

Rispondere con una proposta di valore

Tramite le applicazioni di business intelligence, possiamo dedurre dei modelli di comportamento dei nostri utenti e comprendere sia il retention rate, sia avere dei segnali di allarme del loro churn rate. In parole povere ci dicono non solo quando un cliente sta per abbandonarci, ma ci danno indicazioni predittive sulla possibile emorragia di clienti.

Facciamo un esempio pratico: supponiamo che la nostra impresa abbia un tasso di incremento clienti mensile del 4% e un tasso di abbandono del 2%. Questo dato lo possiamo facilmente ricavare dal nostro CRM nel quale sono contenuti i nuovi contratti e sono contenute le disdette. Se questo dato viene condiviso con una applicazione di Business Intelligence, questa applicazione è in grado di monitorare se il tasso di abbandono è stabile. In questo monitoraggio, l’applicazione non solo ci dirà quanto le persone ci stanno abbandonando, ma andrà a comprendere chi ci sta abbandonando (perché lo legge dal CRM) e quali caratteristiche demografiche hanno queste persone in procinto di passare alla concorrenza. Immaginiamo ora che questo tasso di abbandono cresca del 3% rispetto al periodo precedente, passando quindi al 5%. L’applicazione ci darà un allarme e inizierà a fare una indagine.

I dati predittivi di un’applicazione di Business Intelligence

In questa indagine sul tasso di abbandono, l’applicazione di Business Intelligence ci dirà – oltre la soglia dell’abbandono, in questo caso del 5% – anche le caratteristiche demografiche e anche un profilo personale psicologico di abitudini e interessi dell’audience. Questo profilo viene ricavato dalle conversazioni pubbliche che l’audience fa sui social network, conversazioni che sono – in quanto pubbliche – monitorabili.

 

Che cosa fare da questi dati? Da qui parte l’innovazione

Tramite questi dati abbiamo indicazioni utili per comprendere la nostra clientela, il perché di questa emorragia e come contrastarla. Comprendiamo il perché di questa emorragia poiché vediamo che tipo di clientela ci sta abbandonando conoscendone il profilo demografico, comportamentale: quindi sappiamo chi sono e possiamo comprendere perché su quel settore siamo meno efficaci, cosa sta facendo la concorrenza per essere più interessante, e dove stanno andando i nostri clienti. E oltre a capire dove stanno andando, abbiamo anche e soprattutto l’opportunità di comprendere come adattare i prodotti esistenti al mutamento di comportamento o creare nuovi prodotti. Insomma, le applicazioni di Business Intelligence ci forniscono dati utili per modificare i nostri prodottioppure generarne di nuovi come risposta alle caratteristiche dei nostri clienti e come risposta alla loro insoddisfazione (se ci abbandonano significa che non si sentono pienamente soddisfatti). Sono prodotti che si basano come un vestito su misura su dati specifici che abbiamo dei nostri clienti.

L’innovazione nasce da un ascolto organizzato

Riassumendo, da questi esempi si comprende quanto la creazione di innovazione (e di prodotti innovativi) nasca da un ascolto organizzato e per ascolto organizzatointendiamo sia la profilazione dei nostri clienti, sia la comprensione del loro profilo psicologico, dei loro comportamenti. Su questi dati organizziamo la risposta in termini di creazione di nuovi prodotti. Oltre alla churn prediction ovvero la previsione di tasso di abbandono dei clienti e la loro prevenzione tramite la creazione di nuovi prodotti ad hocoppure l’aggiornamento di prodotti esistenti, vi sono altri ambiti di applicazione delle applicazioni di Business Intelligence.

Prospect Analysis e Business Intelligence

Le applicazioni di business intelligence ci consentono di fare analisi molto approfondite dei nostri prospect, ovvero dei clienti in prospettiva. Tramite queste applicazioni posso infatti analizzare le conversazioni pubbliche che avvengono nei social network siano essi B2B oppure B2C. Per questo motivo, partendo dai dati dei miei clienti esistenti, queste applicazioni mi aiutano a creare dei profili (le marketing personas di cui abbiamo parlato in molti articoli). Tramite le applicazioni di Business intelligence andiamo a comprendere le dinamiche del mercato, le conversazioni più di spicco sul nostro settore, e in queste conversazioni andiamo a individuare quanto i nostri prodotti rispondono sia agli argomenti più di spicco, sia in negativo agli argomenti meno di spicco. Queste applicazioni consentono quindi di individuare più facilmente le conversazioni che esprimono in qualche modo il bisogno di comprare i prodotti o servizi della mia impresa. Oltre a monitorare gli argomenti, queste applicazioni sono in grado di disegnare la rete di diffusione delle notizie individuando le connessioni più importanti (dette nodi) e quelle meno importanti. Da questo punto di vista queste applicazioni ci consentono di comprendere quali sono le connessioni più importanti – ovvero gli influencer – quei soggetti che possono influenzare altri soggetti e condizionare la nicchia di mercato.

L’innovazione nasce da una strategia organizzata di ascolto dei bisogni dell’utente. E questa strategia di ascolto può avvenire in due modalità: comprendere i bisogni manifesti e dedurre i bisogni latenti creando prodotti ad hoc.

Tropical Fever: l’estate di Favini

Favini ha pensato di iniziare l’estate inizia con una nota di freschezza tropicale, grazie alla nuova linea di notebook pensati per accompagnare le vacanze.

Felci e ibiscus si intrecciano, creando fantasie che ritraggono la natura selvaggia e la flora rigogliosa: i nuovissimi mini quaderni Favini sono dei veri e propri compagni di viaggio e non solo per destinazioni esotiche: sono infatti perfetti per annotare pensieri, prendere appunti e disegnare schizzi o, semplicemente, per viaggiare con la fantasia. Disponibile nel pratico formato pocket, pensata per stare comodamente in tasca, nello zaino o in borsa, la collezione si contraddistingue per la cura del dettaglio e per l’elevata qualità dei materiali: a partire dalle copertine, realizzate in cartoncino naturale con stampe che richiamano il tipico paesaggio tropicale fino alle pagine interne, dall’elegante color avorio. Inoltre, la finitura pregiata e la rilegatura artigianale a filo donano ai quaderni un tocco retrò, rendendoli un cadeau originale, anche a se stessi.

Successo per Competence 18, l’evento porte aperte di Bobst 

Competence 18, la nuova edizione dell’evento porte aperte organizzato da Bobst, ha accolto oltre 600 visitatori, compresi molti tra i più importanti produttori e trasformatori di imballaggi ed etichette del settore. L’evento, che ha avuto luogo a giugno 2018 presso il Competence Center di Bobst a Mex, Svizzera, ha presentato le “Soluzioni per affrontare le sfide di domani”, prendendo in considerazione le principali sfide che i trasformatori di imballaggi si trovano ad affrontare, come ad esempio la necessità di tirature più corte, di una maggiore versatilità, di soluzioni per l’e-commerce e di una costante innovazione.

«Sviluppiamo le nostre soluzioni pensando ai nostri clienti e tenendo conto dei feedback che riceviamo durante i nostri eventi, poiché ciò ci consente di migliorarci continuamente» ha affermato Philippe Milliet, responsabile della business unit sheet-fed. «Molti partecipanti sono rimasti sorpresi della vastità dell’offerta di Bobst. Bobst è esperta nella lavorazione, la trasformazione e la stampa dei materiali ed è stato davvero gratificante poter presentare alcune delle soluzioni più innovative della nostra azienda e spiegare ai visitatori che potremmo davvero aiutarli a fare la differenza e a migliorare in modo significativo la loro attività, oggi e domani».

I partecipanti hanno potuto assistere a dimostrazioni dal vivo con le principali macchine Bobst, alla presentazione dei Servizi Bobst e all’introduzione di alcune innovazioni davvero interessanti.

Ecco cosa ho imparato da Steve Jobs

Ce lo ha raccontato il re dei chief evengelist Guy Kawasaki, stretto collaboratore di Jobs sin dai tempi del primo Macintosh – considerato uno dei miti del mondo tech USA – in occasione del primo “Digital Convergence Day”, evento organizzato dall’Università Bocconi.

Jobs era sicuramente un innovatore e un visionario, ma  – ancor più- un uomo incredibilmente determinato e con capacità comunicative e persuasive fuori dal comune. Uno dei sui mantra principali era: Customers don’t know what they want. Come dire: «Non importa quello che chiedono le persone, dobbiamo essere noi a proporre il sogno del futuro, il prodotto che nessuno immagina possa esistere, ma di cui non si potrà più fare a meno».

Nell’era dei Big Data, questo pensiero contrasta in modo piuttosto evidente con le nuove tendenze del digital marketing orientate alla raccolta dei dati, alla loro elaborazione ed al delivery di una strategia di comunicazione customer centric, esclusivamente finalizzata alla trasmissione di un messaggio personalizzato, su misura delle esigenze del consumatore.

D’altra parte, questo argomento era anche uno dei principali punti di contrasto e discussione con  John Sculley (colui che lo mise in minoranza nel consiglio di amministrazione di Apple, facendo in modo – di fatto – che venisse cacciato dall’azienda che lui stesso aveva creato). Sculley infatti sosteneva che che per avere successo era necessario che Apple commercializzasse prodotti “market driven” fatti su misura per rispondere alle esigenze e richieste del mercato. Al contrario, Jobs dimostrò – al suo rientro – di avere ragione nell’insistere nella creazione di prodotti unici, che prima non c’erano, vestiti con una strategia volta a trasformarli nella realizzazione di un sogno.

Per avere successo occorre quindi insistere con perseveranza nella ricerca di innovazione che porti “to the next curve”. Kawasaky ha ricordato che le aziende che hanno ceduto alla tentazione di intendere il futuro come una continua evoluzione – più o meno lineare – dei loro prodotti, hanno fallito. Il successo arriva quando, ad esempio – come per Bezos – si passa dalla carta al libro digitale, cioè quando si trovano nuovi paradigmi che rendono la vita più facile o divertente.

Ma la curiosità rimane il consiglio principale. Non smettere mai di fare domande come Therefore what? – Is there a better way?. E soprattutto Don’t worry, be crappy, spesso sostituito con un Good enough, is good enough. Inseguire la perfezione, nello sviluppo come nel management, non porta al risultato. Esiti ragionevoli sono già un successo. Kawasaky ha citato anche Reed Hoffman, il fondatore di Linkedin: «If you are not embarrassed by the first version of your product, you’ve launched too late». D’altra parte non è una novità: qualche magagna iniziale, da sempre, è il prezzo da pagare per chi parte per primo.

Goss e manroland web system pianificano la fusione

Goss International e manroland web systems, entrambi produttori e fornitori di sistemi di stampa offset a bobina per giornali, prodotti commerciali e packaging, stanno progettando di unire le loro attività complementari. L’azienda combinata beneficerà del footprint geografico complementare delle aziende, creerà ampie sinergie, assicurerà la redditività a lungo termine e fornirà soluzioni orientate al valore, in particolare nel settore dei servizi post-vendita. Soggetta alle varie approvazioni di legge, la fusione dovrebbe essere completata entro la metà del 2018. L’attività Contiweb di Goss International non è inclusa in questa transazione. «manroland è sulla strada del successo» dichiara Alexander Wasserman, Ceo di manroland.«Vogliamo continuare a sviluppare questo percorso creando sinergie, promuovendo le nostre attività di ricerca e sviluppo e rafforzando il focus sull’innovazione. I nostri clienti potranno scegliere tra un portafoglio più ampio di prodotti e servizi». «Questa combinazione ci consentirà di realizzare estese sinergie che ci aiuteranno a servire in modo ottimale i nostri clienti» spiega Mohit Uberoi, Ceo di Goss.

Gli attuali azionisti di Goss, American Industrial Partners e di manroland, Possehl Group (Lübeck), continueranno a essere co-proprietari della nuova società che farà affidamento sulle competenze combinate dei suoi dipendenti e proseguirà ulteriormente le attività nei settori dei sistemi di stampa roto-offset, dei servizi e dei consumabili nei mercati dei quotidiani, del packaging, della stampa commerciale e della stampa digitale. Sarà inoltre guidata l’espansione del business attraverso l’offerta di retrofit e upgrade per le macchine già installate. La sistematica espansione delle attività di e-commerce sarà una delle principali aree di focus.

Reno De Medici: firmato il preliminare di acquisto del 100% di Barcelona Cartonboard

Reno De Medici rende noto che proprio oggi è stato stipulato con il fondo tedesco di private equity Quantum Capital Partners il preliminare di acquisto del 100% di Barcelona Cartonboard S.A.U., società di diritto spagnolo e settimo player europeo nel settore del cartoncino patinato.

Gli effetti contrattuali sono sospensivamente condizionati alle Autorizzazioni di legge da parte delle competenti Autorità Antitrust. Il closing dell’operazione è atteso entro la fine del 2018. Si ricorda che il prezzo provvisorio della partecipazione è basato su un Enterprise Value di 46,4 milioni di Euro – calcolato su un EBITDA proforma per il 2018 di 8,2 milioni di Euro – e su una PFN stimata in circa 9,9 milioni di Euro. Il prezzo sarà soggetto ad aggiustamenti, contrattualmente previsti, conseguenti al livello della PFN e del capitale circolante alla data di efficacia dell’operazione.

L’acquisizione verrà finanziata da Reno De Medici S.p.A. prevalentemente con il ricorso a una specifica linea esterna di finanziamento.

Con l’integrazione di Barcelona Cartonboard S.A.U., il Gruppo RDM, secondo produttore in Europa di cartoncino da materiale riciclato, rafforzerà la propria leadership nel Sud Europa e ottimizzerà il proprio portafoglio prodotti e il servizio clienti, grazie alla prossimità dell’impianto di Barcellona ad alcuni dei maggiori converters europei.

Reno De Medici S.p.A. si è avvalsa di UniCredit S.p.A. quale proprio advisor finanziario esclusivo e di EY per le attività di due diligence a supporto dell’operazione.

 

Liyu Italia, il nuovo che avanza

Sistemi flat bed con tecnologia LED e tecnologia a bulbo, stampanti roll-to-roll a eco-solvente, UV e per stampa diretta su tessuto, anche con forno per finissaggio in linea; elettronica Panasonic, teste Konica Minolta 1024i e inchiostri Odorless su tutta la gamma prodotti: l’offerta Liyu offre nuove frontiere per il mondo della visual communication e per la stampa industriale.

Il mercato italiano ne sta cogliendo le grandi potenzialità. Dall’esordio all’ultima edizione di Viscom Italia, al successo riscosso sul palcoscenico internazionale di Fespa, fino alla recente conferma in occasione di Print4All. «Il nuovo che avanza può destare dubbi e curiosità, – commenta Paolo Littamè, portavoce Liyu Italia. – Per questo invitiamo gli operatori del settore pronti a investire in tecnologie emergenti e nuove, a fare un ultimo test visitando il nostro Centro Demo. Le prestazioni delle stampanti Liyu stupiscono, offrendo standard inediti. Ne sono conferma le numerose installazioni di questi primi mesi di attività in Italia».

Tra le ultime novità del catalogo Liyu, i sistemi presentati in anteprima italiana a Print4All: la flat bed KRJ-3020 UV-LED per supporti rigidi fino a 100 mm con un carico massimo di 300 kg e la roll-to-roll PCT-SPEED 3200 eco-solvente, con 330 cm di luce e velocità massima di 290 mq/h. I clienti del Centro-Nord Italia, inoltre, possono beneficiare della solidità e del know-how consolidato di Colorcopy, player attivo da oltre 25 anni nel mondo delle arti grafiche e della visual communication, che ha siglato con Liyu un accordo per la commercializzazione di tutta la gamma.