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La Puglia ha la sua XFlex X4 370 flessografica, presso Perruccio S.r.l.

Da sinistra Enrico Gandolfi, direttore vendite Italia per Omet, con Massimo Perruccio, amministratore delegato di Perruccio Srl, davanti alla XFlex X4 durante il collaudo della macchina.
Da sinistra Enrico Gandolfi, direttore vendite Italia per Omet, con Massimo Perruccio, amministratore delegato di Perruccio Srl, davanti alla XFlex X4 durante il collaudo della macchina.
Da sinistra Enrico Gandolfi, direttore vendite Italia per Omet, con Massimo Perruccio, amministratore delegato di Perruccio Srl, davanti alla XFlex X4 durante il collaudo della macchina.
Da sinistra Enrico Gandolfi, direttore vendite Italia per Omet, con Massimo Perruccio, amministratore delegato di Perruccio Srl, davanti alla XFlex X4 durante il collaudo della macchina.

Perruccio S.r.l. è il più grosso etichettificio in Puglia e nel proprio parco macchine include differenti tecnologie di stampa, tra cui serigrafia, tipografia, offset e digitale.

Per completare l’offerta e fornire alla propria clientela un servizio di stampa che comprendesse tutte le tecnologie, l’azienda pugliese ha preso la decisione di introdurre nel proprio parco macchine una nuova linea flessografica.

La ricerca di un macchina da stampa flessografica ha portato Perruccio S.r.l. a selezionare come potenziale fornitore Omet.
In breve tempo l’amministratore delegato, Massimo Perruccio, insieme a Enrico Gandolfi, responsabile vendite per il mercato italiano, hanno trovato l’accordo per l’acquisto di una linea XFlex X4 370 a 8 colori UV, con lamina a freddo, barra di ribaltamento carta e stampa su adesivo.

La linea è in grado di stampare su diversi tipi di materiali, siano essi cartacei con supporto oppure film plastici mono-supportati, essendo la linea dotata di sistema di raffreddamento. Grazie al dispositivo di messa a registro e relativo controllo con sistema brevettato Omet Vision-1, unitamente a un’altra serie di controlli automatizzati, la XFlex X4 370 garantisce la massima qualità di stampa e il minimo scarto.

Fortuna 10 di Agfa: il software per la creazione di elementi di alta sicurezza

id-card-2016La nuova versione del software Fortuna di Agfa è caratterizzata da nuovi strumenti di disegno e nuove griglie, oltre che da una serie di nuovi strumenti concepiti per aumentare la produttività e semplificare le attività dei designer nella creazione di elementi di sicurezza per la fascia alta del mercato. Il software include una raccolta di strumenti aggiornati e nuovi moduli. Questi strumenti mirano a ridurre i complessi calcoli manuali, aumentando la produttività e la facilità di utilizzo per chi progetta documenti che necessitano di elevata sicurezza come passaporti, documenti di identità, card, francobolli e marche da bollo, documenti di sicurezza, biglietti della lotteria e altro.

«Con Fortuna siamo alla costante ricerca di nuovi strumenti di sicurezza e cerchiamo al contempo di adattare il software per favorire un incremento della produttività nel design, affinché i grafici possano creare nuovi documenti di sicurezza in maniera più rapida, più precisa e diversificata», ha affermato Andy Grant, Global Head of Software di Agfa Graphics.

Fortuna 10 introduce Trafo, il nuovo generatore di pattern, una soluzione per le ultime sfide che si trovano ad affrontare i designer nella progettazione di documenti quali per esempio passaporti e simili. Il generatore è in grado di creare elementi molto complessi e allo stesso tempo precisi, sostituendo i dispendiosi passaggi manuali e i complessi calcoli prima necessari. Vi sono anche due nuovi raster speciali: Hair raster che aiuta a creare linee straordinariamente complesse basate su elementi specifici o immagini e Text raster che permette di usare le proprietà delle font per creare raster di sicurezza. Questi nuovi raster sono stati aggiunti alla già ampia lista di funzionalità di Fortuna per poter soddisfare le esigenze di qualsiasi stampatore o designer.

Il software Fortuna di Agfa Graphics adotta un approccio modulare e formati file di massima sicurezza.

Tra i numerosi nuovi strumenti in Fortuna vi sono anche un nuovo strumento di allineamento, guide magnetiche per gli oggetti, una speciale opzione zoom, strumenti per creare e controllare linee tratteggiate, gestione del testo da applicazioni esterne, migliore gestione delle distorsione, riflessioni e geometrie, il tutto finalizzato al risparmio di tempo nella progettazione di design complessi e di alta qualità per contrastare le contraffazioni.

Fortuna 10 sarà disponibile per ambienti Windows 10 alla fine del 2016.

Le nuove professioni della grafica oggi: le “professioni per la comunicazione”

Oggi non si parla più di “professioni della grafica” ma, più in generale, si parla di “professioni per la comunicazione”. Ma quali sono queste professioni? Neanche il mercato ha le idee chiare: troppo repentini i cambiamenti.

Però alcuni punti fissi esistono: sono i canali lungo i quali la comunicazione si realizza e raggiunge ogni angolo del mondo. Web, carta, social media, device mobili, video e IOT sono i principali touch-point a disposizione di tutti.
Con Ciro Esposito (Digital Designer) e Davide Acerbi (Digital strategist) capiremo cosa il mondo della comunicazione chiede oggi e, soprattutto domani.

Dalla voce di Ilaria Boldorini (Freelance Graphic e Web Designer), Simone Aiosa (Comunicazione, marketing e web), Simeone Franco (Digital advertiser social media strategist and seo), giovani diplomati dell’ITS A. Rizzoli, capiremo cosa significa lavorare nel mondo della comunicazione.

Non mancare!

Martedì 18 ottobre 2016 dalle 19 alle 22, presso l’Auditorium Pavoni dell’stituto Pavoniano Artigianelli. 30 Via Benigno Crespi, 20159 Milano.

Partecipa all’evento, clicca qui!

Mutoh: tutte le soluzioni per il grande formato

ValueJet 1604X, stampante per insegne e cartellonistica economica e di alta qualità da 64’’.
ValueJet 1604X, stampante per insegne e cartellonistica economica e di alta qualità da 64’’.

Mutoh produttore di plotter da taglio e stampanti di grande formato, presenterà le ultime arrivate, in stretta collaborazione con gli importatori italiani MM ELectronic e Reis Elettronica.

ValueJet 1604X, stampante per insegne e cartellonistica economica e di alta qualità da 64’’.
ValueJet 1604X, stampante per insegne e cartellonistica economica e di alta qualità da 64’’.

Rientrano tra queste la ValueJet 1604X, stampante per insegne e cartellonistica economica e di alta qualità da 64’’, la ValueJet 1638UH, stampante di grande formato UV LED a doppia testina/doppia lampada da 64″ per materiali rigidi e flessibili, la ValueJet 1938TX, stampante per la stampa diretta su tessuto da 1,9 metri e la ValueJet 405GT, stampante desktop per la stampa diretta su indumenti.

La stampante per insegne e cartellonistica ValueJet 1604X

La nuova ValueJet 1604X, modello di stampante a testina singola da 64″ (162 cm), offre una configurazione standard professionale che include un software RIP e un riavvolgitore motorizzato per rulli fino a 30 kg. La VJ-1604X offre precisione e qualità di stampa elevate, un funzionamento semplice e intuitivo e, ultimo ma non meno importante, un prezzo accessibile.
La stampante è stata progettata per i creatori di insegne alle prime armi e i fornitori di stampe più rodati che desiderano una stampante più grande e una maggiore versatilità per cambi frequenti di materiali o grandi produzioni di adesivi a colori.

La VJ-1604X integra la tecnologia di stampa Intelligent Interweaving (i²) & DropMaster di Mutoh che consente il massimo livello di automatizzazione della stampa nel mercato delle insegne e della cartellonistica.

La stampante ibrida UV LED ValueJet 1638UH

Caratterizzata da un design sfalsato a doppia testina per un incremento della velocità di stampa e da due lampade UV LED per una riduzione dei tempi di polimerizzazione, la stampante ibrida UV LED ValueJet 1638UH da 64″ (162 cm) permette la stampa su una vasta gamma di materiali rigidi e flessibili, inclusi supporti termosensibili.

Con risoluzioni di stampa fino a 1.440×1440 dpi, la stampante utilizza gli inchiostri UV LED privi di composti organici volatili Cmyk, bianco e lucido, di Mutoh per la produzione di grafiche di alta qualità per visioni ravvicinate. Una finitura per stampe speciali o di pregio è resa possibile grazie all’utilizzo personalizzato della vernice e di opzioni di stampa in rilievo.

Gli ambiti di applicazione includono le grafiche di alta qualità per visioni ravvicinate, come grafiche per imballaggi, stampe decorative da interni personalizzate, grafiche per display da esposizione, e molto altro.

ValueJet 1938TX per stampa diretta su tessuti

La stampante sfalsata a doppia testina VJ 1938TX da 75″ (1.910 mm) è stata appositamente progettata per il campionamento di produzioni digitali limitate locali e su richiesta di indumenti, rivestimenti per mobilio, tessuti per la moda, costumi da bagno, tessuti decorativi per interni, tessuti d’arredo e bandiere, fra gli altri.
Con velocità di stampa fino a 40 m²/h, tipiche per la produzione di alta qualità, la stampante integra un sofisticato sistema di alimentazione dei tessuti di nuova progettazione, tensionamento anteriore e posteriore e riavvolgitore motorizzato per supporti fino a 100 kg di peso.

ValueJet 405GT per stampa diretta su indumenti

La ValueJet 405GT è una stampante a 5 colori (CMYK + bianco) di alta qualità per la stampa diretta su indumenti appositamente progettata per la stampa diretta su indumenti scuri o chiari come t-shirt.

La stampante offre un’area massima di stampa di 420×576 mm e supporta piastre di stampa intercambiabili di dimensioni differenti (S, M e L).

La VJ-405GT utilizza gli inchiostri pigmentati per tessuti Mutoh e offre risoluzioni di stampa fino a 1.200×1.200 dpi. La stampante è appositamente progettata per fashion designer, produttori di stampe promozionali per indumenti, negozi online nonché produttori di stampe serigrafiche ed è adatta al campionamento, a stampe singole personalizzate nonché alla produzione limitata.

Stampante desktop UV LED ValueJet 426UF

La ValueJet VJ-426UF, premiata come «miglior stampante multifunzione per oggettistica del 2015» dalla European Digital Press Association, è una stampante UV LED a 6 colori (CMYK, bianco, lucido) flatbed A3+ che permette la stampa a colori diretta su una vasta gamma di materiali solidi e oggetti fino a uno spessore di 7 cm.
La stampante è appositamente progettata per la personalizzazione limitata di gadget come penne, custodie per cellulari, palline da golf, prototipi di imballaggi, premi, materiali industriali speciali, etichette, decalcomanie, insegne e molto altro.

alueJet 1638UH, stampante di grande formato UV LED a doppia testina/doppia lampada da 64" per materiali rigidi e flessibili.
ValueJet 1638UH, stampante di grande formato UV LED a doppia testina/doppia lampada da 64″ per materiali rigidi e flessibili.

Italia Grafica 70 anni | Poststampa e digitale per Müller Martini

Secondo Fabio Casale, area manager di Muller Martini, l’integrazione fra tradizionale e digitale è una carta vincente per il presente e il futuro. Il digitale, infatti, non è qualcosa che «aggredisce» il mondo del tradizionale, ma lo arricchisce. Muller Martini ha fatto ciò attraverso il Finishing 4.0.

Il potere della lattina: stampa diretta sul contenitore

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I prodotti in lattina sono in crescita e il mercato della birra artigianale registra un rapido incremento: non stupisce quindi che uno sviluppatore digitale specializzato, il produttore inkjet digitale del Regno Unito Tonejet, con sede a Cambridge, stia perfezionando tecnologie avanzate per fornire soluzioni a converter e produttori di birra.

Sappiamo tutti, come consumatori, che prima di fidelizzare un cliente, e prima che questo sia disposto a mettere mano al portafoglio, il brand deve lavorare duramente per essere visto e notato da noi. La questione è avvertita ancor più acutamente dalle nuove imprese, come i produttori di birra artigianale con fondi limitati, ma anche i produttori di birra e di bevande di dimensioni più grandi non sfuggono a questa pressione.

Per questo motivo, le opportunità di marketing e vendite rese possibili dalla nuova tecnologia di stampa stanno spingendo il mercato a preferire le lattine stampate digitalmente.

In passato, i produttori di birra artigianale non hanno potuto sfruttare appieno il potenziale di marketing ricavabile dal packaging dei loro prodotti, in particolare con la crescita del mercato della birra in lattina, a causa della mancanza di flessibilità dimostrata dall’industria della stampa di lattine. Oggi, utilizzando la tecnologia di stampa digitale, possono usufruire di tale flessibilità: sono in grado di ordinare tirature medio-piccole di lattine da stampatori a contratto, con un design che potrebbe essere diverso per ciascuna lattina o essere personalizzato per una particolare fermentazione o per un evento speciale. I produttori di birra artigianale stanno scegliendo di produrre versioni diverse delle loro fermentazioni e, cosa fondamentale, di utilizzare l’area superficiale più estesa della lattina per differenziare ulteriormente il proprio brand. Le lattine offrono infatti la possibilità di utilizzare l’intera altezza del contenitore e l’intera circonferenza a 360 gradi della lattina. Questo spazio è molto superiore a quello che un’etichetta potrebbe offrire in modo economicamente conveniente; i produttori di birra hanno quindi la possibilità non solo di esplorare opportunità creative per affermare il proprio marchio, ma anche di aggiungere ulteriori informazioni per raccontare la propria storia e vendere i propri prodotti.

La lattina, anche se tradizionalmente era il contenitore d’elezione per il mercato delle birre a bassa fermentazione prodotte in massa, è ora ampiamente adottata in tutto il settore delle birre artigianali statunitensi, e tutti i segnali indicano che presto la stessa cosa avverrà anche in Europa. Nel Regno Unito, alcuni dei produttori di birra artigianale che hanno adottato per primi la lattina sono Brewdog, Camden Town, Fourpure e Beavertown.

A causa del tradizionale processo di stampa analogico utilizzato per decorare le lattine e del punto di crossover economico dei fornitori, quantitativi minimi di circa 150.00 pezzi, con tempi di produzione di diversi mesi, rappresentano un notevole ostacolo per la continua crescita dei piccoli produttori indipendenti che offrono birra in lattina. Questo significava che cambiare un’etichetta per riportare le informazioni relative a un evento musicale o sportivo locale, oppure confezionare una nuova fermentazione in edizione limitata, non era semplicemente possibile senza pianificare e pagare con mesi d’anticipo.

Tonejet ha perfezionato un nuovo sistema di stampa digitale drop-on-demand elettrostatico di tipo avanzato, progettato per permettere a confezionatori e produttori di birra artigianale di produrre tirature medio-piccole di lattine e, cosa fondamentale, ad alta velocità e con una stampa di qualità elevata, nonché a basso costo. Questi sistemi vengono forniti attraverso partner per le attrezzature che costruiscono macchinari che utilizzano il motore di stampa digitale di Tonejet.

Il motore di stampa digitale di Tonejet utilizza testine di stampa senza ugelli per offrire affidabilità industriale.

E non sono solo i vantaggi per il marketing a orientare la preferenza verso le lattine. Innanzitutto, le lattine preservano meglio la freschezza e qualità di una birra; a differenza delle bottiglie, escludono la luce UV che degrada i luppoli alterando il gusto e la natura del prodotto.

In secondo luogo, se messe a confronto con le bottiglie, per il consumatore le lattine sono più facili e sicure da conservare e trasportare. Per i produttori artigianali e il mercato degli eventi all’aperto, questo aspetto è molto importante. Eliminando il problema dei vetri rotti, gli organizzatori di eventi e i responsabili di luoghi pubblici approvano ora il consumo in loco di bevande in lattina, mentre è raro che autorizzino le bottiglie.

Già solo questo vantaggio, di per sé, rappresenta un’enorme opportunità per il mercato della birra artigianale, soprattutto se associato alla stampa digitale delle lattine. Il basso costo della stampa digitale fornisce ora la possibilità, per prodotti di marchi e fermentazioni particolari, di essere realizzati in modo economicamente conveniente e di essere venduti in occasione di eventi grandi e piccoli. Per gli organizzatori di eventi, questo assicura ulteriori opportunità di marketing e introiti, aumentando nel contempo l’esperienza complessiva del consumatore/visitatore.

Perciò, la stampa digitale di lattine sta sicuramente avendo risonanza nel mercato della birra artigianale ed è destinata ad alimentare un’ulteriore crescita e adozione di questo prodotto nel prossimo futuro. Ma è improbabile che l’utilizzo della stampa digitale di lattine si limiti al solo mercato della birra artigianale. Poiché in tutto il mondo esistono migliaia di produttori artigianali di bevande alcoliche e analcoliche, le opportunità per la stampa digitale delle lattine appaiono sostanziose.

E, cosa ancor più importante, quanto tempo ci vorrà prima che i produttori di bevande di dimensioni più grandi cerchino di sfruttare la tendenza dello “speciale/artigianale” e decidano di produrre a loro volta piccole-medie tirature in proprio? Se non ci stanno già lavorando, di sicuro lo faranno a breve.

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La Filiera della carta si dice soddisfatta dell’approvazione alla Camera della legge per l’editoria

Confindustria

«L’approvazione definitiva del DDL editoria è una buona notizia». È il commento del Coordinamento della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione* (Acimga, Aie, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg) dopo l’approvazione alla Camera della legge sull’editoria di ieri.

«Va dato atto al Governo e al Parlamento di avere individuato una serie di strumenti per affrontare la situazione di perdurante difficoltà del settore.»

Per il Coordinamento della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione ora occorre far presto e attuare subito la norma sugli sgravi fiscali per gli investimenti pubblicitari sulla stampa. «Per far fronte alla caduta degli investimenti pubblicitari sulla stampa (ancora in caduta del 5,1% sui quotidiani e del 3% sui periodici nei primi 7 mesi 2016) la Filiera sostiene la detassazione degli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici, misura che premia le imprese che investono in pubblicità». Sottolinea che «la misura, contenuta nella legge approvata oggi deve essere attuata con rapidità in quanto ha il duplice obiettivo di rilanciare gli investimenti pubblicitari, con la loro funzione di spinta ai consumi e, al contempo, garantire risorse a quotidiani e periodici, veicolo di cultura e libertà».

L’altro tema sul quale il Coordinamento richiama l’attenzione è quello della promozione della lettura e dei consumi culturali. «Rimane forte la necessità di dare un nuovo impulso al consumo dei prodotti culturali da parte delle famiglie: la Filiera ha proposto una detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici, in percentuale all’importo speso nel corso dell’anno. La detrazione proposta dalla Filiera è utile per la promozione stabile della lettura e per sostenere il diritto allo studio e alla conoscenza, il cui esercizio alimenta il sapere e il futuro del nostro Paese.»

In questo senso il Bonus Cultura per i diciottenni, di prossima attuazione e già previsto nella Legge di Stabilità 2016, è certamente positivo e lo sarà tanto più se sarà esteso dal settore dei libri anche a quello dei quotidiani e dei periodici.

*I numeri della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione:
-Fatturato 2015: 30,63 miliardi di €
-Export 2015: 9,48 miliardi di €
-Occupazione diretta: 197mila addetti
-Occupazione indotta: 490mila addetti
-Occupazione totale: 687mila addetti

Photoshop CC 2015: massima efficienza per risolvere situazioni di scontorno critiche

Con l’ultimo aggiornamento del 20 giugno scorso Photoshop CC 2015.5 ha riorganizzato e migliorato un comando che già funzionava piuttosto bene. Sostanzialmente invariato fin dalla sua introduzione in CS3, nell’aprile 2007, per circa una decina d’anni ha semplificato i processi di scontorno di tutti gli operatori.

Già testato a dovere in Photoshop Elements nei due anni precedenti, in questo articolo lo prenderemo in esame in maniera puntuale, un po’ perché non lo abbiamo mai fatto in nessun articolo (l’ho vagamente accennato in un paio di occasioni ma nulla più) e un po’ perché mi ha sorpreso per l’efficienza con cui risolve situazioni di scontorno critiche.

A volte ritornano…

Nel numero 6 di luglio 2013 avevo parlato di alcune tecniche di scontorno legate all’uso dei canali. La modella presentava una nutrita quantità di riccioli che, seppur già su fondo bianco, non potevano essere selezionati con nessun strumento di selezione «base», o per lo meno, non con l’uso di un singolo strumento.

Quando ho voluto testare il nuovo Seleziona e maschera… ho ripreso esattamente la stessa foto e ho ri-affrontato la selezione dei capelli: a differenza del «vecchio» Migliora bordo il risultato è stato ben più che soddisfacente su tutta la linea, anche in quelle regioni dove non c’era modo di intervenire adeguatamente senza scomodare i canali.

Per questo motivo se ad alcuni di voi sembrerà di aver già visto la foto della modella utilizzata in questo articolo è probabilmente perché l’avete già vista su queste pagine tre anni fa.

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Comparativa tra il risultato di scontorno ottenuto tre anni fa usando le tecniche basate sui canali (a sinistra) e quello ottenuto adesso in tempi più ridotti con il nuovo Seleziona e maschera. Ho evidenziato alcune zone dove sarebbe necessario l’intervento manuale per rifinire il risultato ma ciò che si ottiene mette in condizioni qualunque operatore di scontornare quasi tutto molto bene e in breve tempo.

Uno sguardo all’interfaccia

Una prima sostanziale differenza rispetto al passato riguarda la modalità di accesso all’area di lavoro specificatamente creata per il comando: finora si poteva accedere a Migliora bordo solo dopo aver creato preventivamente una qualunque selezione, ora è possibile accedere alla nuova area operativa anche senza averne fatta una e partire direttamente da lì.

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Il bottone di accesso alla nuova area di lavoro Maschera e seleziona. Ora ci si può andare subito e iniziare la selezione successivamente, utilizzando gli strumenti appositamente sintetizzati nella specifica barra strumenti.

Anche il passaggio al Migliora bordo maschera a cui si poteva accedere dal pannello Proprietà quando ci si trovava su una maschera di livello è stato ora snellito con il messaggio che vedete in figura sotto, che vi consente di impostare una preferenza per l’accesso diretto alla nuova area di lavoro.

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Facendo doppio clic sulla maschera di livello ora vi si presenta questo messaggio (una volta sola, poi lo si può cambiare dalle preferenze). Prima avrebbe mostrato direttamente il pannello Proprietà, ora vi chiede se volete accedere direttamente alla nuova area di lavoro Mascera e seleziona. Piuttosto azzeccato considerando che la maggior parte degli usi del pannello Proprietà>Maschere era proprio quello di accedere al Migliora bordo maschera.

Appena attivata l’area in questione vi troverete sulla sinistra una barra degli strumenti specifica e un pannello Proprietà specifico sulla destra (bullet 5), che in buona parte ricorda quello vecchio.

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Gli strumenti specifici della nuova area, ci sono molte vecchie conoscenze ma il nuovo Migliora Bordo fa decisamente la differenza sulle rifiniture.

Negli strumenti di sinistra l’unica novità è il secondo, gli altri funzionano come di consueto.

Andando con ordine:

Selezione Rapida: fate clic sull’area che volete selezionare e tenendo premuto trascinate come se doveste evidenziarla con un evidenziatore. Non è necessario essere particolarmente precisi perché l’algoritmo di Photoshop cercherà di rilevare i bordi del soggetto in maniera automatica. Se la selezione eccedesse i contorni desidera è sempre possibile sottrarre parti di selezione tenendo premuto il tasto Alt ed evidenziando le zone in più. Non è comunque infallibile quindi se l’algoritmo automatico non interpreta l’immagine come desiderate si può sempre integrarlo con i consueti strumenti manuali (per esempio il Lazo, come vedremo tra poco).

Migliora Bordo: se il precedente delimita grossolanamente l’area questo nuovo strumento la rifinisce localmente come mai prima è stato possibile. Nelle zone dei capelli per esempio si può «evidenziare» le zone che ci interessano di modo da circoscrivere l’analisi solo a quelle, in modo molto più efficace rispetto a quanto poteva fare in precedenza l’opzione Bordo (tuttora presente ma di fatto ora meno indispensabile, anzi…).

Pennello: Similmente a quello precedente consente di aggiungere e togliere parti di selezione, come se si stesse lavorando sulle maschere tradizionali, tipo maschera veloce.

Lazo: esattamente come il lazo tradizionale vi permette di isolare rapidamente aree che verranno istantaneamente aggiunte o tolte alla selezione esistente.

Mano e Zoom non hanno bisogno di particolari presentazioni.

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Questa à l’area di lavoro integrale con la zona rossa a indicare l’esterno della selezione. Notare l’irregolarità iniziale a riprova del fatto che le rifiniture sono ottimamente gestite dal passaggio successivo, con lo strumento Migliora bordo.

Come si può vedere dalla figura sopra la selezione grezza iniziale è molto, troppo ampia rispetto all’area ricoperta dai ricci, nell’esempio è stato utilizzato un valore di bordo piuttosto alto (70 px) ma anche portandolo al massimo restano scoperte delle zone bianche più vicine al viso e al collo su cui non era possibile intervenire fino a oggi.

Con lo strumento Migliora Bordo invece possiamo ora evidenziare le zone di rifinitura con risultati in tempo reale decisamente notevoli, soprattutto considerando la complessità del soggetto.

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Questa è la sequenza di selezione, dallo status grezzo iniziale, a quello intermedio (inutile a conti fatti) utilizzando un valore di bordo pari a 70, a quello finale dopo l’intervento con lo strumento Migliora bordo.

Inoltre, mentre il «vecchio» Migliora bordo era valido per i contorni con componenti semitrasparenti e semiconsistenti, come capelli mossi, foglie e vegetazione fine ecc…, non era altrettanto efficace nei soggetti con contorni netti. Di fatto la maggior parte dei soggetti da scontornare presenta difficoltà miste, era perciò necessario procedere per gradi e unire le eventuali selezioni diversificandone gli approcci.

Il nuovo Migliora bordo maschera risente molto meno di queste problematiche, proprio in virtù dello strumento sopra descritto e di un algoritmo di calcolo più efficace.

Niente di nuovo invece sul fronte dei parametri e delle modalità di output, c’è stato un semplice cambio di denominazione per cui il precedente «Arrotonda» si chiama ora «Liscio» (di fatto non cambia niente, quindi vai col Liscio).

Un’ultima nota di chiusura la merita l’opzione Decontamina Colori, che rispetto alla vecchia generazione perde il cursore percentuale in cui si poteva decidere l’intensità di rimozione del colore di sfondo, ma che funziona benissimo ugualmente e non ne fa sentire la mancanza.

Italia Grafica 70 anni | Stampatori&mercato: Diego Carbonara di Mediagraf

Diego Carbonara, responsabile commerciale di Mediagraf, spiega come si può restare al passo con i tempi e col mercato: politiche di consolidamento finanziario, attenzione ai prezzi e alle politiche di vendita, ma anche alle esigenze creative del cliente e alle nuove pubblicazioni digitali, patrimonio delle arti grafiche.

«Il valore aggiunto è assicurare la crescita (per esempio quest’anno con l’acquisto di una nuova rotativa), che ci fa stare al passo coi tempi, e diversificare i prodotti. Siamo così vicino agli editori, alle loro esigenze. In più crediamo molto nel servizio a 360 gradi e per questo abbiamo aperto da ormai tre anni Mediagraf Lab, per favorire la crescita del prodotto stampato, al passo col digitale.»

Latte in cartone: può davvero funzionare?

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Un gruppo di giovani designer brasiliani ha progettato un kit costituito da un guscio in cartone e quattro buste flessibili di capacità 700 ml ciascuna: il cartone – praticamente un pack secondario – permette di dare rigidità e protezione meccanica alla busta; le quattro «ricariche» sono a diretto contatto con il latte e vengono inserite nel guscio esterno.

Il poliaccoppiato è davvero il miglior confezionamento possibile per il latte o è possibile immaginare qualcosa di diverso? Forse esistono alternative. Ha provato a proporne una un gruppo di giovani designer brasiliani – Danilo Saito, Maira Kondo, Akira Mizutani, Lau Bellesa e Mariana Mascarenhas – che ha disegnato un concept pack che, se applicato su scala industriale, rivoluzionerebbe il modo di confezionare il latte.

Il team di sviluppo ha pensato di «scomporre» il poliaccoppiato in due parti, fisicamente separate tra loro: una busta interna in film flessibile ricavato da fonti rinnovabili (mais, secondo il progetto), chiusa con tappo a vite e un contenitore esterno in cartoncino riutilizzabile. Secondo gli ideatori, i vantaggi di questa proposta sono notevoli, soprattutto sotto il profilo della sostenibilità. Anzitutto il volume di ogni busta è più compatibile con i consumi di latte di nuclei familiari sempre più piccoli e questo va a incidere, almeno potenzialmente, sugli sprechi alimentari.

Il fatto che le due componenti dell’imballaggio siano di per sé separate, poi, semplifica la gestione dell’imballo vuoto: il cartone entra nella filiera del riciclo della carta, la busta in quello delle plastiche; dove è possibile potrebbe essere addirittura inviato al compostaggio. Inoltre il fatto di riutilizzare quattro volte lo stesso guscio di cartone riduce l’utilizzo di cellulosa.

Sicuramente il progetto dimostra una grande sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali, ma può diventare davvero una soluzione applicabile a livello industriale per il confezionamento del latte? Abbiamo posto questa domanda a degli esperti di imballaggio, anche se con diverse sensibilità: Stefano Farris, ricercatore del Defens – Università degli Studi di Milano, che ha analizzato la soluzione sotto il profilo tecnico e della protezione dell’alimento; e Alice Tacconi e Mirco Onesti, partner di Reverse Innovation, un’agenzia di creatività specializzata in brand e prodotti del largo consumo, che hanno invece valutato la fruibilità del pack. Ecco le loro opinioni sul concept del designer brasiliano.

Idea interessante, ma mancano garanzie sulla shelf life

«A mio avviso questa confezione è di grande impatto a livello di marketing e di design, ma a livello di funzionalità mi lascia perplesso. Il latte, infatti è confezionato in un film costituito da un polimero di origine rinnovabile e per giudicarne l’adeguatezza tecnica sarebbe opportuno conoscere le caratteristiche del materiale, in particolare la permeabilità a gas e vapori e quella alla luce» esordisce Stefano Farris. «Questo imballo si propone in alternativa al poliaccoppiato e ne vengono evidenziati i punti di forza a livello ambientale: il fatto che sia costituito da due parti separate – il cartoncino esterno e il film flessibile interno – entrambi di origine rinnovabili e molto semplici da smaltire separatamente. Però oggi capita molto spesso che si pensi prima al design e all’impatto ambientale, che non all’aspetto tecnico: quello legato alla shelf life dell’alimento. La prima funzione di un pack alimentare è quella di proteggere l’alimento e prolungarne la conservazione. Se viene meno la funzione primaria, il resto ha poco senso. Anche considerando il solo aspetto ambientale, se il bio-imballo non garantisce le stesse performance di quello tradizionale in quanto a shelf life, permette sì di ridurre l’impatto ambientale del pack, ma rischia di aumentare lo spreco di latte e questo non è accettabile.» Prosegue Farris: «c’è un altro aspetto da valutare: i biopolimeri, per avere performance di processo paragonabili a quelli di origine fossili, devono essere addizionati di sostanze che li rendono capaci di sopportare il processo di produzione e il confezionamento. Risulta quindi indispensabile affrontare l’aspetto relativo al contatto con gli alimenti, prendendo in esame aspetti come la migrazione di sostanze potenzialmente pericolose, la neoformazione di composti… Se quindi ci fossero studi su questo imballaggio in grado di dimostrare che ha le stesse proprietà del poliaccoppiato in termini di protezione dell’alimento e che non rappresenta un potenziale pericolo per la salute del consumatore, lo giudicherei positivamente. Se così non fosse, ritengo che certi esperimenti è giusto che rimangano tali: non rischiamo di fare dei passi indietro dal punto di vista della protezione dell’alimento».

Non dimentichiamo il consumatore!

«Il pack realizzato da questo gruppo di designer propone spunti tecnici e creativi sicuramente molto interessanti. La premessa iniziale, legata alla semplificazione dello smaltimento dei rifiuti e alla loro riduzione, è senza dubbio un trend in pieno sviluppo nel mondo del packaging. È molto positivo che emergano dei concept che propongono soluzioni innovative e non convenzionali, in termini sia di scelta dei materiali sia di sviluppo grafico» è invece la riflessione di Alice Tacconi e Mirco Onesti.

«Le idee ci sono, mentre alcuni aspetti funzionali andrebbero interpretati meglio: la confezione è pensata per rispettare l’ambiente ma finisce per dimenticarsi, in parte, del consumatore! La fruibilità del prodotto risulta un po’ complessa: aprire e richiudere più volte il cartone esterno, per sostituire all’interno la confezione in plastica non è molto pratico, soprattutto per un prodotto di consumo quotidiano. Occorre inoltre tener conto anche delle specificità strutturali dei materiali. La parte in cartone, che fa da armatura alla plastica e sostiene la confezione, è quella strutturalmente più debole. Rischia infatti di bagnarsi con l’umidità del banco frigo e del frigo domestico ed è anche soggetta a continue sollecitazioni meccaniche nei momenti di apertura e chiusura. Non dimentichiamo però che questo è un progetto concettuale: il suo scopo è quello di stimolare una riflessione e di mostrarci un futuro possibile, fatto di materiali, soluzioni e abitudini di acquisto e di nuove fruizioni. Sarebbe davvero bellissimo se il package design si evolvesse sempre più in questa direzione!»

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