Argi ha commentato i dati del Mercato Arti Grafiche 2013. L’associazione ha infatti presentato i numeri della ricerca condotta a inizio anno dedicata all’andamento del venduto di attrezzature e soluzioni di stampa. Un appuntamento che quest’anno ha evidenziato una novità significativa: grazie al recente accordo tra Argi e Asso.IT (l’associazione che storicamente raggruppava le aziende fornitrici di sistemi di stampa digitale), l’osservatorio di mercato mette insieme valutazioni, andamenti e commenti sul totale del venduto al settore arti grafiche, indipendentemente dalla tecnologia di stampa considerata. La storicità dell’osservatorio attivo anche in Asso.It (per il comparto digitale) ha inoltre permesso di avere a disposizione trend storici degli ultimi 5 anni su cui l’associazione si è confrontata durante l’Assemblea annuale, lo scorso 20 febbraio. «Oggi non è più sufficiente andare a osservare i valori numerici del fatturato derivante dal venduto di attrezzature, sistemi di stampa o di finishing per dar un giudizio sul mercato», ha commentato Francesco Crotti, presidente Argi. «Nel nostro Paese, ma non solo, siamo in una perdurante situazione di debolezza della domanda interna ed è quindi normale che fatturati e vendite registrino segni di decrescita nel loro complesso. Il passaggio che oggi la filiera grafica deve sostenere è quello di un’industria che passa dal concentrarsi sui volumi al concentrarsi sul valore aggiunto».
Ecco in sintesi qualche dato della Survey Argi relativa all’anno 2012.
Il mercato delle lastre ha continuato il suo percorso di calo in termini di mq/anno, attestandosi poco sotto i 20 milioni di m2 e registrando un -8% rispetto al 2011.
L’evoluzione di fatturato di sistemi di stampa include sia le macchine offset, sia i sistemi di stampa digitale con capacità produttiva superiore alle 70 pagine per minuto in full color o superiori alle 150 pagine per minuto in monocromatico. È poco meno di 160 milioni di euro il valore totale del venduto, dato che rappresenta un -20% rispetto allo scorso anno. L’analisi del peso dei vari formati sul numero dei gruppi stampa installati nel 2012 mostra come i formati 35/50 e 50/70 siano le famiglie che soffrono maggiormente (legate a clienti piccoli che non stanno investendo). Il formato 70/100 è il formato con la maggior richiesta e risposta dal mercato. Le macchine di grande formato (legate al packaging e alla cartotecnica e alle grandi aziende) dimostrano ancora una buona tenuta sul mercato.
Il segmento della legatoria vede una situazione di forte rallentamento degli investimenti ed è soprattutto nelle aziende piccole che la situazione di calo della domanda genera i maggiori problemi. Un dato che risulta invece importante in questo comparto è quello del service che diventa una parte ancora più determinante del fatturato viste le difficoltà congiunturali verso investimenti in nuovi sistemi. Le prospettive del comparto post-stampa sono anche legate allo sviluppo di installazioni di stampa digitale di alto volume. Drupa in questo comparto ha portato parecchie novità, ma sarà il 2013 a dare riscontro della risposta delle imprese grafiche.
«I segni meno che si riscontrano nelle slide all’interno dei vari comparti ci danno un’indicazione macro dell’andamento di un mercato di sbocco, per i fornitori di sistemi di stampa, che ha raggiunto una sovracapacità produttiva e che deve ora rivolgere la propria attenzione a cosa e come produrre. E a cosa e come proporre i propri servizi ai clienti vecchi e nuovi», ha concluso Francesco Crotti.
È infatti confermato, anche nei pareri raccolti dalle aziende associate ad Argi, che per fare business facendo il mestiere dello stampatore serve oggi incrementare le proprie competenze su vari fronti, sia cartacei che digitali: serve dotarsi di processi produttivi con avanzate potenzialità di automazione e ottimizzazione dei flussi di lavoro e di relazione con la clientela; serve conoscere e approfondire i linguaggi della comunicazione e dei media integrativi rispetto al media carta. Consapevoli che la stampa non è più un settore primario ma diventa una parte della comunicazione.
L’invito di Argi è che il mercato delle arti grafiche trovi una propria coesione nel portare all’attenzione di istituzioni e operatori il tema della stretta creditizia che il settore sta soffrendo in modo particolare. Anche attraverso la promozione di un codice di self-regulation a favore di comportamenti economico-sostenibili che, opportunamente promossi e sostenuti, potrebbero creare le basi di una diversa considerazione del comparto a livello politico o del sistema creditizio.