RGB o CMYK, con quale è meglio lavorare?

Per alcuni tecnici delle arti grafiche può sembrare una domanda retorica, ma a quanto pare dopo aver ascoltato molte persone durante i meetup organizzati da Arti Grafiche Stampa e Web, abbiamo capito che nella comunità dei creativi, grafici e delle agenzie di comunicazione c’è ancora incertezza sull’argomento. Se si pone la domanda sul web a Google, le risposte si contano a centinaia e nei vari forum delle comunità o dei gruppi dedicati alla creatività e al design, capita spesso di leggere pareri contrapposti che disorientano. La risposta che abbiamo trovato sul sito web del compianto Mauro Boscarol è priva di incertezze: nel flusso di lavoro, è importante conservare i dati RGB quanto più è possibile, e fare la separazione in CMYK il più tardi possibile ossia prima di mandare gli elaborati in stampa quando si è certi della tecnologia e del substrato che si utilizza.

Il gruppo MeetUp (Arti Grafiche Stampa e Web) coordinato da Renato Gelforte supera i 1500 membri e ha organizzato 103 incontri in 4 anni. In particolare questo tema specifico ha coinvolto tre esperti del settore: Giovanni Daprà, che si occupa di organizzazione della prestampa e stampa, Manuel Rosini docente di informatica, computer grafica e web presso l’Università Europea del Design di Pescara e Mauro Lussignoli consulente nell’ambito delle applicazioni di stampa.

L’incontro in diretta è in visibile in versione registrata su (https://youtu.be/45A9g1IkIkI), e ha messo in luce altri aspetti del flusso di lavoro che talvolta vengono ritenuti superficiali o marginali mentre sono fondamentali e ineludibili, tra i tanti pilastri segnaliamo quelli su cui c’è ampia convergenza di pareri:

1) La correzione del colore si attua solo in metodo colore RGB;

2) Per la conversione in CMYK si utilizza il profilo colore fornito dallo stampatore (non facile da ottenere) o i profili a norma (possibilmente aggiornati);

3) Dopo la conversione colore (da RGB a CMYK ) non si deve intervenire sul file per la correzione colore. Se si fa si deve essere consapevoli che si alterano i canali colore rendendoli disomogenei, di conseguenza si interferisce sulla qualità della stampa.

Il dibattito al termine della presentazione ha fatto emergere degli argomenti che hanno generato un confronto tra i presenti. Alcuni di loro hanno evidenziato che il brand owner, talvolta non informa il grafico o l’agenzia in merito allo stampatore e neppure con quale tecnologia verrà stampato l’elaborato. Succede che sia lo stesso stampatore a non fornire le specifiche, vuoi perché talvolta si interloquisce con dei broker di stampa e non direttamente con il grafico.

A tale affermazioni i tre esperti sono consapevoli che non sempre si hanno tutte le informazioni, in molti casi per negligenza in altri per mancata conoscenza della loro importanza. Una cosa è certa, le informazioni ci sono sicuramente in quanto nessun cliente assegna una commessa se non ha un preventivo in mano dove sono riportati il numero dei colori, la tipologia di substrato (carta, film, ecc.), la tiratura, i tempi di consegna, ecc.

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