RafCycle è il programma, sviluppato da UPM Raflatac, per la valorizzazione e il riciclaggio degli scarti derivanti dai materiali autoadesivi, altrimenti destinati allo smaltimento nelle discariche.
Nell’ambito delle arti grafiche il settore dei materiale autoadesivi è uno fra quelli maggiormente orientato verso l’innovazione, ma ha come «unico» grande handicap quello dell’ampio volume di scarti-rifiuti che vengono generati lungo il processo, come spiega Stefano Pistoni, Regional Sales Manager di UPM Raflatac – divisione Engineered Materials di UPM Kymmene – che si occupa della produzione e fornitura di materiali autoadesivi per etichette. «Negli ultimi anni tutte le associazioni di categoria a livello locale e internazionale si stanno muovendo per trovare delle soluzioni di smaltimento più sostenibili. UPM Raflatac ha investito tempo e risorse ed è riuscita a realizzare RafCycle, che consente di trasformare, in maniera vantaggiosa, i sottoprodotti generati durante il ciclo di vita dei materiali autoadesivi in materie prime sostenibili. Offre numerosi vantaggi agli stampatori, ai confezionatori e all’intero settore dell’etichettatura: oltre a ridurre il conferimento in discarica per questa tipologia di rifiuti offre, nella maggior parte dei casi, un interessante risparmio economico. Questo servizio innovativo è stato reso possibile perché UPM è una realtà “integrata”, nel senso che produciamo materiale autoadesivo, ma siamo fondamentalmente un gruppo di cartiere: questo ci permette di avere delle sinergie di gruppo che non sono riscontrabili in altre organizzazioni meno ampie o, perlomeno, non a livello globale».
Tre progetti diversi
RafCycle si basa sull’impiego dei sottoprodotti generati dai materiali autoadesivi: residui di lavorazione derivanti dalle operazioni di accoppiamento e taglio della cartiera, scarti generati dalle operazioni di trasformazione carta degli etichettifici, e quelli derivanti dalla dispensazione delle etichette nell’ultima fase del ciclo di vita. Il primo progetto riguarda il recupero degli scarti di trasformazione che vengono poi inviati alla cartiera di Schongau in Germania, dove sono utilizzati come combustibile per la cartiera stessa (Waste To Energy), mentre il secondo si rivolge alle glassine, cioè il liner delle etichette. «La glassine è realizzata con carta di pura cellulosa a fibra lunga, quindi di pregio, che a causa della presenza di silicone non era in alcun modo riciclabile», afferma Pistoni, «UPM Raflatac ha messo a punto, presso la cartiera di Plattling in Germania, un procedimento tecnologicamente avanzato che consente di eliminare il silicone e generare cellulosa che viene utilizzata per produrre nuova carta».
Il terzo progetto riguarda il recupero del supporto ProLiner PP30 realizzato da UPM Raflatac con un film in polipropilene da 30 micron. Pesa la metà rispetto a una glassine tradizionale, quindi a parità di volume di etichette si ha il 50% in meno di scarti, offre una notevole efficienza in termini di dispensazione e applicazione e può essere riciclato in due modi, come spiega Pistoni: «L’utilizzatore finale lo può rivendere oppure noi acquistiamo gli scarti che vengono inviati allo stabilimento di Bruchsal (Germania) e utilizzati come materia prima per la produzione di UPM ProFi». Si tratta di un materiale composito in legno-plastica che è usato per applicazioni, quali le coperture per porticati e superfici esterne.
Servizio efficiente e certificato
«In Italia, nonostante l’elevata burocrazia che il nostro Paese impone sulla gestione rifiuti, abbiamo raggiunto livelli di servizio che non sono ancora riscontrabili in altri stati europei. RafCycle, oltre a essere una soluzione innovativa per il settore, è un ottimo strumento di vendita: i clienti che hanno aderito al nostro programma possono a loro volta proporre queste soluzioni ai propri clienti finali, differenziandosi dalla concorrenza e offrendo una soluzione innovativa e vantaggiosa. Grazie alla joint venture con LCI (Lavorazione Cartiere Italiana), unico intermediario in Italia per l’acquisizione del macero per le cartiere UPM e anche una nostra partecipata, abbiamo la possibilità di proporre un servizio “chiavi in mano”, svolto secondo standard qualitativi elevati», afferma il manager, «LCI si muove in base alle nostre indicazioni e, dopo avere stipulato un contratto diretto con l’azienda, demanda alla piattaforma di riferimento – 85 presenti in modo capillare su tutto il territorio italiano – la raccolta degli scarti che verranno poi inviati presso i nostri siti in Germania».
Le aziende che aderiscono al programma diventano Partner RafCycle e possono utilizzare il relativo logo per le comunicazioni e le operazioni marketing con i propri clienti.