Federazione

Una visione di filiera: intervista a Carlo Emanuele Bona, presidente di Federazione Carta Grafica

Carlo Emanuele Bona, neo presidente di Federazione Carta e Grafica, è chiamato durante il suo mandato a consolidare il progetto federativo, nato per dare più forza istituzionale ai settori che la compongono e per sviluppare progetti sinergici nei confronti degli associati in particolare sui temi trasversali alla filiera, come la transizione digitale e la transizione ecologica.

Eletto alla presidenza della Federazione Carta e Grafica (FCG) il 22 giugno scorso, Carlo Emanuele Bona, vice presidente dell’azienda grafica Vincenzo Bona, specializzata nella stampa per l’editoria, inizia il proprio mandato con l’obiettivo di consolidare il progetto federativo, così come ha fatto il suo predecessore Girolamo Marchi nell’ultimo biennio.
«Gli obiettivi che erano alla base della nascita della Federazione, che coinvolge Assocarta, Assografici e Acimga, non sono cambiati, anzi – afferma Bona – semmai l’esperienza di questi quattro anni ci ha rafforzati nella convinzione sull’utilità e la forza, a livello istituzionale, di un soggetto capace di fare sintesi delle istanze dell’intera filiera. Così come i grandi temi presidiati sia a livello di comunicazione, penso alla valorizzazione della carta e alla promozione dalla lettura, sia a livello di supporto alle aziende, penso alla transizione digitale e green, sono certamente di grande attualità. Quindi il mio lavoro non potrà che essere in forte continuità rispetto a quello svolto da chi mi ha preceduto».

Tra progetti e identità

Sin dalla propria fondazione nel 2017, spiega Bona, la Federazione ha saputo presidiare gli ambiti di maggiore interesse per le industrie del settore e trattandosi di temi strategici per le loro attività non possono che essere presenti anche nell’agenda di programma della nuova presidenza. Le transizioni ecologica e digitale sono oggi infatti di assoluta attualità, essendo i punti cardine del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e il fatto che la Federazione ne abbia in questi anni fatto oggetto di due progetti dedicati alle imprese del settore è dimostrazione di una certa lungimiranza e di una consapevolezza di quali siano i temi strategici e trasversali di filiera da presidiare
Con i fondi del PNRR, spiega il neo presidente, «il Paese ha la grande opportunità di accelerare sui processi già in atto e i nostri settori, già protagonisti dell’economia circolare, possono in questo ancor più beneficiare di questo contesto straordinario, anche grazie ai progetti della nostra Federazione. Al centro dell’ammodernamento del Paese e delle grandi riforme utili, deve essere posto anche il tema dell’importanza della cultura, che per il settore si traduce in spinta e sostegno all’editoria di libri e della stampa periodica».
Il PNRR è quindi un’opportunità per sviluppare ulteriormente il sistema del riciclo e della circolarità dei materiali, nei quali l’Italia è già a livelli altissimi e in particolare la filiera di carta, stampa, imballaggio e trasformazione è una vera e propria eccellenza nazionale. Basti pensare che il nostro Paese ha già raggiunto e superato il target europeo di riciclo al 2030 – posto all’85% –, grazie all’87% di imballaggi riciclati; mentre la carta italiana prodotta con fibre riciclate è a quota 61%. «Ora però abbiamo la possibilità di migliorare ulteriormente queste performance, investendo in nuovi impianti per selezione dei materiali, nella digitalizzazione che può migliorare la tracciabilità dei rifiuti, nella ricerca e sviluppo per progettare e realizzare prodotti e imballaggi sempre più sostenibili». E tutto questo, sottolinea il presidente, «proprio grazie al PNRR che è stato sì presentato con successo a Bruxelles, ma che ora va tradotto in azioni concrete».

Il digitale secondo FCG

Sul tema della digitalizzazione il settore carta e grafica sta già facendo molto. «La transizione digitale va letta con una logica di filiera ed è stata in questi anni presidiata dalla Federazione». Bona – che in Assografici ricopre anche la carica di vice presidente con delega all’innovazione – ricorda che già nel 2017 fu lanciato il Progetto Industry 4.0 con la collaborazione di SDA Bocconi, allo scopo di accompagnare le aziende della filiera nell’implementare i principi dell’industria 4.0 lavorando da subito anche dal punto di vista operativo, per capire come mettere in pratica e avviare questi processi. L’obiettivo era supportare le aziende nel percorso di sviluppo del modello 4.0 anche attraverso delle vere e proprie “istruzioni per l’uso” e un programma articolato di attività formative, poi interrotte a causa dell’esplodere della pandemia. «La forza del progetto – spiega il presidente – è stata la capacità di declinare i principi generali del nuovo paradigma Industry 4.0 in quelli specifici delle nostre industrie, in maniera quindi molto verticale, affiancando le aziende nel percorso di adattamento del nuovo modello alla propria «Questo è stato il grande valore aggiunto che ha saputo dare la Federazione». La risposta delle aziende, racconta, è stata assolutamente positiva e partecipata: «Abbiamo dato il nostro contributo per creare una consapevolezza a livello strategico e organizzativo».
È anche un tema di competenze; in questo la Federazione, spiega Bona, può fare da facilitatore: «Il lavoro effettuato con SDA Bocconi ha sensibilizzato le aziende sull’importanza dell’innovazione che è anche formazione oltre a fornire le traiettorie da seguire per le quali le competenze sono indispensabili: dal marketing alle vendite, dall’integrazione dell’IT nei processi produttivi all’analisi dei dati».

La sostenibilità secondo FCG

Anche sulla sostenibilità, ovvero sulla transizione green, Bona ci racconta il lavoro fatto in Federazione: «negli ultimi 12 mesi, abbiamo investito molte risorse su un progetto importante, che ha visto già il coinvolgimento di molte aziende nella sua fase preparatoria. L’obiettivo è rilasciare uno specifico strumento, un protocollo e un software, che aiuterà le aziende a monitorare e rendicontare le performance ambientali, sociali ed economiche. Con una metodologia costruita tenendo conto delle specificità dei nostri settori merceologici e che sarà certificata rispetto ai principali standard internazionali, alle linee di indirizzo delle più autorevoli fonti, nazionali, europee e internazionali sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare e coerente anche con i criteri della finanza sostenibile. Parliamo quindi – conclude Bona su questo tema – di uno strumento molto pratico e operativo, per aiutare le nostre aziende a elaborare i loro bilanci di sostenibilità piuttosto che a iniziare ad avere sul tema sostenibilità un approccio sistematico, e che speriamo verrà apprezzato e utilizzato dagli associati».

La forza della rappresentanza

Ai temi prioritari per il settore citati sinora, Bona ne aggiunge un altro legato al percorso federativo e alla costruzione di una ancor più solida identità federativa: «Durante la pandemia da Covid-19 il riconoscimento di industrie essenziali all’economia del Paese e la risposta unitaria data in quei mesi dalla filiera hanno certamente rafforzato il sentimento identitario e di appartenenza delle nostre imprese alla Federazione. Il particolare periodo storico, in cui si sono fatte strada nuove esigenze imposte da modalità di vivere e di lavorare stravolte dagli eventi contingenti, ha certamente contribuito affinché l’attuazione di certe nuove dinamiche fosse più rapida, proprio per necessità, ma ciò non toglie che si possa ancora migliorare. Le imprese certamente si identificano con la propria associazione di riferimento – prosegue Bona – che oggi ha nel valore dell’azione che la Federazione svolge a tutela e promozione della filiera un elemento di forza in più».
Tra gli obiettivi primari della Federazione, sin dalla sua nascita, c’è quindi stato il dialogo con le istituzioni e, proprio nell’unione delle tre associazioni, ha trovato il peso necessario per portare istanze comuni all’ascolto della politica. Una voce univoca che, nel momento storico che stiamo vivendo, ha una valenza ancora più solida. «È la migliore risposta che la nostra industria ha potuto darsi per operare nel contesto attuale» dichiara Bona e sottolinea come sia sì una questione di massa critica e di volumi – la filiera nel suo complesso conta 17mila aziende, 165mila addetti e fattura quasi 22 miliardi di euro all’anno – ma non solo. «La FCG è stata pensata in tempi che potremmo definire “non sospetti” e chi l’ha costituita allora è stato capace di avere la giusta visione e di guidarla nella direzione corretta per rappresentare in maniera efficace gli interessi di tutte le nostre industrie. Ma perché questo processo possa trovare la giusta evoluzione l’attenzione all’identità federativa è molto importante».

Temi caldi per l’industria del settore

Nell’agenda politica italiana – e non solo, questi temi oggi sono soprattutto al centro dell’attività legislativa UE – trovano posto in questo periodo temi complessi e urgenti, sui quali il mondo dell’industria è chiamato a fare la propria parte e che deve presidiare, facendo sentire la propria voce e portando avanti le proprie istanze. Un esempio su tutti, che per altro interessa molto da vicino le aziende del settore carta e grafica, è la direttiva europea SUP (single use plastic), che proprio nel mese di settembre è incardinata in Parlamento per il suo recepimento. «È un esempio importante degli interventi legislativi europei ispirati al concetto di sostenibilità e mirati alla transizione green – dichiara Bona – ma è anche un caso emblematico che ci riporta alla necessità di interventi di buon senso, ovvero sostenibili anche da un punto di vista economico e sociale, e soprattutto non guidati da un approccio propagandistico e anti industriale. Bene, quindi, il testo di recepimento predisposto dal Governo italiano – afferma Bona – che evita che la SUP si trasformi nella messa al bando indiscriminata di qualsiasi packaging e prodotto monouso, con il rischio di vanificare il senso della stessa disposizione e di mandare in crisi intere filiere produttive».
Altro fronte caldo per l’industria italiana riguarda la transizione energetica, con il passaggio all’utilizzo dell’idrogeno e delle fonti di energia rinnovabili, come i bio-combustibili. Il settore, che è un grande consumatore di energia – in particolare nella componente di produzione della carta –, è sempre stato all’avanguardia sulle tematiche energetiche. Nelle proposte sul recovery plan, presentate a marzo 2021 al Governo in un documento congiunto con i sindacati, la Federazione ha posto come prioritaria, oltre all’efficientamento energetico – da sempre perseguito –, la decarbonizzazione dei cicli produttivi con una progressiva conversione energetica.
Un ultimo elemento citato dal neo presidente – ma non certo per importanza – è l’aspetto della cultura e del valore che la filiera ha in questo ambito. Vi torna più volte nel corso della nostra intervista. La filiera ha sempre sostenuto e promosso la lettura e la cultura che sono un bene pubblico primario per la formazione dell’intera società. Durante le fasi cruciali della pandemia e i lunghi mesi di lockdown l’industria della carta e della stampa, continuando a lavorare, ha permesso anche all’editoria di svolgere il proprio ruolo fondamentale di veicolo di cultura e informazione. La Federazione si adopera perché le spese per libri, quotidiani e giornali siano detraibili a livello fiscale. Del resto, un Paese per rinascere ha sempre bisogno di cultura. «La cultura e l’informazione» afferma Bona «sono indispensabili per attuare il PNRR».

Passione associativa

Quella della presidenza della Federazione non è solo una sfida fatta di progetti nuovi o già avviati e da fare proseguire, è anche una sfida personale. In ultimo quindi chiediamo a Bona quali sono le sue aspettative e cosa porterà della propria esperienza lavorativa nella guida di Federazione.
«Cerco di mettere a disposizione le mie esperienze e competenze per rappresentare al meglio la nostra appassionante e amata filiera» risponde il neo presidente. L’esperienza lavorativa gli deriva sia dall’impegno nell’impresa di famiglia, la Vincenzo Bona spa, un’azienda grafica con oltre 240 di storia – fondata a Torino come tipografia nel 1777 – sia dalla partecipazione alla vita associativa, che l’ha sempre visto coinvolto. «Frequento il mondo delle associazioni da sempre e, tra l’altro sono stato uno dei promotori del gruppo “Giovani imprenditori” di Assografici, di cui fui il primo presidente. E ancora oggi sono convinto sostenitore del fare sistema e lavorare come filiera. Le associazioni sono, a mio parere, un valore aggiunto fondamentale per le imprese e per il loro sviluppo. La benzina – dice in ultimo resta però sempre una: la passione associativa».

 

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