“L’industria cartaria ricicla e produce prodotti essenziali per i cittadini europei. Rappresenta una domanda stabile e continua (anzi crescente) nonostante la volatilità dei mercati, un punto di riferimento per l’economia circolare europea e italiana”. Questo il commento di Massimo Medugno, DG di Assocarta al messaggio lanciato dalla Confederazione europea dell’industria cartaria europea (CEPI) rispetto all’alto livello di resilienza dimostrato del riciclo della carta in Europa.
Nel settore della carta il momento di volatilità delle materie prime seconde è conseguenza di fattori positivi come gli aumenti dei consumi delle stesse (in Italia al 61% a livello di settore, + 4% rispetto al 2019, all’81% nell’imballaggio), una tenuta del settore dell’imballaggio (maggior utilizzatore a livello europeo e mondiale) e ad un processo di sostituzione degli imballaggi fossili con quelli rinnovabili .
Questi fattori positivi confliggono con quelli negativi, che sono legati alle difficoltà dei trasporti, ai livelli delle raccolte differenziate e ad un’esportazione che dev’essere assoggettata alle regole europee vigenti.
“In questa fase è importante che i cittadini continuino a conferire, che le raccolte differenziate mantengano i loro ritmi e che l’industria cartaria venga rifornita con regolarità, in modo da poter rispondere alle esigenze di produrre materiali da imballaggio per la movimentazione di merci essenziali” sottolinea ancora Medugno. “Anche in questo momento così difficile non bisogna perdere di vista gli obiettivi di riciclo che l’industria cartaria deve ottemperare. Infatti, secondo previsto dal nuovo art. 205 bis (Regole per il calcolo degli obiettivi) del TUA, è possibile computare i rifiuti esportati fuori dell’Unione per la preparazione, per il riutilizzo e il riciclaggio soltanto se gli obblighi di cui all’art. 188 bis sono soddisfatti, e se l’esportatore può provare che la spedizione dei rifiuti è conforme agli obblighi di tale regolamento e il trattamento dei rifiuti – al di fuori dell’Unione – ha avuto luogo in condizioni che siano ampiamente equivalenti agli obblighi previsti dal pertinente diritto ambientale dell’Unione”.
L’informazione sull’impianto di destinazione finale è indispensabile anche nel caso che i materiali vengano avviati a riciclaggio in un altro Stato membro dell’Unione, al fine di poter conteggiare quanto movimentato negli obiettivi del paese di raccolta.